giovedì 26 settembre 2024

SETTEMBRE A RUY BARBOSA

 





Salvador, 26 setembro 24

SS. Cosme e Damião

Padre Luigi Gibellini

 

  Carissimi tutti,

vi scrivo di Salvador, dove ho appena terminato 3 giorni di formazione permanente con il clero de 3 diocesi sulla “Sindrome di Burnout”, cioè lo svuotamento fisico mentale nella vita presbiterale; legato anche alla fragilità e al sovraccarico di lavoro dei sacerdoti (qualcuno dirà:“ma dové il sovraccarico!!!!) proposto da un sacerdote/Psicologo, della Diocese de Cuiabà (Mato Grosso) padre Rosimar José de Lima Dias. Ho gustato questo momento per la chiarezza e la semplicità dell’esposizione e dei vari fattori che portano alla depressione e in alcuni casi anche al suicidio; è stato bello anche l’incontro con i sacerdoti di altre 3 diocesi vicine a quella di Ruy Barbosa, cioè Bomfim e di Paulo Alfonso. Mi ha anche impressionato il fatto che in alcuni momenti ci siamo divisi per fascia etarie, e io ero, insieme ad un altro prete e i due vescovi (di Bomfim e Ruy Barbosa) tra i più vecchi di età e di anni de sacerdozio…questo è bello perché vuol dire che il clero diocesano è giovane, ma dall’altra parte che io comincio ad essere tra i sacerdoti anziani, o meglio un presbitero.



  Si è parlato molto della pastorale presbiterale, dell’importanza della formazione in seminario, della necessità di non avere paura di ammettere le proprie fragilità, ma il coraggio di parlarne e di farsi aiutare; del non rischiare di isolarsi o di pensare che gli altri sono il problema, del non avere l’idea che siamo noi a risolvere e salvare tutto e tutti, ma scoprire la necessità di darsi dei tempi, organizzare le giornate, non improvvisare, e soprattutto:

Conoscere sé stesso: conoscere chi sono, vedere quali sono i miei valori e conoscere cosa mi muove in relazione agli altri

Accettare sé stesso: conoscere i miei difetti, valorizza le tue caratteristiche; praticare l'accettazione di sé 

Superare sé stesso: sfidare sé stessi per crescere e raggiungere la statura di Cristo; non accontentarsi; superare i tuoi limiti.

  I propositi che si sono fatti a livello delle varie diocesi sono stati decisamente positivi e fruttuosi, vedremo nel tempo come si potranno realizzare; per intanto ci si è proposti di continuare ad avere dei momenti in comune per affrontare queste cose che sono ben presenti nella vita del clero.

  Nella vita di casa abbiamo avuto in questi ultimi tempi varie malattie che hanno accompagnato il cammino della casa; Thaise internata per un tempo in Lauro de Freita e Marines che è appena rientrata sempre dall’ospedale Metropolitano di Lauro di Freita; tutto questo ha scombussolato la regolarità della vita di Casa, ma il Signore è grande e ci stupisce sempre, perché ha sempre inviato persone che ci hanno aiutato e accompagnato, come la presenza dei Novizi Gesuiti che stanno passando il mese di settembre in casa. Una bella presenza e anche un bel momento dove condividere la vita e i vari cammini formativi.

  Abbiamo anche fatto il secondo incontro formativo per le persone che vogliono conoscere e vedere al Casa e come tema di questa volta abbiamo presentato la Casa come “luogo di relazioni” interne ed esterne, con gli ospiti e con le differenti vocazioni che si intrecciano nella vita di casa e con la parrocchia, la diocesi…Non eravamo in molti, ma chi c’era ha partecipato bene ed è stato proprio un bel momento di condivisione.

  Ci siamo anche incontrati come italiani di Casa in casa di Maria, e ci siamo un poco raccontati come ognuno di noi sta, nella vita concreta di ogni giorno e nelle attività che ognuno porta avanti, sia nei progetti sociali come “Cafuné”, APAE, per Maria o nelle attività pastorali o ancora come si sta vivendo in Casa.

  A livello pastorale, in modo particolare in Macajuba, sto adottando insieme con il diacono, una forma di visita nelle comunità della zona rurale, che sono 20, passando alcuni giorni residenziali nella comunità, visitando le famiglie e in modo particolare le persone anziane e ammalate; e alla sera momenti formativi e celebrazioni con la gente. Credo che in questo momento storico, questo può essere un modo di essere presenti e di vivere quella prossimità che tanto spesso ci dice papa Francesco; è nell’ottica di una chiesa in uscita e che ha voglia di entrare in contatto con la gente e con le situazioni concrete delle comunità. Il rischio di concentrare tutto nella chiesa principale è molto alto, e quello di abbandonare le comunità della campagna è una realtà che infelicemente sta in parte già succedendo. Il contatto con le persone, credo che sia quello che ci salva dal verticismo e dal clericalismo, e può diventare il modo di porsi dentro una chiesa che sta cambiando, o meglio, è già cambiata, ma che ha bisogno di piccoli segni che ricordano l’essere chiesa a servizio e non chiesa di potere.



  L’ultima esperienza di visita è stata nel povoado de Nova Cruz, di circa 4.000 abitanti, in preparazione alla festa del Patrono San Miguel Arcajo, dove con le persone della comunità e con l’aiuto di altre persone che sono di comunità vicine, abbiamo visitato in 3 giorni tutte le famiglie; l’ascolto è stato il filo conduttore della visita, il dare tempo ad ascoltare la vita della gente, le gioie, le fatiche, le sfide, le angosce, le sofferenze, hanno illuminato queste giornate; mi ricordo che siamo entrati in una casa dove due fratelli semi paralizzati, ci hanno accolti. Casa molto povera, entrambi incapaci di movimentarsi bene, ma molto accoglienti, ringraziando della visita e ricordandoci di tornare e non dimenticarli; storie di donne/mamme con mariti che bevono e sono violenti, situazioni di abuso, ma anche, grazie a Dio, famiglie belle, con molti figli e di fede.

  Ascoltare è un arte che dobbiamo sempre più acquisire, sapendo che dobbiamo avere l’umiltà di stare un poco in silenzio di fronte a tanti drammi.

  E’ anche tempo di Politica Municipale, per tanti aspetti anche nelle comunità si rischia la paralizzazione, tutto è incentrato sul candidato, sul vereador, su come andranno le cose per potere sperare in un lavoro, in un aiuto per riformare la casa, per avere un contributo momentaneo che può servire per la propria famiglia; il giorno dell’elezioni, domenica 6 ottobre, si fermano tutte le attività parrocchiali, si celebra il sabato, perché la gente è troppo occupata nelle elezioni. Purtroppo non si è fatto niente a livello di coscienza politica; la CNBB (Conferencia Nacional Bispos do Brasil) ha prodotto un poco di materiale ma qui in Diocesi mi sembra che nessuna abbia fatto qualcosa per sensibilizzare o promuovere dibattiti e riflessioni.


Gianluca Guidetti con il vescovo Stefano


  La parrocchia di Ruy Barbosa sta affrontando anche alcune opere importanti, come la riforma della Cattedrale e la costruzione della nuova Curia Diocesana, che occupano un grande sforzo, sia a livello economico che di energie umane, in modo particolare del parroco pe. Erivaldo. La nuova parrocchia di ‘S. Giuseppe operaio’ e Nossa Senhora Aparecida, è in fase di cambiamenti, l’attuale parroco pe. Islan, lascierà la parrocchia alla fine dell’anno per potere fare una esperienza missionaria in Parà, area Amazzonica, e quindi si sta vedendo come sostituirlo; per ultimo, ma non per minore importanza, in dicembre è stata confermata l’ordinazione a Diacono Permanente di Gianluca Guidetti, in Miguel Calmon, sua attuale parrocchia, ma poi si sposterà in Ruy Barbosa e comincerà il cammino di servizio diaconale qui in Città. Ringraziamo Dio per questo bel dono e per il cammino di Gianluca in questa chiesa.

  Il mese di settembre è il mese della Bibbia, e quest’anno la chiesa brasiliana ha scelto come testo base il Libro del Profeta Ezechiele; è bello vedere come nelle comunità ci si muove per fare momenti di lettura orante, nelle case, nelle piazze, nelle cappelle per evidenziare quanto la Parola di Dio deve illuminare la vita delle persone e delle comunità.

  Bom, acho que sejam suficiente estas noticias; espero que possam chegar também noticias de Reggio Emilia, ou das varias pessoas que querem partilhar um pouco da própria vida com a missão do Brasil, sabendo que, além do Whatzapp, é sempre bem apreciado uma carta, algumas reflexões sobre o que vocês vivem e experimentam. Um abraço a todos e que Deus possa sempre acompanhar o caminho de cada um de vocês. Atè logo, pe. Luís, irmão da Caridade e vosso irmão.  

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