domenica 11 febbraio 2018

IN IPIRA' UN CORSO DI FORMAZIONE TEOLOGICA





Lettera dalla missione della diocesi di Reggio Emilia in Brasile.



Ipirá febbraio 2018
SCUOLA DI FORMAZIONE TEOLOGICA
La povertá dela nostra gente é soprattutto culturale. Ci sono ancora molti adulti analfabeti, e tra i giovani, che pure frequentano la scuola, una scarsa capacità di apprendere, una difficoltà grande nel comunicare correttamente, di leggere e scrivere.... la qualità delle scuole è bassa. La lettura qui da noi è un hobby poco praticato; non ci sono librerie, non ci sono edicole ma se ci fossero, non avrebbero molta attività.

Le persone quardano la TV, che è abbondantemente manipolata, e i programmi più seguiti sono futili o dannosi. In genere le persone  non leggono, e quindi non si fanno una idea critica  della realtà. Per questo i politici, anche disonesti, riescono a mantenere il potere; la maggiorana za delle persone non conosce i propri diritti, non sa come funzionano i servizi, e la conoscenza si riduce a ciò che serve per la sopravvivenza quotidiana.
Anche nelle nostre comunità cattoliche sentiamo il bisogno di lavorare molto per trasmettere i contenuti principali della fede. Certo, ci sono molti uomini e donne analfabeti o quasi con una fede stupenda, un impegno ammirevole nelle comunità e una conoscenza buona dei fondamenti della vita cristiana grazie alla loro presenza costante e apertura di cuore. Ma incontro anche molti errori, molte persone uniscono il cattolicesimo con i culti di origine africana, con le tradizioni della cultura della zona .....   pensando che sia tutto dottrina della Chiesa.   Un dato di fatto è la ignoranza dei cattolici, ignoranza biblica, mancanza di conoscenza del significato dei sacramenti, dei fondamenti teologici.    E le chiese protestanti stanno aumentando anche e soprattutto crescendo sulla ignoranza di fede dei cattolici.
Abbiamo allora pensato a un progetto un poco ambizioso, ma ci sembrava una proposta importante: una piccola Scuola di Formazione Teologica. La organizzazione incontra sempre difficoltà, ad esempio perchè la nostra parrocchia è grande e le persone che abitano nei villaggi hanno difficoltà a trovare il trasporto per il centro, e quando trovano il costo è piuttosto caro. Inoltre non sono molti con la capacità di affrontare uno studio serio.

Altra difficoltà culturale è che sono abituati a una formazione fatta di eventi ( meglio se spettacolari) che iniziano e finiscono in giornata.  Un impegno che dura nel tempo difficilmente viene assunto.  Coscienti dei vari ostacoli, abbiamo comunque fatto questa proposta: una Scuola di Formazione Teologica, con un incontro al mese, cominciando dal venerdi sera alle 19, fino a domenica nel primo pomeriggio, rimanendo nel nostro centro di formazione, anche per creare scambi di amicizia tra i partecipanti.  Abbiamo previsto una durata di 3 anni, affrontando, in questo periodo le varie discipline teologiche, certo in modo molto semplificato ma serio.   Chiediamo ai partecipanti la capacità di leggere, scrivere e studiare autonomamente. Il nostro intento è pastorale, nel senso di aiutare la formazione di alcune persone che assumano poi un servizio in favore di altri nelle varie zone della parrocchia. Invito forte a moltiplicare, a diffondere le conoscenze.

Abbiamo un gruppetto di coordinazione molto motivato e preparato. Hanno pensato di dare un nome alla scuola, don Riccardo Camellini, che è stato parroco in Ipirà negli anni che seguirono la dittatura militare, quando nacquero le varie Comunità di base.  La scuola è iniziata nella prima settimana di febbraio, con 35 iscritti, più i 5 della coordinazione. Questo inizio è stato molto buono, con grande attenzione dei partecipanti, e un desiderio di continuare il percorso.   Sono molto contento di questo primo passo che apre un futuro arricchente per la parrocchia.

 Penso alla realtà di Reggio, e alla ricchezza di offerte di formazione per i laici, a quanto lavoro è stato fatto e continua nel presente. Quanti laici con una conoscenza biblica, teologica molto buona e che sono una risorsa stupenda per le comunità. Credo che dobbiamo rendere grazie di tutto questo, e avere il coraggio di diffondere tutto ciò che impariamo.
La nostra realtà qui a Ipirà è assai più povera e semplice, ma il nostro desiderio è dare inizio a processi formativi che continuino nel tempo creando una desiderio di conoscere e di trasmettere il prezioso deposito della fede cristiana.
Un caro saluto, don Gabriele Burani, Ipirà, Bahia.

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