martedì 19 febbraio 2013

Carta de Tiago e Katia

Domenica 6 gennaio 2013 quando in Italia molti bambini festeggiavano il giorno della Befana o ancor meglio la venuta dei Re Magi con i doni per il Gesù bambino, noi festeggiavamo l'inaugurazione della sala parrocchiale dietro la chiesa di San Francesco.
La messa è stata seguita da uno “chá de casa” ovvero la comunità ha offerto un rinfresco e gli invitati hanno partecipato con un piccolo regalo per arredare la cucina.
L’inaugurazione della sala parrocchiale “Salão comunitário Santa Clara” ha ufficializzato questa nuova presenza e risorsa per il bairro di Ibirapitanga. Il desiderio fatto realtà porta con sé opportunità e responsabilità. Occorre farlo vivere e averne cura, per questo sono necessari i contributi di tante persone di questa comunità. La sfida ora è avere le idee, la forza e la continuità per portarle avanti, in modo che questo salone sia il luogo per incontri e per la crescita personale e comunitaria.
Così sono ricominciati gli incontri delle donne, catechismo per i bambini e ora che siamo in quaresima ogni mercoledì e venerdì c’è la via crucis in chiesa; la pastorale della criança si sta riorganizzando e speriamo che questo salone sia un buon incentivo per la partecipazione di nuove famiglie e volontari. 
Cerchiamo in questo periodo di coinvolgere quanti più ragazzi e ragazze possibile, perché si responsabilizzino e acquisiscano la consapevolezza che questa è casa loro. L’intento è aprire gli orizzonti, per questo tentiamo di fare delle attività pomeridiane in cui disegniamo carte del mondo, portiamo libri di favole e libri religiosi, con linguaggio adatto ai bambini, per raccontare una storia e trasmettere così l'amore per la lettura aiutandoli a leggere e a rinforzare le loro conoscenze. Con il forno a legna ci diamo alla cucina e cerchiamo di fare scambio di ricette italiane - brasiliane. Oltre a fare la pizza, stiamo imparando a fare gli avoador, palline di farina di tapioca, uovo e sale cotte al forno. E poi naturalmente si gioca, per la felicità di Fabio e Michele e di tutti i bambini che corrono scalmanati dappertutto.
A volte ci sentiamo di avere obbiettivi troppo ambiziosi, perché questi bambini hanno bisogno uno ad uno di qualcuno che li guidi, li orienti e li sostenga, in qualunque attività essi si cimentino. In mancanza di sufficienti educatori a volte c’è la tendenza a sfociare tutto nel caos e nell’anarchia. Per questo gli obiettivi più grandi rimangono la comprensione del rispetto per gli altri, per la natura e per la città come bene comune; la comprensione dell’importanza del silenzio e dell’ascolto, in un luogo dove i decibel spadroneggiano in tutte le strade.
Infine, la cosa più difficile è accettare e prendere fra le mani la loro mancanza di regole, per provare a dare un senso e una direzione a creature cresciute lontane dalle nostre percezioni di ciò che si può e non si può fare. La povertà, la più dimenticata, rischia di rimanere dimenticata, volutamente, perché la più difficile da trattare ed accettare, perché a volte implica che nonostante i nostri sforzi il seme da noi gettato non trovi terreno fertile e muoia. La povertà che richiede grande pazienza, creatività, fermezza e gratuità.

Carissimi amici, Vi ringraziamo tutti con il cuore per la vostra presenza, per le vostre preghiere, per i tanti biglietti natalizi che ci hanno raggiunto con la posta tradizionale cartacea (ogni busta è stata una festa!) e per le donazioni che sempre ci sostengono e ci permettono di trasformare un vostro dono in una cosa reale, un'attività con i bambini, materiale per la costruzione del salone e per il suo completamento, oggetti e strumenti di arredo, giochi, ingredienti per i laboratori di cucina e tutto quello che ogni giorno usiamo per fare attività.
GRAZIEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEE!!!!(con una certa calma brasiliana arriviamo anche a ringraziarvi personalmente, ma in questi ultimi mesi la connessione internet e la tecnologia sembrano averci abbandonato....sarà che fa troppo caldo???
a risentirci a presto
Giacomo, Katia, Michele e Fabio
p.s.stiamo aggiornando flickr, ma ancora non siamo pronti, vi mandiamo una foto di inzio murales

martedì 5 febbraio 2013

carta de Janeiro 2013


S.Águeda, virgem e mártir.
Ruy Barbosa, 05-02-2013

Ciao a tutti,
Il mese de gennaio é il mese delle ferie, dopo le feste di Natale si chiedono i bettenti, le suore vanno presso le proprie congregazioni, i preti presso le famiglie e amici, e noi stranieri rimaniamo nelle nostre comunitá, ritagliandoci peró momenti di riposo e di svago. Próprio di svago voglio parlarvi adesso; Nei primi giorni di gennaio sono stato con 4 giovani di Redenção a fare una camminata nella Chapada Diamantina, le nostre montagne, per cosi dire, una meraviglia per la natura incontaminata e per la bellezza delle montagne e della Valle do Patí, Valle che si puó raggiungere soltanto camminando, non ci sono strade percorribili se non con muli e asini. Abbiamo fatto l’attraversata della Valle, simo partiti da una cittadina che si chiama Guiné e siamo arrivati, dopo 3 giorni di cammino, in Andaraí, cittá ben conosciuta nel Parco Nazionale della Chapada Diamantina. Tre tappe che ci hanno impegnato per la lunghezza, ma che ci hanno riempito il cuore di soddisfazione quando siamo arrivati. Una cosa bella che anche l’anno scorso ci aveva colpito, é stata l’accoglienza del signor João, quando siamo arrivati presso la sua casa, dove c’é anche la cappella dove abbiamo celebrato la messa; come sempre ci ha donato una casetta con i materassi e offerto la cena e il caffé il giorno dopo, prima di riprendere il cammino. Alla será abbiamo celebrato la messa a lume di candela e sono arrivati anche diverse delle persone che durante il giorno erano arrivate per fare il cammino nella Valle; próprio un bel momento, semplice ma partecipato. Mi sono venuti in mente i pellegrinaggi a S.Pellegrino e le varie escursioni nei campeggi estivi...come vedete alcune cose non cambiano anche se a longitudini differenti.
Poi é stato il tempo nel quale abbiamo avuto la presenza di ir.Cristiana, e l’arrivo di Sara, che si fermerá fino a marzo e Don Gabriele che ha visitato in particolare le famiglie e gli ha dato tempo per cogliere il cammino fatto fino ad ora. Con noi si é fermato nei giorni in Salvador, dove abbiamo fatto un poco il punto della situazione della missione e tentato di vedere quali prospettive;  presenze che marcano il cammino della missione e della  casa e che con certezza aiutano a mettersi in dialogo e confrontarsi, cercando cammini che possano alimentare e fortificare la presenza della casa in terra brasiliana. Poi il rientro di ir.Nicoletta e di Gleide, insieme a don Matteo che alla fine del mese ha predicato alcuni giorni di ritiro ai missionari italiani. Il rientro di ir.Nicoletta ha ridato un poco di stabilitá alla comunitá, che dopo la partenza di ir.Philipine aveva un continuo cambiamento di persone che si sono susseguite per periodi di 3 mesi; adesso si puó pensare ad un cammino piú stabile e sereno. Gleide é rientrata per un moemnto di verifica e di chiarimento della sua vocazione; che il Signore possa accompagnarla per le scelte che fará per la sua vita, e ringraziamo il Signore per il tempo che ha trascorso nella nostra famiglia.
Gennaio é anche il tempo della festa de S.Sebastiano, nella parrocchia de N.Redenção, e come tutti gli anni si prepara la festa con un novenario che quest’anno aveva come titolo:“Fé e Vida aexemplo de S.Sebastião” legato all’anno della fede e alla testimognanza della vita de questo santo martire. Vari sono stati i preti che hanno celebrato durante il novenario, e per ultimo, il vescovo che ha presieduto il giorno della festa.
la settimana dopo, cioé dal 21 al 25 di gennaio, siamo stati a Salvador per partecipare all’incontro di missionari italiani in Brasile; eravamo circa 120, venuti da tante parti del Brasile, ma il numero piú numeroso erano quelli del Nordeste, cioé quelli della Bahia e stati dintorno. Il tema dell’incontro era:“La missione in um contesto di mudanza de epoca” e si é cercato di affrontare il tema con il método, giá consolidato qui in Brasile,  del vedere-giudicare-agire, diviso nei   vari giorni; hanno aiutato in questo cammino alcuni assessori italiani e una pastora di una chiesa evangélica. Mi é sembrato molto positivo l’incontro con le persone, con le differenti esperienze, date anche dai diversi tempi di presenza in missione, ma quello che mi é dispiaciuto é che si rischia di pensare ad una esperienza di chiesa passata che adesso non c’é piú, ad un cammino fatto di bei ricordi ma che si distacca dalla realtá e dalla situazione ecclesiale, política e sociale ben differente di alcuni decenni fá. Mi sembra che la riflessione fatta sia stata una retomada de saudade, ricordando i tempi passati e facendo fática a entrare in una realtá che a volte ci sorpassa. Si é parlato molto di cambiamenti di epoca e poi si rischia di non cambiare mai le persone, in una scambio tra chiese che sembra un poco statico. Credo che il vero cambiamento da fare é quello che lasciare che la chiesa brasiliana possa camminare con i suoi piedi, con i loro padre, con i loro vescovi, ma questo é molto complicato perché una certa colonizzazione continua anche se noi non lo vogliamo ammettere; questi si vede ancora nelle scelte dei vescovi e nella gestione del denaro...questo non vuole essere una polemica, mas bisogna stare attenti a non fare dei grandi discorsi e poi continuare a esercitare una certa influenza sulle decisioni. Prosit...Una nota decisamente positiva é stata la partita a cálcio sulla spiaggia tra i reggiani e il resto del mondo, vinta da noi per 11 a 8; grande prestazione e dimostrazione di forza....kkkkkk
Per ultimo, ma non perché meno importante, i tre giorni di ritiro a Jequitibá con Don Matteo. Voglio dire anche che la presenza di d.Matteo  é stata discreta ma significativa, abbiamo fatto alcuni giorni con lui alla casa e poi ci ha seguiti nei nostri vari spostamenti, visitando le comunitá e partecipando delle cose delle parrocchie. Nei giorni a Ruy Barbosa ci ha dato alcune piste sulle queli riflettere e poi abbiamo scelto alcune cose comuni per collocarci in un cammino di insieme che possa sempre di piú fortificare la nostra comunitá. Nel ritiro ci ha presentato delle figure legate al discorso della fede, cominciando da persone non credenti, come la Cananea, il centurione che chiede la guarigione del servo, poi passando a persone che hanno camminato nella fede, Maria, Pietro, la samaritana, fino ad arrivare a Gesú Cristo, chiamato a date testimonianza della própria fede, anche nel buio della passione. In tutti questi personaggi si evidenzia l’umanitá della persona, con i suoi dubbi, le sue fatiche ma anche con un desiderio di ricerca vero. Sono stati próprio bei giorni.
Mi sembra di avere scritto abbastanza. Um abarço a todos e todas, viu, pe.Luis