giovedì 19 aprile 2012

Resoconto 7° mese, famiglia Carrà, Andaraì







Carissimi eccoci al resoconto del settimo mese da Andaraì, Bahia, nordest del Brasile.
Sperando che stiate tutti bene, che abbiate passato una Buona Pasqua vi lasciamo qualche riflessione per condividere.
Non devono mancare i ringraziamenti per chi ci ricorda sempre nelle sue preghiere, nei suoi pensieri e con le offerte! Un grazie di cuore anche a chi ci aiuta a "condividere" leggendo storie sulla nostra esperienza al catechismo nella Parrocchia Immacolata (Ferrara) o costruendo maracas in "gemellaggio" con i bambini della Chiesa di S.Francisco di Andaraì, movimentando così il clima ferrarese nella Veglia Pasquale e grazie a tutti quelli che "suonando insime a noi" si sono sentiti e si sentono più vicini a questa realtà! Grazie!
  • Nella notte del 12 Aprile è morto in un incidente stradale un giovane prete, Padre Pindaro, originario di Andaraì, aveva 29 anni. Divenuto sacerdote 2 anni fa era parroco nella città di Barra do Rocha. Non abbiamo conosciuto personalmente Padre Pindaro, moltissimi hanno partecipato al funerale, stretti intorno alla famiglia. Era una persona nel pieno della vita e delle sue importanti attività; lo spegnersi della vita da un momento all'altro, è sempre qualcosa che lascia increduli e sconvolti. Chiediamo anche a voi una preghiera per questa famiglia.
  • Continua a non piovere, la situazione inizia ad essere drammatica nelle campagne dove non c'è più acqua, il bestiame soffre e purtroppo inizia a non resistere più a questa siccità.  Non possiamo immaginare questi luoghi senza acqua, è molto preoccupante vedere i rigoli di acqua che scendono da fiumi e torrenti che dovrebbero essere pieni e che lo erano fino a poco tempo fa. Non si può non pensare alle responsabilità che ha e ha avuto il mondo industrializzato, nel consumismo che ha portato a sfruttare selvaggiamente questo pianeta e a squilibrarlo. Ognuno di noi è chiamato a riflettere sul proprio ruolo nella salvaguardia del creato.
  • Ci stiamo impegnando, con alcune famiglie, per dare supporto materiale, incoraggiare, spronare e convincere che con la volontà le proprie condizioni di vita possono cambiare. Entrare nella vita di queste famiglie e iniziare il dialogo è una delle esperienze più belle.
  •  Venerdì Santo: tutto da scoprire, tradizioni che si intrecciano, cristiani che il venerdì fanno festa e si abbuffano con tanti piatti tradizionali africani, in memoria di quella schiavitù che proprio il venerdì veniva fatta mangiare in abbondanza, ecco la Pasqua è questa, le famiglie si sono riunite, hanno condiviso la passione di Gesù.
  • L'uovo di Pasqua lo danno a scuola, piccolino, scioltino....senza sorpresa....ma buono comunque!
  • Spesso il sabato o la domenica facciamo una gita con alcuni bambini. Molti non si sono mai spostati da casa e ci incantano con la loro energia e incredulità quando li portiamo a vedere i dintorni di Andaraì, in scenari meravigliosi in mezzo alla natura, i fiumi e le montagne. Fabio e Michele vivono esperienze nuove e straordinarie, soprattutto per la ricchezza delle relazioni, nel condividere tante emozioni.
  • Le attività al progetto Passo a Passo proseguono. Stiamo individuando le attività che più interessano, e già adesso c'è chi rimane oltre il tempo dovuto. Ci piacerebbe stimolare la creatività, la volontà di vedere i risultati del proprio lavoro, la concentrazione nel fare qualcosa e l'idea che quando si lavora con passione l'impegno e gli sforzi vengono ripagati. Abbiamo comprato, grazie alle offerte, un decespugliatore che rende più agile il lavoro nell'orto, speriamo che piante medicinali e verdura crescano presto!
  • La struttura dietro la Chiesa di San Francisco, nel quartiere di periferia della città, sta crescendo, le fondamenta sono fatte, i muri prendono forma, i buchi delle porte e delle finestre lasciano già alla fantasia lo spazio per immaginare cosa potremo fare qui.
  • Nei pomeriggi che passiamo alla Chiesa S.Francisco, in attesa della sala Parrochiale, oltre a semplici giochi abbiamo deciso di essere itineranti nel quartiere. Prendiamo qualche libro di favole e la Bibbia dei ragazzi e andiamo nelle vie a leggere una storia ai bambini che sono in strada, spesso sono gli stessi bambini più grandi che vogliono leggere e così si fa un teatrino in strada...con tanto di applauso finale.
  • Come sempre vi ringraziamo per le offerte, indispensabili per continuare le nostre attività. Abbiamo mandato mail e lettere per dirvelo personalmente (speriamo siano arrivate tutte visto che le mail spesso si perdono...sull'oceano in questi 8500km circa che ci separano), ma sappiamo anche che è tempo di dichiarazione dei redditi....e allora anche noi ci facciamo avanti....il centro missionario di Reggio ha il seguente codice fiscale: 911057750359
  • vi rilasciamo i dati postali e bancari perchè sono cambiati in parte:  erogazione liberale per Giacomo e Katia Andaraì intestata a REGGIO MISSIONI SOLIDARIETA' ONLUS presso conto postale n 40686420 o presso conto bancario BPV-BSGSP c/c 43500  IBAN IT17 D050 3412 8000 0000 0043 500
  • come sempre potete vedere qualche foto sul sito, vi ricordiamo che oltre a essere un mezzo di "condivisione" è anche un mezzo "per i nonni e i parenti" per vederci nel nostro quotidiano e nei nostri momenti di svago: www.flickr.com/photos/giacomocarra
  • su facebook KATIA MAZZONI ci sono foto della via crucis, via sacra vissuta e recitata per le vie del centro città
un abbraccio a tutti, Giacomo, Katia, Michele e Fabio

lunedì 16 aprile 2012

Una secca che uccide.....




Sembra che questa secca sia una delle piú grande che si siano viste negli ultimi tempi, le persone anziane dicono di non ricordarsi di altri momenti come questi, e c’é da crederci. É impressionante vedere i pascoli vuoti, e incontrare bem poco bestiame nei recinti, segnale chiaro di una mancanza di foraggio e de erba; a questo bisogna ricordare la mancanza di acqua, ancora piú indispensabile per gli animali e per gli uomini. É vero che la gente del semi-arido é abituata a convivere con queste situazioni, ma diventa difficile pensare a un tempo prolungato con questo tempo; le prospettive di pioggia sono veramente poche fino al prossimo ottobre e se continua cosi anche i fiumi piú grandi, come il Paraguaçu, non potranno garantire l’acqua da bere per una buona parte delle popolazioni che si dissetano con le sue acque. Il fiume Paraguaçu passa in Nova Redenção e normalmente, quando andiamo a celebrare in alcune comunitá che stanno dall’altra parte del fiume facciamo un giro grande, passando per Andaraí perché di notte il barcone che fa traghettare la macchina non funziona; adesso ci sono circa 15 cm de acqua e quindi dá de passare nel fiune direttamente con il carro.
Ma quello che mi preocupa di piú é la tranquillitá della gente e anche dei politici, che riducono il problema come una cosa che sempre é successa, o danno delle risposte alla gente per tentare di minimizzare il problema, tipo risolviamo tutto con l’arrivo di un escavatore che servirá per fare delle dighe per trattenere l’acqua o per preparare invasi per quando arriverá la pioggia; ma cosa serve fare dighe se l’acqua non c’é e che serve adesso costruire degli invasi... sono cose che bisognava fare per tempo, prevedendo questo, e i metereologi avevano per tempo prean-nunziato questo tempo. I problemi che si potevano affrontare con miglior program-mazione e per tempo sono stati dimenticati, e adesso si soffre.
Chi ha le possibilitá economiche stá spostando il bestiame in posti dove c’é pascolo e dove le condizioni sono migliori, ma chi non puó, e sono sempre i piccoli e quelli che vivono della speranza della buona stagione, o vendono o vedono morire poco a poco il loro bestiame; una cosa che si vede adesso é la raccolta dell’erba ai bordi delle strade, tagliando “capim” (foraggio per le bestie) e metterlo in Sacchi per portarlo a casa.  I sindaci della Chapada Diamantina sono stati in Brasília per chiedere allo Stato di riconoscere questo momento como “Calamitá Naturale” e quindi chiedere contributi e aiuti per le popolazioni che stanno soffrendo per la secca. Si vedono in giro per le campagne e anche nelle cittadine i Carri Pipa, cioé camion che trasposrtano acqua per le cisterne nelle famiglie delle zone rurali e anche per riempire i tanque per abbeverare gli animali.
la gente delle nostre comunitá continuamente chiede a Deus il buon tempo, e anche di sapere accogliere quello che “Deus quiser”, dicendo che Lui Sá quello che fá, ma la situazione é ben trágica; chi ha piantato nel mese de ottobre nono ha raccolto niente e quello che si doveva piantare nel mese di marzo, il granturco di S.Giovanni, perché sarebbe stato pronto in quel tempo, per le feste di S.Giovanni Battista (24 di Giugno) non é stato piantato perché la terra é secca e non dá per piantare. Si prospetta un periordo di difficoltá alimentare e di produzione. In Irecé, terra dei fagioli, non si é potuto produrre niente e non si produrrá nulla per la scarsitá di acqua che é caduta in questi mesi. Anche le “palme” (vedi la figura 4) si stanno asciugando, il che vuol dire che anche le piante che piú resistono ai momenti di siccitá stanno soffrendo; nella campagna rimangono sono i “mandacaru”, simili ai cactus, piante tipiche delle zone secche e aride. Spero che questa situazione possa cam-biare al piú presto, e che la pioggia possa cadere con abbondanza sulle nostre campagne, ma di sicuro, ancora una volta quelli che dovranno pagare il prezzo piú caro di tutto questo sono i piccoli agricoltori, le persone che vivono della [ioggia che cadê dal cielo e non le grandi fazende che continuano a produrre perché hanno altre possibilitá per annaffiare le proprie coltivazioni. Non dobbiamo dimenticarci anche, che tutto questo é frutto di un disboscamento selvaggio, dovuto al bisogno di pascoli per il bestiame dei fazendeiros. La natura si sta ribellando... e bisogna prenderne atto.
Pe.Luis




Pasqua dei bambini a Pintadas

sabato 14 aprile 2012

Morte di Padre Pindaro

Andaraí 14 de abril 2012
La notizia della morte de padre Pindaro é arrivata venerdí mattina, padre Luis Miguel, parroco de Andaraí ha telefonato dicendo che era successo un incidente nella notte, alle 22,30, dove aveva trovato la morte il sacerdote di Andaraí che stava lavorando nella diocesi de Ilhéus. La dinamica dell’incidente é semplice, alta velocitá e perdita del controllo del veicolo, uscita di strada e capottamento dell’auto. Pindaro é catapultato fuori dalla macchina e battento la testa sopra una roccia, muore sul colpo. Gli altri che viaggiavano con lui hanno riportato lievi escoriazioni guaribili in pochi giorni. Tutto questo é accaduto sulla BA 120, nel sud della Bahia. Il gruppo stava andando a vedere uno shoow in una cittá vicina. Nel pomeriggio di venerdí é stata celebrata la messa nella parrocchia de Barra do Rocha, dove era parroco, presieduta dal vescovo di Ilhéus,  e poi nella notte la salma é arrivata in Andaraí dove é stata vegliata nella casa della mamma di Pindaro, dona Lucia con una grande partecipazione di gente. Nella mattinata di sabato, alle ore 9,00, i due vescovi, dom André (Ruy Barbosa) e dom Mauro (Ilhéus) hanno benedetto la salma e di seguito, si é formato il corteo per la chiesa parrocchiale, dove é stata celebrata la messa de suffragio; erano presenti diversi sacerdoti della diocesi de Ilhéus e i sacerdoti dello zonale 1, di cui fa parte la parrocchia de Andaraí. Diverse le testimognanze e messaggi dopo la celebrazione e il riconoscimento della stima di tante persone che hanno conosciuto padre Pindaro. Dopo la benedizine e le preghiere, si é formato il corteo funebre verso il cimitero e lá dom André ha benedetto il tumulo e fatto i riti finali. 

Padre Pindaro avrebbe completato 30 anni, e 3 di sacerdozio, avvenuto nel novembre del 2009. 

lunedì 9 aprile 2012

Condividendo ... 7, un mese con un "amico"


Ciao a tutti,



rieccoci con le nostre notizie dalla Bahia. Questo mese appena trascorso è stato un po’ diverso, in quanto è venuto un nostro amico di Reggio Emilia a trovarci: Francesco (da molti conosciuto come Soncio). 
È stato un mese un po’ diverso: diverso perché c’era una persona in più in casa, diverso perché nei nostri obiettivi c’era anche quello di potergli mostrare più realtà della missione in Ruy Barbosa, diverso perché il vicinato si è subito accorto della nuova presenza (tutti insistevano dicendo che era mio fratello !!!), diverso insomma. 
La presenza di Francesco in casa ci ha permesso di avere un altro occhio che potesse valutare le tante differenze che qui esistono rispetto all’Italia; è stata un’opportunità molto bella, che ci ha fatto un po’ anche “rivisitare” dei punti di vista che c’eravamo fatti sino ad ora: è importante credo ogni tanto avere una “valutazione esterna” perché forse dal di dentro (anche se stranieri) dopo qualche tempo (anche solo qualche mese) ci si può anche “fossilizzare” (scusate la parola un po’ “feia”) su certi pensieri dimenticandosi del perché siamo qui in mezzo al popolo brasiliano: trasmettere il Vangelo che è parola di trasformazione, di conversione, una conversione che porta all’avvicinarsi all’altro, all’amare indistintamente tutti i nostri fratelli. 
Allora cercheremo di raccontare un po’, per momenti, la visita di Francesco:
- Intanto vogliamo premettere che Francesco si è calato molto bene nel suo viaggio, nel senso che si è messo a totale disposizione nostra (non fraintendete, non come colf di casa), anzi più che nostra, della nostra missione: perciò abbiamo partecipato agli incontri in comunità, agli incontri a livello parrocchiale e lui ha vissuto in maniera giusta i momenti che quotidianamente scandiscono i nostri giorni in Utinga;
- Le tre “uscite” che abbiamo fatto (oltre ai 2 viaggi Utinga – Salvador e ritorno) sono state: 
o Una in Wagner, visitando Don Luigi Gibellini e Don Riccardo Mioni, fratelli della carità, che operano in 4 parrocchie (Wagner, Lajedinho, Ibiquera e Nova Rendençao) oltre che essere presenti durante la settimana alla casa di carità di Ruy Barbosa: Don Luigi tra l’altro (oltre ad un ottimo pranzo) ci ha dato la possibilità di partecipare ad una messa nella zona rurale di Wagner: una messa fatta in casa di una famiglia, in una zona molto isolata, con parecchie persone che sono arrivate grazie ad una “carona” (passaggio) offertagli da gente che aveva un mezzo disponibile. Persone semplici, magari stonate a cantare, magari che non conoscono bene i passaggi della messa, ma che partecipano in maniera profonda a questi appuntamenti, con una fede davvero grande. Forse non risulterà di facile comprensione questa ultima frase che abbiamo scritto, ma credeteci, le persone delle nostre comunità sono davvero piene di fede. 
o Un altro viaggio che abbiamo fatto è stato andare a visitare una famiglia che avevamo conosciuto in Italia (Antonio, Iamara e Danton, il loro figlio) a Pintadas (a nord della diocesi, circa 2 ore e ½ da Utinga): è stata una bellissima occasione per ritrovare una coppia che avevamo solo invitato una sera a cena a Reggio Emilia, ma con la quale abbiamo subito trovato un’ottima relazione (verranno tra l’altro la prossima settimana  a trovarci). A Pintadas lavora anche il mitico Don Paolo Cugini (chi non lo conosce vada subito su google e cerchi … ) e tra l’altro il giorno che lo abbiamo incontrato era anche il suo compleanno e lui ci ha dedicato una mezzora della sua serata, parlando di mille e più cose. Il secondo giorno è stato molto interessante perché siamo stati nella campagna di Pintadas a conoscere la comunità nella quale, ormai una quarantina di anni fa, c’è stata una grossa lotta per la terra, della quale hanno fatto parte anche missionari italiani. È stata un’esperienza molto bella: una coppia ormai con una certa età, con anche certi momenti emotivamente molto forti, raccontando questi anni (12 se non erro) lottando per un pezzo di terra che ingiustamente doveva essere espropriato da parte di un “fazendeiro” molto potente: dal quel poco che conosciamo di Riforma Agraria, è un problema che per tanti persiste ancora oggi; persone che con non poche sofferenze combattono per avere un pezzo di terra che non è di nessuno e che sembra non dover essere dato a nessuno. In mezzo ai tanti problemi che affliggono i brasiliani, questo rimane ancora uno dei più duri da risolvere.
o Il terzo e ultimo viaggio che abbiamo affrontato è stato caratterizzato anche da più aspetti “vacanzieri”: siamo stati 3 giorni in Andaraì a far conoscere a Francesco, Giacomo e Katia una coppia di Ferrara che sta facendo la nostra stessa esperienza missionaria. In Andaraì abbiamo soggiornato nella casa parrocchiale ed è stato bello perché è un luogo di passaggio per diverse persone: suore, preti, laici. Nei giorni che siamo stati abbiamo avuto l’occasione di incontrare 2 suore e 2 preti (più un seminarista, in stage). Coi preti è stato molto bello perché la sera si era deciso di fare della pizza e l’abbiamo fatta per tutti: c’erano italiani, spagnoli e brasiliani: è stato un incontro davvero multiculturale e sicuramente interessante. Ah, i padri sono: Luis Miguel (spagnolo) che opera in Andaraì e Itaete, Erivaldo (brasiliano), ordinato sacerdote a Dicembre 2011 e Carlos Fontanelle (il seminarista, dello statoa del Cearà ). In questa 3 giorni abbiamo visitato anche le località di Mucuge e Lençois (due cittadine tra le più rinomate della Chapada Diamantina). 


Questi sono stati i momenti fuori da Utinga ma la maggior parte del tempo l’abbiamo trascorsa a casa, in mezzo alla gente, nelle celebrazioni, nelle messe, negli incontri, nelle case insomma nella quotidianità di cui vi parlavo prima. 
Crediamo che le cose più belle della missione si possano “toccare”, “annusare” stando con le persone, conversando con loro, entrando in punta di piedi nelle loro realtà, senza dovere per forza “fare”, avere un ritorno “materiale” (“ho aiutato XXX persone”, “ho costruito XXX cose”, “ho iniziato XXX attività ecc…) senza nulla togliere al fatto che un aiuto di questo tipo non è sicuramente negativo, ma sta di fatto che noi missionari non siamo qui per “salvare il mondo” ma per camminare insieme ai nostri fratelli, siano brasiliani, malgasci, albanesi, indiani cercando di essere “disseminatori” del Vangelo di Gesù Cristo. 
Ok, crediamo sia giunta l’ora di “chiudere la trasmissioni”. Speriamo di non avervi annoiato e anzi aver posto in voi alcune riflessioni. 
Um abraço 
Alex Laura Matteo e Benedetta