giovedì 29 marzo 2018

AUGURI DI PASQUA 2018 DI DON LUIGI FERRARI




“Chi uccide un GIUSTO perché è contrario alle sue opere, feconda il BENE che non può sopportare” . Questo è un pensiero di d. Mazzolari che mi è venuto in mente in questo tempo di quaresima, perché come chiesa brasiliana abbiamo fatto una Campagna di Fraternità in cui si é pregato e riflettuto del superamento della violenza. La Fraternità “siamo tutti fratelli” , fermentare nell’umanità l’amore fraterno: si è detto e cantato vince la violenza Qui in Brasile questo mese ha fatto notizia, e si diffusa per il mondo intero, l’assassinio di Marielle Franco, uccisa assieme all’autista, una consigliera comunale di Rio de Janeiro. Una giovane donna negra che ha lottato per diritti umani della sua gente, di una favela di Rio Maré; dove é riuscita a formarsi e laurearsi in amministrazione pubblica. 

Proprio in questo inizio d’anno, il presidente del Brasile ha deciso di dare un mandato speciale all’esercito per garantire la sicurezza in Rio de Janeiro. Molta manifestazioni di protesta, che hanno chiesto giustizia, certamente l’uccisione di Mariella ha scatenato un sussulto di indignazione tra la gente; speriamo che possa portare frutti buoni risvegliare questa democrazia così fragile. Nella quaresima abbiamo avuto la visita di don Filippo, è venuto con Maria Pia e ha portato anche una sorella nuova per la Casa di Carità di Ruy Barbosa, Ir. Josiane. La sua visita é stata importante per riguardare il cammino della Casa di Carità nella diocesi di Ruy Barbosa. La nostra diocesi di Reggio, dopo 52 anni di cooperazione come “chiesa sorella”, ha deciso di iniziare una nuova missione, sempre qui in Brasile ma andando verso le chiese dell’Amazonia . Così la Casa deve sempre più essere, non tanto un opera nostra delle suore, come spesso é ancora vista, ma essere più assunta dalla chiesa di Ruy Barbosa. Abbiamo fatto diversi incontri, col vescovo, coi sacerdoti giovani e anche con la gente comune; si è concordato alcune prospettive che speriamo possano crescere. Per il resto bello per noi confrontarci con don Filippo anche sul cammino della famiglia in Italia. Nelle parrocchie si é ripreso il cammino pastorale, con assemblee e consigli delle comunità. Le priorità di quest’anno sempre la catechesi con ispirazione catecumenale; bello un ritiro, una buona partecipazione una quarantina di catechisti, sulla “ Samaritana” che ha fatto vedere i passi dell’iniziazione cristiana: come l’incontro con Gesù apre al dialogo, alla conoscenza e alla rivelazione, e porta all’annuncio e testimonianza. In questo tempo sono riuscito a visitare alcuni anziani e ammalati; è sempre bello farlo anche con gli animatori delle comunità sperimentare come la visita sia sempre più un ricevere che dare. 

Scoprire la dignità di tanti che portano la croce come il cireneo con molta dignità e serenità. Ma anche scoprire le fatiche e il contesto di vita di famiglie, alle volte disastrate e alcune con germi di violenza che vanno pacificati. Così ci avviciniamo alla Pasqua, ci saranno alcuni giovani, qui in Utinga, che ricevono il battesimo e l’eucaristia; tra loro ci sono Bernardo e Paulo, che hanno iniziato a venire alla messa perché sono animatori dei canti con chitarra e batteria; questo li ha portati a conoscere Gesù e fare un cammino di catecumenato. La stagione estiva che sta terminando é stata caratterizzata da caldo forte e temporali che per fortuna hanno consentito agli agricoltori di piantare e sperare il raccolto. Il 22 marzo si é ricordato il giorno mondiale dell’acqua; il Brasile detiene il 13% delle riserve di acqua dolce del pianeta. Ma non per questo siamo messi bene. Noi ad esempio stiamo bevendo solo acqua minerale naturale comprata, non ci si fida dell’acqua pubblica, quasi sempre di bassa qualità. Lo stesso fiume, che passa da nella nostra regione, il Rio Utinga é contaminato dai prodotti che vengono usati, veleni e fertilizzanti per proteggere in particolare le coltivazioni di banana e papaya, e varie frutta e verdura.

Siamo nella settimana santa, ci prepariamo al triduo pasquale, che culmina nella Vigilia Pasquale:
il cantico dell’Exultet: ci parla della notte felice che sola conosce l’ora in cui il Cristo é Risorto, notte che dissipa l’odio, lava tutti i crimini e libera dalle catene della colpa, riempie di luce e pace i cuori.
Questo é anche L’augurio di questa Pasqua un abbraccio. 

mercoledì 28 marzo 2018

SEGNI DEI TEMPI






Esistono dei luoghi dove la fede può formulare enunciati significativi che possono avere un senso per tutti. La serie di questi luoghi è rappresentata dai “Segni dei Tempi”, ovvero, “indicazioni di luoghi nel mezzo di questo tempo che liberano qualcosa che è messo sotto silenzio ma che è rappresentativo della lotta per l’umanità dell’uomo e per condizioni di vita degne di lui.”¹ Uno dei compiti essenziali al cristianesimo è, appunto, il saper/dover interpretare questi Segni dei Tempi.  

Proviamo a porre questo affascinante contesto della presenza dei Segni dei Tempi dentro ad un mondo “angosciato ed inquieto” come è quello dell’uomo moderno, come può essere anche il nostro quotidiano. Nascono delle sfide che ci aiutano a contrapporci ai modelli di “uomo” che sono avanzati in questi anni. Abbiamo assistito, e continuamo tutt’oggi ad assistere, ad un uomo che gioca ad essere Dio (manipolazioni genetiche, esperimenti estremi col nucleare) e ad un uomo che crede di vivere senza Dio (divinizzazione dell’io, cosificazione del divino). Anche la sfida ecologica, cara ai contesti di Chiesa latinoamericana, può far parte dei Segni dei Tempi. Alla luce di tutto questo penso che sia interessante oggi lavorare su un nuovo discernimento di questi Segni dei Tempi, dove i laici (questo è l’anno dedicato a loro in modo speciale) possono e devono diventare protagonisti dentro alla Chiesa di Gesù. Un protagonismo che non ha nulla a che vedere con atteggiamenti esibizionisti, egocentrici ed individualisti. I laici formano la Chiesa, insieme al clero ed ai religiosi; sono, usando un’espressione magistralmente coniata dal Vaticano II, una parte del “Popolo di Dio”. 

Questo concetto, di Popolo di Dio, non sembra ancora sufficientemente chiaro nella testa di quelle persone che frequentano la Chiesa non con il proposito di cambiare la loro vita, ma come un modo di riempire bisogni creati da uno stile frenetico di convivenza con l’altro e con l’Altro. Per questo motivo credo che niente di più profondo e penetrante diventi la ricerca voluta e cercata dalla Chiesa per rendere competenti i laici, ovvero fornire loro un metodo che gli permetta di affrontare tutte le nuove situazioni che il mondo di oggi si inventa. “Sale della terra e luce del mondo”. Una frase famosa, bem consciuta, del Vangelo; una definizione che ci appartiene, ma che non abbiamo ancora saputo abitare interamente nella nostra esistenza terrena. A questo ci interpella e ci invita ad essere il vescovo di Roma, al secolo papa Francesco, con i suoi recenti scritti. Invano serviranno le notre riflessioni su una Chiesa ancora molto clericale; le notre critiche ad una parte del clero che confonde potere religioso con servizio sacerdotale; le nostre lamentele verso un modo di essere Parrocchia (o Unità pastorale) che continua ad usare modelli decisionali impostati dall’alto verso il basso; se non prendiamo conscienza di quello che dobbiamo essere, di quello che rappresentiamo nella Chiesa di Cristo e iniziamo ad assumere il compito che ci è stato dato dal Concilio Vaticano II. Qui in Brasile, nella Diocesi di Ruy Barbosa piccole scelte concrete, ancora tiepide per dire il vero, iniziano a saltar fuori. Segni. Nella Parrocchia di Miguel Calmon per tutto quest’anno (e spero per altri ancora) tutti i mesi la seconda domenica alla sera e la terza domenica al mattino non ci sarà la Celebrazione Eucaristica con la presidenza del prete, ma una Celebrazione della Parola con distribuzione dell”Eucarisita presieduta da laici e con il parroco seduto insieme agli altri fedeli ad ascoltare e pregare. Anche sotto l’aspetto della formazione la Parrocchia ha fatto una scelta che va in questa direzione di coinvolgere i laici. 

Sempre a Miguel Calmon, infatti, nel secondo semestre di quest’anno, avremo un Ciclo incontri formativi sulla Scrittura e sul Concilio Vaticano II per tutti i ministri della Parola, dell’Eucarestia, della Visita, Catechisti e Animatori dei gruppi e Movimenti, tenuti da laici. Ma la missione del laico non deve solo approfondirsi nell’ambito liturgico-celebrativo o formativo-catechetico. Sale della terra e luce del mondo significa anche essere quel fermento che lievita nascostamente nella massa  della condizione umana, dei territori inospitali, delle società strutturate su schemi di potere e di avassalamento. Penetrare nel contesto delle comunità, urbane o rurali, dove vivono uomini e donne allontanati dalla Speranza per riavvicinarveli. Dicevamo all’inizio che potrebbe essere interessante lavorare su un nuovo discernimento dei Segni dei Tempi. La Chiesa è e sarà sempre alla ricerca di questi Segni dei Tempi. Li vuole incontrare, capire, interpretare, seguire, realizzare. A volte penso, anche solo per un istante, che all’inizio di quest’anno dedicato ai laici, sia proprio la laicità un “Segno dei Tempi” da accogliere, da far fruttificare e da mantenere viva e operante nel cammino verso l’Eternità. 

    

Miguel Calmon, 28 di marzo 2018
Gianluca Guidetti     

¹ Cit. HThK, Vaticanum II, IV, 868, in Christoph Theobald, L’avvenire del Concilio, EDB, 2016, p193.
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venerdì 2 marzo 2018

Si rinnova la missione diocesana in Brasile: nuova presenza in Amazzonia nel 2019


  


[Dalla LIBERTA’ del 2 marzo 2018]
La comunicazione è stata data dal Vicario generale, a nome del vescovo Massimo Camisasca, in apertura del convegno missionario diocesano celebrato domenica 25 febbraio: nel 2019 la Chiesa di Reggio Emilia-Guastalla aprirà una nuova missione in Amazzonia, rinnovando così la sua storica presenza in Brasile.
La decisione si inserisce nel solco dell’annuncio, dato da Papa Francesco nell’autunno scorso, di un’Assemblea speciale del Sinodo dei vescovi per la Regione Panamazzonica, che avrà luogo a Roma nell’ottobre 2019. In quell’occasione il Pontefice ha spiegato che “scopo principale di questa convocazione è individuare nuove strade per l’evangelizzazione di quella porzione del Popolo di Dio, specialmente degli indigeni, spesso dimenticati e senza la prospettiva di un avvenire sereno, anche a causa della crisi della Foresta Amazzonica, polmone di capitale importanza per il nostro pianeta”.
La nostra Chiesa diocesana si è da subito resa disponibile nei confronti della Conferenza episcopale brasiliana per un servizio di primo annuncio cristiano in Amazzonia, ricevendo in breve tempo le richieste di invio di suoi missionari “fidei donum” da parte di quattro Diocesi di quella regione. Contestualmente ha condiviso il cambio d’orizzonte missionario, pur nella tradizione del suo impegno per il popolo brasiliano, con monsignor André de Witte, vescovo di Ruy Barbosa, la diocesi nello stato della Bahia in cui la Chiesa di Reggio Emilia-Guastalla è presente fin dal novembre 1965, allorché i primi missionari sbarcarono nel Paese dell’America meridionale. In oltre mezzo secolo sono stati circa 120 i missionari – tra sacerdoti, suore, religiosi e laici – che si sono avvicendati nel servizio alla gente della Bahia, in quella logica dello scambio tra Chiese sorelle che arricchisce chi parte, chi riceve la visita, chi rientra. Per questa abbondanza di frutti missionari la Diocesi reggiano-guastallese esprime alla Chiesa di Ruy Barbosa, e sempre conserverà, sentimenti di gioia e di gratitudine.
Il passaggio missionario dalla Bahia all’Amazzonia avverrà gradualmente, nell’arco di circa 15 mesi, durante i quali la Diocesi e la Congregazione Mariana delle Case della Carità continueranno il discernimento sulla Casa della Carità di Ruy Barbosa.
Già nel giugno prossimo una delegazione diocesana guidata dal direttore del Centro Missionario don Pietro Adani partirà per una visita esplorativa in Amazzonia, in seguito alla quale la Diocesi deciderà in quale territorio rendere operativa la sua presenza, prevedibilmente nell’autunno 2019.




DUE ANNI




Le linee direttive della Chiesa Brasiliana per l’azione evangelizzatrice, documento ufficiale approvato il 18 di aprile 2015 dalla Conferenza Episcopale del Brasile¹, comprendono un periodo di 5 anni. L’ultimo, a cui faccio riferimento qui, va dal 2015 al 2019. Abbiamo, quindi, ancora due anni nei quali seguire, mettere in pratica e verificare i risultati delle nostre azioni/scelte pastorali; nostre nel senso della Diocesi di Ruy Barbosa. Abbiamo ancora due anni durante i quali il vescovo André guiderà questa Chiesa di Ruy Barbosa. E abbiamo ancora due anni (a poco meno) nei quali la Chiesa di Reggio Emilia riconsegnerà la missione alla Chiesa di Ruy Barbosa per incominciarne un’altra nel territorio amazzonico. È vero che “non si può mai dire mai”,  ma dai comunicati ufficiali, dalle considerazioni che si fanno qui tra missionari italiani e brasiliani e dalle parole del vescovo André tutto indica che sia così. Da tempo il nostro vescovo (André), anche in occasioni pubbliche, ha affermato la sua volontà di andare in pensione con l’arrivo dei 75 anni (che compierà il 31.12.2019) e lasciare ad altri la conduzione di questa Chiesa particolare.

Facciamo un tuffo, allora, nel Documento 102 per vedere quali precorsi propone e confrontarli con le scelte fatte dalla nostra Diocesi. Il motto scritto sullo stemma del vescovo André dice “Cristum semper”, Cristo sempre. Così il documento 102 inizia a partire da Gesù Cristo facendoci percepire l’estrema importanza di essere una Chiesa fedele al Cristo, che abita la persona del suo Maetro. Una Chiesa formata da discepoli “missionari” che, con altruismo e gratuità, vogliono promuovere, dove passano, giustizia, pace riconciliazione e atteggiamenti fraterni, vogliono annunciare il Regno ai vicini a ai lontani. Un’altra caratteristica di cui parla il Documento è quella di una Chiesa in “uscita” come il Papa Francesco esprime nella Evangelii Gaudium (n 20). Mi vengono in mente le “missioni diocesane”. Un’esperienza bella, di Chiesa che annuncia, porta la Parola, aiuta fratelli e sorelle ad incontrare il Signore. Un’esperienza di questa Diocesi di Ruy Barbosa. Quest’anno dal 9 al 15 di luglio, le Missioni diocesane saranno nella parrocchia di Tapiramutá. Un’attivitá ecclesiale/pastorale che la Diocesi di Ruy Barbosa organizza da molti anni e che, io penso, ha molto a che fare con questa proposta di “chiesa in uscita” e fuori dal tempio. Ma non solo; quanti servizi e azioni pastorali nelle singole parrocchie vengono proposti con la prospettiva di essere “Chiesa in uscita”.    

Il Documento ci presenta, poi, una Chiesa in stato permanete di missione, come casa dell’iniziazione alla vita cristiana, luogo di animazione bibblica della vita e della pastoralità, comunità di comunità e a servizio della vita piena per tutti. La Chiesa brasiliana punta su questi aspetti per un cammino di evangelizzazione e salvezza. Guardando alle priorità diocesane negli anni passati e a quelle di quest’anno, scelte durante l’assembleia diocesana del novembre 2017, troviamo: Iniziazione alla vita cristiana, dimensione biblica, aspetti catequetici e di vita di chiesa (CEB) e una grande preoccupazione con le realtà che necessitano di intervento (salvaguardia del creato, questioni ecologiche, nuove colonizzazioni e schiavitù di oggi, situazione dei giovani). Le Direttrici ci danno la direzione, ci indicano il cammino alla luce delle indicazioni di papa Francesco (EG e Anno Santo della Misericordia-2015), del Documento di Aparecida (V Conferenza Latinoamericana) e dei documenti conciliari (particolarmente DV, LG, GS e AG); noi ci mettiamo sulla strada facendo memoria di questi grandi avvenimenti cha hanno, e continuano tutt’ora, a segnare la vita e la storia della Chiesa di Cristo che è la nostra Chiesa e della quale facciamo parte atttiva.
Saranno due anni di ascolto e di intensa attività. Due anni di riflessioni e di scelte con l’intento di arrivare alla fine contenti di quello che si è fatto insieme. Non è ancora tempo di bilanci questo, è tempo di camminare per fare in modo che la convergenza di questi tre momenti (termine del Documento 102, termine della presenza reggiana a Ruy Barbosa e termine del mandato del vescovo André) possano produrre futti di grazia ed essere allo stesso tempo spinta propulsiva per nuovi servizi pastorali e ecclesiali.

   

  

    

Miguel Calmon, 28 di febbraio 2018
Gianluca Guidetti     


¹ Documento della CNBB nº 102, Direttrici Generali dell’Azione Evangelizzatrice della Chiesa nel Brasile 2015-2019, 2ª Edizione 2016.
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