sabato 30 maggio 2015

LE PASTORALI SOCIALI: UNA SCELTA DELLA DIOCESI DI RUY BARBOSA




               La Diocesi di Ruy Barbosa, per quel che la conosco da quando ne sono entrato al servizio nel gennaio del 2001, ha sempre mostrato una forte componente sociale. Questa caratteristica, que le è rimasta fino ad oggi, non è così presente in tutte le altre diocesi del Brasile. Si sà che l’impronta pastorale viene data dal vescovo locale, nel rispetto e nei limiti delle regole e delle norme che la Conferenza Episcopale Brasiliana (CNBB) si è data nel corso del tempo. Regole e norme che hanno recepito l’influsso positivo dei documenti prodotti dal Conciio Vaticano II e, con ancor maggior forza, dei documenti scaturiti dalla cinque Conferenze Latinoamericane (Rio de Janeiro, Medellín, Puebla, Santo Domingo e Aparecida).
               La dimensione sociale della nostra Diocesi sorella qui in Brasile possiede alcune caratteristiche che provo a sintetizzare, per poi descrivere quelle che sono le Pastorali Sociali più importanti.
               La presenza di un gruppo di missionari preoccupati con la realtà sociale e politica credo sia stata determinante per direzionare le scelte pastorali degli ultimi 15 anni. Un vescovo belga, Andrè de Witte, una coordinazione diocesana composta dai frati francescani Luciano Bernardi (italiano) e Dito Ballio Prado (brasiliano) prima e suor Terezinha Maria Foppa (brasiliana) poi, hanno influenzato di forma significativa e permanente l’assetto pastorale della Diocesi di Ruy Barbosa. I problemi della Riforma Agraria, delle persone di ceto medio basso senza terra, senza lavoro e senza casa di scelte economico-politico non popolari fatte dai governi brasiliani di turno, delle questioni ambientali, sono stati ritenuti una priorità dell’ambito sociale, anzi la principale priorità alla quale dare risposta attraverso le azioni pastorali pensate ed intraprese dalla CPT (Commissione Pastorale della Terra) oggi divenuta CPT-A (Commissione Pastorale della Terra e dell’Acqua).
               Senza voler entrare nel cammino storico che le ha portate fino a Ruy Barbosa, vediamo quali sono le principali Pastorali Sociali presenti in Diocesi e di cosa si occupano.
Pastorale della Terra e dell’Acqua. È la principale Pastorale Sociale presente nella Diocesi di Ruy Barbosa. Sono molti gli ambiti di cui si occupa; tra i più importanti distacco: La Riforma Agraria, la gestione dell’acqua, il lavoro sottopagato e schiavo, la condizione della donna contadina, le questioni dell’ambiente e dell’ecologia, la difesa dei diritti umani e la formazione etica e civica delle persone, la tutela delle popolazioni locali: indigeni e quilombolas (negri di origine africana).
Il problema della Riforma Agraria è molto antico e di difficile soluzione. Problema político! Varie ondate di colonizzatori stranieri (portoghesi, italiani, olandesi, francesi, cinesi, giapponesi e polacchi) hanno fatto fortuna con le terre brasiliane. Molti di loro, insieme a ricchi proprietari brasiliani, usavano, e usano tutt’ora, il sistena del “grilagem” (che consisteva nel collocare in bauli o cassetti chiusi per vari giorni, documenti di proprietà del terreno falsi e appositamente redatti con date molto antiche. Insieme ai documenti venivano introdotti tipi di larve o grilli che rendevano giallognoli i fogli dando l’impressione di essere veritieri e antichi). Ancora oggi in Amazzonia questo sistema illegale è usato per appropiarsi di terre pubbliche con finalità speculative e di sfruttamento delle risorse naturali. In questo modo il Brasile si è conquistato uno dei primi posti in materia di distribuzione disuguale della terra (e delle ricchezze....). Accanto a migliaia di persone senza terra troviamo famiglie di ricchi latifondisti che possiedono territori vasti come il Belgio o l’Emilia Romagna.
La CPT-A affronta questo problema aiutando le persone che invadono la terra in funzione di poter riceverene un pezzeto per coltivare e costruire la casa. Due forme di azione: accampamenti e assentamenti. Accampati sono quelli che entrano in terre di altri e iniziano il processo, lungo e doloroso, per arrivare ad ottenere la proprietà. Assentati sono coloro che hanno già ottenuto dall’INCRA (Organo del Governo Brasliano che si occupa della colonizzazione agricola)  il diritto di poter rimanere sulle terre. La CPT-A ausilia, aiuta, accompagna le pratiche ed i processi offrendo i servizi gratuiti di un avvocato competente su queste questioni.
La gestione dell’acqua. Altra situazione molto delicata e pericolosa. L’acqua del Brasile fa gola a molti. L’acquifero “Guarani” è il secondo più grande serbatoio di acqua dolce del mondo. Passa sotto a otto (dei ventisei) stati della federazione brasiliana continuando in Argentina, Uruguai e Paraguai. Possiede una estensione di 1.200.000 Km²! Da 2.500 anni soddisfa le esigenze della popolazione brasiliana. Ma non è solo questo l’ “oro azzurro” che il continente giallo-verde possiede. Dalle nostre parti il fiume São Francisco passa per 5 stati della federazione e per 521 municipi. È il quinto maggior affluente del Brasile con 3.180Km.  Nello Stato della Bahia il fiume forma una ripresa (nel comune di Sobradinho) che genera energia elettrica per migliaia di persone. Molti pescatori vivono grazie alla presenza del fiume che, sin dal governo Lula, è stato oggetto di dispute politiche legate al progetto di trasposizione del proprio letto. Un progetto faraonico che finirà per beneficiare i ricchi proprietari terrieri. Pescatori e popolazioni indigene stanno soffrendo per queste decisioni politiche che smuovono ingenti somme di denaro. La CPT-A sempre si è opposta a questo progetto. Anche nella nostra Diocesi sono state fatte manifestazioni, campagne, incontri per impedire la trasposizione, ma non sono serviti. Neanche lo sciopero della fame del vesovo Luis Cappio della Diocesi di Barra ha prodotto effetti. Aveva costretto il presidente Lula a sospendere i lavori, poi ricominciati a ritmi velocissimi per recuperare il tempo perduto.
Il lavoro sottopagato e schiavo. Una delle azioni della CPT-A di Ruy Barbosa è quella di aiutare i lavoratori della terra che sono entrati nel giro del lavoro schiavo. Lontani da casa, in proprietà rurali (fazende) dove le condizioni di igiene sono pessime, non possono ucire senza il permesso del loro datore di lavoro (il signore della terra di turno). Usano quasi tutto il salario per pagare lo spaccio (interno alla fazenda) comprando alimenti e cose per l’igiene personale. Non sono registrati per cui non vengono raccolti contributi pensionistici ne di fine rapporto. Insomma vengono privati dei diritti elementari nel momento che accettano il lavoro ed entrano nella fazenda. Nel momento che vogliono uscire, ritornare a casa, cambiare lavoro, vengono minacciati di morte dai sicari dei proprietari terrieri. La CPT-A li appoggia preparando (con l’aiuto di avvocati) le denuncie e inviandole alle autorità competenti.
La condizione della donna contadina. Tutte le donne sono soggetto di attenzioni e premure per la CPT-A, ma quelle che lavorano e abitano nelle campagne lo sono in modo particolare. Molto spesso sfruttate, abbandonate, vittime di uomini senza scrupoli creati senza principi e valori, soffrono in silenzio per paura di ritorsioni e vendette, addirittura dei propri mariti. Lavorano in casa senza sosta, nei campi durante tutta la settimana, senza salario, senza riconoscimenti, senza futuro. Di esse la CPT-A si occupa offrendo corsi di formazione, informazioni sulle condizioni di lavoro domestico e nei campi, assistenza nel momento di richeidere visite ed esami medici.
Le questioni dell’ambiente e dell’ecologia. Questi temi sono entrati a far parte dell’agenda politica della CPT-A in modo intensivo da non molto tempo. Vorrei da subito chiarire che non si tratta di una scelta forzata dalle pressioni esercitate sulla Teologia della Liberazione. Di fatti in questi anni molti teologi, tra i quali Leonardo Boff, per evitare attacchi frontali su vecchie tematiche introdotte dalla Teologia della liberazione, hanno preferito spostare il centro delle loro analisi teologiche e pastorali sull’ecologia e sull’ambiente. Non è un’impostazione alla Teillard de Chardin (la Messa sul mondo con la terra come altare), ma sono riflessioni che vogliono attirare l’attenzione sui grandi rischi che il pianeta terra sta correndo. Rischi dovuti all’azione dell’uomo contro la natura ed i sistemi ambientali che ci circondano. La CPT-A è attenta, più che alla componente teologica, alla ortoprassi. In Diocesi si sono verificati casi concreti di multinazionali venute con l’intenzione di depredare intere aree forestali ou, come successo a Miguel Calmon (zona di Itapura), di scavare intere colline lasciando un paesaggio irriconoscibile senza possibilità di recupero. Il lavoro che portano queste grandi imprese non compensa la distruzione dell’ambiente.    
La difesa dei diritti umani e la formazione etica e civica delle persone. Altro campo di azione di questa pastorale è rappresentato dalle varie attività formative per le classi sociali più deboli e esposte alla violenza. Diritti calpestati o non fatti valere per ignoranza delle leggi, informazioni utili per i piccoli agricoltori, gli assentati e gli accampati sono oggetto di corsi di formazione, incontri, seminari organizzati dalla CPT-A. Con un calendario annuale, questi incontri si svolgono al CTL di Ruy Barbosa e coinvolgono, in alcune circostanze, altre pastorali. 
La tutela delle popolazioni locali: indigeni e quilombolas. Per finire questa carellata, ma non esaurire le attività della CPT-A, bisogna ricordare che la Bahia è territorio di molti popoli indigeni. Vivono in questo Stato (grande 2,8 volte l’Italia) 14 tribù indigene.

Ci sono anche vari quilombos, ovvero, raggruppamenti di negri che ricordano i villaggi nascosti construiti dagli schiavi che riuscivano a fuggire dalle piantagioni dei signori della terra all’epoca coloniale. Le principali comunità Quilombolas da Bahia sono:

Comunità Remanescente de Quilombo de Barra Bananal e Riacho das Pedras, Rio de Contas, 740 abitanti, 1.339,28 há. Comunità Remanescente de Quilombo de Mangal e Barro Vermelho, Sítio do Mato, 295 abitanti, 7.615,16 há e Comunità Remanescente de Quilombo de Rio das Rãs, Bom Jesus da Lapa, 300 famílias,2.7200 há.
Dopo aver sfruttato la loro mano d’opera nelle piantagioni, dopo aver tolto loro la terra, adesso il ricco proprietario terriero cerca di evitare che organismi come la CPT-A si occupino di far riavere agli indiani le loro terre di origine o di tutelare i loro diritti. E questo vale anche per le popolazioni nere che rivendicano territori che possedevano da tantissime generazioni, rubati a loro col metodo del grilagem. La cosa più bella è vedere che, a volte, la giustizia fa il suo corso e ritornano sulle terre degli antenati tribù ed etnie dal sapore africano facendoci conoscere culture antiche piene di immagini e segni che ci riportano alle storie dell’Antico Testamento, alle usanze dei popoli della Bibbia. O alla semplicità e dolcezza di san Francesco dove la madre terra, potentemente rispettata dai popoli indigeni, era qualcosa di sacro per la quale lodare e ringraziare il Signore.     
La Pastorale dei Bambini. La seconda pastorale Sociale in ordine di presenza capillare nella Diocesi di Ruy Barbosa é la Pastoral da Criança (Pastorale dei Bambini). Personalmente non conosco molto bene la sua organizzazione. La troviamo in molte Parrocchie della Diocesi. La sua marca é questa.
Non é difficile tradurre il versetto di Giovanni 10,10. La Pastorale dei Bambini è un organismo per l’azione sociale della CNBB. Fonda la sua attuazione nell’organizzazione della comunità e nella formazione e tirocinio dei “liders volontari” che vivono nella stessa comunità con l’impegno di orientare e accompagnare le famiglie vicine. Le azioni principali di questa pastorale abbracciano le aree della sanità, educazione, nutrizione e educazione civica. L’obiettivo è lo sviluppo integrale del bambino e, indirettamente, quello della famiglia e della comunità. Cerca di evitare la morte prematura del neonato con corsi preparaotri per le mamme, informazioni attraverso campagne pubblicitarie sull’allattamento materno, i rischi nei primi anni di vita del neonato e fino a sei anni di vita. Fondata nel 1983 nella città di Florestópolis nello stato del Paraná, dalla dottoressa pediatra Zilda Arns Neuman con l’ausilio dell’allora arcivescovo di Londrina, oggi cardinale, Geraldo Majella Agnelo, giá arcivescovo di Salvador nella Bahia. È presente in tutti i 26 stati della federazione del Brasile e in 17 paesi dell’Africa, Asia, Amarica Latina e Caraibe. Nella nostra Diocesi è articolata da suor Angelina Marttini e la troviamo, come già detto prima, in quasi tutte le Parrocchie.
La Pastorale del Minore. Molta più familiarità e conoscenza posso trasmettervi parlando della Pastoral do Menor (Pastorale del Minore). Sin dal mio arrivo in Brasile nel 2001 ne sono venuto in contatto e giá all’inizio del 2002 facevo parte della Coordinazione Regionale Nordest III (che pastoralmente lavora negli stati della Bahia e del Sergipe).  La sua marca è questa.

Nata intorno al 1967 con azioni pastorali sporadiche nella città di San Paolo organizzate dall’allora vescovo Luciano Mendes de Almeida (la cui causa di beatificazione è già in andamento), considerato il padre di questa pastorale. Nel 1987, durante la Campagna della Fraternità (un’attività pastorale che si svolge nel mese di marzo) che aveva come slogan “Chi accoglie un minore accogle me” la Chiesa Brasiliana ha dato un impulso maggiore al problema dei bambini e adolescenti in situazione di rischio. Di fatto a partire da questa momento la Pastorale del Minore (da adesso la chiameremo semplicemente PAMEN) ha iniziato a strutturarsi in vera a propria pastorale sociale. Cinque dimensioni fondamentali caratterizzano la PAMEN: Socio-trasformatrice, Pedagogica, Profetica, Politica e Religiosa. Quattro linee portanti la sorreggono: Mistica (ovvero la forza spirituale attinta dalla Parola di Dio, dall’Eucarestia e dalla Grazia di Dio); Giustizia (realizzata seguendo l’esempio di Gesù Cristo); Solidarietà (gesti concreti di aiuto al prossimo, bambini e adolescenti a rischio); Organizzazione (divisione territoriale uguale a quella della CNBB, per Regioni, Regionali e Diocesi).
Per sapere come opera concretamente bisogna conoscere le sue Aree di Azione che sono quattro;
1.      Bambini e Adolescenti poveri e in situazioni di rischio;
2.      Adolescenti che hanno commesso crimini;
3.      Famiglie;
4.      Politiche Pubbliche di promozione e difesa dei Diritti dei Bambini e dgli Adolescenti;
Nella Diocesi di Ruy Barbosa la Pastorale del Minore è attiva sin dal 1997. Ha senpre lavorato in sintonia con le direttrici nazionali e regionali nelle aree 1 e 4. Da qualche anno ha iniziato ad occuparsi delle famiglie dei bambini e adolescenti che venivano seguiti nei centri di appoggio. Non ha mai lavorato con adolescenti che hanno commesso crimini (omicidi, furti, vandalismo, droga, stupro...).
Dal 2005 un’associazione austriaca aiuta la PAMEN a mantenere aperti progetti in alcune Parrocchie, inviando fondi per comprare material e attrezzature sportive. Anche dal Governo dello stato della Bahia e dai comuni di Ruy Barbosa e Várzea do Poço siamo riusciti ad avere risorse da usare per i progetti con bambini e adolescenti sotto la gestione della PAMEN. Oggi la pastorale è presente anche dentro i Consigli Municipali dei Diritti dei Bambini e degli Adolescenti, nel Fórum Municipale dei Diritti dei Bambini e degli Adolescenti (uno spazio aperto a tutta la società civile, democratico, e organizzato dove si affrontano le problematiche legate ai bambini e adolescenti). Anche a livello statale siamo presenti nel Consilgio dello Stato della Bahia dei Diritti dei Bambini e degli Adolescenti e nel Fórum statale. Ci occupiamo della formazione permanente degli agenti di pastorale della PAMEN e dei Consiglieri di Diritto con corsi e incontri distribuiti durante tutto l’anno pastorale. Personalmente oltre a svolgere il servizio di Economo Diocesano continuo, come agente della PAMEN, ad essere impegnato nel servizio di formazione permanete e nei Consigli di Diritto. Di fatti nel 2008 sono stato eletto Coordinatore Regionale (Bahia e Sergipe) della PAMEN. Incarico che ho lasciato per motivi familiari nel 2009. Dal 2009 al 2011 sono stato presidente del CMDCA (Consiglio Municipale dei Diritti dei Bambini e degli Adolescenti) del Comune di Ruy Barbosa. Dal 2011 al 2012 sono stato consigliere supplente del CECA (Consiglio dello Stato della Bahia dei Diritti dei Bambini e degli Adolescenti) e dal giugno del 2013 con mandato fino al giugno del 2015 ne sono consigliere titolare.

Gianluca Guidetti

Missionario laico in Bahia/Brasile

lunedì 18 maggio 2015

LA PASTORALE SOCIALE IN BRASILE






GIANLUCA GUIDETTI



La Dottrina Sociale della Chiesa cattolica ci spinge a mantenere vivo l’interesse per le questioni sociali che preoccupano l’intera umanità. Problemi complessi, diversificati a seconda delle culture nelle quali si inseriscono, alcuni non di facile soluzione.
Qui in Brasile sono note e conosciute le lotte per la terra, per il rispetto delle culture ed etnie locali, per i bambini e adolescenti che si trovano in una situazione di rischio, per la dignità della donna, per i diritti umani. Sin dai tempi della invasione e colonizzazione (termini que ho imparato a sostituire a quelli sbagliati di scoperta ed evangelizzazione) dell’America Latina, un processo inarrestabile e di non facile controllo ha prodotto forme nuove di leggere la realtà e di affrontare quelle che conosciamo come “questioni sociali”.
Da questo scenario multiculturale, multietnico, multireligioso sono nate le premesse che hanno determinato le necessità del sorgere delle Pastorali Sociali. Acqua, terra, diritti umani, difesa dei più deboli (bambini, donne e anziani)  sono alcune di queste necessità.
Pastorale della Terra e dell’Acqua, Pastorale dei Bambini, Pastorale del Minore, Pastorale della Salute, Pastorale Carceraria, Pastorale della Donna Marginalizzata, Pastorale degli Abitanti di strada, Servizio di Pastorale degli Immigranti, Pastorale dei Nomadi, Consiglio Pastorale dei Pescatori, Pastorale degli Operai, Pastorale Afro-Brasiliana, Pastorale dell’AIDS compongono il nutrito gruppo delle Pastorali Sociali in Brasile.
Mi limiterò, qui, a dirvi cosa sono, quale missione incarnano queste pastorali e, per quelle presenti nella maggior parte delle Diocesi brasiliane, cosa fanno; riservandomi un altro momento per presentarvi la realtà della Diocesi di Ruy Barbosa e le Pastorali Sociali che sono presenti in essa.
Per la Chiesa Brasiliana, ma vale per la Chiesa tutta (sebbene con le proprie particolarità), il servizio alla carità è una irrinunciabile espressione della sua propria essenza di Chiesa. Possiamo dire che le Pastorali Sociali sono l’espressione di questa carità nelle molteplici situazioni nelle quali la vita umana è minacciata. Ci ricorda la Gaudium Et Spes che le gioie e le speranze, le tristezze e le angustie degli uomini e donne di oggi, soprattutto dei poveri e di tutti quelli e quelle che soffrono, sono anche le gioie e le speranze, le tristezze e le angustie dei discepoli e discepole di Cristo. In questo modo i vari servizi offerti dalle Pastorali Sociali vogliono essere una sequela a Gesù Cristo nel modo che Lui stesso insegnava ai suoi apostoli: farsi carico degli ultimi, dei più marginalizzati ed esclusi dalla società. Andare a cercare chi si è perduto, mettersi a servire “chi ha bisogno del medico”, sporcarsi le mani con delle persone che posseggono un volto, una storia, un progetto di vita.
Da questo possiamo capire come le Pastorali Sociali sono pastorali “di conflitto” perché agiscono nel mezzo di situazioni conflittuose e con persone che vivono quotidianamente questi conflitti. Le strutture di morte e di peccato sono il terreno d’azione privilegiato di queste pastorali che, senza atteggiamenti neutri, agressivi e violenti (ma nemmeno passivi e trionfalisti), investono sulla relazione con le persone, una relazione che si basa sull’amore come frutto della misericordia, della giustizia e della pace che viene da Gesù Cristo.
Qualche tempo fa lo stesso Francesco, vescovo di Roma, inviava un messaggio alla Chiesa del Brasile che si è trasformato in uno slogam molto pungente: “Nessuna famiglia senza Terra, senza Casa, senza Lavoro”. Terra, casa, lavoro sono diritti sacri di ogni persona. Le Pastorali Sociali agiscono nelle comunità, con le persone, per affermare , conquistare e proteggere questi diritti.
In una società come quella brasiliana, dove molti sono ancora esclusi da un livello di vita che permetta il rispetto dei diritti elementari (sanità, educazione, sport, cultura e divertimento) la missione delle Pastorali Sociali rispecchia quella di Gesù: lottare, soffrire, essere perseguitati per difendere la vita umana, per rivendicare diritti sostanziali, per mettersi dalla parte dei più deboli ed emarginati con la convinzione che di essi è il Regno dei Cieli. 
PASTORALE DELLA TERRA E DELL’ACQUA: lotta al fianco di coloro che sono stati espulsi (illegittimanete) dalle propire terre, o che non posseggono terra dove poter construire una casa, coltivare e produrre per il proprio sostentamento. Lotta per la Riforma Agraria nel Brasile. Oggi millioni di ettari di terra hanno un solo proprietario e centinaia di migliia di persone non hanno una casa proria o un campo da poter coltivare.
PASTORALE DEI BAMBINI: offre sostegno alle donne incinta e mamme con corsi di allattamento, igiene, preparazione di alimenti per neonati, tecniche e posizioni per il sonno, per mangiare.... Riceve un aiuto dal Governo Federale del Brasile e da alcune campagne in collaborazione con il Governo (raccolta degli scontrini fiscali) e da Imprese Pubbliche e Private (COELBA – energia elettrica – che dona una piccola pecentuale detratta dalle bollette della luce). Si occupa di neonati e bambini fino ai sei anni di età.
PASTORALE DEL MINORE: nata per cercare di contrastare le atrocità commesse su bambini e adolescenti nella città di San Paolo e periferia negli anni sessanta, passa a diventare una delle pastorali sociali più influenti, insieme alle due descritte prima. Si organizza sul territorio nazionale con lo stesso sistema della Conferenza Episcopale del Brasile (CNBB); in Regionali e Regioni. Si occupa di bambini e adolescenti in situazione di rischio dai sette ai diciassette di età e rispettive famiglie, di formazione per agenti di pastorale eletti nei Consigli di Diritto (una bella e unica realtà del Brasile della quale vi ho già raccontato qualcosa) e accompagna i percorsi giuridici (leggi, regolamenti, sentenze) e socioeducativi (internazione in case di recuperazione) per i minori che hanno commessi crimini punibili ai sensi di legge.

Gianluca Guidetti
Missionario laico in Bahia/Brasile





martedì 5 maggio 2015

ATTO IN DIFESA DELLA VITA- Pintadas 3 de maio 2015










“Será que ninguém vê o caos em que vivemos? Os jovens são tão jovens
E fica tudo por isso mesmo. A juventude é rica, a juventude é pobre. A juventude sofre e ninguém parece perceber...” (Trecho da Música Aloha, Legião Urbana)

A Diocese de Ruy Barbosa vem a público manifestar sua indignação com a crescente onda de extermínio de jovens nas nossas Paróquias com este “Ato em defesa da Vida”

Pintadas vive um momento de profunda comoção e reflexão diante dos fatos ocorridos nos últimos meses, com a execução de oito jovens.  Infelizmente esta situação não é a primeira e não será a última a ser registrada, pois todos os dias o que a mídia revela (quando revela), são adolescentes e jovens, vitimas do tráfico, da polícia, de violência, manifestações de ódio, racismo, discriminação pelas condições de pobreza em que vivem, a perder a vida.

 Nossa juventude quer viver! Quer ser feliz! Quer ser tratada como gente! É vergonhoso o que estamos oferecendo aos nossos jovens: Policiais matando jovens, sistemas públicos que não oferecem oportunidades concretas aos jovens e uma educação que não garanta um bom nível de escolaridade,  muito menos à população de baixa renda!

Queremos, antes de tudo, manifestar às famílias dos jovens mortos nosso mais profundo pesar e nossa proximidade neste momento de dor. Estamos certos de que Deus, na sua bondade, haverá de acolher estes seus filhos junto de si e os fará participar da sua alegria eterna. Mas queremos também manifestar à Paróquia de Pintadas, a nossa proximidade, neste momento de tensão e medo, animando-a a perseverar no esforço de fazer prevalecer a cultura da paz e da vida, sobre toda forma de ódio e violência.

Muitas famílias, sobretudo aquelas mais próximas dos jovens assassinados, provam sentimentos de indignação e dor pela morte destes jovens; um clima de pânico e total insegurança toma conta das comunidades atingidas. Queremos dizer-lhes que rezamos a Deus por elas, certos que a justiça divina prevalecerá sobre todo medo e sentimento de vingança.

Queremos lutar para que o sentido da indiferença seja vencido com atos de solidariedade, assumindo a responsabilidade de não se acostumar a esta realidade, aonde a vida é tão desvalorizada que parece até insignificante. Queremos lançar um grito forte contra todas as formas de violência e de morte, para afirmar de novo, que somos cristãos que anunciam a vida e “a vida em abundancia...” Nunca podemos aceitar que a vida possa ser tirada com tanta facilidade; chega o extermínio da juventude, qualquer que seja.
 
Manifestamos nossa esperança de que os crimes sejam apurados e esclarecidos o mais breve possível e os responsáveis por eles sejam responsabilizados perante a Lei. Mas, ao mesmo tempo, fazemos um apelo a todos os homens e mulheres de boa vontade para que se unam numa grande oração pelas famílias que choram seus filhos, invocando de Deus o dom da paz e da harmonia para a população tão sofrida e que, ao mesmo tempo, se empenhem para que os crimes e a violência não sejam tolerados e acolhidos nas comunidades, mas sejam identificados e punidos.
Que todos sejamos instrumentos da verdadeira paz!







carta de maio 2015

Ruy Barbosa, 4 de maio 2015

Ciao a tutti,
é com molta allegria che comincio a scrivere questa lettera, perché in questo mese de aprile sono accadute delle belle cose e abbiamo vissuto dei bei momenti.  Innanzitutto della Páscoa, que anche quest’anno ha illuminato il cammino delle nostre comunitá. Abbiamo cominciato il tríduo Pasquale con la messa Crismale nella parrocchia de Tapiramutá, che é dello zonale 2, con la presenza de tutti i sacerdoti della diocese e di uma bella parte dei religiosi/se che lavorano em Ruy Barbosa; é sempre um momento molto bello e partecipato, e significativo, sendo che tutti gli anni si celebra in una parrocchia differente, diventando, la chiesa parrocchiale, em quel giorno la Cattedrale della Diocese. Potrebbe essere una bel suggerimento anche per la nostra diocesi de Reggio Emilia-Guastalla... In quest’anno si é approfittato anche di ricordare e iniziare (un pó in ritardo...) l’Anno della Vita Consacrata. Dopo la preghiera di rinnovazione delle promesse sacerdotali, si é letto la preghiera del Papa sulla Vita Cosacrata e si é distribuito il documento uscito a questo propósito, dal titolo:“Rallegratevi...” e tutte le religiose e religiosi presente hanno confermato la própria consacrazione.
Il tríduo l’ho poi continuato correndo tra una parrocchia e l’altra, cercando di aiutare i cristiani a vivere e comprendere bene il grande significato della Páscoa; la lavanda dei piedi quest’anno, nella parrocchia de Wagner, é stata um poco differente, perché non sono stato io a lavare i piedi, ma ognuno ha lavato i piedi agli altri. In veritá é stato cosí, io ho lavato i piedi al primo, poi questo ha lavato i piedi al secondo, e cosí vai, fino all’ultimo che ha lavato i piedi a me. Ma qui voglio raccontarvi um episodio simpático: l’ultima persona della fila che doveva lavarmi i piedi era dona Artemia, una signora anziana che non ruisce a chinarsi e per questo mi ha chiesto di alzare il piede perché potesse fare questo gesto. Mas non é finita quá. Alcuni giorni dopo mi si é presentata davanti é ha fatto questione de inginocchiarsi davanti a me per riprendere quel gesto. Mi sono emozionato e stupefatto per quanto questo gesto é entrato veramente nella vita de questa Donna. Queste sono le cose che illuminano la vita e danno senso ai segni e hai gesti.
Venerdí Santo sono stato il giorno intero em Lajedinho, nella mattinata visitando le persone ammalate e anziane, insieme a Deu e Foló, due ministri della visita, che con grande impegno mi hanno accompagnato di casa em casa. A mezzogiorno sono stato invitato a pranzo in uma família; qui non si fa digiuno in questo giorno, al contrario é un momento molto festivo e dove se mangia con abbondazia. É la festa della família che si riunisce per festeggiare la morte e risurrezione de Gesú. Nel pomeriggio processione del Cristo morto e adorazione del corpo di Gesú; sendo que quest’anno la chiesa é in riforma, abbiamo tentato de pulirla al meglio e de celebrare in chiesa, senza i banchi e le altre cose, mas allestendo uno spazio per potere fare le cose con dignitá. Questo per potere anche celebrare la Vigília Pasquale e la messa de Páscoa.
Dopo  Páscoa, como é consuetudine da anni, le religiose/i se prendono alcuni giorni per fare uma passeggiata, giorni di fraternitá e de svago, dopo le correrie della settimana Santa. 
cascata del Riachinho
momento di relax…..
Quest’anno abbiamo scelto come meta la cittá de Palmeiras, che si trova dall’altra parte della Chapada Diamantina, cittadina nata al tempo dei diamanti e sviluppatasi adesso per il turismo. Molte le cose belle da vedere e tante le cascate dove rinfrescarsi e assaporare la bellezza dell’idromassaggio naturale. La sera passeggiata nella cittá e visita al parroco, che ci ha accolti com molta allegria e com molta semplicitá. L’ultimo giorno é stato motivo di fare una verifica dei giorni e vedere onde migliorare...
La Festa della Casa della Caritá é stato un altro momento importante in questo mese di aprile, 3 giorni nei quali  si é tentato de dare tempo all’adorazione e ad alcuni momenti particolari, como l’incontro con um gruppino di persone alle quali si é tentato de spiegare la spiritualitá che anima la casa, quali le cose importanti alle quali non si puó sottrarre tempo, come l’attenzione agli ospiti e come la casa é un luogo dove tutti possono entrare e dare un poco del suo tempo.
L’ultima cosa successa é stato il momento diocesano di manifestazione per la Vita in Pintadas, parrocchia dove lavorano pe.Lucas e pe.Gabriel. 
cartaz sullo sterminio dei giovani
Giá nella lettera precedente avevo accennato a quello que sta acontecendo lá, cioé l’uccisione de 8 giovani em questi ultimi 4 mese. Con il Vescovo dom André si é pensato di fare questo momento diocesano a favore della VITA, e lottando contro lo sterminio della gioventú, quelsiasi essa é, anche se involvida in traffico di droga o altre situazioni criminali. Lo scopo di tuto questo movimento é per lottare anche contro l’indifferenza dilagante riguardo queste situazioni di morte e avvertire le autoritá, sia locali que governative, di provvedere a costruire situazioni migliori per la gioventú. la giornata é cominciata con la celebrazione della messa davanti al mercato municipale e uno dei momenti piú significativi é stato durante l’atto penitenziale, dove sono state presentate le tante croci di giovani uccisi in questi ultimi mese nelle nostre parrocchie; un numero davvero grande; in Itaberabe da settembre ad oggi, sono stati uccisi 51 giovani....impressionante, e ancora piú impressionante l’acostumarsi a tutto questo. Dopo la messa abbiamo fatto una camminata per la cittá e in 3 ponti ci sono state delle rappresentazioni che parlavano dello sterminio della gioventú, fino ad arrivare davanti alla chiesa parrocchiale dove é terminata la Márcia. Nel pomeriggio um momento de musica e alcune testimonianze e un vídeo sulla realtá di sterminio em Brasile; tutto si é concluso con la benedizione finale del vescovo, dopo avere cantato varie volte questo ritornello: “Virá um dia que todos ao levantar a vista veremos nesta terra reinar a liberdade, virá um dia que todos ao levantar a vista veremos nesta terra reinar a liberdade...” que é il ritornello del Magnificar. Penso que tutto questo sia servito per dare coraggio alla gente di Pintadas, mas anche a dire che la chiesa stá attenta e se manifesta contro qualsiasi atto contro la vita.
Acho que seja suficiente para esta carta, e no mesmo tempo, acho que sempre mais devemos e podemos anunciar o evangelho “não só de boca ou de palavras, mas com ações e na verdade” e que o grito daquele que são matados possa nos assustar mas também nos relembrar que não podemos ficar calados, mas dar testemunho que acreditamos em um Deus da VIDA e não da morte. Um abraço a todos e até breve, pe.Luis, irmão da caridade.



Allego anche la carta che é stata motivo dell’abaixo assinado.