domenica 24 marzo 2013

S.Clara, il progetto di Andaraí....

Ciao  a tutti!
Il 18 del mese è passato ed è passato bene anche per noi presi da un piccolo trasloco!
Avevamo sempre avuto il desiderio di abitare nel quartiere di periferia, vicino alla chiesa e al salone parrocchiale che frequentiamo ed ecco che, anche se un po' sul finale dell'esperienza, ci siamo riusciti!
Siamo così a due passi...a dire il vero circa 236 passi...dal cancello del Salone Santa Clara dove stiamo tentando di fare alcune attività ricreative.
Le difficoltà non mancano, il numero dei bambini aumenta e questo ha fatto si che fossero divisi in due gruppi e che la partecipazione sia in giorni alterni.
Adulti aiutanti non se ne vedono ancora molti, ma i catechisti ci sono e si stanno dando un bel da fare per pulire, riordinare e mantenere accessibile la struttura e organizzare ben 4 turni di catechesi!!!
Questo per noi è il vero risultato, questa chiesa è ricca di bambini e di giovani e sono loro il futuro...anche della chiesa stessa!
Noi cerchiamo di fare attivate più ricreative...tipo cucina, lavoretti...riciclo di oggetti....e giochi vari.
Per questo mese è tutto, vi alleghiamo la foto del murales finito, su flickr ce ne sono altre....buona settimana Santa!
Katia Giacomo Michele e Fabio
ora dalla casa azul della periferia della città!

sabato 23 marzo 2013

Progetto Utinga...Alex ci racconta.

ciao a tutti,

ho un´ispirazione, e perció vi scrivo due righe. Non pensiate che stando qui in Brasile sia diventato un grande scrittore,ma visto che la vita non é poi cosí frenetica come quella che si viveva in Italia, abbiamo qualche momento in piú per riflettere: sulla nostra vita cristiana, sulla vita familiare, sulle relazioni .... insomma, su diverse cose. 
E oggi voglio scrivervi due righe sul Progetto che da un paio di mesi, insieme a José, sto seguendo. 
Progetto = 
- Piano relativo a un lavoro da eseguire, elaborato in base a criteri di fattibilità;
- Idea, proposito, intenzione. 
questi sono i significati che ho trovato su un dizionario online. Beh, vi direte voi, che cavolo vuole dirci Alex con queste sue due righe: vuol fare il "saputone" e  venircela a raccontare lui, solo perché sta passando 2 anni della sua vita in una realtá differente da quella italiana, piú carente, sotto tanti punti di vista ? 
No, addentrandomi meglio nella realtá del progetto di Utinga (ha un nome, "Não sei, mas quero", ma anche questo io lo relativizzo un pó ....), come in tanti altri progetti socio/educativi presenti qui in Brasile, ma anche in tutto il resto del mondo, secondo me, a volte ci si dimentica degli aspetti piú semplici, magari a volte sottovalutati, o non tenuti in nota. Mi spiegheró meglio raccontandovi ció che tutti i pomeriggi succede lassú, in quel bairro (quartiere) che si chiama Ponte di Tavola (Ponte de Tábua).
Io e José arriviamo alle 14 per mettere a posto le ultime cose prima che i bambini arrivino (é un´oretta). Appena arriviamo ci sono giá una dozzina (a volte anche piú) bambini giá seduti fuori ad aspettare che, pur di entrare, si offrono per fare le pulizie dentro ai locali ... allora qualcuno lo lasciamo entrare, altri, purtroppo devono cercarsi un posticino all´ombra ed aspettare le 15. Giá questo aspetto mi fa tanto riflettere: é vero che qui in Utinga al di fuori di un paio di progetti del comune (chiamati CRAS, centro recreativo di assistenza sociale) dove si fanno attivitá come capoeira, percussioni, atelier (cose base base) non c´é nulla,ma vedere con che "passione", con che voglia i bambini arrivano, beh, é una cosa che non si puó descrivere: si vede nella loro attesa la voglia di passare un paio di ore oltre che giocando, saltando, urlando anche STANDO con qualcuno, un qualcuno che li puó ascoltare, che cerca per lo meno di ascoltare tutti, anche solo attraverso uno sguardo, un sorriso, una stretta di mano. 
José, nei primi giorni che si stava "progettando" (non mi piace per nulla questa parola, ma per farmi capire) il da fare ha detto: DOBBIAMO TROVARE UN GESTO per salutare, per accogliere, da fare quando arrivano i bimbi. STRAORDINARIO !!!!!! si, é davvero straordinario: quante volte entrano o escono ragazzi da un progetto socio/educativo, da un´aula di scuola, da un doposcuola e noi ??? che facciamo ??? "ALLORA RAGAZZI, CHE COMPITI AVETE OGGI ?" oppure "VOTI BUONI, VOTI PESSIMI?" oppure "INTERROGHIAMO" ..si, lo so ... non possiamo "perdere" del tempo prezioso in atti che riteniamo inutili o per lo meno non degni di meritare tutto questo tempo ....invece io credo fermamente nel "gesto" che ogni pomeriggio io e José diamo a tutti i ragazzi (piú di 100 !!!!) ... non sappiamo ció che puo significare per loro, ma piano piano crediamo che possa passare in loro attraverso questo semplice gesto un qualcosa di piú profondo ...chissá ....  
beh, andando avanti col racconto di quello che succede nei torridi pomeriggi utinguensi i bambini dagli 8 ai 12 anni entrano alle 3 e stanno con noi fino alle 5 e poi dalle 5 alle 7 ci sono i pre-adolescenti e adolescenti (13 -18). 
in entrambi i gruppi ci sono 2 momenti che noi riteniamo indispensabili e importantissimi: il primo momento dell´ORAÇÃO/ACOLHIDA (preghiera/accoglienza) ovvero un momento di circa 15 minuti dove leggiamo una piccola storiella o un brano del Vangelo da condividere coi ragazzi: ad alcuni bimbi non piace, ma ci sono volte dove qualcuno dice pure la sua .É BELLO !! il secondo momento invece é nel finale dei due gruppi ed é il momento AVALIAÇÃO (valutazione) dove si tirano un pó le somme di come é andata il pomeriggio .....
partita al bigliardino...
ecco, volevo solamente condividere con voi questo nostro "nuovo pezzo" di missione che stiamo conoscendo e che ci sta dando tanti spunti di riflessione in piú sui quali battere la testa ...
vi auguriamo di passare una Settimana Santa di riflessione, di conversione, in attesa della Ri-nascita del nostro Salvatore.
con affetto
ALEX LAURA MATTEO E BENEDETTA (che voleva salutarvi svegliandosi all´una di notte !!!!!) ..oltre che ai suoceri ormai in partenza domenica 24 ...
baci a tutti

martedì 12 marzo 2013

LETTERA MARZO 2013

Invitiamo 



Ipirá (BA), 01 de março de 2013

Carissimi, eccoci al primo di marzo. In Italia senza governo e la Chiesa senza Papa. Un po’ come battuta mi chiedo: sará piú
facile fare il Papa o fare il Governo? La differenza fondamentale sta nelle intenzioni. Credo che i Cardinali che si riuniranno “sotto chiave” per un tempo, lavoreranno e onestamente penseranno quale scelta fare per il bene della Chiesa, illuminati dallo Spirito. I nostri politici, mi chiedo, tentando di formare un governo pensano nel bene della gente o a propri interessi di partito, gruppo o spartizioni di incarichi vari? Un Papa sará certamente eletto, un governo “stabile”, di cui l’Italia avrebbe veramente bisogno, mi sembra ben piú complicato.
Qui tutto procede nella norma, siccitá e violenza come sempre i problemi maggiori. In questi giorni siamo stati presi da un incidente stradale che ha un po’ sconvolto tutta la cittá e la nostra comunitá. Una signora con sua figlia di 26 anni e il nipote, tutti e tre morti sul colpo per uno scontro frontale (un camion in sorpasso... il camionista é fuggito). Questo nipote, Ariel, é un ragazzino di 14 anni un nostro chierichetto, amava servire, disponibilissimo. Erano andati in una cittá vicina, a 100 km, dove la mamma di Ariel in quello stesso giorno aveva partorito, pensate un po’... e nel ritorno l’incidente. Quella coppia di amici, i genitori di Ariel, nello stesso giorno vedono il nascere della figlioletta e muore il figlio tornando a casa dopo la visita alla sorellina. Per caso (o provvidenza), mi trovavo anch’io in quella cittá, Feira de Santana, quando ho ricevuto la telefonata dell’incidente e, incredibile coincidenza, ero vicino all’ospedale dove i genitori di Ariel si trovavano. Corro all’ospedale e il papá aveva appena saputo dell’incidente (letteralmente sotto shock), la mamma era al piano di sopra ed é stata tenuta allo scuro, almeno per la notte, per prepararla alla tragica notizia, fra l’altro soffrendo per il parto cesareo. Che situazione! Nello stesso giorno la gioia per la bimba che nasce e la disperazione per il figlio che muore insieme agli altri componenti della famiglia. Queste tragedie fanno sempre riflettere, pregare e pensare alla grandezza e fragilitá della vita. Cominciamo ad esempio con l’essere prudenti! Non prendiamocela con Dio e non diciamo che é “destino” se non rispettiamo limiti, se corriamo a velocitá assurde. Carissimi amici, buona Quaresima e fin d’ora Buona Pasqua a tutti! 
Um abraço 

Pe. Marco

domenica 10 marzo 2013

Carta de fevereiro 2013


Wagner, 07 de março 2013
SS.Perpetua e Felicita

In questo tempo de quaresima, dove si parla spesso de conversione e de penitenza, voglio collocare una piccola riflessione sulla necessitá de alimentare la Speranza, perché é questo che noi andiamo a sperimentare nel giorno della Pasqua; alimentare la speranza em um Dio della vita e della gioia; perché se questo non accade, possiamo fare penitenza e tentare de cambiare qualcosa, mas poi tutto rischia de ritornare come prima, anzi peggio de prima. E allora, che questo tempo di quaresima possa essere il tempo della speranza di tanti che, nel mezzo del cammino della própria vita, rischiano de perderla e de lasciarsi avvinchiare dalla delusione e dal disanimo, dal pessimismo e dalla tristezza.
Questo é quello che anche noi missionari dobbiamo sempre avere ben presente, di fronte alle tante sfide che ci vengono lanciate dalla quotidianitá e dalla vivencia con um popolo e con una chiesa che ci chiede de essere portatori de parole e de vita legate alla speranza de um mondo migliore e di una vita piú giusta. Dico questo perché nel vivere la quotidianitá se rende sempre piú evidente quante sono le piccole e grandi ingiustizie che la gente vive e esperimenta; voglio raccontare alcuni fatti concreti che dimostrano questo; é cominciato l’anno scolastico, a dire il vero ancora non é a pieno regime, ma sta dando i primi passi, e come sempre bisogna scegliere i professori e collocare il personale perché la scuola possa funzionare, mas la scelta dei professori non é sempre facile, o meglio, non puó essere fatta per le capacitá e per la professionalitá, ma per il partito per il quale hai votato, questo vuole dire che la qualitá della scuola ne risente notevolmente, e che non interessa se il professore é scadente o non sá insegnare, importante é che sia dalla “nostra parte”. Cosi come per la possibilitá de avere acqua nelle campagne, attraverso i camion cisterna del comune; si paga e a volte non c’é possibilitá perché ti mettono un sacco de difficoltá solo perché non sei dalla parte del prefetto. E tutto cammina  in questo modo, tutto dipende dal potere comunale. Adesso comincia anche il progetto Nova Vida, e per incontrare il sindaco abbiamo dovuto aspettare 3 settimane perché non si trovava, non si sapeva dove fosse, o meglio, non voleva farsi trovare e tutto si ferma e non va avanti; e in questa situazione, come sempre chi ci rimette sono i piú piccoli. E allora, come fare per alimentare la speranza, perché qualcosa possa cambiare, come fare perché i giovani non siano costretti ad andarsene dalle loro cittá in cerca di una vita migliore o di un lavoro che non si trova, come essere evangelizzatori di un vangelo che aiuti a trovare impulsi e stimoli per un cambiamento reale e adesso, e non solo alla fine del tempo.... Sono domande che risuonano spesso nella mente, guardando la realtá delle persone e dei luoghi dove si stá operando. Certo che mi consolo al vedere come anche a livello italiano siamo próprio allo sfascio...mi viene da ridere al pensare come la ignoranza degli italiani non ha limiti, e con tutto rispetto, quanto la stupiditá continua a perversare in un sistema dove importate pensare a sé stessi...ma questo potrebbe essere un altro argomento sul quale dibattere ore e ore e non riuscire a saltarci fuori.
Preparando a JMJ 2013
Ma la speranza se incontra nel volto delle persone, quelle piú semplici e che non hanno molto potere nelle mani, quelle che si affidano a un Dio che sá quello che fa e che riesce a dare tutto nell’ora certa, quelle che hanno segnato nel volto la durezza del lavoro e le scottature del sole, quelle persone che restano perseveranti anche quando le cose sembrano non avere soluzione; di queste persone io ringrazio il Signore, perché ci insegnano un Vangelo concreto, non fatto di ragionamenti e riflessioni, mas fatto de vita e di sofferenze. Voglio raccontarvi un fatto che é accaduto in questi giorni; sono andato con le suore di Wagner a visitare due comunitá ben distanti dalla cittá e nelle quali da tempo non andavamo a celebrare perché non c’era una grande volontá di impegnarsi e di compromettersi. La realtá di quella regione é molto precária, senza acqua, senza luce e in questi tempi ancora piú precária per la grande secca che stá passando la Bahia. Siamo arrivati in una famiglia e la prima cosa che la donna di casa ci ha detto é stato:“Era da tempo che stavo aspettando la vostra visita”, e questo mi ha disorientato, perché al di lá di tutto, la speranza di rivedere il padre o le suore era ben presente nella loro vita.  Questo non vuole essere un episodio poético, perché il desiderio di celebrare dovrebbe essere un impegno della comunitá, e non per la presenza del padre, mas sempre mi dá di pensare quanto il cammino della chiesa deve essere vicino a queste situazioni dove apparentemente non ci sono prospettive; ma dico, é próprio qui dove se deve alimentare una speranza che vá ben oltre alle aspettative puramente razionali.
segni della speranza...
Uma boa Páscoa de ressurreição a todos. Um abraço e que este Deus que sempre nos pulsiona a ser  mensageiros de esperança, nos ensine a anunciar ao mundo a certeza que Jesus Cristo verdadeiramente ressuscitou e pede que cada um possa se tornar testemunho desta verdade. Pe.Luis