mercoledì 18 novembre 2015

LA RELIGIOSITA' POPOLARE DEL POPOLO BAIANO






Segni particolari: la religiosità popolare.
Da Natale a Pasqua passando per San Giovanni

Gianluca Guidetti

Il popolo brasiliano è un popolo religioso. Potremmo dire che questa è una sua connotazione ontologica. È nato religioso ed ha, nel corso dei secoli, sviluppato forme e tradizioni che sono l’intreccio di sacro e profano, di fede cristiana e animismo, di credenze popolari e di culti indigeni alle divinità (vedi Orixá).
Potrebbe non sorprendere molto, ma da quando sono qui non ho mai sentito, e sottolineo mai, una persona bestemmiare. Non potrei dire altrettanto della mia cara Italia; e i ricordi di insulti a Dio sono moltissimi nella mia mente, dei più variopinti e fantasiosi! Il brasiliano ha nel sangue una tendenza innata al religioso, alla devozione verso i Santi e, principalmente, verso la Madonna.
Sono infiniti i santuari, piccoli e grandi, dedicati a Maria che si possono vedere passando per città e villaggi. Questo vale sia per le grandi capitali del paese-Brasile sia per i piccoli centri dell’interno.
Non è facile approfondire il tema della religiosità del popolo brasiliano. Sono state fatte ricerche accurate e documentate.
Possiamo trovare statistiche, più o meno aggiornate, sull’incidenza delle Chiese Riformiste e Contro-riformiste nel mondo ed in Brasile. Ci sono sondaggi fatti da Istituzioni serie sullo sviluppo delle nuove Chiese e sul perché del loro proliferare.
Io vorrei limitarmi a portare la mia testimonianza su un argomento davvero complesso ed interessantissimo.
Per noi missionari e per chi viene a servire questo popolo è importante riflettere non solo sulla quantità dei fedeli, (i numeri passano e sono spesso distorcenti) quanto su quello che accade nel “quotidiano religioso” della vita.
Potrebbe non colpici più, per esempio, il fatto che i partecipanti alla messa di San Giovanni (24 di giugno) sono il doppio se non il triplo delle persone che vanno a Messa il giorno di Natale o di Pasqua. Però è così!
Potrebbe non farci più riflettere il fatto che il Venerdì Santo molta gente che si dichiara cattolica non lo passa in preghiera e digiuno, ma bevendo e mangiando fino a scoppiare e a ubriacarsi. Però è così!
Potrebbe non sorprenderci più il fatto che l’Eucarestia sia diventato un Sacramento sganciato dalla Confessione e da un esame di coscienza sul proprio comportamento morale ed etico. Però è così!
Basta mettersi ad osservare; senza giudicare...ma pensando attentamente. Massoni dichiarati fanno la Comunione con la più tranquilla disinvoltura, politici manifestatamente corrotti e disonesti fanno la Comunione, spesso solo durante i periodi elettorali, senza grandi scrupoli.
Come non interrogarci per il fatto che molti cattolici che non vanno d’accordo con l’impostazione data dal parroco lasciano la Chiesa e vanno ad aumentare le fila delle numerosissime confessioni religiose già esistenti.
O, se hanno soldi sufficienti e un po’ di scaltrezza, aprono una Chiesa tutta loro!
Solo a Miguel Calmon, città piccolina dell’entroterra baiano possiamo incontrare oggi:
La Chiesa Presbiteriana
La Chiesa Battista (missionaria e acqua viva)
La Chiesa Metodista
La Chiesa Quadrangolare
La Chiesa Universale del Regno di Dio
La Chiesa Congregazionale
La Chiesa Avventista del Settimo Giorno
La Chiesa Internazionale della grazia di Dio
I Testimoni di Geova
L’Assemblea di Dio
L’Assemblea Madureira
La Congragazione Cristiana in Brasile
La Chiesa Pentecostale Dio è Amore

La devozione ai Santi è un altro aspetto caratteristico accennato prima. Sono tantissimi e spesso finiscono per diventare più importanti del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo.
In alcune comunità rurali il Santo occupa un posto maggiore del crocefisso e al “giorno del Patrono” è riservata un’attenzione e una preparazione eccezionale.
Si possono notare le più svariate forme di devozione.
Voti, pagamento di promesse, benedizione di oggetti, aspersione con acqua santa, pellegrinaggi, accensione di candele.

 La nota dice di fare questa novena in 9 martedì consecutivi e in ognuno distribuire un santino di questi con lo scopo di propagare la devozione a santa Marta. 
Questa santa miracolosa concede prima dei 9 martedì la grazia che le si chiede anche se molto difficile da ottenere. Mentre si prega si deve accendere una candela fino a che si consumi tutta!

Vogliamo sperare che, come dice san Paolo, tutte queste cose “concorrano davvero al bene di coloro che amano Dio”. Che non sia solo tradizionalismo e superstizione. Penso che se da un lato non è facile valutare la purezza, la profondità di queste manifestazioni di fede; dall’altro non si possa giudicare quello che è il frutto di retaggi storico-culturali che hanno condizionato questo popolo e il paese-Brasile.
Oggi assistiamo a nuove forme di preghiera e di manifestazione del proprio sentimento religioso come, per esempio, i movimenti carismatici.
La fede rimane e rimarrà sempre in prima istanza un rapporto personale e privilegiato con Dio. Poi seguirà il momento, altrettanto necessario, di saperla condividere e comunicare al mondo che ci circonda.
La fede come la vivono i brasiliani si manifesta in modo diverso dalla nostra. Nulla possiamo dire sul contenuto che solo il Signore è in grado di giudicare. Che questa diversità possa aiutare, e non complicare, la vita di tanti missionari e volontari che hanno scelto di essere segno dell’amore di Gesù in questo paese-Brasile è l’augurio che lascio qui.



DON LUCA RINGRAZIA





Carissima parrocchia e Unità pastorale di SANTA MARIA DEGLI ANGELI,
 Con il cuore commosso, pensando a voi, parto per il Brasile. Sono pieno di riconoscenza per la vostra vicinanza e preghiera, per il vostro affetto e per il vostro sostegno! Vi porto tutti nel cuore e nella preghiera con grande affetto. Siete un dono preziosissimo per la Chiesa e per la mia vocazione sacerdotale. Sempre vi sento vicini in questo cammino tra Chiese sorelle. Un ringraziamento particolare anche ai tanti che in vari modi hanno contribuito con un aiuto alla missione in Brasile! Vi chiedo di continuare a pregare per la missione! La Chiesa è fatta di volti, e i vostri volti sono ben presenti nel mio cuore come una fonte preziosa di forza e di gioia, alimento prezioso della preghiera. Vi posso assicurare che la vostra preghiera, la vostra vicinanza e solidarietà arrivano in Brasile, donando pace, forza e consolazione nelle difficoltà.
Vi aspetto in Brasile!!
Un ringraziamento particolare a don Paolo, don Riccardo, don Eugenio, don Ennio e don Mario e ai diaconi Sergio, Roberto e Giorgio. La fraternità presbiterale e diaconale sono una grazia molto preziosa.
Vi ringrazia di cuore anche la comunità di Pintadas.
Che il Signore vi benedica e  vi accompagni in questo cammino di unità pastorale.
Un grande abbraccio e un bacio,

don Luca

NOTIZIE DA DON GABRIELE - NOVEMBRE 2015








Ipirá,Bahia, Brasil, lettera, novembre 20015   Equipe missionaria

Carissimi, un  saluto a tutti.
Mando un piccolo aggiornamento da Ipirá – Bahia.
Stiamo riflettendo, in questi mesi, anche sulla nostra presenza come missionari reggiani in Brasile, e con la visita del Vescovo continueremo questa riflessione.

Penso che la nostra presenza qui debba essere anche e soprattutto di animazione missionaria.  La domenica della Giornata Missionaria Mondiale, nelle omelie ho detto che il Brasile é uno degli stati, nel mondo, con il maggior numero di cattolici. Ma con pochi missionari ad gentes. E anche nella nostra realtá di una grande parrocchia come Ipirá la spinta missionaria dovrebbe essere maggiore. La messa penso sia frequentata con regolaritá  dal 2-3 % della popolazione circa, e, almeno in cittá, per la maggior parte persone di classe media. Non ci sono grandi ricchi, non ci sono i politici, ma anche pochi i piú poveri.   Abbiamo alcuni quartieri con moltissime famiglie senza presenza cattolica; soprattutto in zone dove é molto forte la diffusione della droga e le famiglie sono disintegrate.
Poi sto scoprendo, nella zona di campagna della parrocchia, villaggi che non hanno mai avuto una presenza di Chiesa, e altre zone con gruppi di cattolici ma con nessuno che sia in grado di guidare una comunitá: persone senza istruzione, che non sanno né leggere né scrivere, che non hanno mai avuto una forazione catechetica.
Allora la sfida per la parrocchia: animare la nostra missionarietá.
Ci sono alcune attivitá belle come la missione diocesana in una parrocchia una volta l’anno, anche un fine settimana ogni anno in parrocchia la missione dei giovani fatta in alcune comunitá della campagna. Ma abbiamo bisogno di animare la comunitá, dare una spinta maggiore, entrare in tante zone abbandonate, incontrare le famiglie per annunciare il vangelo. Una esigenza, anche qui da noi é formare una equipe per la animazione missionaria della parrocchia.
Abbiamo fatto due incontri per dare inizio a questa equipe missionaria, e grazie a Dio un gruppo di persone si é reso disponibile. Innanzitutto per una formazione, per uno studio della realtá. Poi vedremo quali attivitá missionarie, dove e come muoverci.
Una piccola esperienza, con un gruppetto di giovani siamo andati in uno dei quartieri poveri e problematici, Ipirazinho, dove é anche presente il Progetto Dançar á vida. Abbiamo incontrato alcune famiglie piú disagiate e con molti bambini, per invitarli a un giorno di festa( preghiera, gioco, danze, doni...). Un resoconto di qualche incontro.

 Ipirazinho   Con un gruppetto di giovani  andiamo in Ipirazinho a visitare alcune famiglie più povere e invitare i bambini a una festa il 1 novembre. Ci sono sempre tanti bambini in questo povoado.  Una giovane, che ha una forma di atrofia agli arti ed è in carrozzella, abita nel villaggio  e aiuta nella liturgia e ci guida nella visita delle famiglie che hanno bambini e che sono bisognose.
Andiamo da Luiza, che ha 7 figli, il maggiore ha 18 anni, la incontriamo sulla strada, con alcuni dei figli più piccoli, è triste e piange, il secondo figlio ( 16-17 anni) la scorsa settimana è finito in carcere. Un giorno è arrivata la polizia nella loro piccola casetta, lui aveva droga e lo hanno portato in prigione.  Lei è sola con questi piccoli bambini, abita di fronte alla chiesetta del villaggio, e i bambini vengono sempre a salutarci quando arriviamo.  Il figlio maggiore fa qualche lavoro saltuario.  Luiza ci chiede di andare un giorno nella sua casa per fare un incontro di preghiera. Ci fermiamo anche in questo momento sulla strada per pregare insieme, e le diciamo che un pomeriggio andremo per pregare nella sua casa.
A poche decine di metri abita Sandra, in una casa dall’aspetto molto trasandato; un figlio piccolo, sporco e seminudo e molto attivo si unisce a noi nelle nostre visite. Sandra è giovane, avrà 25-28 anni, con diversi figli e una situazione di miseria: è sporca, spettinata, disordinata, scalza con i piedi neri. Anche lei sola con questi figli piccoli. Un maschietto in età di scuola ( 10 anni mi pare) non va a scuola, preferisce andare al pascolo con gli animali. A questa età ancora non sa leggere e scrivere; nemmeno la madre sa ascrivere. Le diciamo che importante che i figli vadano a scuola, per imparare a leggere e scrivere, e lei è d’accordo, ma non sa che fare. Anche qui manca la figura paterna; chi è il padre o i padri di questi figli? Tante donne sole con tanti bambini, vivendo in una situazione di estrema povertà culturale ancor prima che materiale.
Mentre camminiamo una signora mi chiama dalla sua casa. Quando arrivo mi dice: perchè non venite da me? Io non so cosa rispondere, le dico che ora sono da lei e può parlare liberamente. Mi dice che il gruppo della chiesa cattolica non va da lei perchè i figli grandi sono protestanti, ma anche da lei ci sono dei bamini. La invito a rimanere serena, anche i bambini della sua famiglia possono partecipare con gli altri.
Pian piano arriva la sera, ci spostiamo in una altra zona: una giovane donna, che è malata, si muove a fatica per problemi al collo e alla schiena, ha 4 figli piccoli... vivono in una casa minuscola, due stanze mal fatte, hanno solo i mattoni delle pareti, la Tv e poco più. Lei ci chiede anche aiuti alimentari. Il volto sofferente, sentiamo il peso della disperazione. Ancora una donna sola, con tante difficoltà.
Una luce accesa in una altra casa, Aparecida ha 8 figli, tutti minori, i più piccoli si aggirano completamente nudi, sorridendo. Li invitiamo alla festa, sono in tanti in un ambiente povero ma sono sereni, allegri. 
Accanto una altra casa animata, con tanti bambini. Davanti alla casa una signora sui trenta anni, che ha 5 figli, sulla porta una adolescente di 16 anni, sua figlia, che a sua volta è madre di due figli, uno di un anno e mezzo e uno di quattro mesi.
Persone che vivono con gli aiuti dello Stato per le famiglie povere. Spesso madri sole. In genere non ci sono situazioni di estrema miseria, perchè qualche aiuto arriva. Il problema forte è culturale. Frequentano la scuola saltuariamente o non frequentano, non imparano a leggere e scrivere, rimangono esclusi da tante attività...   per questo il nostro Progetto “ Dançar à vida” per i ragazzi diventa un aiuto per fortificare l’impegno scolastico, per aiutare a lavorare in gruppo, per aumentare la autostima e la fiducia nella possibilità di crescere e realizzarsi nel bene. Un appoggio nella crescita culturale rispetta la dignità della persona.
Qualche giorno dopo la visita, andiamo con un gruppetto di giovani per un giorno di animazione, cantando, giocando, portando piccoli regali. Tanti bambini si uniscono, spuntano da tutte le case del villaggio. Ringraziamo il Signore per queste opportunità.
Su face-book ci sono alcune foto dei bambini di Ipirazinho.
Don Gabriele Burani