mercoledì 31 luglio 2013

JMJ, uma esperienza di fede e allegria....


Rio de Janeiro, 24 de julho 2013.

Dopo un viaggio durato 28 ore, siamo arrivati in Rio de Janeiro, e qui sono cominciate le difficoltá, visto che il gruppo piú grande non aveva ricevuto il voucher del Pellegrino, cioé dove doveva essere alloggiato e dove doveva andare a prendere il kit del Pellegrino; allora ci hanno inviato tutti alla parrocchia dove era alloggiato il gruppo piú piccolo e che aveva ricevuto il posto dell’alloggiamento. Qui peró sono subentrati altri imprevisiti, cioé dopo una fila di quasi 4 ore, ci siamo sentiti dire che non potevamo ritirare il kit perché eravamo accadastrati al sambódromo, dove avremmo dovuto ritirare il kit. 

in fila per ricevere il Kit Pellegrino, 6 ore di fila...
Dopo un tempo di dialogo con una ragazza della distribuzione, spagnola, siamo riusciti a ritirare i 49 kit con tutto quello che sarebbe stato necessário per il tempo che saremmo stati qui in Rio. Siamo ritornati al posto dove siamo stati ospitati alle 24,00 con una certa allegria ma con molta stanchezza. Da quando siamo arrivati, peró, la pioggia non ci ha abbandonati, e sembra che continuerá di questo passo fino alla fine della settimana, il che vuol dire una prospettiva di difficoltá e di freddo decisamente grande. la temperatura é decisamente bassa e tutti stanno soffrendo di questo, visto la abitudine ad altre temperature; e poi il dovere viaggiare continuamente sotto la pioggia é decisamente  faticoso. Anche i luoghi dove dobbiamo ritirare alimentazione e altre cose, fanno perdere un buon spazio di tempo, senza contare i percorsi che si debbono fare per arrivare ai luoghi di incontri e di celebrazioni.

momento prima della catequese...si canta e si balla.
Il giorno di oggi, 24 de julho, é cominciato con la catequese del mattino, tenuta dal vescovo Celso, del Pará, e accompagnato da un gruppo di giovani che hanno animato, con musiche e canti, il momento iniziale e la liturgia della messa, che é stata presieduta dal vescovo e da alcuni sacerdoti che avevano aiutato per le confessioni che si sono tenute durante il tempo della catequese; dopo ci siamo incamminati per prendere il treno per andare alla Fiera Vocazionale, dove, com molta pazienza abbiamo fatto una fila grande per potere accedere al pranzo; questo tutto sotto la pioggia e ad un certo freddo, e dopo di tutto questo ci siamo incamminati per potere riprendere il trenó per tornare a casa, cioé nella periferia della cittá, quasi nell’ultima fermata del trenó. Anche questo é un buon allenamento, anche se i lamenti e le difficoltá sono evidenti. Domani vedremo come potere fare per snellire le cose e scegliere delle soluzioni differenti. Stó vedendo come l’organizzare queste cose si complichino molto perché tutti hanno da dire la loro senza a volte riflettere e mettersi in una disponibilitá che sembra non esserci molto; ma questo puó essere solo una mia opinione e molto limitata. Vedremo nei prossimi giorni.  

Quinta Feira, 25 de julho:
La pioggia continua battente e anche il freddo si fá sentire con tutte le sue caratteristiche, cioé il doversi riparare e coprire. Ho comprato un ombrello per potere proteggermi dalla pioggia e per essere un poco piú tranquillo nei vari spostamenti, che sono veramente tanti. Come solito si fá fática a incontrarsi tutti nello stesso orario, quindi tanti tempi persi e tanta fática nel potere programmare bene la giornata; oggi si decide di non restare alla catequese e di andare in centro per visitare un pó Rio e le sue cose turistiche, con la prioritá di incontrarsi tutti in Copacabana per l’arrivo del Papa Francisco. 

in attese dell’arrivo del Papa in Copacabana...
Io aspetto gli ultimi ritardatari che si sono equipaggiati per la giornata piovosa e quindi rimaniamo indietro rispetto al gruppone. Arrivati nella Central Brasil, abbiamo la fortuna di incontrare ir.Marisa e ir.Beatrice con un gruppo di suore e giovani; la gioia é tanta, soprattutto per Karine che non riesce a trattenere le lacrime e la grande allegria; ir.Marisa ci accompagna praticamente per tutto il giorno, e con grande insistenza ci fa arrivare bem perto dal palco dove sarebbe arrivato Papa Francisco. In questi momenti tutto si fá per arrivare all’obiettivo, e questo ir.Marisa l’ha capito molto bene, tanto che a poco a poco siamo giunti ben vicini. É sempre una bella emozione vedere l’entusiasmo che trasmette questo Papa, la sua relazione semplice ma bem concreta con il popolo, e i gesti de attenzione che dichiarano quale é la sua scelta de episcopato; il baciare i bimbi e il  bere i cimarão, sono segnali belli e che parlano da soli. Ma la paura nel tornare indietro, nella confusione e nello spingersi continuamente, mi ha fatto capire quanto é importante non perdere la ragione e il non avvilirsi di fronte alle difficoltá. Il rientro é sempre pesante e lungo.

Sexta feira, 26 de julho:
Prima di partire per il centro, recitiamo insieme le lodi, era presente quasi tutto il gruppo, poi si parte per il centro, alcuni restano per partecipare alla catequese e alla messa; la distanza dal centro determina molto il cammino di avvicinamento, ma dopo alcuni giorni giá ci si acostuma e la distanza sembra miinore. Oggi la grande novitá é il sole, che appare e scompare, mas é giá un altro camminare e vedere le cose; io com un buon gruppo cominciamo a visitare alcune cose turistiche, la chiesa della candelária, ântica e ben nel centro, poi si danza un poco con un gruppo de australiani e di seguito andiamo a mangiare, in un ristorante dove c’erano tutti i tipi di pasta e pesce a volontá; direi che é stato il pranzo migliore. Poi ci si incammina per Copacabana, fermandosi nella fiera francescana, dove una banda di giovani suonava e animava quelli che entravano nella pista; la visita continuó entrando nella chiesa degli schiavi e poi nalla chiesa di S.Francisco, molto símile a quella di Salvador; arrivati in Copacabana ci siamo sistemati per assistere ad alcune delle stazioni della via Crucis; il momento sempre piú emozionante é l’arrivo del Papa, che passa de elicottero e poi di papamobile percorre una bel pezzo di strada; ieri molta gente salí anche sui gabinetti, per potere vedere Francisco passare; rientriamo sempre verso le 24,00, dopo um bel viaggio in piedi con molta gente che insieme con noi stá andando Nei propri luighi di ospedaggio.

come si presentava Copacabana la domenica mattina....
Sábado, 27 de julho:
La sera prima abbiamo ricevuto la notizia che la Vigília e la Messa de ínvio saranno in Copacabana perché nel Campo Fidei non é possibile causa la pioggia persisitente che é caduta nei giorni precedenti; dopo la preghiera nella chiesa della parrocchia e dopo gli avvisi e alcune precisazioni, ci siamo messi in cammino, tutti insieme per raggiungere la Centrale do Brasil da dove cominciava la camminata per arrivare alla spiaggia di Copacabana. All’arrivo nella Centrale, dava giá di percepire la quantitá di gente e di giovani che erano presenti; comincia il cammino di circa 9 kilometri e durante il percorso ci fermiamo per mangiare e continuare il cammino per vedere di prendere il kit per i due giorni. Quando arriviamo al punto stabilito la fila era enorme, e si decide di continuare; solo alcuni si fermano e aspettano per ricevere il kit. Dopo un paio di ore arriviamo in Copacabana e cerchiamo un posto per pernottare la notte, vicino ad un mega schermo per potere assistere alla vigília, ma non dentro la spiaggia, perché ci sono le transenne che non permettono di entrare; arriva il Papa e di nuovo si ripete la manifestazione di allegria e di entusiasmo della gente e dei giovani che cantano:“ Esta é a juventude do Papa”. 
comincia la messa....
Momento di adorazione e discorso del Papa, ma anche manifestazione di un gruppo di persone che gridano contro lo spreco de denaro e contro la posizione della chiesa sull’aborto, e urlando che i giovani che stavano lá erano tutti alienati. Durante la notte cori e balli qusi fino all’imbrunire del nuovo giorno, domenica, momento centrale della JMJ. Noi abbiamo dormito in un incrocio, dove molte persone passavano e tentavano di schivarci, tanto che a un certo punto ci siamo alzati e abbiamo fatto un cerchio per non fare passare piú nessuno.

Domenica, 28 de julho:
La notte é stata fredda, ma la mattina si presenta calda e con il sole; cerchiamo súbito di trovare nella spiaggia un posto buono per potere assisitere alla Messa, mas sembra quasi impossibile, e allora  si decide de andare vicino al maré, nell’ultima super tela della spiaggia. 
il Cristo redentore che ci ha sempre accompagnato..
Di lá dava di vedere tutta la spiaggia di Copacabana, gremita di giovani, di colori e bandiere di tutte le nazioni, sembra piú di 3 milioni di giovani. Arriva il Papa in elicottero e giá é motivo di agitazione  e di festa, poi di papamobile si dirige al Palco della celebrazione. Anche pe.Carlos e pe.Jeoval stanno nel palco per concelebrare con il Papa, una bella soddisfazione. Il papa sollecita i giovani a rendersi conto che la Chiesa  conta su di loro e che la chiesa deve sempre mais avere un volto Giovane; i preti cantori e la Comunitá Shalom hanno animato la liturgia, non certamente con uno stile di chiesa di comunitá, ma di una chiesa di movimenti e carismática...
rientro in metró....
Terminata la messa ci siamo messi in cammino per rientrare pensando alla moltitudine di persone che avremmo incontrato Nei vari punti di entrata del metro e del trenó, ma questo non é avvenuto, abbiamo fatto decisamente presto ad arrivare in casa. C’é stato solo un ritardo nella partenza causa qualche ritardatario. Adesso siamo in viaggio di ritorno, manca solo una avaliazione che faremo per verificare come sono andati questi giorni. la prossima JMJ é in Polônia, Cracovia, e chissá se alcuni di questi giovani andranno a questo evento, magari passando per l’Italia e visitando la nostra chiesa, visto che in questa occasione la chiesa reggiano-guastallese non si é presentata quá.....







mercoledì 10 luglio 2013

Dízimo, partilha....come segno di fede....


Alcune riflessioni....
Voglio partire in questa mia riflessione con um fatto che mi é capitato ieri, domenica 7 de luglio, in una comunitá della campanha della parrocchia di Lajedinho, una delle 4 parrocchie che sono state affidate a noi Fratelli della Caritá; entrando nella scuola, dove la comunitá si riunisce alla domenica per celebrare il Culto domenicale e celebrare la messa quando arriva il padre, una bimba stava seduta vicino alla mensa preparata per la celebrazione e spontaneamente mi rivolge la parola facendomi una domanda semplice, mas nello stesso tempo provocatória:“ Os padres são ricos?” (i padri sono ricchi?). Ho aspettato un momento per rispondere perché la domanda mi ha colto di sorpresa, anche se spesso si sente dire questo dalla gente; allora io, prima di rispondere ho chiesto a Raiane (é il nome della bimba di 10 anni) se per lei essere ricchi era avere molti soldi o avere delle qualitá; lei ha risposto diretto che per lei la ricchezza é avere molti soldi per potere comprare tutto quello che uno desidera. Nel dialogo io ho detto che in veritá noi padri abbiamo di piú che molte persone che lei conosce e abbiamo anche piú cose rispetto ad altri, come la macchina, il computador, la possibilitá di viaggiare, ecc. ma che la vera ricchezza que abbiamo é la nostra fede in Gesú Cristo. Lei mi ha guardato un poco e ha sorriso, quasi volesse dirmi:“ Si puoi contarmela, ma tu hai molto di piú che me e della mia famiglia”, e il discorso é terminato qui.
Il papa stá parlando molto sulla povertá della Chiesa, come segno e testimognanza della fede e del seguimento di Gesú, e tutto questo mi stá interrogando molto, in modo speciale sulle scelte che si stanno facendo a livello della nostra chiesa locale di Reggio Emilia-Guastalla, e sulla condivisione con le altre chiese. In Brasile, il mese di luglio é dedicato al Dízimo, cioé la devoluzione della décima parte di quello che una persona riceve per sostenere la comunitá e la chiesa; pratica che si incontra nella Bibbia e che é segno, in primo luogo, di fede e di condivisione. Qui, nella nostra Diocesi di Ruy Barbosa si stá facendo uno sforzo grande per coscientizzare le comunitá ma, il cammino é ancora lungo e difficile, peró ci sono dei segni concreti di miglioramento e di impegno.
Movimento sem Terra....partilha da terra.
A livello di padri diocesani si é pensato di constituire il Dízimo Sacerdotale, cioé ogni padre versa nella cassa del Dizimo Sacerdotale la sua partecipazione per potere sostenere spese che sempre ci sono, per corsi formativi, per incontri a livello di presbiteri, per aiutare padri che necessitano di cure ecc. Da qui, la mia riflessione si sposta a livello di forze umane, e in special modo in forze sacerdotali; voglio dire questo: se é importante che le comunitá e le diocesi devono sempre mais assumersi la responsabilitá de vivere sulla participazione dei cristiani, ancora di piú dobbiamo avere la coscienza che come diocesi dobbiamo condividere le nostre risorse umane perché tutti possano vivere. Credo che la pratica del Dízimo ci insegna a devolvere quello che abbiamo ricevuto com molta abbondanza senza pensare che ci rimettiamo o ci sentiamo piú deboli o che abbiamo bisogno di tutto quello che abbiamo ricevuto. Credo che dovremmo avere il coraggio di vivere il Dízimo anche a livello di persone e di sacerdoti. Concretamente dovremmo dare la décima dei sacerdoti per le chiese che piú hanno bisogno. Pensando in Reggio Emilia-Guastalla, abbiamo piú di 200 sacerdoti in attivitá, che sono responsabili di parrocchie, quindi il Dízimo dei sacerdoti sarebbe 20 sacerdoti per la missione; é utopia? é fantascienza? O é speranza che possano accadere cose che spesso non si realizzano perché siamo richiusi in noi e pensiamo egoisticamente al nostro orto!!! Dízimo é condivisione, é partilha é riconoscere, come dice S.Paolo, che che “Dio ama chi dona com gioia” e questo arricchisce molto di piú di tante ricchezze che pensiamo siano indispensabili per noi. É una sfida tutto questo, perché non c’é povero che non possa dare qualcosa, e non c’é ricco che si senta defraudato del tanto che ha ricevuto.
Sempre se sente parlare che nelle diocesi italiane si invecchia e si diminuisce di numero, e questo é vero, mas puó darsi che questo possa stimolare altre forme di essere chiesa e di essere comunitá Cristiane; a paritá di numeri siamo sempre perdenti qui, perché con le stesse persone (la diocesi di Ruy Barbosa ha una popolazione di 450.000 abitanti, come Reggio Emilia, mas con solo 23 padri) ci ritroviamo la décima parte dei preti.  I rapporti sono ben differenti, in Itália é un prete ogni 2550 persone, mentre qui é ogni 20.000...una piccola sproporzione mi sembra.
Ma questo non vuole essere una polemica, mas una proposta de essere una chiesa differente, voltata é interrogarsi e a vivere la própria fede guardando ampio e suddividendo le forze e le potenzialitá. Dobbiamo sempre piú entrare in una lógica di chiesa “comunitá de Comunitá” e non isole dentro un grande mare agitato e ostile; dobbiamo sempre di piú credere nelle potenzialitá dei laici e affidare a loro i tanti ministeri che possono esercitare nelle nostre comunitá, senza avere paura di essere defraudati del nostro ministero sacerdotale; nel ricordo dei 50 anni del Concilio, non possiamo chiudere le tante porte que il Concilio ha aperto, ma con coraggio dobbiamo assumersi la responsabilitá de realizzare ció che fu seminato in quel tempo.
pastoral afro...
Voglio concludere queste mia riflessione con un piccolo testo che riassume um punto centrale del Documento de Aparecida, che dice:“ Num núcleo decisivo do documento, se apresenta a missão dos discípulos missionários a serviço da vida plena, considerando a vida nova que Cristo nos comunica no discipulado e nos chama a comunicar na missão, porque o discipulado e a missão são como as duas faces de uma mesma moeda. Aqui se desenvolve uma grande opção da Conferência: converter a Igreja em uma comunidade mais missionária. Com este fim, se fomenta a conversão pastoral e a renovação missionária das Igrejas Particulares, das comunidades eclesiais e dos organismos pastorais”. Nel nucleo decisivo del Documento, si presenta la missione dei discepoli missionari a servizio della vita piena, considerando la vita nuova che Cristo ci comunica nel discepolato e ci chiama a comunicare nella missione, perché il discepolato e la missione sono come le due facce della stessa moneta. Qui si sviluppa la grande opzione della Conferenza: convertire la Chiesa in una comunità piú missionaria. Con questo fine, si spinge alla conversione pastorale e alla rinnovazione missionaria delle Chiese particolari, delle comunità ecclesiali e degli organismi pastorali”.
Siamo in cammino, e un giorno arriveremo ad essere quello che siamo…. Comunitá di comunità…
Um abraço a todos e até mais, pe.Luis