lunedì 19 ottobre 2015

POLITICA E BRASILE








Segni particolari: LA POLITICA
Gianluca Guidetti

Vorrei fare una riflessione sul funzionamento della macchina amministrativa brasiliana.
Nel governo Lula ci sono state molte cose che non funzionavano bene. E tutt’ora, con Dilma, non funzionano. Basti pensare alla politica monetaria intrapresa dal governo e alle alleanze tra partiti al potere. Allo scarso investimento interno e all’assenza di un sistema fiscale equo nonostante la riforma realizzata. Non parliamo della Riforma Agraria tanto auspicata dai movimenti sociali e dei lavoratori rurali, ma praticamente mai realizzata se si pensa che in dodici anni di governo PT (8 con Lula e 4 con Dilma) è stato fatto meno di quello che ha fatto Fernando Henrique Cardoso (PSDB) durante la sua presidenza.
Sottolineare solo gli aspetti positivi non significa dimenticare quelli negativi che lascio, però, ad altre sedi.
Con Dilma al potere tutta una serie di programmazioni di carattere preminentemente sociale ha avuto continuità o si è messa in atto. Alcune si sono concretizzate, altre sono rimaste sulla carta in attesa di essere messe in pratica. Come possiamo intuire la macchina politica è sempre un qualcosa di complesso. È proprio il caso di dire che “tutto il mondo è paese”. Quello che è accaduto, e accade in Italia lo si può ritrovare qui in Brasile come in altri stati del mondo intero. Certi atteggiamenti e comportamenti dei politici sono riscontrabili dappertutto.  Io, con i quindici anni di Brasile ho potuto vedere da vicino alcuni meccanismi nelle sfere del potere politico, sia legislativo che esecutivo.
Curando, a Miguel Calmon prima e a Ruy Barbosa dopo, la dimensione sociale ho avuto stretti contatti con le alte cariche della città. Ho partecipato a moltissimi incontri pubblici nei quali erano presenti oltre al Sindaco, il Presidente del Consiglio Comunale, vari Assessori e Consiglieri. Ho seguito i lavori del Consiglio Comunale occupando più volte la tribuna per parlare di tematiche come la privatizzazione dell’acqua, la riforma agraria, lo sviluppo culturale, la mancanza di una politica integrale per bambini e adolescenti. A volte sono stato costretto a rispondere “a tono” a Consiglieri Comunali privi di qualsiasi informazione fondata che mi accusavano di volere il male della città e del Sindaco di turno. Accusazioni, tra l’altro, smentite non solo da altri Consiglieri Comunali, ma anche dal Sindaco stesso!
Ho viaggiato alcune volte insieme a due Sindaci (1) di Miguel Calmon.
Grazie a loro ho potuto entrare dentro all’Assemblea Legislativa di Salvador, conoscere personalità politiche di spicco come il Presidente dell’Assemblea Legislativa della Bahia ed alcuni Segretari di Stato (da noi sarebbero come ministri di governo) della Bahia. In particolare ho lavorato con il Segretario della SECOMP (Segreteria per la lotta alla povertà e alle diseguaglianze sociali), Clodoveo Piazza, italiano, gesuita, scelto dal governatore Paulo Souto per guidare questa nuova Segreteria. Ed anche con Carlos Brasileiro prima e Marta Morães Mota (nel Governo Dilma) poi, che hanno occupato la stessa Segreteria de Piazza dopo gli scanali che lo avevano colpito.
Partecipando alla vita politica di Miguel Calmon e di Ruy Barbosa ho potuto vedere come attuano gli schemi di corruzione locali e statali. Ho visto come funziona lo scambio tra Sindaci delle città dell’interno baiano e deputati di Salvador per la conquista dell’elettorato della Bahia.
Arrivati a questo punti mi sembrano utili due considerazioni di fondo:
a)      Tutti questi uomini politici fanno parte di uno schema creato molto prima di loro e molto più grande di loro. Con questo non si vuole dispensare nessuno dalle proprie responsabilità. Il sistema creatosi lungo gli anni di formazione, colonizzazione, dittatura del paese-Brasile ha determinato meccanismi perversi che hanno intaccato gli ambienti della politica, dell’economia ed anche quelli religiosi. Lo stesso Sindaco di allora (vi parlo del 2004), soprannominato CACA (che ho visto lavorare per otto anni con professionalità e competenza) mi ha detto una volta, rispondendo a una mia critica sulla stretta connivenza sua con un politico risaputamente corrotto: “ tu hai ragione, ma io cosa ci posso fare...se non faccio così non ci arrivano i soldi dal governo centrale per le opere sociali che ho in mente di realizzare...”. Come dire vorrei imparare a distiguere tra corruzione voluta e corruzzione subita, sempre che una distinzione sia possibile fare. Può sembrare paradossale, ma penso che esistano persone che sono corrotte per necessità. Non avrei mai pensato in questo modo se fossi rimasto fuori, se non fossi entrato in certi ambienti del potere locale e statale e non avessi visto con i miei occhi. Sono pochi, certo, ma ci sono politici che credono ancora nella politica con la P maiuscola! Non sono eroi, non hanno possibilità di cambiare il sistema, semplicemente non accettano la corruzione, ma hanno imparato a conviverci cercando di trarne un vantaggio per la propria città: questo è l’esempio del Sindaco CACA.
b)      La forza che può avere il popolo organizzato è impressionante! A volte si ha paura di lanciare certe iniziative; ci si nasconde dietro la scusa che tanto nessuno aderirà, che saremo in pochi e ci schederanno e poi ce la faranno pagare cara. Era così quando abbiamo iniziato a lottare per la non privatizzazione dell’acqua. Una battaglia politica! Nessuno a Miguel Calmon voleva immischiarsi. All’inizio non è stato facile; il solo accenno al problema faceva scappare le persone. Andare contro i politici? Meglio di no! Fare campagna pubblica contro la posizione del governo locale? Rischio di perdere il posto di lavoro! Occupare la tribuna nel Consiglio Comunale per denunciare l’assurdità di certe leggi comunali a favore della privatizzazione? Paura di ripercussioni! Alla fine, però ci siamo riusciti. Iniziando a coivolgere alcuni giovani siamo arrivati a creare un gruppo forte di pressione che ha riempito la sala del Consiglio Comunale chiedendo l’abrogazione (dietro presentazione di più di 1.200 firme) della legge comunale che autorizzava il gestore pubblico dell’acqua (EMBASA) a vendere a privati (anche stranieri) quote di maggioranza della propria impresa.
Una lezione di educazione civica! Forse una possibilità, anche se piccola, che questa gente semplice ha contro i poteri corrotti. Un esempio da seguire per altre questioni altrettanto importanti come la Riforma Agraria, le infrastrutture di base di una città, l’educazione di qualità.


(1) José Ricardo Leal Requião, soprannominato e conosciuto da tutti come CACA e che ha gestito l’amministrazione di Miguel Calmon per dodici anni (due mandati consecutivi dal 1997 al 2004 e uno dal 2008 al 2012). Humberto Miranda Oliveira, Sindaco della città dal 2004 al 2008.