giovedì 19 gennaio 2012

LA CONGIUNTURA ITALIANA DI GIANLUCA







Premesse:

Non la chiameremo una vera e propria Analisi della Congiuntura visto che il maestro per questo consueto appuntamento che arricchisce gli incontri dei missionari italiani in Brasile, Maurilio Guasco, non è presente. Vi trasmetterò alcune sensazioni e poi apriremo un dibattito scambiandoci informazioni e punti di vista.

Vorrei iniziare con una constatazione: la crisi è ancora presente e si percepisce molto bene. Non solo in Italia, ma anche negli Stati Uniti. Andando a trovare mio fratello, in ottobre 2011, ho visto comportamenti e atteggiamenti mai incontrati nei precedenti 4 viaggi. Lui abita ad Orlando (Florida) città ricca e turisticamente importante. La crisi mi ha mostrato persone con macchine piccole (utilitarie) e accidentate (quando anni fa vedevo solo lusso e veicoli nuovi per le strade). Mi ha mostrato gente andare a piedi, quando tutti usavano la macchina o la moto. Mi ha mostrato gente usare buoni spesa ai supermercati e scegliere accuratamente i prodotti in base al prezzo, quando prima si riempivano carrelli di roba senza troppo importarsi del loro costo e, spesso, della loro effettiva utilità in casa.

Anche in Italia ho visto i segni della crisi. Familie amiche invitandomi a cena mi raccontavano dei loro sacrifici per raggiungere fine mese, della riduzione del budget alimentare settimanale, della difficile situazione nel mercato del lavoro.

A Reggio esistono famiglie reggiane che usano la mensa del Vescovo e partecipano al programma di prestiti sociali messo in atto dalla Caritas Diocesana di Reggio Emila.

Un’ ultima premessa, ma che meriterebbe più tempo e un dibattito specifico. Nell’opinione publica mondiale si fa avanti la Tesi che per uscire dalla crisi economica i modelli di governo basati sulla democrazia rispondano meglio e più velocemente di quelli basati sulla dittatura. Da questa affermazione condivisa a più voci, nasce l’Ipotesi che alcuni interventi militari e i tentativi di instaurare novi regimi democratici in stati come la Libia, la Siria, l’Egitto abbia come obiettivo proprio la creazione di democrazie che sono più recettive ai mercati e possono “aiutare” a risolvere la crisi economica mondiale. Non so se è una conseguenza ou un caso la decisione del presidente americano Obama de ridurre le spese militari tanto che il Sottosegretario alla Difesa americano in una intervista ai giornalisti al Pentagono ha affermato che adesso l’America non sará mai in grado di fronteggiare due guerre nello stesso tempo; era sempre stato il vanto e l’obiettivo politico-militare di Washington. 


Detto questo vi parlerò di 3 aspetti che mi hanno colpito durante il mio soggiorni in Italia.       


1. La Politica Italiana: ero la il 12 di novembre, verso le 20,30, quando il premier Silvio Berlusconi rassegnava le sue dimissioni al Capo dello Sato, Giorgio Napolitano. Dal 10 maggio 1994 al 16 novembre 2011 si contano 9 anni e 50 giorni effettivi di politica berlusconiana. Quattro governi, stesso stile di amministrare, ovvero, come una grande impresa privata. Lo hanno convinto a lasciare il timone della nave, mi pare, tre cose in ordine di importanza:


Il rischio di fallimento delle sue imprese. Come era andato al potere per salvarle, così si è dimesso per salvarle di nuovo visto che in una riunione con i suoi fedelissimi (Letta, Confalonieri e il figlio PierSilvio) gli è stato dimostrato che rimanere in carica avrebbe compromesso seriamente il suo impero economico.


La ormai chiarissima perdita di considerazione e affidamento dei premier europei verso la sua figura. Tanti gli episodi di strafottenza, indelicatezza, maleducazione che Berlusconi ha saputo dare all’estero e in Italia. Hanno fatto di lui un personaggio scomodo e poco raccomandabile per guidare una nazione che è sempre stata, e lo è ancora, fondamentale per l’Europa senza la quale l’Unione Europea non esistirebbe.  


La posizione della Chiesa italiana espressa molto sapientemente dal cardinal Bagnasco nella sua prolusione del 26 di settembre 2011. In quella occasione, il testo ufficiale è molto chiaro, le considerazioni su etica e morale nella vita politica non possono non essere applicate al premier Berlusconi. Le distanze prese dalla CEI (non è servito molto il tentativo di moms Mariano Crociata di spiegare all’opinione pubblica che “la CEI non fa i governi ne li manda a casa” all’indomani della prolusione di Bagnasco) non hanno convinto. Era chiaro il distanziamento della Chiesa dal premier italiano. Questo, io credo, ha contribuito ad indebolire la posizione del Capo del Governo.


Il governo Monti entra in carica con un consenso mai raggiunto nella storia della Repubblica Italiana. È un governo di tecnici di alto livello, ma sempre tecnici restano. Questo dall’inizio ha generato una necessità di chiarimenti e prese di posizioni sulla durata dell’Esecutivo. Di breve durata e solo per risolvere la crisi economica (leggi debito púbblico) italiana. Il problema, per me, non si risolve col governo tecnico che aggiusta i conti, ma con la necessità di nuovi volti politici che possano, finita l’emergenza Monti, guidare il Paese. Per il momento Monti piace all’enturage europeo (lo conoscono e lo stimano), piace alla gerarchia ecclesiatica, ma non piace e non piacerà agli italiani che si ritrovano nel 2012 con la nuova IMU, Imposta Municipale Unica la quale porterà alle casse dello Stato 22 mila migliardi di euro (il doppio dell’ICI).     
   

 2. L’Economia Italiana: Vi riporto alcune considerazioni del nuovo Capo del Governo commentandone alcune.

Il sistema bancario italiano è tra i più stabili do mondo; è vero anche se la crisi finananziaria è nata proprio dalle banche e per sostenere le banche. Continuiamo a credere nel sistema creditizio nonstante le delusioni che ha portato agli iatliani. Corrado Passera (numero uno di Banca Intesa) assume due Ministeri imporatnti. Non è un caso. Ancora fiducia alle banche. A quale prezzo stavolta?


Il Debito Público è elevato rispetto al PIL; è il vero problema dell’Italia.

Il nostro obiettivo per il 2013 è l’equilibrio di bilancio;

L’euro non è in crisi ed è solido rispetto al dollaro;

  I problemi nascono per alcuni paesi dell’euro che hanno ancora squilibri nelle finanze pubbliche; Il caso Grecia non è stato trattato come si doveva.

Lotteremo contro l’evasione fiscale;

Piú lavoro per i giovani ma meno sussidi pubblici;

Occupazione stabile  in Europa: Italia novembre 2010 era 8,1%, in novembre 2011 era 8,6%.

Inflazione in novembre 2011 era 3,5% in Italia, 2,9% la média europea e 3,4% negli USA.



 3La Chiesa: la novità rispetto al passato è che gli avvenimenti che coinvolgono la Chiesa, nel bene e nel male, ora non riescono più ad essere tenuti nascosti ne dagli stessi vertici della Chiesa (Cardinali e Vescovi). Se un tempo si imponeva o si chiedeva il silenzio davanti a questioni scottanti e delicate, ora, per varie motivazioni, non è più possibile evitare il convolgimento dell’opinione pubblica. I nuovi mezzi di comunicazione, l’indebolimento dell’influenza della gerarchia ecclesiastica sul dire o non dire, divulgare o non divulgare e la pressione di altre forme di pensiero contrarie a quello cristiano hanno fatto si che i problemi della Chiesa siano spesso stati oggettto di analisi spietate e senza scrupoli. È vero che non sempre c’è stata la capacità di affrontare nel giusto modo questioni enormi che sono venute alla luce del sole come la Pedofilia, il Preservativo e gli attacchi diretti tra cardinali e vescovi su varie tematiche (vedi Schönborn e Sodano). Altri problemi necessitano di essere affrontati e discussi come la questione delle scelte e delle decisioni per la Chiesa prese dalla collegialità dei vescovi o dal singolo pontefice, le relazioni tra catttolici e mussulmani (dopo Ratisbona), le relazioni tra cattolici e ebrei (dopo la riammissione dei Lefevriani e il caso Williamson), la recezione del Vaticano II dopo la riammissione del messale di Pio X (pensiamo soprattutto in termini di liturgia), la Pastorale dei divorziati, i preti sposati e il sacerdozio agli sposati. Insomma molte sono le sfide per i prossimi anni. Nel frattempo a rinforzare le cose dette sopra escono, in Italia libri che espongono situazioni, raccontano casi accaduti; elencano problemi da affrontare dentro e fuori la Chiesa (errori del Vaticano, moralità di chi ci governa, gestione degli immigrati, l’affare Boffo, rapporti tra Berlusconi e Gheddafi). Ne cito tre di ambiti e ambienti differenti:


 Marco Politi, Josef Ratzinger: crisi di un Papato, Ed Laterza 2011;

 Gian Franco Svidercoschi, Mal di Chiesa dubbi e sepranze di un cristiano in crisi, Ed Cooper, 2011;

 Mons Domenico Mogavero, La Chiesa che non tace, Ed BUR Rizzoli, 2011.



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