SS. Cosme e Damião
Padre Luigi Gibellini
Carissimi tutti,
vi scrivo di Salvador, dove ho appena terminato 3 giorni
di formazione permanente con il clero de 3 diocesi sulla “Sindrome di Burnout”,
cioè lo svuotamento fisico mentale nella vita presbiterale; legato anche alla
fragilità e al sovraccarico di lavoro dei sacerdoti (qualcuno dirà:“ma dové il
sovraccarico!!!!) proposto da un sacerdote/Psicologo, della Diocese de Cuiabà
(Mato Grosso) padre Rosimar José de Lima Dias. Ho gustato questo momento per la
chiarezza e la semplicità dell’esposizione e dei vari fattori che portano alla
depressione e in alcuni casi anche al suicidio; è stato bello anche l’incontro
con i sacerdoti di altre 3 diocesi vicine a quella di Ruy Barbosa, cioè Bomfim
e di Paulo Alfonso. Mi ha anche impressionato il fatto che in alcuni momenti ci
siamo divisi per fascia etarie, e io ero, insieme ad un altro prete e i due
vescovi (di Bomfim e Ruy Barbosa) tra i più vecchi di età e di anni de
sacerdozio…questo è bello perché vuol dire che il clero diocesano è giovane, ma
dall’altra parte che io comincio ad essere tra i sacerdoti anziani, o meglio un
presbitero.
Si è parlato molto
della pastorale presbiterale, dell’importanza della formazione in seminario,
della necessità di non avere paura di ammettere le proprie fragilità, ma il
coraggio di parlarne e di farsi aiutare; del non rischiare di isolarsi o di
pensare che gli altri sono il problema, del non avere l’idea che siamo noi a
risolvere e salvare tutto e tutti, ma scoprire la necessità di darsi dei tempi,
organizzare le giornate, non improvvisare, e soprattutto:
• Conoscere sé stesso: conoscere chi sono, vedere
quali sono i miei valori e conoscere cosa mi muove in relazione agli altri
• Accettare sé stesso: conoscere i miei
difetti, valorizza le tue caratteristiche; praticare l'accettazione di sé
• Superare sé stesso: sfidare sé stessi per
crescere e raggiungere la statura di Cristo; non accontentarsi; superare i tuoi
limiti.
I propositi che si
sono fatti a livello delle varie diocesi sono stati decisamente positivi e
fruttuosi, vedremo nel tempo come si potranno realizzare; per intanto ci si è
proposti di continuare ad avere dei momenti in comune per affrontare queste
cose che sono ben presenti nella vita del clero.
Nella vita di casa
abbiamo avuto in questi ultimi tempi varie malattie che hanno accompagnato il
cammino della casa; Thaise internata per un tempo in Lauro de Freita e Marines
che è appena rientrata sempre dall’ospedale Metropolitano di Lauro di Freita; tutto
questo ha scombussolato la regolarità della vita di Casa, ma il Signore è
grande e ci stupisce sempre, perché ha sempre inviato persone che ci hanno
aiutato e accompagnato, come la presenza dei Novizi Gesuiti che stanno passando
il mese di settembre in casa. Una bella presenza e anche un bel momento dove
condividere la vita e i vari cammini formativi.
Abbiamo anche
fatto il secondo incontro formativo per le persone che vogliono conoscere e
vedere al Casa e come tema di questa volta abbiamo presentato la Casa come
“luogo di relazioni” interne ed esterne, con gli ospiti e con le differenti
vocazioni che si intrecciano nella vita di casa e con la parrocchia, la
diocesi…Non eravamo in molti, ma chi c’era ha partecipato bene ed è stato
proprio un bel momento di condivisione.
Ci siamo anche
incontrati come italiani di Casa in casa di Maria, e ci siamo un poco
raccontati come ognuno di noi sta, nella vita concreta di ogni giorno e nelle
attività che ognuno porta avanti, sia nei progetti sociali come “Cafuné”, APAE,
per Maria o nelle attività pastorali o ancora come si sta vivendo in Casa.
A livello
pastorale, in modo particolare in Macajuba, sto adottando insieme con il
diacono, una forma di visita nelle comunità della zona rurale, che sono 20,
passando alcuni giorni residenziali nella comunità, visitando le famiglie e in
modo particolare le persone anziane e ammalate; e alla sera momenti formativi e
celebrazioni con la gente. Credo che in questo momento storico, questo può
essere un modo di essere presenti e di vivere quella prossimità che tanto
spesso ci dice papa Francesco; è nell’ottica di una chiesa in uscita e che ha
voglia di entrare in contatto con la gente e con le situazioni concrete delle
comunità. Il rischio di concentrare tutto nella chiesa principale è molto alto,
e quello di abbandonare le comunità della campagna è una realtà che
infelicemente sta in parte già succedendo. Il contatto con le persone, credo
che sia quello che ci salva dal verticismo e dal clericalismo, e può diventare
il modo di porsi dentro una chiesa che sta cambiando, o meglio, è già cambiata,
ma che ha bisogno di piccoli segni che ricordano l’essere chiesa a servizio e
non chiesa di potere.
L’ultima
esperienza di visita è stata nel povoado de Nova Cruz, di circa 4.000 abitanti,
in preparazione alla festa del Patrono San Miguel Arcajo, dove con le persone
della comunità e con l’aiuto di altre persone che sono di comunità vicine,
abbiamo visitato in 3 giorni tutte le famiglie; l’ascolto è stato il filo
conduttore della visita, il dare tempo ad ascoltare la vita della gente, le
gioie, le fatiche, le sfide, le angosce, le sofferenze, hanno illuminato queste
giornate; mi ricordo che siamo entrati in una casa dove due fratelli semi
paralizzati, ci hanno accolti. Casa molto povera, entrambi incapaci di
movimentarsi bene, ma molto accoglienti, ringraziando della visita e
ricordandoci di tornare e non dimenticarli; storie di donne/mamme con mariti che
bevono e sono violenti, situazioni di abuso, ma anche, grazie a Dio, famiglie
belle, con molti figli e di fede.
Ascoltare è un
arte che dobbiamo sempre più acquisire, sapendo che dobbiamo avere l’umiltà di
stare un poco in silenzio di fronte a tanti drammi.
E’ anche tempo di
Politica Municipale, per tanti aspetti anche nelle comunità si rischia la
paralizzazione, tutto è incentrato sul candidato, sul vereador, su come
andranno le cose per potere sperare in un lavoro, in un aiuto per riformare la
casa, per avere un contributo momentaneo che può servire per la propria
famiglia; il giorno dell’elezioni, domenica 6 ottobre, si fermano tutte le
attività parrocchiali, si celebra il sabato, perché la gente è troppo occupata
nelle elezioni. Purtroppo non si è fatto niente a livello di coscienza
politica; la CNBB (Conferencia Nacional Bispos do Brasil) ha prodotto un poco
di materiale ma qui in Diocesi mi sembra che nessuna abbia fatto qualcosa per
sensibilizzare o promuovere dibattiti e riflessioni.
Gianluca Guidetti con il vescovo Stefano
La parrocchia di
Ruy Barbosa sta affrontando anche alcune opere importanti, come la riforma
della Cattedrale e la costruzione della nuova Curia Diocesana, che occupano un
grande sforzo, sia a livello economico che di energie umane, in modo
particolare del parroco pe. Erivaldo. La nuova parrocchia di ‘S. Giuseppe
operaio’ e Nossa Senhora Aparecida, è in fase di cambiamenti, l’attuale parroco
pe. Islan, lascierà la parrocchia alla fine dell’anno per potere fare una
esperienza missionaria in Parà, area Amazzonica, e quindi si sta vedendo come
sostituirlo; per ultimo, ma non per minore importanza, in dicembre è stata
confermata l’ordinazione a Diacono Permanente di Gianluca Guidetti, in Miguel
Calmon, sua attuale parrocchia, ma poi si sposterà in Ruy Barbosa e comincerà
il cammino di servizio diaconale qui in Città. Ringraziamo Dio per questo bel
dono e per il cammino di Gianluca in questa chiesa.
Il mese di
settembre è il mese della Bibbia, e quest’anno la chiesa brasiliana ha scelto
come testo base il Libro del Profeta Ezechiele; è bello vedere come nelle
comunità ci si muove per fare momenti di lettura orante, nelle case, nelle
piazze, nelle cappelle per evidenziare quanto la Parola di Dio deve illuminare
la vita delle persone e delle comunità.
Bom,
acho que sejam suficiente estas noticias; espero que possam chegar também
noticias de Reggio Emilia, ou das varias pessoas que querem partilhar um pouco
da própria vida com a missão do Brasil, sabendo que, além do Whatzapp, é sempre
bem apreciado uma carta, algumas reflexões sobre o que vocês vivem e
experimentam. Um abraço a todos e que Deus possa sempre acompanhar o caminho de
cada um de vocês. Atè logo, pe. Luís, irmão da Caridade e vosso irmão.