domenica 27 dicembre 2015
martedì 22 dicembre 2015
mercoledì 18 novembre 2015
LA RELIGIOSITA' POPOLARE DEL POPOLO BAIANO
Segni particolari: la religiosità popolare.
Da Natale a Pasqua passando per San Giovanni
Gianluca Guidetti
Il popolo brasiliano è un popolo religioso. Potremmo dire che questa è una
sua connotazione ontologica. È nato religioso ed ha, nel corso dei secoli,
sviluppato forme e tradizioni che sono l’intreccio di sacro e profano, di fede
cristiana e animismo, di credenze popolari e di culti indigeni alle divinità
(vedi Orixá).
Potrebbe non sorprendere molto, ma da quando sono qui non ho mai sentito, e
sottolineo mai, una persona bestemmiare. Non potrei dire altrettanto della mia
cara Italia; e i ricordi di insulti a Dio sono moltissimi nella mia mente, dei
più variopinti e fantasiosi! Il brasiliano ha nel sangue una tendenza innata al
religioso, alla devozione verso i Santi e, principalmente, verso la Madonna.
Sono infiniti i santuari, piccoli e grandi, dedicati a Maria che si possono
vedere passando per città e villaggi. Questo vale sia per le grandi capitali
del paese-Brasile sia per i piccoli centri dell’interno.
Non è facile approfondire il tema della religiosità del popolo brasiliano.
Sono state fatte ricerche accurate e documentate.
Possiamo trovare statistiche, più o meno aggiornate, sull’incidenza delle
Chiese Riformiste e Contro-riformiste nel mondo ed in Brasile. Ci sono sondaggi
fatti da Istituzioni serie sullo sviluppo delle nuove Chiese e sul perché del loro
proliferare.
Io vorrei limitarmi a portare la mia testimonianza su un argomento davvero
complesso ed interessantissimo.
Per noi missionari e per chi viene a servire questo popolo è importante
riflettere non solo sulla quantità dei fedeli, (i numeri passano e sono spesso
distorcenti) quanto su quello che accade nel “quotidiano religioso” della vita.
Potrebbe non colpici più, per esempio, il fatto che i partecipanti alla
messa di San Giovanni (24 di giugno) sono il doppio se non il triplo delle
persone che vanno a Messa il giorno di Natale o di Pasqua. Però è così!
Potrebbe non farci più riflettere il fatto che il Venerdì Santo molta gente
che si dichiara cattolica non lo passa in preghiera e digiuno, ma bevendo e
mangiando fino a scoppiare e a ubriacarsi. Però è così!
Potrebbe non sorprenderci più il fatto che l’Eucarestia sia diventato un
Sacramento sganciato dalla Confessione e da un esame di coscienza sul proprio
comportamento morale ed etico. Però è così!
Basta mettersi ad osservare; senza giudicare...ma pensando attentamente.
Massoni dichiarati fanno la
Comunione con la più tranquilla disinvoltura, politici
manifestatamente corrotti e disonesti fanno la Comunione , spesso solo
durante i periodi elettorali, senza grandi scrupoli.
Come non interrogarci per il fatto che molti cattolici che non vanno
d’accordo con l’impostazione data dal parroco lasciano la Chiesa e vanno ad aumentare
le fila delle numerosissime confessioni religiose già esistenti.
O, se hanno soldi sufficienti e un po’ di scaltrezza, aprono una Chiesa
tutta loro!
Solo a Miguel Calmon, città piccolina dell’entroterra baiano possiamo
incontrare oggi:
La Chiesa Battista (missionaria e acqua viva)
I Testimoni di Geova
L’Assemblea di Dio
L’Assemblea Madureira
La devozione ai Santi è un altro aspetto caratteristico accennato prima.
Sono tantissimi e spesso finiscono per diventare più importanti del Padre, del
Figlio e dello Spirito Santo.
In alcune comunità rurali il Santo occupa un posto maggiore del crocefisso
e al “giorno del Patrono” è riservata
un’attenzione e una preparazione eccezionale.
Si possono notare le più svariate forme di devozione.
Voti, pagamento di promesse, benedizione di oggetti, aspersione con acqua
santa, pellegrinaggi, accensione di candele.
La nota dice di fare questa novena in 9 martedì consecutivi e in ognuno
distribuire un santino di questi con lo scopo di propagare la devozione a santa
Marta.
Questa santa miracolosa concede prima dei 9 martedì la grazia che le si
chiede anche se molto difficile da ottenere. Mentre si prega si deve accendere
una candela fino a che si consumi tutta!
Vogliamo sperare che, come dice san Paolo, tutte queste cose “concorrano
davvero al bene di coloro che amano Dio”. Che non sia solo tradizionalismo e
superstizione. Penso che se da un lato non è facile valutare la purezza, la
profondità di queste manifestazioni di fede; dall’altro non si possa giudicare
quello che è il frutto di retaggi storico-culturali che hanno condizionato questo
popolo e il paese-Brasile.
Oggi assistiamo a nuove forme di preghiera e di manifestazione del proprio
sentimento religioso come, per esempio, i movimenti carismatici.
La fede rimane e rimarrà sempre in prima istanza un rapporto personale e privilegiato con Dio. Poi seguirà il momento, altrettanto necessario, di
saperla condividere e comunicare al mondo che ci circonda.
La fede come la vivono i brasiliani si manifesta in modo diverso dalla
nostra. Nulla possiamo dire sul contenuto che solo il Signore è in grado di
giudicare. Che questa diversità possa aiutare, e non complicare, la vita di
tanti missionari e volontari che hanno scelto di essere segno dell’amore di
Gesù in questo paese-Brasile è l’augurio che lascio qui.
DON LUCA RINGRAZIA
Carissima parrocchia e Unità pastorale di SANTA MARIA DEGLI ANGELI,
Con il cuore commosso, pensando a voi, parto
per il Brasile. Sono pieno di riconoscenza per la vostra vicinanza e preghiera,
per il vostro affetto e per il vostro sostegno! Vi porto tutti nel cuore e
nella preghiera con grande affetto. Siete un dono preziosissimo per la Chiesa e
per la mia vocazione sacerdotale. Sempre vi sento vicini in questo cammino tra
Chiese sorelle. Un ringraziamento particolare anche ai tanti che in vari modi
hanno contribuito con un aiuto alla missione in Brasile! Vi chiedo di continuare
a pregare per la missione! La Chiesa è fatta di volti, e i vostri volti sono
ben presenti nel mio cuore come una fonte preziosa di forza e di gioia,
alimento prezioso della preghiera. Vi posso assicurare che la vostra preghiera,
la vostra vicinanza e solidarietà arrivano in Brasile, donando pace, forza e
consolazione nelle difficoltà.
Vi
aspetto in Brasile!!
Un
ringraziamento particolare a don Paolo, don Riccardo, don Eugenio, don Ennio e
don Mario e ai diaconi Sergio, Roberto e Giorgio. La fraternità presbiterale e
diaconale sono una grazia molto preziosa.
Vi ringrazia di cuore
anche la comunità di Pintadas.
Che il Signore vi
benedica e vi accompagni in questo
cammino di unità pastorale.
Un grande abbraccio e un bacio,
don Luca
NOTIZIE DA DON GABRIELE - NOVEMBRE 2015
Ipirá,Bahia,
Brasil, lettera, novembre 20015 Equipe
missionaria
Carissimi, un saluto a tutti.
Mando un piccolo aggiornamento da Ipirá – Bahia.
Stiamo riflettendo, in questi mesi, anche sulla nostra presenza come missionari reggiani in Brasile, e con la visita del Vescovo continueremo questa riflessione.
Penso che la nostra presenza qui debba essere
anche e soprattutto di animazione missionaria. La domenica della Giornata Missionaria
Mondiale, nelle omelie ho detto che il Brasile é uno degli stati, nel mondo,
con il maggior numero di cattolici. Ma con pochi missionari ad gentes. E anche nella nostra realtá
di una grande parrocchia come Ipirá la spinta missionaria dovrebbe essere
maggiore. La messa penso sia frequentata con regolaritá dal 2-3 % della popolazione circa, e, almeno
in cittá, per la maggior parte persone di classe media. Non ci sono grandi
ricchi, non ci sono i politici, ma anche pochi i piú poveri. Abbiamo alcuni quartieri con moltissime
famiglie senza presenza cattolica; soprattutto in zone dove é molto forte la
diffusione della droga e le famiglie sono disintegrate.
Poi sto scoprendo, nella zona di campagna della parrocchia, villaggi che non hanno mai avuto una presenza di Chiesa, e altre zone con gruppi di cattolici ma con nessuno che sia in grado di guidare una comunitá: persone senza istruzione, che non sanno né leggere né scrivere, che non hanno mai avuto una forazione catechetica.
Allora la sfida per la parrocchia: animare la nostra missionarietá.
Ci sono alcune attivitá belle come la missione diocesana in una parrocchia una volta l’anno, anche un fine settimana ogni anno in parrocchia la missione dei giovani fatta in alcune comunitá della campagna. Ma abbiamo bisogno di animare la comunitá, dare una spinta maggiore, entrare in tante zone abbandonate, incontrare le famiglie per annunciare il vangelo. Una esigenza, anche qui da noi é formare una equipe per la animazione missionaria della parrocchia.
Poi sto scoprendo, nella zona di campagna della parrocchia, villaggi che non hanno mai avuto una presenza di Chiesa, e altre zone con gruppi di cattolici ma con nessuno che sia in grado di guidare una comunitá: persone senza istruzione, che non sanno né leggere né scrivere, che non hanno mai avuto una forazione catechetica.
Allora la sfida per la parrocchia: animare la nostra missionarietá.
Ci sono alcune attivitá belle come la missione diocesana in una parrocchia una volta l’anno, anche un fine settimana ogni anno in parrocchia la missione dei giovani fatta in alcune comunitá della campagna. Ma abbiamo bisogno di animare la comunitá, dare una spinta maggiore, entrare in tante zone abbandonate, incontrare le famiglie per annunciare il vangelo. Una esigenza, anche qui da noi é formare una equipe per la animazione missionaria della parrocchia.
Abbiamo fatto due incontri per dare inizio a questa equipe missionaria,
e grazie a Dio un gruppo di persone si é reso disponibile. Innanzitutto per una
formazione, per uno studio della realtá. Poi vedremo quali attivitá
missionarie, dove e come muoverci.
Una piccola esperienza, con un gruppetto di
giovani siamo andati in uno dei quartieri poveri e problematici, Ipirazinho,
dove é anche presente il Progetto Dançar á vida. Abbiamo incontrato alcune
famiglie piú disagiate e con molti bambini, per invitarli a un giorno di festa(
preghiera, gioco, danze, doni...). Un resoconto di qualche incontro.
Ipirazinho
Con un gruppetto di giovani andiamo in Ipirazinho a visitare alcune
famiglie più povere e invitare i bambini a una festa il 1 novembre. Ci sono
sempre tanti bambini in questo povoado.
Una giovane, che ha una forma di atrofia agli arti ed è in carrozzella,
abita nel villaggio e aiuta nella
liturgia e ci guida nella visita delle famiglie che hanno bambini e che sono
bisognose.
Andiamo da Luiza, che ha 7 figli, il maggiore
ha 18 anni, la incontriamo sulla strada, con alcuni dei figli più piccoli, è
triste e piange, il secondo figlio ( 16-17 anni) la scorsa settimana è finito
in carcere. Un giorno è arrivata la polizia nella loro piccola casetta, lui
aveva droga e lo hanno portato in prigione.
Lei è sola con questi piccoli bambini, abita di fronte alla chiesetta
del villaggio, e i bambini vengono sempre a salutarci quando arriviamo. Il figlio maggiore fa qualche lavoro
saltuario. Luiza ci chiede di andare un
giorno nella sua casa per fare un incontro di preghiera. Ci fermiamo anche in
questo momento sulla strada per pregare insieme, e le diciamo che un pomeriggio
andremo per pregare nella sua casa.
A poche decine di metri abita Sandra, in una
casa dall’aspetto molto trasandato; un figlio piccolo, sporco e seminudo e
molto attivo si unisce a noi nelle nostre visite. Sandra è giovane, avrà 25-28
anni, con diversi figli e una situazione di miseria: è sporca, spettinata,
disordinata, scalza con i piedi neri. Anche lei sola con questi figli piccoli.
Un maschietto in età di scuola ( 10 anni mi pare) non va a scuola, preferisce
andare al pascolo con gli animali. A questa età ancora non sa leggere e
scrivere; nemmeno la madre sa ascrivere. Le diciamo che importante che i figli
vadano a scuola, per imparare a leggere e scrivere, e lei è d’accordo, ma non
sa che fare. Anche qui manca la figura paterna; chi è il padre o i padri di
questi figli? Tante donne sole con tanti bambini, vivendo in una situazione di
estrema povertà culturale ancor prima che materiale.
Mentre camminiamo una signora mi chiama dalla
sua casa. Quando arrivo mi dice: perchè non venite da me? Io non so cosa
rispondere, le dico che ora sono da lei e può parlare liberamente. Mi dice che
il gruppo della chiesa cattolica non va da lei perchè i figli grandi sono
protestanti, ma anche da lei ci sono dei bamini. La invito a rimanere serena,
anche i bambini della sua famiglia possono partecipare con gli altri.
Pian piano arriva la sera, ci spostiamo in
una altra zona: una giovane donna, che è malata, si muove a fatica per problemi
al collo e alla schiena, ha 4 figli piccoli... vivono in una casa minuscola,
due stanze mal fatte, hanno solo i mattoni delle pareti, la Tv e poco più. Lei
ci chiede anche aiuti alimentari. Il volto sofferente, sentiamo il peso della
disperazione. Ancora una donna sola, con tante difficoltà.
Una luce accesa in una altra casa, Aparecida
ha 8 figli, tutti minori, i più piccoli si aggirano completamente nudi, sorridendo.
Li invitiamo alla festa, sono in tanti in un ambiente povero ma sono sereni,
allegri.
Accanto una altra casa animata, con tanti
bambini. Davanti alla casa una signora sui trenta anni, che ha 5 figli, sulla
porta una adolescente di 16 anni, sua figlia, che a sua volta è madre di due
figli, uno di un anno e mezzo e uno di quattro mesi.
Persone che vivono con gli aiuti dello Stato per le famiglie povere. Spesso madri sole. In genere non ci sono situazioni di estrema miseria, perchè qualche aiuto arriva. Il problema forte è culturale. Frequentano la scuola saltuariamente o non frequentano, non imparano a leggere e scrivere, rimangono esclusi da tante attività... per questo il nostro Progetto “ Dançar à vida” per i ragazzi diventa un aiuto per fortificare l’impegno scolastico, per aiutare a lavorare in gruppo, per aumentare la autostima e la fiducia nella possibilità di crescere e realizzarsi nel bene. Un appoggio nella crescita culturale rispetta la dignità della persona.
Persone che vivono con gli aiuti dello Stato per le famiglie povere. Spesso madri sole. In genere non ci sono situazioni di estrema miseria, perchè qualche aiuto arriva. Il problema forte è culturale. Frequentano la scuola saltuariamente o non frequentano, non imparano a leggere e scrivere, rimangono esclusi da tante attività... per questo il nostro Progetto “ Dançar à vida” per i ragazzi diventa un aiuto per fortificare l’impegno scolastico, per aiutare a lavorare in gruppo, per aumentare la autostima e la fiducia nella possibilità di crescere e realizzarsi nel bene. Un appoggio nella crescita culturale rispetta la dignità della persona.
Qualche giorno dopo la visita, andiamo con un
gruppetto di giovani per un giorno di animazione, cantando, giocando, portando
piccoli regali. Tanti bambini si uniscono, spuntano da tutte le case del
villaggio. Ringraziamo il Signore per queste opportunità.
Su face-book ci sono alcune foto dei bambini
di Ipirazinho.
Don Gabriele Burani
lunedì 19 ottobre 2015
POLITICA E BRASILE
Segni particolari: LA POLITICA
Gianluca Guidetti
Vorrei fare una riflessione sul funzionamento
della macchina amministrativa brasiliana.
Nel governo Lula ci sono state molte cose che non
funzionavano bene. E tutt’ora, con Dilma, non funzionano. Basti pensare alla
politica monetaria intrapresa dal governo e alle alleanze tra partiti al
potere. Allo scarso investimento interno e all’assenza di un sistema fiscale
equo nonostante la riforma realizzata. Non parliamo della Riforma Agraria tanto
auspicata dai movimenti sociali e dei lavoratori rurali, ma praticamente mai
realizzata se si pensa che in dodici anni di governo PT (8 con Lula e 4 con
Dilma) è stato fatto meno di quello che ha fatto Fernando Henrique Cardoso
(PSDB) durante la sua presidenza.
Sottolineare solo gli aspetti positivi non
significa dimenticare quelli negativi che lascio, però, ad altre sedi.
Con Dilma al potere tutta una serie di
programmazioni di carattere preminentemente sociale ha avuto continuità o si è
messa in atto. Alcune si sono concretizzate, altre sono rimaste sulla carta in
attesa di essere messe in pratica. Come possiamo intuire la macchina politica è
sempre un qualcosa di complesso. È proprio il caso di dire che “tutto il mondo
è paese”. Quello che è accaduto, e accade in Italia lo si può ritrovare qui in
Brasile come in altri stati del mondo intero. Certi atteggiamenti e
comportamenti dei politici sono riscontrabili dappertutto. Io, con i quindici anni di Brasile ho potuto vedere
da vicino alcuni meccanismi nelle sfere del potere politico, sia legislativo
che esecutivo.
Curando, a Miguel Calmon prima e a Ruy Barbosa
dopo, la dimensione sociale ho avuto stretti contatti con le alte cariche della
città. Ho partecipato a moltissimi incontri pubblici nei quali erano presenti
oltre al Sindaco, il Presidente del Consiglio Comunale, vari Assessori e
Consiglieri. Ho seguito i lavori del Consiglio Comunale occupando più volte la
tribuna per parlare di tematiche come la privatizzazione dell’acqua, la riforma
agraria, lo sviluppo culturale, la mancanza di una politica integrale per
bambini e adolescenti. A volte sono stato costretto a rispondere “a tono” a
Consiglieri Comunali privi di qualsiasi informazione fondata che mi accusavano
di volere il male della città e del Sindaco di turno. Accusazioni, tra l’altro,
smentite non solo da altri Consiglieri Comunali, ma anche dal Sindaco stesso!
Ho viaggiato alcune volte insieme a due Sindaci (1)
di Miguel Calmon.
Grazie a loro ho potuto entrare dentro
all’Assemblea Legislativa di Salvador, conoscere personalità politiche di
spicco come il Presidente dell’Assemblea Legislativa della Bahia ed alcuni
Segretari di Stato (da noi sarebbero come ministri di governo) della Bahia. In
particolare ho lavorato con il Segretario della SECOMP (Segreteria per la lotta
alla povertà e alle diseguaglianze sociali), Clodoveo Piazza, italiano,
gesuita, scelto dal governatore Paulo Souto per guidare questa nuova
Segreteria. Ed anche con Carlos Brasileiro prima e Marta Morães Mota (nel Governo
Dilma) poi, che hanno occupato la stessa Segreteria de Piazza dopo gli scanali
che lo avevano colpito.
Partecipando alla vita politica di Miguel Calmon e
di Ruy Barbosa ho potuto vedere come attuano gli schemi di corruzione locali e
statali. Ho visto come funziona lo scambio tra Sindaci delle città dell’interno
baiano e deputati di Salvador per la conquista dell’elettorato della Bahia.
Arrivati a questo punti mi sembrano utili due
considerazioni di fondo:
a)
Tutti questi uomini politici fanno parte di uno
schema creato molto prima di loro e molto più grande di loro. Con questo non si
vuole dispensare nessuno dalle proprie responsabilità. Il sistema creatosi lungo gli anni di formazione, colonizzazione,
dittatura del paese-Brasile ha determinato meccanismi perversi che hanno
intaccato gli ambienti della politica, dell’economia ed anche quelli religiosi.
Lo stesso Sindaco di allora (vi parlo del 2004), soprannominato CACA (che ho
visto lavorare per otto anni con professionalità e competenza) mi ha detto una volta,
rispondendo a una mia critica sulla stretta connivenza sua con un politico
risaputamente corrotto: “ tu hai
ragione, ma io cosa ci posso fare...se non faccio così non ci arrivano i soldi
dal governo centrale per le opere sociali che ho in mente di realizzare...”.
Come dire vorrei imparare a distiguere tra corruzione voluta e corruzzione
subita, sempre che una distinzione sia possibile fare. Può sembrare
paradossale, ma penso che esistano persone che sono corrotte per necessità. Non
avrei mai pensato in questo modo se fossi rimasto fuori, se non fossi entrato
in certi ambienti del potere locale e statale e non avessi visto con i miei
occhi. Sono pochi, certo, ma ci sono politici che credono ancora nella politica
con la P maiuscola!
Non sono eroi, non hanno possibilità di cambiare il sistema, semplicemente non
accettano la corruzione, ma hanno imparato a conviverci cercando di trarne un
vantaggio per la propria città: questo è l’esempio del Sindaco CACA.
b)
La forza che può avere il popolo organizzato è impressionante!
A volte si ha paura di lanciare certe iniziative; ci si nasconde dietro la
scusa che tanto nessuno aderirà, che saremo in pochi e ci schederanno e poi ce
la faranno pagare cara. Era così quando abbiamo iniziato a lottare per la non
privatizzazione dell’acqua. Una battaglia politica! Nessuno a Miguel Calmon
voleva immischiarsi. All’inizio non è stato facile; il solo accenno al problema
faceva scappare le persone. Andare contro i politici? Meglio di no! Fare
campagna pubblica contro la posizione del governo locale? Rischio di perdere il
posto di lavoro! Occupare la tribuna nel Consiglio Comunale per denunciare
l’assurdità di certe leggi comunali a favore della privatizzazione? Paura di
ripercussioni! Alla fine, però ci siamo riusciti. Iniziando a coivolgere alcuni
giovani siamo arrivati a creare un gruppo forte di pressione che ha riempito la
sala del Consiglio Comunale chiedendo l’abrogazione (dietro presentazione di
più di 1.200 firme) della legge comunale che autorizzava il gestore pubblico dell’acqua
(EMBASA) a vendere a privati (anche stranieri) quote di maggioranza della
propria impresa.
Una lezione di educazione civica! Forse una possibilità, anche se piccola,
che questa gente semplice ha contro i poteri corrotti. Un esempio da seguire
per altre questioni altrettanto importanti come la Riforma Agraria ,
le infrastrutture di base di una città, l’educazione di qualità.
(1) José Ricardo Leal Requião,
soprannominato e conosciuto da tutti come CACA e che ha gestito
l’amministrazione di Miguel Calmon per dodici anni (due mandati consecutivi dal
1997 al 2004 e uno dal 2008 al 2012). Humberto
Miranda Oliveira, Sindaco della città dal 2004 al 2008.
lunedì 7 settembre 2015
LE STRADE DELLA BAHIA: UN RITORNO AL PASSATO
Gianluca Guidetti
La Bahia possiede ancora alcuni tratti distintivi che lo identificano e lo
rendono oggetto di “attenzioni
missionarie”. Queste ‘piaghe
sociali’ rendono ancora più marcante la necessità di una presenza attiva e
attenta sul territorio. Ho chiamo queste piaghe “Segni particolari” pensando all’effetto che
hanno sulla gente.
Gli articoli che seguono racconteranno un po’ di queste piaghe perché ci si
possa fare un’immagine della Bahia che tenga conto non solo dei grandi fenomeni
di sfruttamento e miseria che i midia (anche quelli più seri e professionali)
ritraggono: sfruttamento dei bambini, prostituzione e turismo sessuale, fame e
povertà materiale, favelas e megalopoli, crisi delle strutture scolastiche
(nonostante alcune belle esperienze come le EFA) (1) e della sanità.
Vorrei cominciare dalle strade.
Come si sa le vie di comunicazione sono una delle cose più importanti di
una Nazione, di uno Stato, di una Città. Immaginiamo di dover arrivare a Roma,
a Milano, a Napoli, a Venezia senza strade o per sentieri di montagna. La
qualità di una strada condiziona senza dubbio lo sviluppo economico, sociale e
demografico di un popolo.
Se la maggior parte dei luoghi turistici fosse di difficle accesso non
sarebbero così frequentati e conosciuti e, forse, perderebbero d’interesse.
Le vie di comunicazione sono anche elementi strategici. La storia ce lo
insegna bene. Sono fonte di benessere o di malessere per le persone che, tutti
i giorni, devono percorrere chilometri e chilometri; con chi si vede costretto,
per lavoro o per altre necessità, a spostarsi dai luoghi paterni.
Le strade della Bahia, nonostante una riforma recente fatta durante il
governo di Jaques Wagner (2005-2012), sono tornate ad essere acora per buona
parte un disastro! Non ci vuole molto per accorgersene a proprie spese.
La famosa BR 324 (sopra) e la BA 131 di nuovo in condizioni impressionanti.
Arrivando in aereo o in nave a Salvador non si percepisce quello che offre
l’interno di questo Stato così depredato da politici e uomini d’affari.
È solo lasciando la fascia altlantica di bosco ciliare ed addentrandosi nel
“poligono della secca”(2) che si inizia a fare i conti con la realtà baiana,
una delle realtà più povere e sfruttate che offre questo paese-Brasile.
Strade federali, strade statali, strade comunali...non ci sono molte
differenze!
Tutte piene di buchi, grossi buchi che sembrano crateri.
Chi ha fatto ciò? La pioggia, il vento, il freddo, i molti, moltissimi
camion e autoarticolati che ogni giorno percorrono queste arterie del paese.
L’asfalto? Va bene parliamo pure di asfalto. Uno, due centimetri al massimo
e senza ghiaia sotto. Invece di tre o quattro strati di ghiaia che
assicurerebero una tenuta del manto stradale e una stabilità molto maggiori;
troviamo lunghissimi pezzi di strade con asfalto di pessima qualità e dalle
dimensioni ridicole.
La strada statale (BA 131) che congiunge i Comuni di Piritiba e Miguel
Calmon era una di quelle ancora in buono stato. Dalla foto si può notare
l’assenza quasi totale della ghiaia tra la terra e l’asfalto che renderebbe più
stabile il manto stradale.
Le strade, di sicuro quelle della Bahia, sono state la fonte principale di
arricchimento di molte persone. Imprese private del settore hanno fatto
migliardi con licitazioni pubbliche pilotate da politici corrotti e senza
scrupolo.
Il gioco è tanto semplice che perfino il campesino(3) più analfabeta è riuscito a decifrarlo e a capirlo.
Tutto inizia la nelle sale del potere: il Governo dello stato, le Assemblee
legislative, i Comuni(4). Spesso si parte dal livello federale (Senato o
Assemblea Legislativa) e si arriva fino alla porta del politico locale. Il progetto
di legge di costruzione, riforma, risitemazione di una strada viene presentato
e votato.
Si sceglie, via licitazione publica, l’impresa appaltatrice. Quella amica
del politico che ha proposto la legge e che si riserverà di chiedere una buona
tangente all’impresa costruttrice. Proposta, votazione, gara di appalto
terminate. Valore dell’opera........
L’impresa lucra sul materiale (qualità e quantità) perché deve pagare le
tangenti al politico federale (e annessi burocrati), al politico statale ( e annessi
burocrati) e al politico locale (e annessi burocrati). E chiaramente deve
guadagnarci e molto bene!
Quello che resta da questa sottrazione senza fine è quello che si trasforma
in strada. La manutenzione e conservazione successiva non fanno parte del
contratto e, perciò, restano a discrezione del politico che le userà come
materia per ottenere voti nell’ora delle prossime elezioni. Solitamente,
infatti, le strade sono riassettate in epoca elettorale.
Ad ogni due anni in questo paese Brasile ci sono elezioni. Si alternano tra
Governatori, Senatori, Deputati e Presidente della Repubblica da un lato e Sindaci
e Consiglieri Comunali dall’altro. Potremmo fermarci qui senza farci la
fatidica domanda sul perché tutto è così. Una piccola spiegazione, però, io la
voglio lasciare e perciò la duplice domanda la propongo: perchè le strade sono
degli enormi groviera svizzeri e perché non c’è la ferrovia in questo stato(5)?
Tento due spiegazioni per entrambe le domande. Le strade. In primo luogo dobbiamo pensare ad una relazione molto
stretta, stretissima tra potere politico ed economico. Insomma capita quello
che siamo abituati a vedere in Italia ed in molte altre parti del mondo.
L’Economia Politica ha ceduto il posto,
da tempo, alla Politica Economica. La relazione, infelicemente, nasce già
viziata e col passare del tempo si deteriora sempre di più fino a diventare
cronica e generazionale. Chi entra in certi centri di potere o si lascia
corrompere o se ne va.
La Bahia si è prestata molto al gioco di politici corrotti e senza scrupoli
come il senatore Antonio Carlos Magalhães, conosciuto da tutti con la sigla del
suo nome che ancora oggi mette una certa paura: ACM. Del resto per chi viene in
Bahia non è difficile rendersi conto del potere che esercitava e esercita
quest’uomo, già defunto. Basta solo prestare attenzione a quante città hanno
strade, monumenti, biblioteche, opere pubbliche che portano il suo nome o
quello del figlio (morto per cocaina mentre faceva footing). Una città vicino
allo stato del Tocantins ha deciso di cambiare nome passando da Mimoso a Luis
Eduardo Magalhães (il figlio di ACM). I fortissimi legami tra politici e
impresari continuano a generare un sistema di potere che produce esclusione e aumenta
il divario tra classe ricca e classe povera. La classe media è costretta a
lottare per entrare a far parte dei ricchi o cadere in basso andando ad
ingrossare le file dei poveri. Così le imprese asfaltatrici hanno fatto i
soldi, costruendo strade di pessima qualità a scapito dei cittadini che pagano
le tasse. La strada statale che conguinge Piritiba a Mundo Novo, usata spesso
per andare a Ruy Barbosa era molto pericolosa per la vita delle
persone......... ed anche quella delle automobili! Oggi la situazione è ben
migliore. Altro aspetto è quello politico. In campagna elettorale le promesse
di risistemare le strade, migliorare le vie di comunicazione e di accesso alle
città diventano quasi un passaporto per la conquista di voti e la vittoria
sull’avversario. Immaginiamo poi se le promesse, vicino alle elezioni, si
trasformano in azioni concrete visibili dalla povera gente attraverso spot
televisivi e giornali locali. Il successo di elezione o rielezione è
assicurato. La ferrovia. La Bahia
potrebbe risolvere molti dei suoi problemi con una buona rete di trasporto
ferroviario. Il problema è che se la ferrovia riesce a svilupparsi all’interno
dello stato e diventare un significativo mezzo di trasporto di merci e persone
potrà pregiudicare fortemente interessi economici di molti soggetti. Basti
pensare solo alle case costruttrici di automobili(6), alle case costruttrici di
pneumatici, alle grandi multinazionali del petrolio (Petrobras, Esso, Shell,
Ipiranga, Texaco per citarne alcune presenti nella Bahia). Loro non vogliono la
ferrovia!
Se poi ci mettiamo il fatto che politici come i nostri ACM nonno e nipote,
attualmente sindaco di Salvador con intenzionoe di rieleggersi nel 2016, sono
amici di quest’ impresari(7) il gioco è fatto. Insomma la ferrovia non interessa
ai politici, non attira voti e rischia a lungo termine di riavvicinare le
classi sociali. Altro fattore che determina la scarsa rete ferroviaria baiana è
la mancanza d’investimenti nel settore energetico capaci di sostenere alti
consumi come quello ferroviario. La Bahia, nonostante abbia fonti interne come
le centrali idroelettriche di Paolo Alfonso e Sobradinho (che sfruttano il
fiume San Francisco) deve importare energia dall’esterno. Un potenziamento e
miglioramento della rete energetica per fini di trasporto non rientra ancora
nemmeno nei piani dei politici attuali. Chissà se nel futuro le cose potranno
cambiare. Qui ci speriamo sempre!
(1) EFA: Scuola Famiglia Agricola. È una realté molto bella importata dalla Francia. Opera di un prete
gesuita che ha dato vita ad un insegnamento fatto di teoria e pratica dentro
all’ambiente agricolo. Nella Bahia è stata introdatto da un gesuita italiano
nella seconda metà del novecento. Si basa sul principio pedagogico
dell’alternanza. Gli alunni passano un periodo (solitamente quindici giorni)
nella scuola (che è anche dormitorio, luogo di sport, di ricreazione e di vita
quotidiana) e un periodo a casa dove cercano di mettere in pratica quello che
hanno appreso a scuola. Le EFA sono un aiuto contro lo spopolamento delle
campagne, un fenomeno che anche in Brasile ha raggiunto, nei decenni passati,
proporzioni preoccupanti (per avere una idea migliore si veda la tabella 3).
Gonfiando le grandi città di persone in cerca di un lavoro l’esodo rurale si è
rivelato, nella maggioranza dei casi, una trappola mortale per giovani e adulti
costretti a durissime condizioni di lavoro per poter solo sopravvivere. Oggi il
mercato del lavoro è saturo anche nelle grandi città o, almeno, non è più come
una volta quando riusciva a soddisfare la domanda di lavoro. Per questo si
stanno cercando soluzioni che aiutino a non abbandonare il proprio paese di
origine. Nella nostra Diocesi di Ruy Barbosa sono presenti EFA a Ruy Barbosa,
ad Andarai, a Colônia (vicino a Itaetê) a Pintadas.
(2) Poligono della secca : è un’area che comprende gli
stati della Bahia, del Sergipe, del Pernambuco, del Cearà e una parte del Minas
Gerais. Si caratterizza per l’enorme percentuale di siccità unita ad una
vegetazione povera. Predomina il mandacarù che è una pianta appartenente
alla specie dei cactus (Cereus Jamacaru) e la più caratteristica della caatinga
nordestina. Viene usata molto nell’alimentazione del bestiame in tempo di secca.
Per questo è diventato il simbolo nazionale della Bahia.
(3) Campesino: fa parte di tutte quelle
parole come campesinho, camponês, campestre che indicano appartenenza alla
campagna, al rurale.
(4) Non mi sembra il caso qui di spiegare la
struttura costituzionale dei tre poteri: Legislativo, Esecutivo e Giudiziario.
Può essere utile solo sapere che in Brasile la forma repubblicana federativa è
costituita da 26 Stati ed un Distetto Federale. Nell’Esecutivo in ogni
Stato c’è un Governatore con i suoi Segretari (tipo ministri). Ci sono poi le
Prefetture (che sono come i nostri Comuni o Municipi). Nella Bahia ci sono 417
Prefetture con rispettivo Prefetto (Sindaco). Nel Legislativo in ogni
Stato c’é un’Assemblea legislativa (Parlamento) di deputati e in ogni Municipio
c’è una Camera di Vereadores (Consiglio Comunale). Il Prefetto possiede ampi
poteri dentro alla sua giurisdizione. Mi fermo qui.
(5) Il sitema ferroviario, in verità, esiste anche
nella Bahia. È limitato alle zone costiere o di prossimità con la costa. Non ho
dati attuali per dire come funziona e se riesce ad essere competitivo con
quello stradale (per esempio nel trasporto merci); in ogni caso dubito che lo
sia.
(6) Le auto costano molto più di una casa! Una
FIAT modello base costa circa 25.000,00 reais (6.250 euro) e un GOLF normale
costa 35.000,00 reais (8.750,00 euro). Con 15.000,00/20.000,00 reais ti
costruisci una casa dignitosa. Chi possiede un auto è una persona di buone
condizioni economiche anche perché dopo averla comprata bisogna mantenerla.
L’IPVA (Imposta annuale sul possesso dell’auto) è del 2,50% sul valore di
mercato dell’auto. Pensiamo che un
salario minimo lordo è di 788,00 reais !!! Un pneumatico nuovo costa 285,00
reias, più di un terzo di salario minimo! E potrei portare esempi a non
finire...
(7) È risaputo che se il senatore ACM non fosse
stato rieletto senatore nel 2000 sarebbe andato ad occupare il posto di presidente
della FORD-Bahia.
mercoledì 15 luglio 2015
Carta de junho 2015
Wagner, 14 de
julho 2015
São
Boaventura
Ciao a tutti,
chiedo scusa per questi mesi de silenzio, mas il tempo passa veloce
e delle volte non ci si dá conta che dall’ultima lettera sono passati 2 mesi;
mas que fazer, tento de recuperare facendo memória di quello che é accaduto
durante questo período. Con certezza una delle cose che piú ha marcato questo
período é stata la morte repentina de Luciele, logo depois della domenica
passata em Pintadas dove tutta la diocesi si era incontrata per dare un forte
grido a favore della vita, denunciando lo sterminio della gioventú; ci ha colti
de sorpresa la sua morte e per un tempo, e anche adesso, non mi sembra vero que
sia accaduto. Se né andata in punta di piedi, senza fare fracasso e senza
disturbare, em silenzio; tanto que questo silenzio dopo la sua morte si percebe
em casa ancora oggi, lei che difficilmente rimaneva in silenzio, mas era sempre
al centro di tutto. Mas bisogna ringraziare il Signore per il tempo che ce l’ha
data e per il segno indelebile che ha lasciato nel cuore di tante persone.
a fotografa…. |
In
Wagner abbiamo avuto l’invio dei ministri, che durante lo scorso anno si sono
preparati con vari incontri; la chiesa di Ruy Barbosa si definisce una chiesa
de Cebs e ministeriale, per questo la presenza dei vari ministeri é
fondamentale per il cammino delle comunitá e delle parrocchie; era un gruppo di
20 persone, tutte donne, di varie comunitá della cittá e della roça. Il vescovo
dom André é venuto per presiedere questo momento avvenuto nell’ultima domenica
de maggio. É sempre molto bello vedere persone che si assumono la responabilitá
de mettersi a servizio delle comunitá. Sono stati conferiti 4 ministeri;
ministri della Palavra, ministri della Eucarisitia, ministri della visita e
ministri della Speranza, cioé quelli che celebrano i funerali, ou che vanno
nelle case dei defunti per fare un momento di preghiera. Una cosa che stupisce
é il fatto che non ci sono uomini che si assumano questa responsabilitá; la
chies aqui da noi é sempre mais femminile e questo dovrebbe fare riflettere a
livello ecclesiale....kkkkkkk
Con Lindalva... |
Il mese de junho comincia sempre con la trezena
di S.Antonio em Ruy Barbosa, dove siamo invitati a presiedere una notte insieme
com gli ospiti della casa; e come di consueto, il 10 de junho, festa della
cattedrale, i seminaristi ricevono i ministeri, de accoliti e lettori.
Quest’anno hanno ricevuto questi ministeri due giovani, Roquelino di Ruy
Barbosa che é diventato accolito e, se Deus quiser, il prossimo anno sará
ordinato sacerdote, e Valmir di Ipirá é diventato lettore. Sono piccoli segni
che peró danno speranza di vita e di trasformazione del cammino diocesano;
attualmente c’é um gruppetto di giovani vocazionati che stanno camminando per
entrare in seminário. Le feste junine caratterizzano poi l’intero mese, le
satrade si riempiono di bandierine colorate, davanti alle case appaiono le
cataste de legna che saranno bruciate la notte de S.Giovanni e i vari cibi
caratteristici riempiono le tavole e la case della gente; nelle piazze si
danzano le quadriglie (tipici balli di S.Giovanni) e i carri di son invadono le
strade a ritmo de forró (musica típica...). Cosa ci sia di religioso in tutto
questo, a volte é bem difficile capirlo, mas la gente si incontra, le familie
voltano dalle cittá per venire a trascorrere questi giorni di festa con i
parenti e le scuole sono chiuse per le vacanze invernali....
Il mese di julho é mese di “missione
diocesana”, che quest’anno é avvenuta in Itaberaba, nome índio che significa
“Pietra Brillante” perché arrivando in cittá, sulla strada che arriva di
Salvador, si incontra questa enorme roccia che al calar del sole si illumina.
Itaberaba é la cittá piú grande della nostra diocesi, com 65.000 abitanti, dei
quali 40.000 nella cittá e 25.000 nella zona rurale; cittá che stá aumentando
con tutte le problematiche dell’urbanizzazione selvaggia, cioé senza
planejamento e senza nessun piano urbanístico. Molto presente il traffico di
droga e prostituzione e con questo un alto numero di omicidi, specialmente di
giovani. Io sono stato nella campagna in una comunitá que si chiama de
“Patata”, mas niente di patate, probabilmente quando cominció la fazenda
piantavano patate, mas adesso questo non avviene.
Comunitá di BATATA…. |
La comunitá é bem povera, sia
economicamente, socialmente e a livello religioso; siamo stati ospitati, io e
Oscar un seminarista del propedêutico, in casa de Dona Janira, la vecchia
professora che ha dato aula a tutte le persone di quella regione e che conosce
tutti. Lei é anche la líder della comunitá, insieme che altre donne che fanno
parte della stessa família di Janira. Come sempre la missione é um momento di
grazia e de incontro, com persone e realtá differenti che ti mettono di fronte
e situazioni particolari; noi abbiamo camminato molto a piedi, visitando le
famiglie distanti e in luoghi difficili da raggiungere. Una cosa che mi ha
impressionato é stato l’impegno dei pochi giovani che per andare a scuola
devono svegliarsi alle 4,30 della mattina, fare um pezzo di strada a piedi, poi
prendere uma macchina e arrivare in un povoado dove salgono sull’ônibus per
raggiungere Itaberaba; depois voltando la stessa cosa. Con certezza quando
terminano la scuola non rimarranno in Batata....
Dona Janira nella casa Paterna. |
Per finire, stiamo celebrando il novenario
della festa de Nossa Sehnora do Carmo em Wagner e Lajedinho; momento sempre
molto animato e participato da molte persone che normalmente non sono presenti
nella vita comunitária mas che ci tengono a essere presenti nella festa. Quis
ta piovendo e la gente é molto contenta, perché erano anni che non succedeva un
inverno con tanta poggia. Uma boa festa do Carmo em Fontanaluccia e um grande
parabéns a todas as Carmelitas menores da Caridade, um abraço pe.Luis.
lunedì 6 luglio 2015
sabato 30 maggio 2015
LE PASTORALI SOCIALI: UNA SCELTA DELLA DIOCESI DI RUY BARBOSA
La Diocesi di Ruy Barbosa, per
quel che la conosco da quando ne sono entrato al servizio nel gennaio del 2001,
ha sempre mostrato una forte componente sociale. Questa caratteristica, que le
è rimasta fino ad oggi, non è così presente in tutte le altre diocesi del
Brasile. Si sà che l’impronta pastorale viene data dal vescovo locale, nel
rispetto e nei limiti delle regole e delle norme che la Conferenza Episcopale
Brasiliana (CNBB) si è data nel corso del tempo. Regole e norme che hanno
recepito l’influsso positivo dei documenti prodotti dal Conciio Vaticano II e,
con ancor maggior forza, dei documenti scaturiti dalla cinque Conferenze
Latinoamericane (Rio de Janeiro, Medellín, Puebla, Santo Domingo e Aparecida).
La dimensione sociale della
nostra Diocesi sorella qui in Brasile possiede alcune caratteristiche che provo
a sintetizzare, per poi descrivere quelle che sono le Pastorali Sociali più
importanti.
La presenza di un gruppo di
missionari preoccupati con la realtà sociale e politica credo sia stata
determinante per direzionare le scelte pastorali degli ultimi 15 anni. Un
vescovo belga, Andrè de Witte, una coordinazione diocesana composta dai frati
francescani Luciano Bernardi (italiano) e Dito Ballio Prado (brasiliano) prima
e suor Terezinha Maria Foppa (brasiliana) poi, hanno influenzato di forma
significativa e permanente l’assetto pastorale della Diocesi di Ruy Barbosa. I
problemi della Riforma Agraria, delle persone di ceto medio basso senza terra,
senza lavoro e senza casa di scelte economico-politico non popolari fatte dai
governi brasiliani di turno, delle questioni ambientali, sono stati ritenuti
una priorità dell’ambito sociale, anzi la principale priorità alla quale dare
risposta attraverso le azioni pastorali pensate ed intraprese dalla CPT
(Commissione Pastorale della Terra) oggi divenuta CPT-A (Commissione Pastorale
della Terra e dell’Acqua).
Senza voler entrare nel cammino
storico che le ha portate fino a Ruy Barbosa, vediamo quali sono le principali
Pastorali Sociali presenti in Diocesi e di cosa si occupano.
Pastorale della Terra e dell’Acqua. È la
principale Pastorale Sociale presente nella Diocesi di Ruy Barbosa. Sono molti
gli ambiti di cui si occupa; tra i più importanti distacco: La Riforma Agraria,
la gestione dell’acqua, il lavoro sottopagato e schiavo, la condizione della
donna contadina, le questioni dell’ambiente e dell’ecologia, la difesa dei
diritti umani e la formazione etica e civica delle persone, la tutela delle
popolazioni locali: indigeni e quilombolas (negri di origine africana).
Il problema della Riforma
Agraria è molto antico e di difficile soluzione. Problema
político! Varie ondate di colonizzatori stranieri (portoghesi, italiani,
olandesi, francesi, cinesi, giapponesi e polacchi) hanno fatto fortuna con le
terre brasiliane. Molti di loro, insieme a ricchi proprietari brasiliani,
usavano, e usano tutt’ora, il sistena del “grilagem”
(che consisteva nel collocare in bauli o cassetti chiusi per vari giorni,
documenti di proprietà del terreno falsi e appositamente redatti con date molto
antiche. Insieme ai documenti venivano introdotti tipi di larve o grilli che
rendevano giallognoli i fogli dando l’impressione di essere veritieri e
antichi). Ancora oggi in Amazzonia questo sistema illegale è usato per
appropiarsi di terre pubbliche con finalità speculative e di sfruttamento delle
risorse naturali. In questo modo il Brasile si è conquistato uno dei primi
posti in materia di distribuzione disuguale della terra (e delle ricchezze....).
Accanto a migliaia di persone senza terra troviamo famiglie di ricchi latifondisti
che possiedono territori vasti come il Belgio o l’Emilia Romagna.
La CPT-A affronta questo
problema aiutando le persone che invadono la terra in funzione di poter
riceverene un pezzeto per coltivare e costruire la casa. Due forme di azione:
accampamenti e assentamenti. Accampati sono quelli che entrano in terre di
altri e iniziano il processo, lungo e doloroso, per arrivare ad ottenere la
proprietà. Assentati sono coloro che hanno già ottenuto dall’INCRA (Organo del
Governo Brasliano che si occupa della colonizzazione agricola) il diritto di poter rimanere sulle terre. La
CPT-A ausilia, aiuta, accompagna le pratiche ed i processi offrendo i servizi
gratuiti di un avvocato competente su queste questioni.
La gestione dell’acqua. Altra situazione molto delicata e pericolosa. L’acqua del Brasile fa
gola a molti. L’acquifero “Guarani” è
il secondo più grande serbatoio di acqua dolce del mondo. Passa sotto a otto
(dei ventisei) stati della federazione brasiliana continuando in Argentina,
Uruguai e Paraguai. Possiede una estensione di 1.200.000 Km²! Da 2.500 anni
soddisfa le esigenze della popolazione brasiliana. Ma non è solo questo l’ “oro
azzurro” che il continente giallo-verde possiede. Dalle nostre parti il fiume
São Francisco passa per 5 stati della federazione e per 521 municipi. È il
quinto maggior affluente del Brasile con 3.180Km. Nello Stato della Bahia il fiume forma una
ripresa (nel comune di Sobradinho) che genera energia elettrica per migliaia di
persone. Molti pescatori vivono grazie alla presenza del fiume che, sin dal
governo Lula, è stato oggetto di dispute politiche legate al progetto di
trasposizione del proprio letto. Un progetto faraonico che finirà per
beneficiare i ricchi proprietari terrieri. Pescatori e popolazioni indigene
stanno soffrendo per queste decisioni politiche che smuovono ingenti somme di
denaro. La CPT-A sempre si è opposta a questo progetto. Anche nella nostra
Diocesi sono state fatte manifestazioni, campagne, incontri per impedire la
trasposizione, ma non sono serviti. Neanche lo sciopero della fame del vesovo
Luis Cappio della Diocesi di Barra ha prodotto effetti. Aveva costretto il
presidente Lula a sospendere i lavori, poi ricominciati a ritmi velocissimi per
recuperare il tempo perduto.
Il lavoro sottopagato e
schiavo. Una delle azioni della CPT-A di Ruy Barbosa è
quella di aiutare i lavoratori della terra che sono entrati nel giro del lavoro
schiavo. Lontani da casa, in proprietà rurali (fazende) dove le condizioni di
igiene sono pessime, non possono ucire senza il permesso del loro datore di
lavoro (il signore della terra di turno). Usano quasi tutto il salario per
pagare lo spaccio (interno alla fazenda) comprando alimenti e cose per l’igiene
personale. Non sono registrati per cui non vengono raccolti contributi
pensionistici ne di fine rapporto. Insomma vengono privati dei diritti
elementari nel momento che accettano il lavoro ed entrano nella fazenda. Nel
momento che vogliono uscire, ritornare a casa, cambiare lavoro, vengono
minacciati di morte dai sicari dei proprietari terrieri. La CPT-A li appoggia
preparando (con l’aiuto di avvocati) le denuncie e inviandole alle autorità
competenti.
La condizione della donna
contadina. Tutte le donne sono soggetto di attenzioni e
premure per la CPT-A, ma quelle che lavorano e abitano nelle campagne lo sono
in modo particolare. Molto spesso sfruttate, abbandonate, vittime di uomini senza
scrupoli creati senza principi e valori, soffrono in silenzio per paura di
ritorsioni e vendette, addirittura dei propri mariti. Lavorano in casa senza
sosta, nei campi durante tutta la settimana, senza salario, senza
riconoscimenti, senza futuro. Di esse la CPT-A si occupa offrendo corsi di
formazione, informazioni sulle condizioni di lavoro domestico e nei campi,
assistenza nel momento di richeidere visite ed esami medici.
Le questioni dell’ambiente e
dell’ecologia. Questi temi sono entrati a
far parte dell’agenda politica della CPT-A in modo intensivo da non molto
tempo. Vorrei da subito chiarire che non si tratta di una scelta forzata dalle
pressioni esercitate sulla Teologia della Liberazione. Di fatti in questi anni
molti teologi, tra i quali Leonardo Boff, per evitare attacchi frontali su
vecchie tematiche introdotte dalla Teologia della liberazione, hanno preferito
spostare il centro delle loro analisi teologiche e pastorali sull’ecologia e
sull’ambiente. Non è un’impostazione alla Teillard de Chardin (la Messa sul
mondo con la terra come altare), ma sono riflessioni che vogliono attirare
l’attenzione sui grandi rischi che il pianeta terra sta correndo. Rischi dovuti
all’azione dell’uomo contro la natura ed i sistemi ambientali che ci
circondano. La CPT-A è attenta, più che alla componente teologica, alla
ortoprassi. In Diocesi si sono verificati casi concreti di multinazionali
venute con l’intenzione di depredare intere aree forestali ou, come successo a
Miguel Calmon (zona di Itapura), di scavare intere colline lasciando un
paesaggio irriconoscibile senza possibilità di recupero. Il lavoro che portano
queste grandi imprese non compensa la distruzione dell’ambiente.
La difesa dei diritti umani e
la formazione etica e civica delle persone. Altro
campo di azione di questa pastorale è rappresentato dalle varie attività
formative per le classi sociali più deboli e esposte alla violenza. Diritti
calpestati o non fatti valere per ignoranza delle leggi, informazioni utili per
i piccoli agricoltori, gli assentati e gli accampati sono oggetto di corsi di
formazione, incontri, seminari organizzati dalla CPT-A. Con un calendario
annuale, questi incontri si svolgono al CTL di Ruy Barbosa e coinvolgono, in
alcune circostanze, altre pastorali.
La tutela delle popolazioni
locali: indigeni e quilombolas. Per finire
questa carellata, ma non esaurire le attività della CPT-A, bisogna ricordare
che la Bahia è territorio di molti popoli indigeni. Vivono in questo Stato
(grande 2,8 volte l’Italia) 14 tribù indigene.
Ci sono anche vari quilombos, ovvero,
raggruppamenti di negri che ricordano i villaggi nascosti construiti dagli
schiavi che riuscivano a fuggire dalle piantagioni dei signori della terra
all’epoca coloniale. Le principali comunità
Quilombolas da Bahia sono:
Comunità Remanescente de Quilombo de Barra Bananal e Riacho das Pedras, Rio de Contas,
740 abitanti, 1.339,28 há. Comunità
Remanescente de Quilombo de Mangal e Barro Vermelho, Sítio do Mato, 295 abitanti,
7.615,16 há e Comunità Remanescente de
Quilombo de Rio das Rãs, Bom Jesus da Lapa, 300 famílias,2.7200 há.
Dopo aver sfruttato la loro
mano d’opera nelle piantagioni, dopo aver tolto loro la terra, adesso il ricco
proprietario terriero cerca di evitare che organismi come la CPT-A si occupino
di far riavere agli indiani le loro terre di origine o di tutelare i loro
diritti. E questo vale anche per le popolazioni nere che rivendicano territori
che possedevano da tantissime generazioni, rubati a loro col metodo del
grilagem. La cosa più bella è vedere che, a volte, la giustizia fa il suo corso
e ritornano sulle terre degli antenati tribù ed etnie dal sapore africano
facendoci conoscere culture antiche piene di immagini e segni che ci riportano
alle storie dell’Antico Testamento, alle usanze dei popoli della Bibbia. O alla
semplicità e dolcezza di san Francesco dove la madre terra, potentemente
rispettata dai popoli indigeni, era qualcosa di sacro per la quale lodare e
ringraziare il Signore.
La Pastorale dei Bambini. La seconda
pastorale Sociale in ordine di presenza capillare nella Diocesi di Ruy Barbosa
é la Pastoral da Criança (Pastorale
dei Bambini). Personalmente non conosco molto bene la sua organizzazione. La
troviamo in molte Parrocchie della Diocesi. La sua marca é questa.
Non é difficile tradurre il
versetto di Giovanni 10,10. La Pastorale dei Bambini è un organismo per
l’azione sociale della CNBB. Fonda la sua attuazione nell’organizzazione della
comunità e nella formazione e tirocinio dei “liders volontari” che vivono nella stessa comunità con l’impegno di
orientare e accompagnare le famiglie vicine. Le azioni principali di questa
pastorale abbracciano le aree della sanità, educazione, nutrizione e educazione
civica. L’obiettivo è lo sviluppo integrale del bambino e, indirettamente,
quello della famiglia e della comunità. Cerca di evitare la morte prematura del
neonato con corsi preparaotri per le mamme, informazioni attraverso campagne
pubblicitarie sull’allattamento materno, i rischi nei primi anni di vita del
neonato e fino a sei anni di vita. Fondata nel 1983 nella città di
Florestópolis nello stato del Paraná, dalla dottoressa pediatra Zilda Arns
Neuman con l’ausilio dell’allora arcivescovo di Londrina, oggi cardinale,
Geraldo Majella Agnelo, giá arcivescovo di Salvador nella Bahia. È presente in
tutti i 26 stati della federazione del Brasile e in 17 paesi dell’Africa, Asia,
Amarica Latina e Caraibe. Nella nostra Diocesi è articolata da suor Angelina
Marttini e la troviamo, come già detto prima, in quasi tutte le Parrocchie.
La Pastorale del Minore. Molta più
familiarità e conoscenza posso trasmettervi parlando della Pastoral do Menor
(Pastorale del Minore). Sin dal mio arrivo in Brasile nel 2001 ne sono venuto
in contatto e giá all’inizio del 2002 facevo parte della Coordinazione
Regionale Nordest III (che pastoralmente lavora negli stati della Bahia e del
Sergipe). La sua marca è questa.
Nata intorno al 1967 con
azioni pastorali sporadiche nella città di San Paolo organizzate dall’allora
vescovo Luciano Mendes de Almeida (la cui causa di beatificazione è già in
andamento), considerato il padre di questa pastorale. Nel 1987, durante la
Campagna della Fraternità (un’attività pastorale che si svolge nel mese di
marzo) che aveva come slogan “Chi accoglie
un minore accogle me” la Chiesa Brasiliana ha dato un impulso maggiore al
problema dei bambini e adolescenti in situazione di rischio. Di fatto a partire
da questa momento la Pastorale del Minore (da adesso la chiameremo
semplicemente PAMEN) ha iniziato a strutturarsi in vera a propria pastorale
sociale. Cinque dimensioni fondamentali caratterizzano la PAMEN:
Socio-trasformatrice, Pedagogica, Profetica, Politica e Religiosa. Quattro
linee portanti la sorreggono: Mistica (ovvero la forza spirituale attinta dalla
Parola di Dio, dall’Eucarestia e dalla Grazia di Dio); Giustizia (realizzata
seguendo l’esempio di Gesù Cristo); Solidarietà (gesti concreti di aiuto al
prossimo, bambini e adolescenti a rischio); Organizzazione (divisione
territoriale uguale a quella della CNBB, per Regioni, Regionali e Diocesi).
Per sapere come opera
concretamente bisogna conoscere le sue Aree di Azione che sono quattro;
1. Bambini e Adolescenti poveri e in situazioni di rischio;
2. Adolescenti che hanno commesso crimini;
3. Famiglie;
4. Politiche Pubbliche di promozione e difesa dei Diritti dei Bambini e
dgli Adolescenti;
Nella Diocesi di Ruy Barbosa
la Pastorale del Minore è attiva sin dal 1997. Ha senpre lavorato in sintonia
con le direttrici nazionali e regionali nelle aree 1 e 4. Da qualche anno ha
iniziato ad occuparsi delle famiglie dei bambini e adolescenti che venivano
seguiti nei centri di appoggio. Non ha mai lavorato con adolescenti che hanno
commesso crimini (omicidi, furti, vandalismo, droga, stupro...).
Dal 2005 un’associazione
austriaca aiuta la PAMEN a mantenere aperti progetti in alcune Parrocchie,
inviando fondi per comprare material e attrezzature sportive. Anche dal Governo
dello stato della Bahia e dai comuni di Ruy Barbosa e Várzea do Poço siamo
riusciti ad avere risorse da usare per i progetti con bambini e adolescenti
sotto la gestione della PAMEN. Oggi la pastorale è presente anche dentro i
Consigli Municipali dei Diritti dei Bambini e degli Adolescenti, nel Fórum
Municipale dei Diritti dei Bambini e degli Adolescenti (uno spazio aperto a
tutta la società civile, democratico, e organizzato dove si affrontano le
problematiche legate ai bambini e adolescenti). Anche a livello statale siamo
presenti nel Consilgio dello Stato della Bahia dei Diritti dei Bambini e degli Adolescenti
e nel Fórum statale. Ci occupiamo della formazione permanente degli agenti di
pastorale della PAMEN e dei Consiglieri di Diritto con corsi e incontri distribuiti
durante tutto l’anno pastorale. Personalmente oltre a svolgere il servizio di
Economo Diocesano continuo, come agente della PAMEN, ad essere impegnato nel
servizio di formazione permanete e nei Consigli di Diritto. Di fatti nel 2008
sono stato eletto Coordinatore Regionale (Bahia e Sergipe) della PAMEN.
Incarico che ho lasciato per motivi familiari nel 2009. Dal 2009 al 2011 sono
stato presidente del CMDCA (Consiglio Municipale dei Diritti dei Bambini e
degli Adolescenti) del Comune di Ruy Barbosa. Dal 2011 al 2012 sono stato
consigliere supplente del CECA (Consiglio dello Stato della Bahia dei Diritti
dei Bambini e degli Adolescenti) e dal giugno del 2013 con mandato fino al
giugno del 2015 ne sono consigliere titolare.
Gianluca Guidetti
Missionario laico in Bahia/Brasile
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