Segni particolari: la religiosità popolare.
Da Natale a Pasqua passando per San Giovanni
Gianluca Guidetti
Il popolo brasiliano è un popolo religioso. Potremmo dire che questa è una
sua connotazione ontologica. È nato religioso ed ha, nel corso dei secoli,
sviluppato forme e tradizioni che sono l’intreccio di sacro e profano, di fede
cristiana e animismo, di credenze popolari e di culti indigeni alle divinità
(vedi Orixá).
Potrebbe non sorprendere molto, ma da quando sono qui non ho mai sentito, e
sottolineo mai, una persona bestemmiare. Non potrei dire altrettanto della mia
cara Italia; e i ricordi di insulti a Dio sono moltissimi nella mia mente, dei
più variopinti e fantasiosi! Il brasiliano ha nel sangue una tendenza innata al
religioso, alla devozione verso i Santi e, principalmente, verso la Madonna.
Sono infiniti i santuari, piccoli e grandi, dedicati a Maria che si possono
vedere passando per città e villaggi. Questo vale sia per le grandi capitali
del paese-Brasile sia per i piccoli centri dell’interno.
Non è facile approfondire il tema della religiosità del popolo brasiliano.
Sono state fatte ricerche accurate e documentate.
Possiamo trovare statistiche, più o meno aggiornate, sull’incidenza delle
Chiese Riformiste e Contro-riformiste nel mondo ed in Brasile. Ci sono sondaggi
fatti da Istituzioni serie sullo sviluppo delle nuove Chiese e sul perché del loro
proliferare.
Io vorrei limitarmi a portare la mia testimonianza su un argomento davvero
complesso ed interessantissimo.
Per noi missionari e per chi viene a servire questo popolo è importante
riflettere non solo sulla quantità dei fedeli, (i numeri passano e sono spesso
distorcenti) quanto su quello che accade nel “quotidiano religioso” della vita.
Potrebbe non colpici più, per esempio, il fatto che i partecipanti alla
messa di San Giovanni (24 di giugno) sono il doppio se non il triplo delle
persone che vanno a Messa il giorno di Natale o di Pasqua. Però è così!
Potrebbe non farci più riflettere il fatto che il Venerdì Santo molta gente
che si dichiara cattolica non lo passa in preghiera e digiuno, ma bevendo e
mangiando fino a scoppiare e a ubriacarsi. Però è così!
Potrebbe non sorprenderci più il fatto che l’Eucarestia sia diventato un
Sacramento sganciato dalla Confessione e da un esame di coscienza sul proprio
comportamento morale ed etico. Però è così!
Basta mettersi ad osservare; senza giudicare...ma pensando attentamente.
Massoni dichiarati fanno la
Comunione con la più tranquilla disinvoltura, politici
manifestatamente corrotti e disonesti fanno la Comunione , spesso solo
durante i periodi elettorali, senza grandi scrupoli.
Come non interrogarci per il fatto che molti cattolici che non vanno
d’accordo con l’impostazione data dal parroco lasciano la Chiesa e vanno ad aumentare
le fila delle numerosissime confessioni religiose già esistenti.
O, se hanno soldi sufficienti e un po’ di scaltrezza, aprono una Chiesa
tutta loro!
Solo a Miguel Calmon, città piccolina dell’entroterra baiano possiamo
incontrare oggi:
La Chiesa Battista (missionaria e acqua viva)
I Testimoni di Geova
L’Assemblea di Dio
L’Assemblea Madureira
La devozione ai Santi è un altro aspetto caratteristico accennato prima.
Sono tantissimi e spesso finiscono per diventare più importanti del Padre, del
Figlio e dello Spirito Santo.
In alcune comunità rurali il Santo occupa un posto maggiore del crocefisso
e al “giorno del Patrono” è riservata
un’attenzione e una preparazione eccezionale.
Si possono notare le più svariate forme di devozione.
Voti, pagamento di promesse, benedizione di oggetti, aspersione con acqua
santa, pellegrinaggi, accensione di candele.
La nota dice di fare questa novena in 9 martedì consecutivi e in ognuno
distribuire un santino di questi con lo scopo di propagare la devozione a santa
Marta.
Questa santa miracolosa concede prima dei 9 martedì la grazia che le si
chiede anche se molto difficile da ottenere. Mentre si prega si deve accendere
una candela fino a che si consumi tutta!
Vogliamo sperare che, come dice san Paolo, tutte queste cose “concorrano
davvero al bene di coloro che amano Dio”. Che non sia solo tradizionalismo e
superstizione. Penso che se da un lato non è facile valutare la purezza, la
profondità di queste manifestazioni di fede; dall’altro non si possa giudicare
quello che è il frutto di retaggi storico-culturali che hanno condizionato questo
popolo e il paese-Brasile.
Oggi assistiamo a nuove forme di preghiera e di manifestazione del proprio
sentimento religioso come, per esempio, i movimenti carismatici.
La fede rimane e rimarrà sempre in prima istanza un rapporto personale e privilegiato con Dio. Poi seguirà il momento, altrettanto necessario, di
saperla condividere e comunicare al mondo che ci circonda.
La fede come la vivono i brasiliani si manifesta in modo diverso dalla
nostra. Nulla possiamo dire sul contenuto che solo il Signore è in grado di
giudicare. Che questa diversità possa aiutare, e non complicare, la vita di
tanti missionari e volontari che hanno scelto di essere segno dell’amore di
Gesù in questo paese-Brasile è l’augurio che lascio qui.
Nessun commento:
Posta un commento