Il 21 di maggio ci siamo
incontrati in Utinga per il nostro incontro bimensile, e eravamo presenti quasi
tutti; mancavano Antonina e Firmino, entrambi in Salvador. Il motivo di fare
l’incontro in Utinga é stato determinato dal fatto che tra due mesi le famiglie
ci lasciano e allora abbiamo approfittato per vedere dove hanno passato i due anni qui in Brasile; il prossimo
incontro é stato marcato in luglio in Andaraí per andare dove stanno Tiago e
Kátia. Eravamo connessi anche com il CMD e all’inizio dell’incontro abbiaamo
potuto parlare com Gabriele e con Roberto.
Abbiamo
cominciato com la lettura del vangelo del giorno e Alex e Laura ci hanno
aiutati nella riflessione, facendoci cogliere il fatto che sempre dobbiamo
stupirci di fronte alla misericórdia de Dio. Poi abbiamo ascoltato Fernando e
Marco che sono da poco rientrati e ci hanno portato alcune impressioni
dell’Italia e della situazione della Diocesi; Fernando ha colto che il clima
italiano é cambiato, piú fática a trovare lavoro, instabilitá econômica, poca
speranza e la gente é afascinata dal M5S. Una cosa che stupisce é che anche di
Berlusconi sono tutti contenti. Si percepisce che mancano dei riferimanti
politici chiari, adesso ancor di piú dopo la morte de Andreotti....e la scelta
di un presidente di 87 anni. Nella diocesi si capisce che con il nuovo vescovo
sono cambiate alcune cose; ha delle prioritá che ha dichiarato, come il
rapporto e la conoscenza con i sacerdoti e per la formazione dei seminaristi;
ha in mente de passare alcuni giorni la settimana in seminário per avere una
conoscenza migliore dei giovani che si stanno preparando al sacerdozio. Ha
detto che 10 anni di missione sono sufficenti per i Fidei Donum e quindi quelli
che giá hanno oltrepassato questo tempo verranno sostituiti in questi anni.
Pe. Paolo che parte per l’Italia....senza tornare!!! |
Poi abbiamo sentito pe.Paolo, che
rientra in Itália definitivamente il 22 di maggio e che ha passato in questa
diocesi 14 anni della sua vita sacerdotale; gli abbiamo chiesto che cosa si aspetta
al suo rientro dalla chiesa Reggiano-Guastallese e lui ha risposto che possa
riconoscere le sue competenze fatte dall’esperienza qui in Brasile, come il
lavoro con i laici, la struttura ecclesiale fatta de Cebs e il riuscire a
lavorare in grandi territori com poche risorse umane. Ci ha poi detto alcune
delle difficoltá che ha incontrato in questi anni e la prima cosa che ha
marcato il suo ministero é stato il fatto che ha lavorato sempre da solo, come
sacerdote, questo ha posto seri interrogativi sul celibato perché qui non é
riconosciuto come un valore importante e poi l’essersi dovuto scontrare com una
realtá di chiesa alla quale non era preparato. Una cosa che ha costatato é
stato il fatto che questa chiesa non ha l’eucaristia come centro della vita comunitária
e che il sacramento della confessione é poco vissuto e capito; il lottare con
situazioni pesanti ha creato una certa pesantezza e fática, questo in modo
particolare a livello político e sociale.
Familia Bellorio.... |
Abbiaamo
poi sentito Alex e Laura che ci hanno presentato il loro cammino riflettendo su
5 punti:
1. Aspettative
2. Accoglienza
3. Equipe
Italiani
4. Incolturazione
5. Spiritualitá
1) Si
é constatato che il progetto fatto era chiaro sulla carta, ma ha creato
difficoltá nel realizzarlo nella pratica; quello che non ci ha fatto andare in
confusione é stato il nostro essere famiglia, in modo strutturato e con alcuni
anni di matrimonio alle spalle
2) Abbiamo
sperimentato una accoglienza molto grande da parte di tutti, ma nello stesso
tempo anche molte critiche e guidizi. Nella comunitá siamo entrati con facilitá
e ci hanno chiesto súbito dei servizi. Momenti di difficltá all’inizio per
capire bene come comportarci ma poi i bimbi stessi ci hanno aiutato a entrare
in relazione con le persone. Ci sembra importante preparare la comunitá che
accoglierá delle persone che vengono da fuori, per non cascare li come persone
sconosciute. Ci ha aiutato molto il fatto che la casa era in mezzo alle altre
case, quindi inseriti in un contesto di familie che vivono li. A volte il tempo
determinato della presenza in missione, é di aiuto, ma nello stesso tempo
limita.
Laura, Mateus e Marcos |
3) Dall’Italia
ci sono stati dei contatti frequenti e anche confronti, come anche gli incontri
fatti con gli altri italiani ci hanno aiutato. Sentire che anche i preti vivono
delle difficoltá ci consola perché non fanno parte solo della vita dei laici;
le distanze in km non aiutano, ma nello stesso tempo possono essere superate
con altri metodi, come il telefono e internet....con Tiago e Kátia siamo
riusciti a incontrarci tutti i mesi. In parrocchia ci siamo inseriti nella
pastorale Familiare e nelle visite con la Pastorale della Criança. Con l’equipe
ci é sembrato che bisognava, all’inizio, essere un poco piú cercati, di creare
piú contatti, cosi anche dall’Italia. Abbiamo il bisogno di sentirci piú
italiani...
4) Non
ci siamo molto inculturati, anche perché come dice Fernando, c’é bisogno di
almeno 5 anni per entrare un poco nel sentito baiano; riteniamo che comunque
qualsiasi tipo di esperienza, anche piú breve (3 mesi; 6 mesi; 1 anno) siano
validi. Abbiamo colto quanto sia importante il relazionamento con tutti, il
sentirsi incontrati e salutati da qualsiasi persona, anche non conusciuta.
5) L’impatto
con una chiesa differente é stato difficile ma nello stesso tempo emozionante e
stimolante. Anche l’aspetto religioso e spirituale é una sfida e nellos tesso
tempo una forza che anima le comunitá a camminare, con i suoi modi, ma anche
con la sua vitalitá e allegria.
Ci
aspettiamo, come ha detto anche pe.Paolo, che questi anni possano essere messi
a disposizione della diocese de Reggio, e al nostro rientro non sappiamo bene
dove andremo e cosa faremo...emozionante!!!!
Sono state
fatte alcune domande:
Ø Cosa
avete ricevuto, in termini di novitá, dalla missione?
Ø I
brasiliani cosa hanno capito della vostra presenza?
Certamente
abbiamo avuto molto tempo per i figli, riconoscendo anche le fatiche di doverli
gestire e nello stesso tempo ci sono stati anche dei confronti e scontri;
potere contribuire con una esperienza di questo tipo alla parrocchia de S.Agostino
e come conseguenza della missione ci é stata fatta una proposta dai Servi della
Chiesa per andare a vivere in una casa famiglia al nostro rientro.
Hanno capito che gli abbiamo dato del
tempo, in termini di relazioni e di rapporti personali; il fatto che sia stato
fatto com gratuita e l’avere condiviso con loro un pezzo della nostra vita.
I Bellorio
rientrano in Itália il 6 di agosto.
Prossimi rientri.... |
Enzo ha poi
detto quello che ha visto e sperimentato con la presenza della famiglia in
Utinga; come prima cosa é stato bello vedere che si sono arrangiati e che hanno
trovato una loro dimensione con il tempo, e Enzo non si é mai intromesso. La
loro presenza era legata all’inserirsi nelle varie pastorali e non ho forzato
in altri ambiti. É stata una testimoniaza única e evangélica, segno di un
volontariato gratuito che qui non esiste.
Fernando ha
confermato che se arrivano altre famiglie lui le accoglie come accoglie
Giovanni Ferrari che arriverá il 27 di giugno e che si fermerá 3 mesi; ci sono
delle difficoltá nel vivere l’essere famiglia qui ma con certezza al
testimonianza é molto valida.
Il 17 giugno GianLuca va in Itália per farsi vedere la schiena e i
problemi legati all’ernia che ha e rientra il 6 di luglio. Il nostro prossimo
incontro sará in Andaraí il giorno 9 di luglio.
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