sabato 6 maggio 2017

LETTERA DI DON LUIGI FERRARI DOPO LA PASQUA DEL 2017




Provo a scrivere due righe, dopo la Pasqua e anche dopo sei mesi di permanenza in Brasile. La full-imersion in questo mondo è stata senz’altro positiva. Il poter riparlare una lingua e conoscere anche i cambiamenti che ci sono stati in questi anni, in particolare quelli ecclesiali; il partecipare alla vita di un popolo che cerca di vivere una vita piena, ma senza dubbio soffre e chiede una aggiunta di speranza. Un aspetto che senz’altro è cambiato nella chiesa è l’approccio al battesimo. Un tempo si battezzava tutti senza problemi, ora l’accesso al sacramento è più difficile: si richiede alla famiglia e ai padrini di partecipare nella comunità dove vogliono battezzare i loro figli. Certamente la scelta della chiesa brasiliana è stata quella di valorizzare i sacramenti della iniziazione cristiana, e far si di recuperare il senso del cammino catecumenale. Per Pasqua sia io che pe. Riccardo abbiamo fatto le veglie pasquali con battesimo degli adulti. Molte comunità hanno adulti che si sono preparati per la Prima Comunione e anche per la Cresima. Abbiamo incontrato adulti che sinceramente cercano attraverso il cammino di fede di rinnovare la propria vita e quella delle loro famiglie; partecipando anche alla vita della comunità cristiana. Un altro aspetto ecclesiale che è cambiato è quello dei gruppi carismatici, i gruppi del Rinnovamento dello Spirito sono portatori di un nuovo modello di chiesa: con i suoi canti, il suo modo di pregare e anche di celebrare la messa, lo sviluppo della decima (l’offerta mensile alla chiesa). Qui nelle nuove parrocchie che abbiamo cominciato ad accompagnare molti sono i gruppi che svolgono ministero della musica, alternandosi per animare la liturgia, con gli strumenti musicali e le corali: i canti sono molto preparati, in generale da internet scaricano melodie e testi. Abbiamo come chiesa nel tempo della quaresima approfondito il tema della salvaguardia del creato, in particolare riflettuto su come si vive nel contesto naturale in cui viviamo, qui il bioma della nostra regione è la catinga, con la flora e la fauna di questo parte del Brasile che è segnata dal clima semi-arido. Abbiamo passato un periodo con poche piogge e anche il Rio Utinga, che è il principale fiume della regione, non arrivava a fornire acqua alle comunità più distanti. Poi è piovuto un poco e adesso non si parla più della crisi d’acqua; i problemi ambientali che nel Brasile tutto sono veramente enormi, non vengono affrontati e cosi si va avanti per risolvere i problemi immediati quando sorgono. Ieri siamo stati partecipi di una assemblea pubblica in cui si è dibattuto sulla costruzione di una fabbrica di cemento a Lagedinho che uno dei municipi più poveri e piccoli della regione. Tutti con delle grandi aspettative per i nuovi posti di lavoro promessi ma non si è capito quale sarà l’impatto sulla popolazione e sull’ambiente di questa impresa. Per quanto riguarda la realtà sociale mi sembra che sia aumentato l’uso e consumo delle droghe e dell’alcol, per questo c’è una criminalità più diffusa anche nelle nostre piccole realtà. Arrivi in una comunità per celebrare la messa e scopri che hanno appena ucciso un uomo, o come mi è capitato l’altro giorno incontrare i genitori di Edoardo, un quindicenne ucciso alcuni giorni prima per sbaglio, lo avevano scambiato per un suo cugino. Quindi il tema della pace e della cultura della non-violenza va sempre di più educato e proposto per le nuove generazioni. Poi la politica e il governo attuale sono veramente un disastro: una classe politica che è solo preoccupata di mantenere i suoi privilegi e per questo si cerca di smantellare lo stato sociale: le leggi che garantiscono la classe dei lavoratori, la riforma della Previdenza, per accedere alla pensione sia aumentano gli anni e i contributi; senza contare l’aspetto dell’assistenza sociale per le persone disabili che vengono tagliati gli aiuti.
Per questo, anche come chiesa abbiamo promosso una manifestazione pubblica in protesto per questi cambiamenti che attingono il nostro popolo in particolare le classi più svantaggiate, come gli agricoltori. Dopo Pasqua con don Riccardo abbiamo fatto una due giorni con i religiosi della diocesi, un momento di riposo nella Chapada Diamantina, con le cascate e le piscine naturali in cui vale sempre la pena immergersi come nella vita di questo popolo che cerca sempre quella speranza che solo il Cristo morto e resuscitato può garantirgli.
iIn Brasile il 2017 è anno mariano, sono 300 anni di Aparecida, la Madonna patrona del Brasile. Apparsa nelle  acque del fiume Paraiba, pescata da poveri pescatori, è una piccola e fragile immagine di creta, raccolta  nel fondo del fiume è diventata scura; è stata trovata prima il corpo e poi la testa. I pescatori quando l’hanno trovata e portata nelle loro case hanno dovuto raccoglierla e curarla con delicatezza, ricomporla e hanno sentito il dovere di metterci anche un manto. Pian piano questa Madonna ha fatto grazie, e a questo popolo ancora nella schiavitù è  stata Madre di Speranza libertà e pace. Nella festa che abbiamo fatto per i 21 anni della Casa della Carità mi è piaciuta molto una processione mariana, con l’immagine di Aparecida, che abbiamo fatto tra le vie del barro Boa Vista, dove è posta la casa. Anche la Casa è apparsa qui 21 anni fa, e con tutti gli ospiti che sono passati e quelli presenti, immagini di Cristo che va accolto e curato; come hanno fatto i pescatori con Aparecida. Nello stesso tempo Aparcida è stata una grazie per il popolo così speriamo lo sia anche la Casa per questo popolo e questa chiesa di Ruy Barbosa.
Um Abbraccio
pe. Luigi


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