La Dottrina Sociale della
Chiesa cattolica ci spinge a mantenere vivo l’interesse per le questioni
sociali che preoccupano l’intera umanità. Problemi complessi, diversificati a
seconda delle culture nelle quali si inseriscono, alcuni non di facile
soluzione.
Qui in Brasile sono note e
conosciute le lotte per la terra, per il rispetto delle culture ed etnie
locali, per i bambini e adolescenti che si trovano in una situazione di rischio,
per la dignità della donna, per i diritti umani. Sin dai tempi della invasione e colonizzazione (termini que ho
imparato a sostituire a quelli sbagliati di scoperta ed evangelizzazione)
dell’America Latina, un processo inarrestabile e di non facile controllo ha
prodotto forme nuove di leggere la realtà e di affrontare quelle che conosciamo
come “questioni sociali”.
Da questo scenario
multiculturale, multietnico, multireligioso sono nate le premesse che hanno
determinato le necessità del sorgere delle Pastorali Sociali. Acqua, terra,
diritti umani, difesa dei più deboli (bambini, donne e anziani) sono alcune di queste necessità.
Pastorale della Terra e
dell’Acqua, Pastorale dei Bambini, Pastorale del Minore, Pastorale della
Salute, Pastorale Carceraria, Pastorale della Donna Marginalizzata, Pastorale
degli Abitanti di strada, Servizio di Pastorale degli Immigranti, Pastorale dei
Nomadi, Consiglio Pastorale dei Pescatori, Pastorale degli Operai, Pastorale
Afro-Brasiliana, Pastorale dell’AIDS compongono il nutrito gruppo delle
Pastorali Sociali in Brasile.
Mi limiterò, qui, a dirvi cosa
sono, quale missione incarnano queste pastorali e, per quelle presenti nella
maggior parte delle Diocesi brasiliane, cosa fanno; riservandomi un altro
momento per presentarvi la realtà della Diocesi di Ruy Barbosa e le Pastorali
Sociali che sono presenti in essa.
Per la Chiesa Brasiliana, ma
vale per la Chiesa tutta (sebbene con le proprie particolarità), il servizio
alla carità è una irrinunciabile espressione della sua propria essenza di Chiesa. Possiamo dire che le Pastorali Sociali sono l’espressione di questa
carità nelle molteplici situazioni nelle quali la vita umana è minacciata. Ci
ricorda la Gaudium Et Spes che le gioie e le speranze, le tristezze e le
angustie degli uomini e donne di oggi, soprattutto dei poveri e di tutti quelli
e quelle che soffrono, sono anche le gioie e le speranze, le tristezze e le
angustie dei discepoli e discepole di Cristo. In questo modo i vari servizi
offerti dalle Pastorali Sociali vogliono essere una sequela a Gesù Cristo nel
modo che Lui stesso insegnava ai suoi apostoli: farsi carico degli ultimi, dei
più marginalizzati ed esclusi dalla società. Andare a cercare chi si è perduto,
mettersi a servire “chi ha bisogno del medico”, sporcarsi le mani con delle
persone che posseggono un volto, una storia, un progetto di vita.
Da questo possiamo capire come
le Pastorali Sociali sono pastorali “di
conflitto” perché agiscono nel mezzo di situazioni conflittuose e con
persone che vivono quotidianamente questi conflitti. Le strutture di morte e di
peccato sono il terreno d’azione privilegiato di queste pastorali che, senza
atteggiamenti neutri, agressivi e violenti (ma nemmeno passivi e trionfalisti),
investono sulla relazione con le persone, una relazione che si basa sull’amore
come frutto della misericordia, della giustizia e della pace che viene da Gesù
Cristo.
Qualche tempo fa lo stesso
Francesco, vescovo di Roma, inviava un messaggio alla Chiesa del Brasile che si
è trasformato in uno slogam molto pungente: “Nessuna famiglia senza Terra,
senza Casa, senza Lavoro”. Terra, casa, lavoro sono diritti sacri di ogni
persona. Le Pastorali Sociali agiscono nelle comunità, con le persone, per
affermare , conquistare e proteggere questi diritti.
In una società come quella
brasiliana, dove molti sono ancora esclusi da un livello di vita che permetta
il rispetto dei diritti elementari (sanità, educazione, sport, cultura e
divertimento) la missione delle Pastorali Sociali rispecchia quella di Gesù:
lottare, soffrire, essere perseguitati per difendere la vita umana, per
rivendicare diritti sostanziali, per mettersi dalla parte dei più deboli ed
emarginati con la convinzione che di essi è il Regno dei Cieli.
PASTORALE DELLA TERRA E DELL’ACQUA: lotta al
fianco di coloro che sono stati espulsi (illegittimanete) dalle propire terre,
o che non posseggono terra dove poter construire una casa, coltivare e produrre
per il proprio sostentamento. Lotta per la Riforma Agraria nel Brasile. Oggi
millioni di ettari di terra hanno un solo proprietario e centinaia di migliia
di persone non hanno una casa proria o un campo da poter coltivare.
PASTORALE DEI BAMBINI: offre
sostegno alle donne incinta e mamme con corsi di allattamento, igiene,
preparazione di alimenti per neonati, tecniche e posizioni per il sonno, per
mangiare.... Riceve un aiuto dal Governo Federale del Brasile e da alcune
campagne in collaborazione con il Governo (raccolta degli scontrini fiscali) e
da Imprese Pubbliche e Private (COELBA – energia elettrica – che dona una
piccola pecentuale detratta dalle bollette della luce). Si occupa di neonati e
bambini fino ai sei anni di età.
PASTORALE DEL MINORE: nata per cercare di
contrastare le atrocità commesse su bambini e adolescenti nella città di San
Paolo e periferia negli anni sessanta, passa a diventare una delle pastorali
sociali più influenti, insieme alle due descritte prima. Si organizza sul
territorio nazionale con lo stesso sistema della Conferenza Episcopale del
Brasile (CNBB); in Regionali e Regioni. Si occupa di bambini e adolescenti in
situazione di rischio dai sette ai diciassette di età e rispettive famiglie, di
formazione per agenti di pastorale eletti nei Consigli di Diritto (una bella e
unica realtà del Brasile della quale vi ho già raccontato qualcosa) e
accompagna i percorsi giuridici (leggi, regolamenti, sentenze) e socioeducativi
(internazione in case di recuperazione) per i minori che hanno commessi crimini
punibili ai sensi di legge.
Gianluca Guidetti
Missionario laico in Bahia/Brasile
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