lunedì 18 maggio 2015

LA PASTORALE SOCIALE IN BRASILE






GIANLUCA GUIDETTI



La Dottrina Sociale della Chiesa cattolica ci spinge a mantenere vivo l’interesse per le questioni sociali che preoccupano l’intera umanità. Problemi complessi, diversificati a seconda delle culture nelle quali si inseriscono, alcuni non di facile soluzione.
Qui in Brasile sono note e conosciute le lotte per la terra, per il rispetto delle culture ed etnie locali, per i bambini e adolescenti che si trovano in una situazione di rischio, per la dignità della donna, per i diritti umani. Sin dai tempi della invasione e colonizzazione (termini que ho imparato a sostituire a quelli sbagliati di scoperta ed evangelizzazione) dell’America Latina, un processo inarrestabile e di non facile controllo ha prodotto forme nuove di leggere la realtà e di affrontare quelle che conosciamo come “questioni sociali”.
Da questo scenario multiculturale, multietnico, multireligioso sono nate le premesse che hanno determinato le necessità del sorgere delle Pastorali Sociali. Acqua, terra, diritti umani, difesa dei più deboli (bambini, donne e anziani)  sono alcune di queste necessità.
Pastorale della Terra e dell’Acqua, Pastorale dei Bambini, Pastorale del Minore, Pastorale della Salute, Pastorale Carceraria, Pastorale della Donna Marginalizzata, Pastorale degli Abitanti di strada, Servizio di Pastorale degli Immigranti, Pastorale dei Nomadi, Consiglio Pastorale dei Pescatori, Pastorale degli Operai, Pastorale Afro-Brasiliana, Pastorale dell’AIDS compongono il nutrito gruppo delle Pastorali Sociali in Brasile.
Mi limiterò, qui, a dirvi cosa sono, quale missione incarnano queste pastorali e, per quelle presenti nella maggior parte delle Diocesi brasiliane, cosa fanno; riservandomi un altro momento per presentarvi la realtà della Diocesi di Ruy Barbosa e le Pastorali Sociali che sono presenti in essa.
Per la Chiesa Brasiliana, ma vale per la Chiesa tutta (sebbene con le proprie particolarità), il servizio alla carità è una irrinunciabile espressione della sua propria essenza di Chiesa. Possiamo dire che le Pastorali Sociali sono l’espressione di questa carità nelle molteplici situazioni nelle quali la vita umana è minacciata. Ci ricorda la Gaudium Et Spes che le gioie e le speranze, le tristezze e le angustie degli uomini e donne di oggi, soprattutto dei poveri e di tutti quelli e quelle che soffrono, sono anche le gioie e le speranze, le tristezze e le angustie dei discepoli e discepole di Cristo. In questo modo i vari servizi offerti dalle Pastorali Sociali vogliono essere una sequela a Gesù Cristo nel modo che Lui stesso insegnava ai suoi apostoli: farsi carico degli ultimi, dei più marginalizzati ed esclusi dalla società. Andare a cercare chi si è perduto, mettersi a servire “chi ha bisogno del medico”, sporcarsi le mani con delle persone che posseggono un volto, una storia, un progetto di vita.
Da questo possiamo capire come le Pastorali Sociali sono pastorali “di conflitto” perché agiscono nel mezzo di situazioni conflittuose e con persone che vivono quotidianamente questi conflitti. Le strutture di morte e di peccato sono il terreno d’azione privilegiato di queste pastorali che, senza atteggiamenti neutri, agressivi e violenti (ma nemmeno passivi e trionfalisti), investono sulla relazione con le persone, una relazione che si basa sull’amore come frutto della misericordia, della giustizia e della pace che viene da Gesù Cristo.
Qualche tempo fa lo stesso Francesco, vescovo di Roma, inviava un messaggio alla Chiesa del Brasile che si è trasformato in uno slogam molto pungente: “Nessuna famiglia senza Terra, senza Casa, senza Lavoro”. Terra, casa, lavoro sono diritti sacri di ogni persona. Le Pastorali Sociali agiscono nelle comunità, con le persone, per affermare , conquistare e proteggere questi diritti.
In una società come quella brasiliana, dove molti sono ancora esclusi da un livello di vita che permetta il rispetto dei diritti elementari (sanità, educazione, sport, cultura e divertimento) la missione delle Pastorali Sociali rispecchia quella di Gesù: lottare, soffrire, essere perseguitati per difendere la vita umana, per rivendicare diritti sostanziali, per mettersi dalla parte dei più deboli ed emarginati con la convinzione che di essi è il Regno dei Cieli. 
PASTORALE DELLA TERRA E DELL’ACQUA: lotta al fianco di coloro che sono stati espulsi (illegittimanete) dalle propire terre, o che non posseggono terra dove poter construire una casa, coltivare e produrre per il proprio sostentamento. Lotta per la Riforma Agraria nel Brasile. Oggi millioni di ettari di terra hanno un solo proprietario e centinaia di migliia di persone non hanno una casa proria o un campo da poter coltivare.
PASTORALE DEI BAMBINI: offre sostegno alle donne incinta e mamme con corsi di allattamento, igiene, preparazione di alimenti per neonati, tecniche e posizioni per il sonno, per mangiare.... Riceve un aiuto dal Governo Federale del Brasile e da alcune campagne in collaborazione con il Governo (raccolta degli scontrini fiscali) e da Imprese Pubbliche e Private (COELBA – energia elettrica – che dona una piccola pecentuale detratta dalle bollette della luce). Si occupa di neonati e bambini fino ai sei anni di età.
PASTORALE DEL MINORE: nata per cercare di contrastare le atrocità commesse su bambini e adolescenti nella città di San Paolo e periferia negli anni sessanta, passa a diventare una delle pastorali sociali più influenti, insieme alle due descritte prima. Si organizza sul territorio nazionale con lo stesso sistema della Conferenza Episcopale del Brasile (CNBB); in Regionali e Regioni. Si occupa di bambini e adolescenti in situazione di rischio dai sette ai diciassette di età e rispettive famiglie, di formazione per agenti di pastorale eletti nei Consigli di Diritto (una bella e unica realtà del Brasile della quale vi ho già raccontato qualcosa) e accompagna i percorsi giuridici (leggi, regolamenti, sentenze) e socioeducativi (internazione in case di recuperazione) per i minori che hanno commessi crimini punibili ai sensi di legge.

Gianluca Guidetti
Missionario laico in Bahia/Brasile





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