Don Gabriele Burani
Ipirà marzo 2015
Domenica, un gruppo di giovani sta
conversando, arrivano due moto, e dalle moto spari contro i giovani, che
miracolosamente riescono a scappare pur
colpiti dalle pallottole. Venerdì sera abbiamo fatto la Via Crucis in un bairro
della città dove ancora non abbiamo comunità e luogo di culto, abbiamo fatto il
nostro percorso davanti alle case fatte in serie dal Governo, con pochi
partecipanti. Domenica un ragazzo del quartiere è stato trovato morto, con una
pallottola in testa: aveva 14 anni.
Sempre domenica, a Pintadas, durante la messa, nella piazza centrale di fronte alla chiesa arrivano motociclette nere e sparano, 3 persone sono ferite gravemente. Una persona viene uccisa.
La notte di Natale in Pintadas arrivano in moto e ammazzano un persona, in piazza, davanti a tutti. Qualche settimana dopo, mentre stiamo progettando l’anno pastorale nella casa parrocchiale, vediamo movimenti di auto... vicino alla scuola ancora motociclette nere e spari contro un ragazzo e una ragazza: lui ucciso, lei gravemente ferita.
Poi ancora in piazza, davanti a tutti, un altro giovane ammazzato con colpi in testa. E in Ipirà un uomo viene trovato morto per strada; in un piccolo villaggio in campagna un uomo che aveva relazioni sentimentali con due sorelle, uccide il loro padre, spara contro di loro, e si uccide: in una casa che è luogo di celebrazione della messa per la comunità della zona.
Qualche settimana fa, in Ipirà, in un altro quartiere della città di fronte al cimitero, conflitti a fuoco nella notte, con le persone terrorizzate chiuse in casa. Un giovane viene trovato ammazzato. Questa mattina mi hanno detto che un altro uomo è stato trovato ucciso nei pressi di uno dei paesini (povoado) della parrocchia. Da mesi è questa la situazione nelle nostre due parrocchie di Ipirà e Pintadas dove io e don Luca Grassi siamo parroci. In questi mesi tanti giovani ammazzati ( e alcuni scampati miracolosamente) con metodologie simili: arrivano motociclette scure, si avvicinano e le persone sulle moto sparano in testa, in genere senza sbagliare il colpo. Poi se ne vanno, e non si sa chi siano questi assassini: non si fanno indagini, o se vengono fatte i colpevoli non vengono trovati. Poche iniziative di protesta, nessuna denuncia. Io sono veramente sorpreso, chiedo cosa sta capitando.... scopro che i giovani che vengono uccisi sono coinvolti nel mondo della droga... qualcuno dice che vengono uccisi perchè non hanno pagato, o che sono bande rivali che si fronteggiano, o che gli uomini che passano e uccidono con competenza e alla luce del giorno, davanti a tutti, sono della polizia stessa: dal momento che molte volte chi è coinvolto in qualche crimine non viene condannato e non si fanno buone indagini, la soluzione è questa: passano e ammazzano. Sapendo che le persone ammazzate sono coinvolte nel mondo della droga e quindi pericolose per la società, i cittadini non protestano. Penso che per molti vada bene così. O hanno paura, o ormai convivono rassegnati.
Sempre domenica, a Pintadas, durante la messa, nella piazza centrale di fronte alla chiesa arrivano motociclette nere e sparano, 3 persone sono ferite gravemente. Una persona viene uccisa.
La notte di Natale in Pintadas arrivano in moto e ammazzano un persona, in piazza, davanti a tutti. Qualche settimana dopo, mentre stiamo progettando l’anno pastorale nella casa parrocchiale, vediamo movimenti di auto... vicino alla scuola ancora motociclette nere e spari contro un ragazzo e una ragazza: lui ucciso, lei gravemente ferita.
Poi ancora in piazza, davanti a tutti, un altro giovane ammazzato con colpi in testa. E in Ipirà un uomo viene trovato morto per strada; in un piccolo villaggio in campagna un uomo che aveva relazioni sentimentali con due sorelle, uccide il loro padre, spara contro di loro, e si uccide: in una casa che è luogo di celebrazione della messa per la comunità della zona.
Qualche settimana fa, in Ipirà, in un altro quartiere della città di fronte al cimitero, conflitti a fuoco nella notte, con le persone terrorizzate chiuse in casa. Un giovane viene trovato ammazzato. Questa mattina mi hanno detto che un altro uomo è stato trovato ucciso nei pressi di uno dei paesini (povoado) della parrocchia. Da mesi è questa la situazione nelle nostre due parrocchie di Ipirà e Pintadas dove io e don Luca Grassi siamo parroci. In questi mesi tanti giovani ammazzati ( e alcuni scampati miracolosamente) con metodologie simili: arrivano motociclette scure, si avvicinano e le persone sulle moto sparano in testa, in genere senza sbagliare il colpo. Poi se ne vanno, e non si sa chi siano questi assassini: non si fanno indagini, o se vengono fatte i colpevoli non vengono trovati. Poche iniziative di protesta, nessuna denuncia. Io sono veramente sorpreso, chiedo cosa sta capitando.... scopro che i giovani che vengono uccisi sono coinvolti nel mondo della droga... qualcuno dice che vengono uccisi perchè non hanno pagato, o che sono bande rivali che si fronteggiano, o che gli uomini che passano e uccidono con competenza e alla luce del giorno, davanti a tutti, sono della polizia stessa: dal momento che molte volte chi è coinvolto in qualche crimine non viene condannato e non si fanno buone indagini, la soluzione è questa: passano e ammazzano. Sapendo che le persone ammazzate sono coinvolte nel mondo della droga e quindi pericolose per la società, i cittadini non protestano. Penso che per molti vada bene così. O hanno paura, o ormai convivono rassegnati.
Violenza in Brasile.
Il Brasile è oggi tra gli stati più violenti al mondo. Non è coinvolto in guerre, non ci sono rivoluzioni interne, non c’è terrorismo, è in una condizione di pace, eppure..... è il paese con il maggior numero di omicidi al mondo ( come numero assoluto).
i dati che ho disponibili del 2010, che riguardano tutto il mondo, sul tasso di omicidi per 100mila abitanti pongono il Brasile al 7° posto con il tasso del 27,4 sulla popolazione in generale, e 8° posto con 54,4 sulla popolazione giovanile.
Gli stati più violenti al mondo sono tutti nel Sud-America: El Salvador, Guatemala, Trinidad e Tobago, Venezuela, Colombia, Porto Rico.
In Italia il tasso di omici per 100mila abitanti è di 0,8 sulla poplazione totale e 0,9 sulla popolazione giovanile: tra i più bassi al mondo.
Il Brasile è oggi tra gli stati più violenti al mondo. Non è coinvolto in guerre, non ci sono rivoluzioni interne, non c’è terrorismo, è in una condizione di pace, eppure..... è il paese con il maggior numero di omicidi al mondo ( come numero assoluto).
i dati che ho disponibili del 2010, che riguardano tutto il mondo, sul tasso di omicidi per 100mila abitanti pongono il Brasile al 7° posto con il tasso del 27,4 sulla popolazione in generale, e 8° posto con 54,4 sulla popolazione giovanile.
Gli stati più violenti al mondo sono tutti nel Sud-America: El Salvador, Guatemala, Trinidad e Tobago, Venezuela, Colombia, Porto Rico.
In Italia il tasso di omici per 100mila abitanti è di 0,8 sulla poplazione totale e 0,9 sulla popolazione giovanile: tra i più bassi al mondo.
Altri dati che riguardano il periodo 1980
– 2012 in Brasile.
1.202.245 vittime di omicidio
1.041.335 vittime di incidenti stradali
216.211 vittime di suicidio
Totale di morti violente: 2.459.791
1.202.245 vittime di omicidio
1.041.335 vittime di incidenti stradali
216.211 vittime di suicidio
Totale di morti violente: 2.459.791
Per fare un confronto, nei 13 anni di
guerra in Afganistan ( 2001-2014) sono morti 17.000 militari e 21.000 civili.
Nelle guerre in Iraq ( 2003-2011) sono morte circa 250.000 persone a causa delle azioni violente di guerra ( altre per malattie e povertà).
In Brasile viviamo una situazione drammatica: non siamo in guerra, ma è ben più di una delle tante guerre che purtroppo stanno insanguinando il mondo.
Nelle guerre in Iraq ( 2003-2011) sono morte circa 250.000 persone a causa delle azioni violente di guerra ( altre per malattie e povertà).
In Brasile viviamo una situazione drammatica: non siamo in guerra, ma è ben più di una delle tante guerre che purtroppo stanno insanguinando il mondo.
BAHIA
Alcuni stati del Brasile negli ultimi anni hanno visto un miglioramento da questo punto di vista, mentre la Bahia, dove si trovano le nostre parrocchie, che fino a pochi anni fa era uno Stato abbastanza tranquillo, è oggi tra i più violenti. Dal 2002 al 2012 il tasso di omicidi è cresciuto del 242%, e tra i giovani del 248%.
Come ho già scritto il tasso di omicidi di 27,4 per 100mila abitanti in Brasile è tra i più alti al mondo . Ma in Bahia (dati del 2012) si registra un tasso del 41 ( tra i più alti nello stesso Brasile e in crescita), e del 87,4 per quanto riguarda i giovani. Dati che ho ascoltato in TV, riferivano che la Bahia nel 2014 ha avuto il più alto tasso di omicidi giovanili del Brasile. Proprio molti municipi della nostra zona, tra Ipirà e Salvador, hanno i tassi più alti: 250, anche 300 e oltre per 100mila abitanti. Tra i più alti al mondo.
In Italia si percepisce un clima di insicurezza, il timore della criminalità, della violenza..... pensate alle nostre zone della Bahia e moltiplicate non per il doppio o il triplo, ma 200 volte tanto!
Alcuni stati del Brasile negli ultimi anni hanno visto un miglioramento da questo punto di vista, mentre la Bahia, dove si trovano le nostre parrocchie, che fino a pochi anni fa era uno Stato abbastanza tranquillo, è oggi tra i più violenti. Dal 2002 al 2012 il tasso di omicidi è cresciuto del 242%, e tra i giovani del 248%.
Come ho già scritto il tasso di omicidi di 27,4 per 100mila abitanti in Brasile è tra i più alti al mondo . Ma in Bahia (dati del 2012) si registra un tasso del 41 ( tra i più alti nello stesso Brasile e in crescita), e del 87,4 per quanto riguarda i giovani. Dati che ho ascoltato in TV, riferivano che la Bahia nel 2014 ha avuto il più alto tasso di omicidi giovanili del Brasile. Proprio molti municipi della nostra zona, tra Ipirà e Salvador, hanno i tassi più alti: 250, anche 300 e oltre per 100mila abitanti. Tra i più alti al mondo.
In Italia si percepisce un clima di insicurezza, il timore della criminalità, della violenza..... pensate alle nostre zone della Bahia e moltiplicate non per il doppio o il triplo, ma 200 volte tanto!
Un grave problema è anche la violenza
della polizia. In media 2000 persone ogni anno vengono uccise dalla polizia (
dati registrati ufficialmente; in realtà sembra molto di più).
In Italia, e anche negli USA, ci sono reazioni molto forti di fronte alla violenza della polizia. Qui se ne parla un poco, e tutto continua.
Sono sconcertato di fronte alla situazione delle nostre due parrocchie, fatico a capire: tanti giovani ammazzati e nessuna indagine, nessun colpevole, nessuna denuncia. Dai municipi, dai sindaci nessuna voce. Noi abbiamo parlato un poco durante le messe ma le persone non si coinvolgono nell’affrontare la questione.
Parlando con qualcuno emerge questa impressione, che alla maggior parte della popolazione vada bene così: sono persone criminali, coinvolte nel traffico di droga che vengono uccise, sono un male per la società. Inoltre serpeggia la paura: chi fa accuse precise si ritrova con una pallottola in fronte. Comincio a capire meglio la situazione, anche se non si possiedono dati ufficiali: Ipirà è uno dei centri di smercio di droga, punto di passaggio tra le città grandi e l’interno della Bahia. Centinaia (!) di giovani in paese usano droga ( crack, pastiglie varie...), i grandi spacciatori accumulano quantità enormi di soldi e probabilmente ( certo non ho prove ma suppongo) tanti politici sono coinvolti.
In Italia, e anche negli USA, ci sono reazioni molto forti di fronte alla violenza della polizia. Qui se ne parla un poco, e tutto continua.
Sono sconcertato di fronte alla situazione delle nostre due parrocchie, fatico a capire: tanti giovani ammazzati e nessuna indagine, nessun colpevole, nessuna denuncia. Dai municipi, dai sindaci nessuna voce. Noi abbiamo parlato un poco durante le messe ma le persone non si coinvolgono nell’affrontare la questione.
Parlando con qualcuno emerge questa impressione, che alla maggior parte della popolazione vada bene così: sono persone criminali, coinvolte nel traffico di droga che vengono uccise, sono un male per la società. Inoltre serpeggia la paura: chi fa accuse precise si ritrova con una pallottola in fronte. Comincio a capire meglio la situazione, anche se non si possiedono dati ufficiali: Ipirà è uno dei centri di smercio di droga, punto di passaggio tra le città grandi e l’interno della Bahia. Centinaia (!) di giovani in paese usano droga ( crack, pastiglie varie...), i grandi spacciatori accumulano quantità enormi di soldi e probabilmente ( certo non ho prove ma suppongo) tanti politici sono coinvolti.
Che fare? Sono ancora disorientato.
Consigliano a noi due parroci di non fare nulla da soli ma sempre fare passi
coinvolgendo le istituzioni e favorendo il dialogo e la presa di coscienza dei
cittadini. Chi affronta questa questione da solo rischia molto, le persone
coinvolte non hanno molti scrupoli di coscienza. Ci confrontremo con il Vescovo
Andrè per capire quali iniziative sarebbe bene prendere.
Progetto Dançar à vida e biblioteca
Penso che la azione più importante per
noi sia quella educativa, formativa.
Per contrastare il male che si diffonde, bisogna solo apririsi a Dio e la vita ordinaria di parrocchia ci offre tutte le possibilità: liturgia, catechesi, incontro tra le famiglie, catechesi biblica...
Continare i progetti che don Marco Ferrari ha iniziato, l’attività con i bambini e i ragazzi in due quartieri più poveri e disagiati, con rischio forte di delinquenza. Sono 70 ragazzi accolti ( se avessimo maggiori strutture sarebbero di più perché tante famiglie chiedono aiuto). Ci sono educatori che seguono i ragazzi nel tempo extra-scolastico, vengono proposte attività musicali, sportive, artistiche... un impegno grande viene posto nell’aiutare ad avere il senso della comunità, della amicizia, del rispetto e nella educazione alla spiritualità cristiana. Devo dire che è una attività che ha successo, ho notato che effettivamente i ragazzi stanno imparando il rispetto, il gusto di stare insieme agli altri, e vivono un progressivo inserimento nella Chiesa.
Per quanto riguarda la biblioteca, vedo che ci sarebbe molto da fare. Le persone non leggono quasi nulla; la bibloteca non ha fondi, compra qualcosa quando arrivano aiuti dall’Italia.
Per contrastare il male che si diffonde, bisogna solo apririsi a Dio e la vita ordinaria di parrocchia ci offre tutte le possibilità: liturgia, catechesi, incontro tra le famiglie, catechesi biblica...
Continare i progetti che don Marco Ferrari ha iniziato, l’attività con i bambini e i ragazzi in due quartieri più poveri e disagiati, con rischio forte di delinquenza. Sono 70 ragazzi accolti ( se avessimo maggiori strutture sarebbero di più perché tante famiglie chiedono aiuto). Ci sono educatori che seguono i ragazzi nel tempo extra-scolastico, vengono proposte attività musicali, sportive, artistiche... un impegno grande viene posto nell’aiutare ad avere il senso della comunità, della amicizia, del rispetto e nella educazione alla spiritualità cristiana. Devo dire che è una attività che ha successo, ho notato che effettivamente i ragazzi stanno imparando il rispetto, il gusto di stare insieme agli altri, e vivono un progressivo inserimento nella Chiesa.
Per quanto riguarda la biblioteca, vedo che ci sarebbe molto da fare. Le persone non leggono quasi nulla; la bibloteca non ha fondi, compra qualcosa quando arrivano aiuti dall’Italia.
Molti mi hanno chiesto come aiutare la
Missione in Brasile, di cosa abbiamo bisogno.
Penso che per ora su questi progetti sia bene investire. Per gli
educatori spendiamo circa 2000 Euro al mese, più il materiale, le spese per le
strutture, le merende....
Per quanto riguarda la biblioteca, libri e riviste che si possono comprare dipendono molto dagli aiuti che vengono dall’Italia.
Ho fatto anche una spesa liturgica: lezionari per le liturgie nelle comunità. Solo nella Chiesa centrale si trova un lezionario, così ho pensato di comprarne alcuni per le celebrazioni nelle varie comunità e non usare solo foglietti, fotocopie o simili... è per dare dignità all’annuncio della Parola di Dio.
Se volete aiutare per questi progetti, fate le offerte al Centro Missionario Diocesano di Reggio.
Vi ringrazio, don Gabriele Burani.
Mi sono soffermato molto sulla questione della violenza, in prossime lettere parlerò di altri aspetti della nostra vita pastorale e spirituale.
Per quanto riguarda la biblioteca, libri e riviste che si possono comprare dipendono molto dagli aiuti che vengono dall’Italia.
Ho fatto anche una spesa liturgica: lezionari per le liturgie nelle comunità. Solo nella Chiesa centrale si trova un lezionario, così ho pensato di comprarne alcuni per le celebrazioni nelle varie comunità e non usare solo foglietti, fotocopie o simili... è per dare dignità all’annuncio della Parola di Dio.
Se volete aiutare per questi progetti, fate le offerte al Centro Missionario Diocesano di Reggio.
Vi ringrazio, don Gabriele Burani.
Mi sono soffermato molto sulla questione della violenza, in prossime lettere parlerò di altri aspetti della nostra vita pastorale e spirituale.
dg.burani@gmail.com
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