mercoledì 15 aprile 2015

lettera Aprile 2015

Ruy Barbosa, 14 de abril 2015

Ciao a tutti,
spero che abbiate passato uma buona Pasqua e che il clima Pasquale possa accompanhare il cammino di  ognuno e che la gioia Pasquale possa contagiare la nostra vita e la vita di ogni Cristiano.
Il mese de março é passato molto rapidamente, ma é stato caraterizzato da alcune cose que hanno marcato questo tempo de grazia e de queresma. la prima cosa importante é stata senza dubbio la visita de ir.Inês, que insieme a ir.Madalena sono arrivate in terra brasiliana il 25 de febbraio; ir.Inês per la visita alla comunitá e ir.Madalena per sostituire ir.Lory que entro il mese de julho rientra in Madagascar dopo 3 anni de permanenza em questa missione, da lei já bem conusciuta, visto che aveva já fatto 10 anni em Ruy Barbosa. la presenza di ir.Inês é stata molto buona, abbiamo fatto 3 incontri, il primo per ascoltare le novitá dell’Italia, il secondo dove ir.Inês ci ha regalato uma riflessione a partire da Don Mario, sul rosário; la terza per vedere la situazione de qua e il futuro di questa missione, visto que da qui a poco ci saranno diversi cambiamenti tra quelli que sono qui; si avvicinano i dieci anni de permanenza de ir.Nicoletta, de pe.Ricardo e de pe.Luis, quindi questo necessita de uma riflessione e di guardare come, de fronte a tudo isso, la famiglia fará delle scelte. Si é discusso molto sull’aspetto formativo e di come tenere presente questo nelle scelte delle persone que verranno a sustituire chi volta per l’Italia. Ir. Inês ha avuto modo de di visitare anche le parrocchie dei Fratelli e tutti insieme di fare um giorno de vacanza visitando il Poço Azul, famoso posto turístico che se encontra nella parrocchia de Nova Redenção; um fatto eccezionale per le suore, riuscire a essere presente tutte, lasciando la casa em custodia de laici...grande sfida e bella risposta dei laici.
Con la presenza de ir.Inês e ir.Madalena em casa, c’é stata anche la possibilitá de due irmãs (Nicoletta e Lory) de potere participare al ritiro diocesano em Jequitibá predicato dal Priore attuale, ir.João Crisostomo,  in attesa de uma scelta da parte della comunitá monástica de Jequitibá de um nuovo abate. É sempre um bel momento de incontro, de silenzio (non tanto...) e de riflessione per gli agente de pastorale della diocesi, e anche de laici que si aggregano al gruppo; il monastero quest’anno fá anche uma proposta de ritiri nei fine settimana, per laici e gruppi parrocchiali, predicati dal Priore. Una bella proposta, speriamo que possa aiutare e que sia accolta e que varie parrocchie possano usufruire de questa possibilitá.
Nella parrocchia de Lajedinho continuano i lavori di ristrutturazione della Chiesa, já é stato sostituito il tetto con nuove tegole e cambiamento de vari travi che erano invasi dalle termiti;  poi necessitava di una pulizia dai vari nidi de passeri e rondini que avevano costruito casa. Speriamo de potere rientrare in chiesa prima della festa de Nossa Senhora do Carmo. Stanno continuando anche i lavori delle nuove case, con uma certa velocitá, e questo é strano in questo paese, dove la fretta non fá certo parte delle caratteristiche delle varie amministrazioni, sia statali que municipali. la gente stá Felice di questo e anche perché con queste costruzioni, molte familie hanno la possibilitá de avere una entrata econômica, sendo que molti operai sono de Lajedinho. Ancora non si sa quando cominceranno i lavori nella parte bassa della cittá, speriamo que il Governo Statale stanzi i soldi per terminare questo progetto.
Una cosa que stá succedendo nella nostra diocese, é l’aumento della violenza sui giovani, e questo em modo particolare nella parrocchia de Pintadas, dove lavorano pe.Lucas e pe.Gabriel; da dicembre 2014 até oggi sono stati uccisi 8 giovani, tutti in locali molto frequentati, tipo uscita della scuola, nella piazza della chiesa, nella piazza del mercato, e tutti coinvolti in traffico de droga. Sembra que sia una guerra tra due gangs, una locale e una arrivata de Feira de Santana; en Salvador, nel mese de febbraio sono stati uccisi dalla polizia, in una sola volta, nel bairro de Cabula, 15 giovani; anche qui em Redenção, l’uccisione de Lucas, um Giovane della parrocchie, non involvido nel traffico, ha suscitato molto stupore e molta tristezza. I dati sullo sterminio della gioventú brasileira é allarmante; é il paese dove piú si uccidono giovani. Dal 1980 ad oggi, sono stati uccisi 1.200.000 giovani, con uma media de 7 giovani ogni 2 ore. Per questo, si é pensato de fare una manifestazione pubblica em Pintadas il giorno 3 de Maggio, per denunciare questo sterminio e per rilanciare il valore indispenabile della vita. Sembra tra l’altro, que sia coinvolta anche la polizia...
Si sono anche celebrati i 19 anni della casa, il fine settimana dopo la Pasqua, con uma buona participazione de persone durante il giorno e alcuni che si sono fermati anche nella notte tra sabato e domenica nell’adorazione notturna; il venerdí será c’é stato anche um incontro con le persone que stanno freqüentando la casa per approfondire  la spiritualitá della casa e dare um poco de formazione dul significato della casa.
Come ultima cosa, l’incontro dei missionari il giorno 14 de aprile alla casa della Caritá; eravamo presenti tutti, anche Antonina é arrivata de Salvador per participare e fare cosi 4 chiacchiere con chi stá nell’interiore.....si é parlato sulla visita del Vescovo Massimo e dei 50 anni della missione brasiliana; quale futuro e que tipo de impegno la chiesa Reggiano-Guastallese vuole assumersi....
 Um abraço a todos e que o Deus da vida, que se manifestou na ressurreição de Jesus Cristo, ilumine os nossos caminhos e que a luz da Páscoa alimente em nós o entusiasmo da primeira igreja, que saiu para anunciar, nas periferias do mundo, a boa nova de Cristo ressuscitado...até logo, pe.Luis, irmão da Caridade.
 

  

NOTIZIE DA IPIRA'



Don Gabriele Burani


Ipirà marzo 2015
Domenica, un gruppo di giovani sta conversando, arrivano due moto, e dalle moto spari contro i giovani, che miracolosamente riescono  a scappare pur colpiti dalle pallottole. Venerdì sera abbiamo fatto la Via Crucis in un bairro della città dove ancora non abbiamo comunità e luogo di culto, abbiamo fatto il nostro percorso davanti alle case fatte in serie dal Governo, con pochi partecipanti. Domenica un ragazzo del quartiere è stato trovato morto, con una pallottola in testa: aveva 14 anni.
Sempre domenica, a Pintadas, durante la messa, nella piazza centrale di fronte alla chiesa arrivano motociclette nere e sparano, 3 persone sono ferite gravemente. Una persona viene uccisa.
La notte di Natale in Pintadas arrivano in moto e ammazzano un persona, in piazza, davanti a tutti. Qualche settimana dopo, mentre stiamo progettando l’anno pastorale nella casa parrocchiale, vediamo movimenti di auto... vicino alla scuola ancora motociclette nere e spari contro un ragazzo e una ragazza: lui ucciso, lei gravemente ferita.
Poi ancora in piazza, davanti a tutti, un altro giovane ammazzato con colpi in testa. E in Ipirà un uomo viene trovato morto per strada; in un piccolo villaggio in campagna un uomo che aveva relazioni sentimentali con due sorelle, uccide il loro padre, spara contro di loro, e si uccide: in una casa che è luogo di celebrazione della messa per la comunità della zona.
Qualche settimana fa, in Ipirà, in un altro quartiere della città di fronte al cimitero, conflitti a fuoco nella notte, con le persone terrorizzate chiuse in casa. Un giovane viene trovato ammazzato.  Questa mattina mi hanno detto che un altro uomo è stato trovato ucciso nei pressi di uno dei paesini (povoado) della parrocchia.  Da mesi è questa la situazione nelle nostre due parrocchie di Ipirà e Pintadas dove io e don Luca Grassi siamo parroci.   In questi mesi tanti giovani ammazzati ( e alcuni scampati miracolosamente) con metodologie simili: arrivano motociclette scure, si avvicinano e le persone sulle moto sparano in testa, in genere senza sbagliare il colpo. Poi se ne vanno, e non si sa chi siano questi assassini: non si fanno indagini, o se vengono fatte i colpevoli non vengono trovati.  Poche iniziative di protesta, nessuna denuncia.  Io sono veramente sorpreso, chiedo cosa sta capitando....  scopro che i giovani che vengono uccisi sono coinvolti nel mondo della droga... qualcuno dice che vengono uccisi perchè non hanno pagato, o che sono bande rivali che si fronteggiano, o che gli uomini che passano e uccidono con competenza e alla luce del giorno, davanti a tutti,  sono della polizia stessa: dal momento che molte volte chi è coinvolto in qualche crimine non viene condannato e non si fanno buone indagini, la soluzione è questa: passano e ammazzano.   Sapendo che le persone ammazzate sono coinvolte nel mondo della droga e quindi pericolose per la società, i cittadini non protestano. Penso che per molti vada bene così. O hanno paura, o ormai convivono rassegnati.
Violenza in Brasile.
Il Brasile è oggi tra gli stati più violenti al mondo. Non è coinvolto in guerre, non ci sono rivoluzioni interne, non c’è terrorismo, è in una condizione di pace, eppure..... è il paese con il maggior numero di omicidi al mondo ( come numero assoluto).
i dati che ho disponibili del 2010, che riguardano tutto il mondo, sul tasso di omicidi per 100mila abitanti pongono il Brasile al 7° posto con il tasso del 27,4 sulla popolazione in generale, e 8° posto con 54,4 sulla popolazione giovanile.
Gli stati più violenti al mondo sono tutti nel Sud-America: El Salvador, Guatemala, Trinidad e Tobago, Venezuela, Colombia, Porto Rico.
In Italia il tasso di omici per 100mila abitanti è di 0,8 sulla poplazione totale e 0,9 sulla popolazione giovanile: tra i più bassi al mondo.
Altri dati che riguardano il periodo 1980 – 2012  in Brasile.
 1.202.245 vittime di omicidio
 1.041.335 vittime di incidenti stradali
    216.211  vittime di suicidio
Totale di morti violente: 2.459.791
Per fare un confronto, nei 13 anni di guerra in Afganistan ( 2001-2014) sono morti 17.000 militari e 21.000 civili.
Nelle guerre in Iraq ( 2003-2011) sono morte circa 250.000 persone a causa delle azioni violente di guerra ( altre per malattie e povertà).
In Brasile viviamo una situazione drammatica: non siamo in guerra, ma è ben più di una delle tante guerre che purtroppo stanno insanguinando il mondo.
BAHIA
Alcuni stati del Brasile negli ultimi anni hanno visto un miglioramento da questo punto di vista, mentre la Bahia, dove si trovano le nostre parrocchie, che  fino a pochi anni fa era uno Stato abbastanza tranquillo, è oggi tra i più violenti.   Dal 2002 al 2012 il tasso di omicidi è cresciuto del 242%, e tra i giovani del 248%.
Come ho già scritto il tasso di omicidi di 27,4 per 100mila abitanti in Brasile è tra i più alti al mondo . Ma in Bahia (dati del 2012) si registra un tasso del 41 ( tra i più alti nello stesso Brasile e in crescita), e del 87,4 per quanto riguarda i giovani.   Dati che ho ascoltato in TV, riferivano che la Bahia nel 2014 ha avuto il più alto tasso di omicidi giovanili del Brasile. Proprio molti municipi della nostra zona, tra Ipirà e Salvador, hanno i tassi più alti: 250, anche 300 e oltre per 100mila abitanti. Tra i più alti al mondo.
In Italia si percepisce un clima di insicurezza, il timore della criminalità, della violenza..... pensate alle nostre zone della Bahia e moltiplicate non per il doppio o il triplo, ma 200 volte tanto!
Un grave problema è anche la violenza della polizia. In media 2000 persone ogni anno vengono uccise dalla polizia ( dati registrati ufficialmente; in realtà sembra molto di più).
In Italia, e anche negli USA, ci sono reazioni molto forti di fronte alla violenza della polizia. Qui se ne parla un poco, e tutto continua.
Sono sconcertato di fronte alla situazione delle nostre due parrocchie, fatico a capire: tanti giovani ammazzati e nessuna indagine, nessun colpevole, nessuna denuncia. Dai municipi, dai sindaci nessuna voce. Noi abbiamo parlato un poco durante le messe ma le persone non si coinvolgono nell’affrontare la questione.
Parlando con qualcuno emerge questa impressione, che alla maggior parte della popolazione vada bene così: sono persone criminali, coinvolte nel traffico di droga che vengono uccise, sono un male per la società.  Inoltre serpeggia la paura: chi fa accuse precise si ritrova con una pallottola in fronte.    Comincio a capire meglio la situazione, anche se non si possiedono dati ufficiali: Ipirà è uno dei centri di smercio di droga, punto di passaggio tra le città grandi e l’interno della Bahia. Centinaia (!) di giovani in paese usano droga ( crack, pastiglie varie...), i grandi spacciatori accumulano quantità enormi di soldi e probabilmente ( certo non ho prove ma suppongo) tanti politici sono coinvolti.
Che fare? Sono ancora disorientato. Consigliano a noi due parroci di non fare nulla da soli ma sempre fare passi coinvolgendo le istituzioni e favorendo il dialogo e la presa di coscienza dei cittadini. Chi affronta questa questione da solo rischia molto, le persone coinvolte non hanno molti scrupoli di coscienza. Ci confrontremo con il Vescovo Andrè per capire quali iniziative sarebbe bene prendere.
Progetto Dançar à vida e biblioteca
Penso che la azione più importante per noi sia quella educativa, formativa.
Per contrastare il male che si diffonde, bisogna solo apririsi a Dio e la vita ordinaria di parrocchia ci offre tutte le possibilità: liturgia, catechesi, incontro  tra le famiglie, catechesi biblica...
Continare i progetti che don Marco Ferrari ha iniziato, l’attività con i bambini e i ragazzi in due quartieri più poveri e disagiati, con rischio forte di delinquenza. Sono 70 ragazzi accolti ( se avessimo maggiori strutture sarebbero di più perché tante famiglie chiedono aiuto).   Ci sono educatori che seguono i ragazzi nel tempo extra-scolastico, vengono proposte attività musicali, sportive, artistiche... un impegno grande viene posto nell’aiutare ad avere il senso della comunità, della amicizia, del rispetto e nella educazione alla spiritualità cristiana.  Devo dire che è una attività che ha successo, ho notato che effettivamente i ragazzi stanno imparando il rispetto, il gusto di stare insieme agli altri, e vivono un progressivo inserimento nella Chiesa.
Per quanto riguarda la biblioteca, vedo che ci sarebbe molto da fare. Le persone non leggono quasi nulla; la bibloteca non ha fondi, compra qualcosa quando arrivano aiuti dall’Italia.
Molti mi hanno chiesto come aiutare la Missione in Brasile, di cosa abbiamo bisogno.  Penso che per ora su questi progetti sia bene investire. Per gli educatori spendiamo circa 2000 Euro al mese, più il materiale, le spese per le strutture, le merende....
 Per quanto riguarda la biblioteca, libri e riviste che si possono comprare dipendono molto dagli aiuti che vengono dall’Italia.
Ho fatto anche una spesa liturgica: lezionari per le liturgie nelle comunità. Solo nella Chiesa centrale si trova un lezionario, così ho pensato di comprarne alcuni per le celebrazioni nelle varie comunità e non usare solo foglietti, fotocopie o simili... è per dare dignità all’annuncio della Parola di Dio.
Se volete aiutare per questi progetti, fate le offerte al Centro Missionario Diocesano di Reggio.
 Vi ringrazio, don Gabriele Burani.
Mi sono soffermato molto sulla questione della violenza, in prossime lettere parlerò di altri aspetti della nostra vita pastorale e spirituale.


 dg.burani@gmail.com

COSA DESIDERO DICE CHI SONO


Chi di noi, almeno una volta nella vita, non si è immaginato di stare al posto di un’altra persona. Se non altro per provare la sensazione di qualcosa di nuovo o per dire a se stesso: “io al posto suo avrei fatto diversamente”.
Non mi sbaglierei di molto se dicessi che, in questo gioco dei desideri, le persone sceglieranno sempre situazioni che reputano migliori della propria. Pensaranno di prendere il posto di persone più ricche, più influenti nella società, più osannate dai midia, più “alla moda del momento”.
Cosa desideriamo ci dice chi siamo e cosa vogliamo fare della nostra vita. Il desiderio che creiamo dentro di noi alimenta la volontà di un benessere, di una vita migliore. Questo è positivo quando la ricerca percorre le giuste strade, quando ci invita a guardare oltre le apparenze e noi accettiamo l’invito con tutte le sue conseguenze.
Di che benessere abbiamo bisogno? Quali sono le strade che ce lo fanno raggiungere? Come sapere di star vivendo una vita migliore? Sono tutte domande che esigono risposte individuali. Non è necessario scomodare la psicanalise, ne la psicologia per cercare delle risposte convicenti. Credo che basti un po’ di buon senso e, soprattutto, la gioia di sentirsi amati dal Signore Gesù Cristo.
Per cominciare potremmo cercare di ritagliarci un piccolo momento settimanale nel quale riflettere sui nostri desideri. Posso immaginare che i ritmi di vita di giovani e adulti li da voi non siano di aiuto, ma il gioco vale la candela, come dice il dettato popolare.
Una delle ultime frasi di Francesco, vescovo di Roma, è stata: “Il denaro è lo sterco del diavolo”. Aveva già detto nella sua prima Esortazione apostolica Evangelii Gaudium “No a un denaro che governa invece di servire”. Da sole queste affermazioni possono non volere dire nulla, addirittura possono irritare qualuno visto che i soldi servono per comprare cose che necessitiamo per vivere. Però se si inseriscono queste affermazioni dentro la riflessione sui “miei desideri”, ecco che esse assumono una valore enorme e mi provocano a predere delle decioni, a fare delle scelte obbligate.
L’argomento potrebbe continuare ad essere presentato con numerose riflessioni ed esempi. Non voglio stancare il lettor attento per cui cercherò di scendere dalla teoria alla pratica (che è sempre più veloce da essere capita anche se non sempre viene assimilata ai propri stili di vita) provando a rispondere alle tre domande poste sopra. Sono considerazioni semplici, ma al giorno d’oggi sembra che le cose più difficili da realizzare siano appunto quelle più semplici da capire.
Di che benessere abbiamo bisogno? In una società che si avvicina alle piene soddisfazioni individuali (mi vengono in mente le funzioni di benessere sociale di Harsany e la teoria dei giochi di Nasch e Roels) in campo edonistico dove quasi tutto è a nostra disposizione, viene a mancare con sempre più frequenza il benessere interiore.  Se io vi dicessi che “La felicità non si compra” probabilmente mi mandereste a quel paese pensando ad un concetto banale, sorpassato, infantile. Ma io posso dirvi che a quel paese ci sono già venuto. Qui in Brasile, nelle terre aride del semiarido della Bahia, ho ritrovato la semplicità nelle persone che incontro tutti i giorni e, molte (anche se non tutte) mi trasmettono una felicità che non dipende dalle cose che posseggono ne dalle informazioni che ricevono ne dalle riflessioni che elaborano con i loro cervelli. Il cuore di molta gente che abita da queste parti è, per dirla con le parole del salmista “un cuore semplice che teme il Tuo nome”.   
Quali sono le strade che ce lo fanno raggiungere? Dall’individuare e decidere a quale benessere aspiriamo derivano le strade che dobbiamo percorrere per ottenerlo. Scrivo all’inizio della Quaresima. Un tempo forte, carico di significati e tra tutti quello della conversione. La parola, che ci viene dal grego metánoia, non significa altro che cambiare vita. Insieme a questa troviamo altre parole che, a dire il vero, ci fanno sempre un po’ paura, non ci mettono a nostro agio (almeno all’inizio) come: rinuncia, elemosina, digiuno, spogliazione. Per non parlare poi di quelle che addirittura ci scandalizzano o ci fanno sentire ridicoli come umiliazione, annientamento, sofferenza, obbedienza, croce. A questo punto cosa faccio? Lo dico o non lo dico? Ve lo lascio immaginare? Ma sicuramente lo avrete già intuito.... Sono queste le parole da fare nostre, da vivere quotidianamente nella nostra giornata e non solo durante la Quaresima. Le parole che ci permettono di creare strade che raggiungano il vero benessere interiore.     
Come sapere di star vivendo una vita migliore? Consolatevi siamo quali alla fine. “Dai loro frutti li riconoscerete” e ”E mi sarete testimoni a Gerusalemme, in tutta la Giudea e la Samaria e fino agli estremi confini della terra”. Le parole dette da Gesù ci danno gli indicatori di risultato. Quello che ci farà sentire meglio, quello che renderà più entusiasmante la nostra giornata, quello che avremo la voglia di coltivare nell’orto dei nostri desideri non sarà altro che una sempre maggiore somiglianza con Gesú Cristo. Dai comportamenti, dagli atteggiamenti, dai pensieri, dalle parole saremo riconosciuti come Suoi testimoni e porteremo il frutto dell’amore infinito che la misericordia di Dio sempre fará scendere dentro di noi. 

Miguel Calmon, 02 di marzo 2015

Gianluca Guidetti

SIAMO IN GUERRA SENZA SAPERLO



Don Luca Grassi
Da inizio anno a metà marzo in Pintadas sono stati uccisi 7 giovani e feriti altrettanti (l'intenzione era quella di ucciderli). Praticamente la media è stata di un morto o un ferito ogni settimana: tutti hanno una età compresa tra i 16 anni e i 33 anni. Sono stati uccisi nella piazza pubblica, di fronte alla chiesa durante la messa, all'uscita della scuola e nei bar della città. Arriva una moto con due persone incappucciate e una di loro spara a vittime predestinate. Si tratta di giovani legati al traffico di droga. Per la maggior parte sono neri e poveri. Si parla di veri e propri gruppi di sterminio e di una lista di almeno 100 giovani del municipio di Pintadas che devono essere uccisi. La maggior parte di loro è fuggita in altre città del Brasile o si è nascosta nella "catinga". I poteri costituiti stanno in silenzio e non prendono provvedimenti (si parla di minacce fatte al prefetto) e il ruolo della polizia è molto ambiguo. Vi riporto solo un esempio: in febbraio di fronte alla scuola, la polizia ha fermato due giovani, una ragazza di 16 anni e il suo moroso di 27 anni, li ha trattenuti per 15 minuti. Uno dei poliziotti ha fatto una telefonata per cellulare, la polizia se ne è andata, ed immediatamente è arrivata la moto che ha freddato i due giovani.

Come prete sono sempre andato all'ospedale per benedire le vittime o i feriti, stare vicino ai familiari straziati dal dolore, ho visitato la casa dei giovani ed ho partecipato alle esequie, che normalmente avvengono senza la partecipazione del prete. Come parrocchia abbiamo celebrato una messa nella piazza centrale, dove sono avvenuti la maggior parte degli omicidi, ed abbiamo organizzato una marcia della pace. Ho fatto diversi interventi, uno per radio e nelle omelie. Abbiamo scritto una relazione degli avvenimenti allo stato della Bahia, al Forum statale dell'infanzia e della gioventù , ed abbiamo chiesto l'intervento della Diocesi. Tante sono le parrocchie della Diocesi che stanno vivendo questa situazione di violenza. Il 3 maggio ci sarà in Pintadas una manifestazione con la partecipazione del Vescovo, della Pastorale Giovanile, del Forum della Città e di alcune organizzazioni statali.
Il Brasile è uno dei Paesi al mondo con il maggior tasso di omicidi - 20,5 ogni 100.000 abitanti per anno. In Pintadas in solo tre mesi siamo già ad un tasso di 70 omicidi per 100.000 abitanti, per fornire una comparazione, è come se nella provincia di Reggio Emilia in questi tre mesi fossero stati commessi più di 370 omicidi. Don Gabriele ha fatto una piccola indagine che vi mando in allegato. Sono cifre impressionanti: negli ultimi 30 anni sono stati uccisi più di 1 milione e 200 mila persone. La maggior parte di questi omicidi sono legati al traffico di droga. Il Brasile è uno dei maggiori consumatori al mondo di cocaina e crack. A questi omicidi si devono aggiungere i giovani che ogni anno muoiono per droga o alcool. Una vera e propria guerra, anche se non compare nelle statistiche delle guerre nel mondo! Le guerre in Iraq e Afghanistan in questi anni non hanno causato nel complesso così tante vittime. A tutto questo si deve aggiungere una cultura, che valorizza la vendetta e che porta a uccidere per inezie.

Quanto detto non deve offuscare la bellezza e la fede del popolo brasiliano. Concludo solo con un esempio. Il mese scorso sono andato per un incontro in una piccola comunità della campagna. Era la prima volta che visitavo quella comunità ed ero stranamente puntuale (la puntualità non è una mia virtù!). Al mio arrivo, alle 15, non c'era nessuno. Pian piano sono arrivate diverse persone, sotto il caldo cocente della catinga. Quando abbiamo iniziato l'incontro, erano presenti più di 20 giovani, alcuni anziani ed alcune mamme con bimbi piccoli. La maggior parte di loro era venuta a piedi, facendo in media più di 6/7 km per strade di terra battuta, riparati da un ombrellino!  
Sia lodato Gesù Cristo!


P.S: Ricordo, per chi desiderasse dare un piccolo sostegno alla missione, il progetto "Dançar e Vida" iniziato da don Marco in Ipira. Si tratta di due piccoli oratori che tolgono dalla strada bambini, e quindi dal traffico di droga, dalla violenza, dalla prostituzione..... Sono una vera e propria benedizione di Dio! Le offerte posso essere fatte al Centro Missionario Diocesano.