Che cosa sta succedendo
in Brasile? Una Nazione con 200.000 millioni di abitanti, un’estensione di 28
volte quella dell’Italia, una classe politica insignificante e senza dubbio non
all’altezza del compito che le è stato affidato e che le viene chiesto dalla
popolazione.
Non ci sono dubbi
sull’incapacità del Presidente della Repubblica Michel Temer de saper governare
il Paese. Se guardiamo le riforme fatte fino ad ora e quelle in programma ci
rendiamo conto di cosa aspetta questo popolo gialloverde.
Il comportamento è quello
dei “coroneis” i signorotti dallo
stile ottocentesco che dettano legge dove la legge ufficiale non c’è o non
viene osservata. Propensi solo ad arrichirsi a spese dei contribuenti e della
povera gente, amanti del “jeitinho”
(leggi jeitigno) ovvero di risolvere le situazioni con mezzi al di fuori della
legalità e dei normali procedimenti.
Il comportamento di
questi politici mi fa venire alla mente il viaggio di andata e ritorno che ho
fatto tra il 19 ed il 20 di ottobre per andare a trovare una suora di 91 anni,
italiana, con 50 anni di Brasile e più di 30 a servizio della piccola comunità
di Gangú, un borgo del Comune di Crisopolis a 250 km da Salvador, la capitale
della Bahia. Come l’abbia conosciuta e perché vado la regolarmente ad ogni 4
mesi, lo racconto un’altra volta.
Sia nel viaggio di
andata, di circa 5 ore di autobus, che in quello di ritorno ho “contemplato”
con molta attenzione i tanti venditori ambulanti che salivano sul pullman nei
momenti in cui si fermava nelle stazioni intermedie. Gente semplice che con
molta dignità offriva i loro prodotti. Chi vendeva patatine, castagne secche,
bibite fresche o acqua minerale. Una donna, all’apparenza mamma di famiglia,
entra e annuncia “olha pessoal chegou o beiju com coco”*. Apre un contenitore
in plastica e inizia a percorrere il corridoio del pullman mostrando quello
che, provabilmente, aveva fatto al mattino presto prima di portare i figli a
scuola. Sempre con molta educazione ed aprofittando del pochissimo tempo a
disposizione prima che il pullman riparta di nuovo, cerca di vendere la sua
produzione. Pochi reais, sudati, che serviranno per pagare acqua, luce,
alimenti, e tutto quello di cui c’è bisogno in famiglia. Tutti i giorni la
tessa cosa, è il suo modo di ricavare ONESTAMENTE il pane quotidiano per
vivere.
“Tiro o chapéu para
ela”** senza ombra di dubbio. E sono in molti che improvvisano un lavoro,
inventano un’occupazione per poter portare a casa un po’ di soldi. Non vogliono
arrendersi alla vita miserabile che i politici di turno gli propongono
tagliando la Spesa Sociale, riducendo incentivi alla piccola attività
artigianale, approvando politiche di riduzione dei costi che incidono
pesantemente sul ceto meno abbiente. Sono persone che meritano tutto il mio
rispetto e la mia ammirazione e, molto spesso, compro i loro prodotti, magari
non avendo neanche fame in quel momento, ma solo per la gioia che sento subito
nel cuore nel vedere il sorriso che si definisce spontaneo e bello sulla loro
bocca mentre ricevono i due, tre, quattro, dieci reais a seconda del prodotto e
della quantità.
Inevitabilmente in questi
momenti mi tornano alla mente loro.......i politici dal nome importante: Aecio
Neves (senatore appena sfuggito da un’accusa di corruzione – il Senato ha
semplicemente votato no alla proposta fatta dalla Corte Costituzionale di
giudicarlo per i crimini commessi). Viva l’indipendenza dei Tre poteri! Viva la
Repubblica! Poi ancora Eduardo Cunha (ex presidente della Camera Federale
principale artefice dell’impeachment di Dilma Rouseff), Renan Calheiros (ex
presidente del Senato Fedrale), Geraldo Alkimin (Governatore attuale dello
Stato di San Paolo), Inácio Lula da Silva (ex presidente della Repubblica),
Otto Alencar (senatore che rappresenta la Bahia, ma certamente non gli
interessi del popolo baiano), Michel Lulia Temer (attale presidente della
Repubblica senza essere eletto). Questa gente ha già rubato millioni, continua
a rubare millioni e ruberà millioni nel futuro se le cose non cambieranno.
Soldi che appartengono al popolo brasiliano. E la nostra venditrice di beiju
impiegherà non meno di 5 anni per arrivare al valore di uno stipendio mensile
di questa gente.
Era Pirandello che diceva
“Così è se vi pare!”? ed Eduardo Bennato
cantava: “Sono solo canzonette”. Le domande serie, però, me le pongo: è ancora
valido oggi (in tutto il mondo) il modello partitico per difendere, sostenere e
rafforzare la democrazia? I Partiti Politici sono ancora necessari oggi? I miei
dubbi di trent’anni fa, quando con Paolo Pombeni (professore di Storia dei
Partiti Politici all’Università di Scienze Politiche a Bologna) si parlava di
queste cose, rimangono, anzi aumentano.
Miguel Calmon, 20 di ottobre 2017
Gianluca Guidetti
*Tradotto: attenzione,
gente è arrivato il beiju al cocco. Il beiju é una specialità tipicamente brasiliana di origine indigena
scoperta nello stato del Pernambuco, fata con farina di tapioca (la fecola
estratta dalla mandioca) e si può mangiare senza niente o farcire con pezzetti
grattugiati di cocco o formaggio o prosciutto.
**Tirar o chepéu è
un’espressione che significa letteralmente – Togliersi il cappello - .
Significa dimostrare un profondo rispetto e ammirazione per una persona o per
un atteggiamento/comportammento di quella persona.
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