Wagner, 07 de março 2013
SS.Perpetua e Felicita
In questo
tempo de quaresima, dove si parla spesso de conversione e de penitenza, voglio
collocare una piccola riflessione sulla necessitá de alimentare la Speranza,
perché é questo che noi andiamo a sperimentare nel giorno della Pasqua;
alimentare la speranza em um Dio della vita e della gioia; perché se questo non
accade, possiamo fare penitenza e tentare de cambiare qualcosa, mas poi tutto
rischia de ritornare come prima, anzi peggio de prima. E allora, che questo
tempo di quaresima possa essere il tempo della speranza di tanti che, nel mezzo
del cammino della própria vita, rischiano de perderla e de lasciarsi
avvinchiare dalla delusione e dal disanimo, dal pessimismo e dalla tristezza.
Questo é
quello che anche noi missionari dobbiamo sempre avere ben presente, di fronte
alle tante sfide che ci vengono lanciate dalla quotidianitá e dalla vivencia
con um popolo e con una chiesa che ci chiede de essere portatori de parole e de
vita legate alla speranza de um mondo migliore e di una vita piú giusta. Dico
questo perché nel vivere la quotidianitá se rende sempre piú evidente quante
sono le piccole e grandi ingiustizie che la gente vive e esperimenta; voglio
raccontare alcuni fatti concreti che dimostrano questo; é cominciato l’anno
scolastico, a dire il vero ancora non é a pieno regime, ma sta dando i primi
passi, e come sempre bisogna scegliere i professori e collocare il personale
perché la scuola possa funzionare, mas la scelta dei professori non é sempre facile,
o meglio, non puó essere fatta per le capacitá e per la professionalitá, ma per
il partito per il quale hai votato, questo vuole dire che la qualitá della
scuola ne risente notevolmente, e che non interessa se il professore é scadente
o non sá insegnare, importante é che sia dalla “nostra parte”. Cosi come per la
possibilitá de avere acqua nelle campagne, attraverso i camion cisterna del
comune; si paga e a volte non c’é possibilitá perché ti mettono un sacco de
difficoltá solo perché non sei dalla parte del prefetto. E tutto cammina in questo modo, tutto dipende dal
potere comunale. Adesso comincia anche il progetto Nova Vida, e per incontrare
il sindaco abbiamo dovuto aspettare 3 settimane perché non si trovava, non si
sapeva dove fosse, o meglio, non voleva farsi trovare e tutto si ferma e non va
avanti; e in questa situazione, come sempre chi ci rimette sono i piú piccoli.
E allora, come fare per alimentare la speranza, perché qualcosa possa cambiare,
come fare perché i giovani non siano costretti ad andarsene dalle loro cittá in
cerca di una vita migliore o di un lavoro che non si trova, come essere
evangelizzatori di un vangelo che aiuti a trovare impulsi e stimoli per un
cambiamento reale e adesso, e non solo alla fine del tempo.... Sono domande che
risuonano spesso nella mente, guardando la realtá delle persone e dei luoghi
dove si stá operando. Certo che mi consolo al vedere come anche a livello
italiano siamo próprio allo sfascio...mi viene da ridere al pensare come la
ignoranza degli italiani non ha limiti, e con tutto rispetto, quanto la
stupiditá continua a perversare in un sistema dove importate pensare a sé
stessi...ma questo potrebbe essere un altro argomento sul quale dibattere ore e
ore e non riuscire a saltarci fuori.
Preparando a JMJ 2013 |
Ma la speranza
se incontra nel volto delle persone, quelle piú semplici e che non hanno molto
potere nelle mani, quelle che si affidano a un Dio che sá quello che fa e che
riesce a dare tutto nell’ora certa, quelle che hanno segnato nel volto la
durezza del lavoro e le scottature del sole, quelle persone che restano
perseveranti anche quando le cose sembrano non avere soluzione; di queste
persone io ringrazio il Signore, perché ci insegnano un Vangelo concreto, non
fatto di ragionamenti e riflessioni, mas fatto de vita e di sofferenze. Voglio
raccontarvi un fatto che é accaduto in questi giorni; sono andato con le suore
di Wagner a visitare due comunitá ben distanti dalla cittá e nelle quali da
tempo non andavamo a celebrare perché non c’era una grande volontá di
impegnarsi e di compromettersi. La realtá di quella regione é molto precária,
senza acqua, senza luce e in questi tempi ancora piú precária per la grande
secca che stá passando la Bahia. Siamo arrivati in una famiglia e la prima cosa
che la donna di casa ci ha detto é stato:“Era da tempo che stavo aspettando la
vostra visita”, e questo mi ha disorientato, perché al di lá di tutto, la
speranza di rivedere il padre o le suore era ben presente nella loro vita. Questo non vuole essere un episodio
poético, perché il desiderio di celebrare dovrebbe essere un impegno della
comunitá, e non per la presenza del padre, mas sempre mi dá di pensare quanto
il cammino della chiesa deve essere vicino a queste situazioni dove
apparentemente non ci sono prospettive; ma dico, é próprio qui dove se deve
alimentare una speranza che vá ben oltre alle aspettative puramente razionali.
segni della speranza... |
Uma boa Páscoa
de ressurreição a todos. Um abraço e que este Deus que sempre nos pulsiona a
ser mensageiros de esperança, nos
ensine a anunciar ao mundo a certeza que Jesus Cristo verdadeiramente
ressuscitou e pede que cada um possa se tornar testemunho desta verdade.
Pe.Luis
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