domenica 10 marzo 2013

Carta de fevereiro 2013


Wagner, 07 de março 2013
SS.Perpetua e Felicita

In questo tempo de quaresima, dove si parla spesso de conversione e de penitenza, voglio collocare una piccola riflessione sulla necessitá de alimentare la Speranza, perché é questo che noi andiamo a sperimentare nel giorno della Pasqua; alimentare la speranza em um Dio della vita e della gioia; perché se questo non accade, possiamo fare penitenza e tentare de cambiare qualcosa, mas poi tutto rischia de ritornare come prima, anzi peggio de prima. E allora, che questo tempo di quaresima possa essere il tempo della speranza di tanti che, nel mezzo del cammino della própria vita, rischiano de perderla e de lasciarsi avvinchiare dalla delusione e dal disanimo, dal pessimismo e dalla tristezza.
Questo é quello che anche noi missionari dobbiamo sempre avere ben presente, di fronte alle tante sfide che ci vengono lanciate dalla quotidianitá e dalla vivencia con um popolo e con una chiesa che ci chiede de essere portatori de parole e de vita legate alla speranza de um mondo migliore e di una vita piú giusta. Dico questo perché nel vivere la quotidianitá se rende sempre piú evidente quante sono le piccole e grandi ingiustizie che la gente vive e esperimenta; voglio raccontare alcuni fatti concreti che dimostrano questo; é cominciato l’anno scolastico, a dire il vero ancora non é a pieno regime, ma sta dando i primi passi, e come sempre bisogna scegliere i professori e collocare il personale perché la scuola possa funzionare, mas la scelta dei professori non é sempre facile, o meglio, non puó essere fatta per le capacitá e per la professionalitá, ma per il partito per il quale hai votato, questo vuole dire che la qualitá della scuola ne risente notevolmente, e che non interessa se il professore é scadente o non sá insegnare, importante é che sia dalla “nostra parte”. Cosi come per la possibilitá de avere acqua nelle campagne, attraverso i camion cisterna del comune; si paga e a volte non c’é possibilitá perché ti mettono un sacco de difficoltá solo perché non sei dalla parte del prefetto. E tutto cammina  in questo modo, tutto dipende dal potere comunale. Adesso comincia anche il progetto Nova Vida, e per incontrare il sindaco abbiamo dovuto aspettare 3 settimane perché non si trovava, non si sapeva dove fosse, o meglio, non voleva farsi trovare e tutto si ferma e non va avanti; e in questa situazione, come sempre chi ci rimette sono i piú piccoli. E allora, come fare per alimentare la speranza, perché qualcosa possa cambiare, come fare perché i giovani non siano costretti ad andarsene dalle loro cittá in cerca di una vita migliore o di un lavoro che non si trova, come essere evangelizzatori di un vangelo che aiuti a trovare impulsi e stimoli per un cambiamento reale e adesso, e non solo alla fine del tempo.... Sono domande che risuonano spesso nella mente, guardando la realtá delle persone e dei luoghi dove si stá operando. Certo che mi consolo al vedere come anche a livello italiano siamo próprio allo sfascio...mi viene da ridere al pensare come la ignoranza degli italiani non ha limiti, e con tutto rispetto, quanto la stupiditá continua a perversare in un sistema dove importate pensare a sé stessi...ma questo potrebbe essere un altro argomento sul quale dibattere ore e ore e non riuscire a saltarci fuori.
Preparando a JMJ 2013
Ma la speranza se incontra nel volto delle persone, quelle piú semplici e che non hanno molto potere nelle mani, quelle che si affidano a un Dio che sá quello che fa e che riesce a dare tutto nell’ora certa, quelle che hanno segnato nel volto la durezza del lavoro e le scottature del sole, quelle persone che restano perseveranti anche quando le cose sembrano non avere soluzione; di queste persone io ringrazio il Signore, perché ci insegnano un Vangelo concreto, non fatto di ragionamenti e riflessioni, mas fatto de vita e di sofferenze. Voglio raccontarvi un fatto che é accaduto in questi giorni; sono andato con le suore di Wagner a visitare due comunitá ben distanti dalla cittá e nelle quali da tempo non andavamo a celebrare perché non c’era una grande volontá di impegnarsi e di compromettersi. La realtá di quella regione é molto precária, senza acqua, senza luce e in questi tempi ancora piú precária per la grande secca che stá passando la Bahia. Siamo arrivati in una famiglia e la prima cosa che la donna di casa ci ha detto é stato:“Era da tempo che stavo aspettando la vostra visita”, e questo mi ha disorientato, perché al di lá di tutto, la speranza di rivedere il padre o le suore era ben presente nella loro vita.  Questo non vuole essere un episodio poético, perché il desiderio di celebrare dovrebbe essere un impegno della comunitá, e non per la presenza del padre, mas sempre mi dá di pensare quanto il cammino della chiesa deve essere vicino a queste situazioni dove apparentemente non ci sono prospettive; ma dico, é próprio qui dove se deve alimentare una speranza che vá ben oltre alle aspettative puramente razionali.
segni della speranza...
Uma boa Páscoa de ressurreição a todos. Um abraço e que este Deus que sempre nos pulsiona a ser  mensageiros de esperança, nos ensine a anunciar ao mundo a certeza que Jesus Cristo verdadeiramente ressuscitou e pede que cada um possa se tornar testemunho desta verdade. Pe.Luis



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