lunedì 9 aprile 2012

Condividendo ... 7, un mese con un "amico"


Ciao a tutti,



rieccoci con le nostre notizie dalla Bahia. Questo mese appena trascorso è stato un po’ diverso, in quanto è venuto un nostro amico di Reggio Emilia a trovarci: Francesco (da molti conosciuto come Soncio). 
È stato un mese un po’ diverso: diverso perché c’era una persona in più in casa, diverso perché nei nostri obiettivi c’era anche quello di potergli mostrare più realtà della missione in Ruy Barbosa, diverso perché il vicinato si è subito accorto della nuova presenza (tutti insistevano dicendo che era mio fratello !!!), diverso insomma. 
La presenza di Francesco in casa ci ha permesso di avere un altro occhio che potesse valutare le tante differenze che qui esistono rispetto all’Italia; è stata un’opportunità molto bella, che ci ha fatto un po’ anche “rivisitare” dei punti di vista che c’eravamo fatti sino ad ora: è importante credo ogni tanto avere una “valutazione esterna” perché forse dal di dentro (anche se stranieri) dopo qualche tempo (anche solo qualche mese) ci si può anche “fossilizzare” (scusate la parola un po’ “feia”) su certi pensieri dimenticandosi del perché siamo qui in mezzo al popolo brasiliano: trasmettere il Vangelo che è parola di trasformazione, di conversione, una conversione che porta all’avvicinarsi all’altro, all’amare indistintamente tutti i nostri fratelli. 
Allora cercheremo di raccontare un po’, per momenti, la visita di Francesco:
- Intanto vogliamo premettere che Francesco si è calato molto bene nel suo viaggio, nel senso che si è messo a totale disposizione nostra (non fraintendete, non come colf di casa), anzi più che nostra, della nostra missione: perciò abbiamo partecipato agli incontri in comunità, agli incontri a livello parrocchiale e lui ha vissuto in maniera giusta i momenti che quotidianamente scandiscono i nostri giorni in Utinga;
- Le tre “uscite” che abbiamo fatto (oltre ai 2 viaggi Utinga – Salvador e ritorno) sono state: 
o Una in Wagner, visitando Don Luigi Gibellini e Don Riccardo Mioni, fratelli della carità, che operano in 4 parrocchie (Wagner, Lajedinho, Ibiquera e Nova Rendençao) oltre che essere presenti durante la settimana alla casa di carità di Ruy Barbosa: Don Luigi tra l’altro (oltre ad un ottimo pranzo) ci ha dato la possibilità di partecipare ad una messa nella zona rurale di Wagner: una messa fatta in casa di una famiglia, in una zona molto isolata, con parecchie persone che sono arrivate grazie ad una “carona” (passaggio) offertagli da gente che aveva un mezzo disponibile. Persone semplici, magari stonate a cantare, magari che non conoscono bene i passaggi della messa, ma che partecipano in maniera profonda a questi appuntamenti, con una fede davvero grande. Forse non risulterà di facile comprensione questa ultima frase che abbiamo scritto, ma credeteci, le persone delle nostre comunità sono davvero piene di fede. 
o Un altro viaggio che abbiamo fatto è stato andare a visitare una famiglia che avevamo conosciuto in Italia (Antonio, Iamara e Danton, il loro figlio) a Pintadas (a nord della diocesi, circa 2 ore e ½ da Utinga): è stata una bellissima occasione per ritrovare una coppia che avevamo solo invitato una sera a cena a Reggio Emilia, ma con la quale abbiamo subito trovato un’ottima relazione (verranno tra l’altro la prossima settimana  a trovarci). A Pintadas lavora anche il mitico Don Paolo Cugini (chi non lo conosce vada subito su google e cerchi … ) e tra l’altro il giorno che lo abbiamo incontrato era anche il suo compleanno e lui ci ha dedicato una mezzora della sua serata, parlando di mille e più cose. Il secondo giorno è stato molto interessante perché siamo stati nella campagna di Pintadas a conoscere la comunità nella quale, ormai una quarantina di anni fa, c’è stata una grossa lotta per la terra, della quale hanno fatto parte anche missionari italiani. È stata un’esperienza molto bella: una coppia ormai con una certa età, con anche certi momenti emotivamente molto forti, raccontando questi anni (12 se non erro) lottando per un pezzo di terra che ingiustamente doveva essere espropriato da parte di un “fazendeiro” molto potente: dal quel poco che conosciamo di Riforma Agraria, è un problema che per tanti persiste ancora oggi; persone che con non poche sofferenze combattono per avere un pezzo di terra che non è di nessuno e che sembra non dover essere dato a nessuno. In mezzo ai tanti problemi che affliggono i brasiliani, questo rimane ancora uno dei più duri da risolvere.
o Il terzo e ultimo viaggio che abbiamo affrontato è stato caratterizzato anche da più aspetti “vacanzieri”: siamo stati 3 giorni in Andaraì a far conoscere a Francesco, Giacomo e Katia una coppia di Ferrara che sta facendo la nostra stessa esperienza missionaria. In Andaraì abbiamo soggiornato nella casa parrocchiale ed è stato bello perché è un luogo di passaggio per diverse persone: suore, preti, laici. Nei giorni che siamo stati abbiamo avuto l’occasione di incontrare 2 suore e 2 preti (più un seminarista, in stage). Coi preti è stato molto bello perché la sera si era deciso di fare della pizza e l’abbiamo fatta per tutti: c’erano italiani, spagnoli e brasiliani: è stato un incontro davvero multiculturale e sicuramente interessante. Ah, i padri sono: Luis Miguel (spagnolo) che opera in Andaraì e Itaete, Erivaldo (brasiliano), ordinato sacerdote a Dicembre 2011 e Carlos Fontanelle (il seminarista, dello statoa del Cearà ). In questa 3 giorni abbiamo visitato anche le località di Mucuge e Lençois (due cittadine tra le più rinomate della Chapada Diamantina). 


Questi sono stati i momenti fuori da Utinga ma la maggior parte del tempo l’abbiamo trascorsa a casa, in mezzo alla gente, nelle celebrazioni, nelle messe, negli incontri, nelle case insomma nella quotidianità di cui vi parlavo prima. 
Crediamo che le cose più belle della missione si possano “toccare”, “annusare” stando con le persone, conversando con loro, entrando in punta di piedi nelle loro realtà, senza dovere per forza “fare”, avere un ritorno “materiale” (“ho aiutato XXX persone”, “ho costruito XXX cose”, “ho iniziato XXX attività ecc…) senza nulla togliere al fatto che un aiuto di questo tipo non è sicuramente negativo, ma sta di fatto che noi missionari non siamo qui per “salvare il mondo” ma per camminare insieme ai nostri fratelli, siano brasiliani, malgasci, albanesi, indiani cercando di essere “disseminatori” del Vangelo di Gesù Cristo. 
Ok, crediamo sia giunta l’ora di “chiudere la trasmissioni”. Speriamo di non avervi annoiato e anzi aver posto in voi alcune riflessioni. 
Um abraço 
Alex Laura Matteo e Benedetta

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