Macajuba,
11 de novembro 2025
San
Martino di Tours
Ciao a tutti,
ieri
è cominciato in Belem do Parà (Brasile), il COP30, su i cambiamenti climatici,
e fu coniato una nuova parola per descrivere quello che sta succedendo con il
nostro pianeta, la nostra casa comune,
che è ECOCIDIO, cioè il volere non ammettere e continuare a distruggere
la creazione, ciò che Dio ci ha donato, come sta succedendo in Gaza, dove si
parla di GENOCIDIO, cioè volere eliminare completamente il popolo palestinese.
Sono due forme che esprimono il disprezzo per natura, l’Ecologia, e le persone
umane.
La
Conferenza delle Parti (COP) è l'organo decisionale della Convenzione quadro
delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (UNFCCC). La sua funzione è
attuare gli impegni globali per combattere i cambiamenti climatici assunti dai
paesi firmatari e ratificanti della Convenzione. Attualmente, 198 nazioni
partecipano all'UNFCCC, rendendola uno dei più grandi organismi multilaterali
delle Nazioni Unite (ONU).
La
COP rappresenta il vertice globale sul clima, che si tiene ogni anno in un
paese diverso. Funge anche da Riunione delle Parti del Protocollo di Kyoto (KP)
e dell'Accordo di Parigi, il cui obiettivo principale è mitigare il
riscaldamento globale e mantenere l'aumento della temperatura globale al di
sotto dei 2 °C, con l'obiettivo di limitarlo a 1,5 °C. E’ necessario dire che
gli Stati Uniti non hanno firmato, come anche il Canada e il Giappone.
Questa
introduzione mi serve per potere descrivere adesso quello che sta accadendo nel
nostro Sertão Baiano, dove sono mesi che non sta cadendo una goccia di acqua e
dove la secca sta provocando morte di bestiame e non possibilità di cominciare
a coltivare e seminare. Andando nelle comunità rurali, si capisce quanto la
siccità provoca morte, la campagna è desolante, gli agricoltori stanno dando
palma e mandacarù (la palma è una specie di fico d’india, ricco di acqua, e il
mandacarù è il cactus tipico del Sertão) al bestiame che oltre non avere cibo
non ha nemmeno acqua da bere.
Le
strade sono impolverate, e percorrendole con la macchina non si riesce a
evitare che la polvere possa entrare da tutte le parti, anche con i finestrini
chiusi; sta aumentando il caldo e la situazione per la gente della campagna si
fa difficile; passando si cominciano a sentire gli odori pesanti delle carcasse
degli animali morti a causa della sete e della fame. Chi sta approfittando di
tutto questo sono gli Urubù, specie di avvoltoi che si cibano di queste
carcasse, e sono chiamati dalla gente “spazzini del cielo”.
Parlando
con la gente del campo, soprattutto i più anziani, ricordano che nel passato si
cominciava a “capinare” (cioè pulire il terreno con la enchada, la zappa) nel
mese di ottobre perché le piogge cominciavano a cadere a partire dalla Festa di
Tutti i Santi, e continuavano regolarmente; seminavano nella terra secca, nella
polvere perché era certo che la pioggia arrivava; adesso si continua a
capinare, si preparano i terreni, si puliscono i bacini di raccolta dell’acqua
piovana, ma non si semina, non si pianta se non quando la pioggia cade, e cade
per alcuni giorni, per avere la possibilità di potere poi raccogliere di quello
che si è seminato. Questo è certamente un segnale di cambiamenti climatici, di
come anche gli uomini non si fidano più nella Cultura del campo, delle
tradizioni trasmesse dai vecchi, ma aspettano e che la natura si manifesti
concretamente. Questo accadeva anche per la Festa di San Giuseppe, dove si
seminava il miglio (qui è il granturco) di San Giovanni, che si mangia nelle
feste Junine.
Anche
le cisterne di raccolta di acqua piovana che sono state costruite nelle
campagne sono secche, così come le cisterne di produzione sono ormai prive di
acqua; mas proprio mentre sto scrivendo sento il ticchettio dell’acqua che
batte sopra il tetto e la pioggia sta cadendo, non è una “trovoada” (pioggia
forte), mas è un segnale di speranza.
Ci
stiamo preparando anche all’Assemblea Diocesana di fine anno, che sarà di un
giorno, e questo dice tante cose, ma non lamentiamoci sempre, proviamo a vivere
questo momento come un momento sinodale, di riflessione non solo di ciò que è
successo in questo anno pastorale, ma come cercheremo di proiettarci nel
prossimo anno, con la speranza di potere realizzare in alcune Foranie, le Sante
Missioni Popolari, visitando tutte le Comunità di ogni singola parrocchia,
riconoscendo e accogliendo la piccolezza come un segnale evangelico, un segno
che contrasta la mentalità di un mondo dove contano i numeri, il potere e
l’essere in alto.
Stiamo
finendo l’Anno Liturgico, e nelle varie comunità si stanno celebrando vari
sacramenti, in modo particolare le Cresime di giovani e adulti e le prime
comunioni de bimbi e adolescenti; sono momenti belli e gratificanti, anche se,
come in Italia, per alcuni è un momento, ma non un impegno serio nella vita
della Comunità e della chiesa.
Non
ultimo come importanza ma come fine della scaletta delle cose che stanno
accadendo e sono successe, è stata la visita della famiglia Marini, con
Cristiano, Alda e Pietro il figlio più piccolo, che hanno passato con noi una
quindicina di giorni, molto belli e sono stati anche giorni di condivisione e
riflessioni, incontrando le varie situazioni che hanno visitato e visto; si
sono trovati in casa, hanno detto la sera che ci siamo salutati, e ci hanno
ringraziato per l’accoglienza. Hanno purtroppo avuto la sfortuna di non godersi
gli ultimi giorni al mare, in Salvador, perché sono stati 3 giorni di pioggia
intensa…non avevo mai visto una cosa del genere…
Bene,
vi saluto e ci sentiamo al più presto…um abraço e atè breve, pe. Luis, irmão da
Caridade e vosso irmão



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