mercoledì 15 gennaio 2025

UNA MOTIVAZIONE CHE NON SI PERCEPISCE ANCORA




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Gianluca Guidetti

Sono passati 10 giorni dalla mia ordinazione diaconale e molti si sono chiesti il motivo della scelta di essere incardinato nella Diocesi di Ruy Barbosa. Le perplessità che mi sono giunte in forma di domande, consigli ed anche rimproveri sono legittime se si fanno considerazioni e si tiene conto del punto di vista del nostro vissuto come missionari italiani “fidei donum” per una Chiesa sorella (quella brasiliana) sempre pensata e vista come la culla delle espressioni conciliari più profonde, come un fertile terreno per la coltivazione delle speranze che sono emerse negli anni, nate dalle Conferenze Latinoamericane (Medellin, Puebla,...Aparecida) con le loro motivazioni bibliche ed ecclesiali basate sull’opzione preferenziale per i poveri e sullo stato permanente di missione del discepolato di Gesù.  

Il tempo passa e le realtà ecclesiali (modello di chiesa) che oggi troviamo in Brasile (e non solo in Brasile) si sono modificate fortemente nel corso di questi anni. Non faccio analisi di congiuntura ne costruzioni teologico-ecclesiali di questi cambiamenti, semplicemente mi racconto.

Guardando al Vangelo e alla vita e al ministero di Gesù si percepisce il modello da imitare e da praticare.

Già all’inizio della storia messianica la profezia di Simeone ci fornisce un anticipo ben chiaro sul futuro Cristo del Signore: sarà segno di contraddizione perché siano svelati i pensieri di molti cuori. Poi Gesù chiarisce ancora meglio dove e perché vuole stare: mangia e beve con pubblicani e peccatori; dice che non è venuto per i sani che non hanno bisogno di medico, ma per i malati; riceve e perdona prostitute, cura indemoniati e.…dovrà soffrire molto essere rimproverato dal clero e dai teologi locali e messo a morte.

La Chiesa del Brasile (ma non solo lei, purtroppo) si è ammalata già da un tempo! Il suo clero, molti preti (non tutti per fortuna) e laici, si sono ammalati; si ammalano prima di diventare preti o di assumere dei ministeri. I fedeli nelle parrocchie sono ammalati (moltissimi, non tutti). Una malattia che si espande per tutta la Chiesa brasiliana ed oltre.

Ammalati di clericalismo, di liturgismo cronico, di perfezionismo rituale e rubricista, di apparenza che ostenta dal vestire paramenti e vesti liturgiche di stile preconciliare che fanno pensare (per lo meno a me) ad un uso eccessivo e superfluo e che aiuta a nascondere (forse) la fragilità umana e, spesso, psicologica di questi chierichetti, seminaristi e preti tutti alabardati, da sontuose vesti liturgiche.

Ho deciso di rimane qui consapevole di tutti questi pericoli, di queste enormi difficoltà che vivo tutti i giorni, nel confrontarmi con un modello di Chiesa che non è il mio, che fa fatica a rispondere alle caratteristiche delle prime comunità cristiane (At 2 e At 4), al vento leggero portato dal Concilio Vaticano II, al Magistero di Giovanni XXIII, di Giovanni Paolo I e di Francesco. Dire che riuscirò a far cambiare qualcosa sarebbe una bugia, dire che riuscirò a modificare questo modello e la sua traiettoria ecclesiale sarebbe ancora una bugia, ma dire che rimarrò qui come piccolo “segno di contraddizione”, come testimone di un modo di vivere il Vangelo diverso, come lo conosciamo noi missionari venuti da lontano in tempi diversi coi cuori ardenti ed i piedi a cammino per le vie delle comunità ecclesiali povere, delle strade piene di gente semplice, dei riti liturgici pieni di contenuti più che di rubriche, genuflessioni ed inchini...... questo è possibile, o per lo meno lo credo possibile! Essere un piccolo segno, quasi non visto o non considerato, escluso, (tollerato?), sofferente, dentro e fuori dal presbiterio; un segno diverso di vivere, servire e fare Chiesa. 

Il Signore mi doni la Sua grazia e confermi questo mio desiderio di vivere la mia ordinazione diaconale con questo spirito di servizio al Regno.


martedì 7 gennaio 2025

MOMENTI SIGNIFICATIVI DEGLI ULTIMI MESI

 




Ruy Barbosa, 5 de janeiro 2025

Solenidade da Epifania do Senhor

D. Luigi Gibellini

Ciao a tutti,

Si stanno concludendo le feste Nataline e qui in Brasile oggi, domenica 5 de gennaio, si celebra la Solennità dell’Epifania; e in questo anno Giubilare, le persone di Re Magi, ci richiamano com forza all’essere Pellegrini della Speranza, o meglio, essere cercatori e annunciatori della Speranza, che come dice papa Francesco, è Jesus Cristo. E’ bello vedere come nel Natale, le persone che si avvicinano a Jesus menino, sono quelle che stanno fuori dalla liderança di quell’epoca; l’annuncio arriva prima a coloro che sono i più lontani, poveri, poco considerati come i pastori, e poi, ancora uma volta, la logica di Dio ci sorprende, perchè chi è alla ricerca del Re di Judà, sono degli stranieri, dele persone che non appartengono al popolo di Dio, sono però dei ricercatori, attenti ai segni dei Tempi; sono persone ingenue, che ritrovano l’allegria uscendo dai luoghi di potere (Erode) e rincontrando la stella che gli indica il cammino. Mettendo tutto questo nella nostra situazione attuale, mi viene da pensare “chi sono i nuovi Magi di oggi?” o dove l’angelo va a dare l’annuncio che è nato il Messia? O che tipo di mangiatoia incontriamo dove riconoscere la presenza del Messia?

Non voglio dare delle risposte banali e scontate, ma certamente i Magi di oggi sono quelli che, stranieri, continuano a cercare luoghi e situazioni di vita migliori, luoghi di pace, di incontro, di fraternità, e sono tanti questi “Magi” e tanti purtroppo, non riescono ad arrivare alla mangiatoia; l’annuncio dell’angelo credo che quest’anno sia arrivato in tutti quei luoghi dove la Speranza è scomparsa, dove sembra che le soluzioni ai problemi di guerre fratricide e senza senso, siano impercorribili; avrei desiderio che quell’angelo potesse arrivare a dire alcune cose non ai poveri, mas ai potenti della terra perché possano, e possono, risolvere queste tragedie alimentate solo dagli interessi e non per il bene delle persone. Per la mangiatoia, credo che il luogo dove Maria depone Jesus in questo anno, è una delle tante barche che affrontano il mare Mediterraneo, mare di Speranza ma anche, nello stesso tempo, mare di tragedie e morte. Il Figlio di Dio viene ancora una volta a visitare l’umanità, e continua a credere nell’umanità, diamogli però una mano, cerchiamo di avvicinarci sempre di più all’uomo perché l’uomo possa, come Dio, continuare a credere nell’uomo stesso.

Con certezza, uno dei momenti più significativi avvenuto nel mese di dicembre, è stata l’ordinazione Diaconale di Gianluca Guidetti avvenuta il 14 di dicembre a Miguel Calmon, parrocchia dove abita la famiglia di Gianluca; 



ma prima di questa festa, abbiamo avuto modo di incontrare alcune persone venute per questo momento. Alcune direttamente dall’Italia, come don Marco, direttore del CMD, poi amici di Gianluca, come Fabrizia, Maura e Giorgio, e poi alcuni dal Brasile, cioè don Paolo Cugini e don Gabriele Burani, che poi è rientrato in Italia definitivamente insieme a don Marco. Abbiamo avuto una giornata tutti insieme, dove ci siamo raccontati, in modo particolare abbiamo ascoltato don Gabriele e quella che è stata la sua esperienza, prima qui in Bahia e poi i 5 anni passati in S.Antonio do Iça; luoghi decisamente differenti ma con tante cose simili, come l’accoglienza della gente, la semplicità, misturate con la complessità della vita concreta e la vita ecclesiale che sta cambiano ma che fa parte di un cambiamento in atto da tempo; poi abbiamo sentito Vanessa Leccese, volontaria italiana in Brasile, in Nova Redenção dal 2015, sposata con Valtemir e mamma de Rebeca; ci ha raccontato il suo percorso fatto di cose belle, come l’incontro con la gente, l’aver formato una famiglia, l’avere lottato per cercare di affrontare delle situazioni che sembravano, e forse sembrano anche oggi, inconcepibili, e delle difficoltà incontrate con una realtà che spesso sconvolge i nostri pensieri e le nostre sicurezze. Il 21 gennaio viaggia con la famiglia per l’Italia e si apre un altro capitolo della loro vita famigliare.

Bene, adesso alcune notizie di questo ultimo periodo; domenica 29 dicembre, come in tutte le diocesi del mondo, abbiamo cominciato l’anno Santo della Speranza facendo la prima pellegrinazione, cioè abbiamo cominciato la celebrazione al CTL (Centro Diocesano di Lider delle comunità) 

con un momento di preghiera e di lettura della Bula di papa Francesco, e poi, con una grande croce, ci siamo messi in cammino verso la Cattedrale, pregando e cantando; arrivati alla porta della Cattedrale il vescovo ha spiegato il significato dell’Anno Santo e poi, a poco a poco, siamo entrati facendo una reverenza o un gesto alla croce che poi è stata posta nel presbiterio, dove vi rimarrà fino alla fine del Giubileo. E’ stato un bel momento diocesano e di preghiera. 

L’ultimo dell’anno, celebrazione in Cattedrale, dove con la gente che c’era, ed era tanta, abbiamo ringraziato il Signore di tutto quello che è successo ao longo dell’anno trascorso, delle cose belle e di quello che ha fatto soffrire o che si può migliorare; dopo la Messa, gli auguri e le tante benedizioni chieste e date; poi cena e festa alla Casa della Carità, dove mi spettavano; Maria aveva preparato la cena e anche i giochi che abbiamo fatto dopo, in attesa della mezzanotte, che è stata un poco deludente per la mancanza dei fuochi d’artificio che la Prefettura non ha fatto per motivi politici; a proposito di questo, dal primo di gennaio, che amministra il Comune è il Presidente della Camera dei Consiglieri Comunali, che ha pieni poteri sul Comune, nell’attesa che vengono fatte le nuove elezioni per il Sindaco e Vicesindaco, che per inquanto non si sa quando avverranno. Questo preoccupa i nostri funzionari che sono pagati dal Comune.

Ieri sera sono stato ad Utinga per la celebrazione di una notte del novenario in preparazione alla festa di Bom Jesus, patrono della parrocchia, e sono passato da Enzo Bertani, volontario reggiano e sempre molto accogliente con chi passa da casa sua; dopo la celebrazione, rientrando in casa, abbiamo avuto modo di parlare a lungo, e questo piace molto a Enzo. 

Il 15 gennaio parto per Sant’Antonio do Iça per passare un tempo con i due reggiano-guastallesi che lavorano là e mi fermerò fino al 23 febbraio.