lunedì 27 settembre 2021

Non possiamo tacere sulle cose viste e udite





 

Padre Luigi Ferrari

Ruy Barbosa (Bahia-Brasile) 25/09/2021

 

 

Ottobre è il mese missionario, leggo il messaggio delle POM, dice: Gesù è la nostra Missione, con la sottolineatura “Non possiamo tacere sulle cose viste e udite”. Qui in Brasile è chiaro viviamo e vediamo aspetti contradditori, disuguaglianze a tutti i livelli; che la pandemia ha acuito. Io assieme a Suor Maddalena e due ospiti più anziani della Casa abbiamo ricevuto la terza dose del vaccino, una cosa straordinaria. La pandemia sembra adesso un po’ più controllata; il 40% della gente è vaccinata completamente. C’è da ricordare che i morti dall’inizio sono vicini a 600 mila. La situazione economica sociale complessa con una inflazione che ha portato ad un rialzo dei prezzi esagerato: vedi benzina e generi alimentari basici. La fame purtroppo è tornata, e le politiche di aiuto socio assistenziali sono molto scarse. Come chiesa, ricevendo aiuti da entità straniere, abbiamo fatto ceste basiche per portare un po’ di sollievo. Nelle comunità abbiamo ricominciato a fare i sacramenti, in particolare battezzare quei gruppi di adolescenti che già si stavano preparando prima della pandemia.

Il vescovo Dom Estevam mi ha chiesto di iniziare una nuova parrocchia, sarà dedicata a san Giuseppe Operaio e Aparecida. Ci sarà una celebrazione ufficiale il giorno della Madonna Aparecida, il 12 di ottobre, la patrona del Brasile. Lui vorrebbe costruire una chiesa ma per il momento usiamo un tendone, per dare una idea di chiesa fatta meno di mattoni e più di è pietre vive che devono essere i cristiani. Il desiderio è quello di vivere una conversione pastorale animata dalla missione, farsi prossimi della gente e cercare in questo forme creative per annunciare il Vangelo.

In Casa di Carità viviamo un tempo particolare, le sorelle sono tutte in congedo, in Italia e Madagascar; è rimasta solo ir. Alessandra, ci dà una bella mano Marinella, volontaria missionaria arrivata in Bahia ln maggio; sta facendo un po’ di tutto ma con quella leggerezza che la contraddistingue. Poi abbiamo alcune ragazze, in cammino vocazionale, che sono una presenza importante. In questi giorni anche i tre novizi gesuiti che fanno una esperienza di servizio per tre settimane.. La mancanze delle sorelle è occasione per i volontari vedere di fare un passo in più, una chiamata ad assumere più responsabilità. Il vescovo ci ha chiesto se non valeva la pena prendere due persone stipendiate per occuparsi della cucina e della lavanderia. Stiamo guardando di mettere in pratica questa proposta. Io continuo a fare due giorni dal mercoledì al venerdì al progetto Levanta-te: comunità terapeutica di recupero di tossici e alcolisti. Accompagnarli nel cammino è importante per esercitare in particolare il ministero della riconciliazione e avvicinarli anche all’Eucaristia celebrata e Adorata.  Piccoli passi per un cammino di conversione che comincia in questi 9 mesi di comunità, ma che poi deve continuare quando tornano nelle loro famiglie e comunità. Mi sono incontrato con Vanessa e famiglia in Nova Redenção; è stato bello celebrare in questa comunità dove per 10 anni sono stato parroco, ritrovare persone che avevo seguito in quegli anni.

Bene vi saluto con piccola scoperta, in Evangeli Gaudium, il Papa mi ha stupito, con questa affermazione: “ che come comunità cristiana dovremmo inquietarci e dispiacerci che ancora molta gente non conosce l’amicizia con Gesù, la consolazione e speranza che viene da Lui.”

Um Abraço Fraterno


sabato 15 maggio 2021

UN SALUTO A DON ROMANO DALLE MISSIONI IN BRASILE

 


   

Ciao Romano, non so se mi hai mai perdonato per averti lasciato sul groppone il CMD, ma lo meritavi, almeno per tutto quello che sei per le missioni diocesane! La tua qualità di maneger, unita alla tua fiducia nella provvidenza, è stato un poco come mantenere unite fede e ragione, sono una bella accoppiata. Così, hai sempre spronato le Case, la Caritas e da ultimo anche la Missione. Quando abbiamo cominciato l'animazione vocazionale a Ruy Barbosa, assieme a don Vittorio Trevisi, il tuo appoggio è stato importante, nel condividere che si doveva 'lavorare' per le vocazioni diocesane, non ti sei mai chiuso nella tua famiglia religiosa, le CdC, ma cercavi di capire e rispondere alle esigenze e bisogni veri della Diocesi di Ruy Barbosa. Così, quando abbiamo iniziato l'anno propedeutico a Utinga e sognavamo con un luogo che fosse di convivenza, ma anche si servizio ai poveri, non hai esitato a sostenere il progetto con affetto, ma anche economicamente. E, in poco tempo, la Casa Famiglia, dove don Vittorio aveva accolto alcuni anziani soli, divenne il primo seminario propedeutico della Diocesi. I giovani vivevano in parrocchia, partecipavano alle attività pastorali, avevano una vita di preghiera e di servizio, abitando con noi e i nostri anziani, ormai non più soli.

 Così, oggi Ruy Barbosa non ha più bisogno di preti reggiani, ha i suoi giovani preti diocesani, bahiani al 100%. La CdC è rimasta, perché un 'dono' non si porta via, una volta fatto non ci appartiene più, è di chi lo ha accolto. Ma la Missione Brasiliana, presente a Ruy Barbosa e anche a São Paulo per la presenza di don Giancarlo Pacchin a Jandira, non poteva avvizzire, il suo dono di essere 'Chiesa sorella', anche se non sempre ascoltata nelle sue provocazioni profetiche, chiedeva di essere rilanciato mettendosi a servizio di una nuova esperienza di evangelizzazione.

Così, nacque il 'sogno' dell'Amazzonia, scegliendo gli ultimi e la Diocesi, Alto Solimões,  che più aveva bisogno del nostro voler camminare insieme a servizio del Regno e del Popolo di Dio. In questa circostanza mi dicesti, forse l'ultima cosa che ci siamo detti: " don Carlotti, come vorrei essere io a partire (il tuo sogno della missione indiana non si era mai spento!), ma ormai non ho più niente da dare...". Non perché non potessi più "fare", ma perché avevi già dato tutto, anche te stesso e la tua vita.

Come a Ruy Barbosa, dopo Vittorio e me, anche Fernando e Marco si sono spesi per le vocazioni sacerdotali. Poi arrivò don Gabriele Burani, con la sua esperienza di rettore, che ancora oggi, qui in Amazzonia ha un occhio speciale per i giovani. Ti chiediamo di aiutarci ad essere servi inutili, ma sempre fratelli, scrivendo ancora un pezzo di storia, come Chiese che camminano insieme. Grazie!"

Dalla Missione diocesana in Amazzonia/Brasile ci uniamo nella preghiera affinché sorella morte traghetti questo nostro fratello nella Carità, fino alla Vita.

d. Burani e d. Carlotti

sabato 8 maggio 2021

Dom André: pastore con ‘profumo’ di pecora

 



 

   Questa è stata, forse, l’affermazione più usata per parlare di questo vescovo apparentemente tranquillo. E lui ce ne ha dato l’occasione, lasciandoci proprio la domenica del Buon Pastore, quest’anno coincidente con il 25 aprile, festa della Liberazione. Forse non è un caso, solo è “buon pastore” colui che vuole le sue pecore non serve, ma amiche, libere di uscire ed entrare, conoscitrici e compartecipi del suo amore fatto di scelte concrete. Così dovrebbe essere ogni vescovo, ogni prete, ogni animatore e animatrice, ogni cristiano discepolo del Signore: umile, distaccato e tenace.

L’umiltà di Dom André è proverbiale, ma qui vorrei ricordare appena un fatto personale. Sono stato parroco a Ruy Barbosa per due anni e mezzo, abitando in casa con lui e il diacono Genival. Erano gli anni appena dopo il grande giubileo del 2000, quando la Chiesa brasiliana aveva lanciato il programma pastorale: “Una Chiesa di Comunità Ecclesiali di Base, anche nelle città”. Perché la realtà rurale, di fatto, era già costituita da piccole, medie e grandi comunità. Così in quegli anni, continuando ad accompagnare le comunità della campagna, abbiamo fatto un progetto per suddividere la città di Ruy Barbosa in Comunità Ecclesiali di Base, una per ogni quartiere. Alcune già esistevano e altre sono state incentivate, fino a costituirne 18 nel territorio cittadino, ognuna con la sua cappella di riferimento per la liturgia, la catechesi e gli incontri di formazione. La parola chiave era decentralizzare, mantenendo al centro solo alcuni incontri di formazione dei lideres e di coordinazione. Furono anni belli e impegnativi! Forte dell’esperienza fatta nella parrocchia di Utinga-Bonito-Wagner, dove la messa domenicale si celebrava solo al mattino nella chiesa parrocchiale, e la domenica sera le comunitità di tutti i quartieri celebravano la Parola e condividevano l’Eucaristia, senza il prete, ma con i loro ministri riconosciuti. Dicevo, forte di questa esperienza a un pranzo in casa, presente il diacono Genival difensore dell’ortodossia e dell’ortoprassi, avanzai la proposta di chiudere la Cattedrale la domenica sera, lasciando solo la messa al mattino, per evitare che la gente venisse al centro (perché c’era il prete), lasciando la propria Comunità. Mi ricordo molto bene il momento di silenzio, l’aria pesante e lo sguardo inferocito del diacono... Dom André, appena abbassò lo sguardo e a voce bassa e tranquilla, quase chiedendo il permesso di parlare, disse: “La mia preoccupazione in tutti questi anni, nonostante i pochi preti in diocesi, è sempre stata che almeno non mancasse la messa nella Cattedrale; almeno fino a quando sarò vescovo di Ruy Barbosa vorrei continuare questo servizio, se me lo permettete...”. La statura di una umiltà disarmante! Chi avrebbe potuto negarlo...

Dom André distaccato dal suo ruolo. Non solo per il suo modo di vestire, come noi, come tutti. Solo usava una piccola croce, prima sul taschino della camicia e poi al collo, una croce come quella che in molti usano, di legno con un cordone di náilon. Ma questo alla fine è anche insignificante, come il fatto che regolarmente concelebrava con noi, senza necessariamente presiedere la liturgia, ma valorizzando la presenza dei suoi preti. La questione davvero importante è che nelle assemblee, pur mantenendo il suo servizio di guida e pastore, non ha mai avuto l’arroganza di imporre la sua opinione o la sua visione delle cose. Di vescovi così ne ho conosciuti pochi! Si è sempre seduto all’interno dello stesso cerchio a cui partecipavano laici e laiche, preti e suore. Ha sempre partecipato dei gruppi di lavoro offrendo tutta la ricchezza del suo pensiero e della sua visione pastorale, una voce in più per formulare una decisione finale, una voce autorevole, ma mai di imposizione, piuttosto rispettosa fino all’eccesso di quello che l’assemblea, come un corpo solo, stava esprimendo, anche se non sempre come l’avrebbe, forse, voluto lui. Questo, è il rispetto profondo dello Spirito che si manifesta nel corpo della Chiesa fatto di tutti i suoi membri, tutti ugualmente riconosciuti, ascoltati e valorizzati nei loro doni specifici. Cosi, ciò che non si impone (spesso poi disatteso nella pratica), viene riconosciuto per il suo valore intrinseco.

Ma non pensiamo che il nostro vescovo accettasse tutto, senza troppi problemi, una sua caratteristica profonda era la tenacia: la pazienza di saper aspettare i tempi maturi, senza rinunciare alla bontà di una scelta pastorale o sociale, ma difendendola con perseveranza. Alla fine Dom André ‘non ci ha mai mollato’, era capace di riproporre con amorevolezza le sue convinzioni, anche se non da tutti erano accettate e condivise. È la fermezza delle cose vere che si impongono per loro stesse, senza bisogno dell’autorità, ma solo con la tenacia dell’annuncio. Come la Parola del Regno che chiede a tutti noi di credere e di annunciare, poi sarà lei a produrre frutti di cambiamento nel cuore delle persone.

Tutto questo, e forse molto altro, ha trasformato l’odore delle pecore, per qualcuno un poco forte, in profumo gradito a Dio e al suo popolo, la Chiesa. Grazie, Dom André per aver segnato evangelicamente la nostra Diocesi di Ruy Barbosa, sorella nella fede e nell’amore per tanti anni, forse non sempre ascoltata, ma umile, distaccata e tenace nella sua testimonianza di Chiesa sorella.

Pe. Gabriel Carlotti

Santo Antonio do Içá – Amazzonia, 05 maggio 2021 

mercoledì 14 aprile 2021

LA MISSIONE DI VANESSA A NOVA REDENÇÃO-BAHIA

 




Nova Redenção 10/04/2021

 

Ciao a tutti, mi chiamo Vanessa e ho 31 anni. In molti già mi conoscono un po’, ma è da un anno che non scrivo e quindi mi sembra giusto fare un piccolo riepilogo degli ultimi anni della mia vita.

Sono originaria della provincia di Matera, ma ho vissuto 6 anni a Reggio Emilia, dove mi sono laureata in Scienze dell’Educazione e ho lavorato qualche anno come educatrice.

Nel 2015 grazie al Centro Missionario Diocesano di Reggio Emilia, sono partita per il Brasile, precisamente verso un piccolo paesino delle Bahia, nel caldo e secco nord est brasiliano, che si chiama Nova Redenção.

Negli anni mi sono occupata di diverse attività : in parrocchia ho aiutato nella gestione della segreteria, insieme alle suore e al parroco ho collaborato nell’organizzazione parrocchiale, mi sono occupata della pastorale dei bambini e la pastorale dei giovani, ho aiutato ogni volta ce ne fosse bisogno; in ambito sociale ho collaborato con il comune, dapprima nelle scuole aiutando nelle attività con i bambini disabili, successivamente attraverso i servizi sociali ho seguito il gruppo di anziani, il gruppo delle donne incinta e un gruppo di inclusione di bambini e ragazzi di diverse età e con diversi problemi fisici, mentali e familiari; a livello personale ho accompagnato varie famiglie con cui ho creato dei legami e che ho continuato a visitare negli anni per aiutarle nei loro bisogni.



Come ho detto all’inizio non ho scritto per un anno, perchè a marzo dell’anno scorso ho avuto il grande dono di diventare mamma. La mia piccola Rebeca ha avuto tutte le mie attenzioni: in epoca di pandemia e con la mia famiglia lontana, le energie e le attenzioni sono state tutte rivolte a lei, a me stessa e al mio sposo, per cercare di trovare un nuovo equilibrio personale e familiare, in un periodo storico non di certo facile per nessuno.

E oggi con una tranquillità maggiore mi ritrovo a scrivere, con una mente sicuramente diversa e con una consapevolezza maggiore in diversi aspetti della mia vita come missionaria e come madre.

Un anno in casa con una figlia piccolina ti regala tanto tempo per pensare e riflettere; il primo grande passo è stato scrivere un progetto: generalmente ci si aspetta che un missionario collabori in una struttura già avviata o che se ne apra una nuova, ma nel mio caso non è stato così; la mia missione è sempre stata STARE con il popolo, aiutando con le risorse che si aveva in parrocchia o che il comune offriva e con aiuti economici dall’Italia.

Dopo una gravidanza e 11 mesi come madre, mi è chiaro come le donne incinta e i bambini purtroppo hanno un’assistenza sanitaria che soddisfa poco le reali esigenze; è una cosa che sapevo già prima, ma è diverso viverla sulla propria pelle.



Forse un giorno scriverò sulla mia esperienza durante la gravidanza, il parto e questo primo anno di mia figlia, perchè di cose da raccontare ce ne sono, ma sicuramente l’aver potuto vivere da una parte alcuni benefici grazie al fatto di essere missionaria e dall’altra parte aver vissuto situazioni come qualsiasi donna del posto, mi hanno portata oggi a capire che c’è bisogno di fare di più.

Il progetto si chiama “La cura del bambino sin dal ventre materno” e ha come obiettivo accompagnare e aiutare le donne incinte e i bambini nei primi anni di vita, per poter garantire a questi ultimi una salute migliore negli anni più importarti dello sviluppo di una persona. Io ci credo tanto e spero che i miei amici italiani e brasiliani, possano aiutarmi a realizzarlo.

Un abbraccio dal caldo Brasile.

Vanessa Leccese

missionaria laica a

Nova Redenção Bahia Brasile

E-mail: vanessa.leccese.n@gmail.com



chi desidera contribuire al progetto che viene presentato qui sotto puo- entrare in questo sito e fare la propria offerta

Centro Missionario Diocesano Reggio Emilia La cura del bambino sin dal ventre materno - CMDRE



La cura del bambino sin dal ventre materno

 

A. IDENTIFICAZIONE

Proponente e responsabile per l’esecuzione:

VANESSA LECCESE

Rua Barão do Rio Branco, 437

Nova Redenção – Bahia - Brasil

CAP 46.835-000 – Fone 75 992149819

E-mail di contatto: vanessa.leccese@gmail.com


 

B. PRESENTAZIONE e GIUSTIFICATIVA

Nova Redenção é una piccola città di circa 9000 abitanti situata nel nord est brasiliano, precisamente in Bahia, a circa 400 km da Salvador, capitale bahiana dello stato federale.

La situazione economica della città è molto precaria, in quanto la popolazione vive di agricultura di sussistenza in un territorio secco, o di sussidi federali erogati dal governo federale una volta al mese in base al numero di componenti di ogni famiglia (circa 8€ a persona). Gli unici posti di lavoro sono offerti dal comune o dalle poche attività commerciali presenti, che chiaramente non riescono a sopperire all’esigenze di tutta la popolazione.

Per questo buona parte delle famiglie vive in situazioni precarie, in quanto non sono  garantite le necessità basilari della popolazione, in particolare alimentazione e salute.

Le varie chiese della città, come anche le famiglie con maggiori possibilità, cercano di aiutare , in particolare con raccolte e donazioni di alimenti; ma la salute è un problema enorme in quanto i costi per i medicinali e per visite specialistiche sono alti.

E in questa precarietà i bambini sono i meno tutelati, sin dal grembo materno.

Per le donne durante la gravidanza l’accesso a esami medici, ecografie e medicinali è quasi impossibile, non sono pochi i casi di donne che durante i nove mesi non riescono a fare neanche un esame, a meno che non chiedano prestiti di denaro per farne almeno uno privatamente.

Questo provoca non poche conseguenze in quanto non si è grado di diagnosticare in tempo eventuali problemi di salute della madre e del neonato; il tasso di mortalità delle donne durante il parto è alto, come quello dei bambini nati prematuri e non sopravvissuti.

I bambini che nascono con problemi sia fisici che mentali sono molti, sempre a causa di un mancato prenatale. A causa della mancanza di un’alimentazione adeguata, le madri non riescono ad allattare per molto tempo; devono ricorrere a latte artificiale non adatto ai neonati in quanto ricorrono al più ecomico da comprare.

Purtroppo non esistono dati statistici sul numero reale di bambini con problemi, ma solo liste non complete che ogni tanto vengono richieste per i più svariati motivi.

Inoltre in paese non è presente un pediatra, ma le madri preferiscono non portare i proprio figli neanche da un medico generico, in quanto non avranno soldi per eventualemente comprare medicinali o fare visite mediche, per questo si affidano a rimedi caseri spesso non efficaci.

Il progetto inizierà a marzo del 2021 con una durata di due anni, fino a dicembre 2022 potendo essere rinnovato.

 


C. OBIETTIVI

 

·         Garantire la presenza di un pediatra in paese quattro volte all’anno, con la possibilità di aiutare ecomicamente quelle famiglie che avranno bisogno di esami medici e/o medicinali

·         Garantire un’assistenza alle donne incinte durante tutta la gravidanza attraverso esami medici, medicinali e alla nascita dei bambini un primo kit di prodotti necessari per la cura del neonato.

 

D. METE – RESULTATI ATTESI

Mete

Risultati attesi

Garantire la presenza di un pediatra in paese quattro volte all’anno, con la possibilità di aiutare ecomicamente quelle famiglie che avranno bisogno di esami medici e/o medicinali

Migliore condizione di salute dei bambini, con un diagnostico più rapido di eventuali malattie.

 

Garantire un’assistenza alle donne incinte durante tutta la gravidanza attraverso esami medici, medicinali e alla nascita dei bambini un primo kit di prodotti necessari per la cura del neonato.

Migliore accompagnamento della donna, diminuendo eventuali problemi legati alla gravidanza

 




E. METODOLOGIA

La scelta delle donne e dei bambini che potranno beneficiare del progetto saranno scelti per l’80% su indicazione della Coordinazione della Pastorale dei bambini parrocchiale e il 20% su indicazione della Secreteria di Salute del comune.

Il progetto inizialmente ha la durata di 2 anni, con la possibilità di prolungarlo, in base alle disponibilità economiche.

Ogni sei mesi verrà fatta una valutazione dell’andamento del progetto.

Inoltre per l’attuazione del progetto è richiesta una collaborazione:

·          al Centro Missionario Diocesano di Reggio Emilia,

·         alla parrocchia e al comune di Nova Redenção,

·         alla Pastorale dei Bambini della diocesi di Ruy Barbosa e

·         alle due cliniche private presenti  in paese.

Inizialmente si stima un costo mensile di 500€, in base al cambio attuale di €/R$, alle parcelle dei medici e al costo del medicinali; con la possibilità di cambiamenti in base alle varianti appena citate.

 

 

 

F. REFERENTI

 

Referente del progetto: VANESSA LECCESE

Referente parrocchiale: Padre CARLOS PALACIOS

 

 

G. PREVENTIVO DEI COSTI

Item

Descrizione

MENSILE

ANNUALE

01

Ecografie e altri esami medici gestanti

600

7.200

02

Medicinali gestanti

300

3.600

03

Pediatra

1.000

12.000

04

Kit neonato

500

6.000

05

Eventuali esami e medicinali bambini

200

2.400

 

 

 

 

 

 

 

 

 

TOTALE in REAIS

2.600

31.200

 

TOTALE in EURO (6,40)

400

4.800

 

 

H.        COLLABORATORI

COLLABORATORI

VALORE ANNUALE

PER OGNI COLLABORATORE

TIPO DI COLLABORAZIONE

Vanessa Leccese

1.200 €

Coordinazione

Suor Marisa Luzia Holdefer

0,00 €

Volontaria

Valtemir Santos Barbosa

0,00 €

Volontaria

 

 

L.         CRONOGRAMMA DI ESECUZIONE

Item       

ATTIVITÀ

CRONOGRAMMA

01

Ecografie e altri esami medici gestanti

Mensile, in base alla presenza della ginecologa in paese

02

Medicinali gestanti

Mensile

03

Pediatra

Trimestrale

04

Kit neonato

Mensile

05

Eventuali esami e medicinali bambini

In base alle esigenze

 

 

 

 

 

Nova Redenção, 02 marzo 2021

 

 

Referente del progetto: VANESSA LECCESE   _______________________________

 

 

Referente parrocchiale: Padre CARLOS PALACIOS  ___________________________


martedì 13 aprile 2021

LA CASA DI CARITA' DI RUY BARBOSA FESTEGGIA 25 ANNI DI PRESENZA NELLA DIOCESI




Ruy Barbosa 12/04/2021- Pe Luis Ferrari

Carissimi tutti,

      Vi scrivo due righe in questo tempo Pasquale. Siamo sempre in pandemia, e il Brasile purtroppo è il paese che attualmente sta soffrendo di più; sembra che dal governo federale ci sia stata una volontà di non curarsi del pericolo che la pandemia comporta, e non si è stati coesi nelle misure di distanziamento e igieniche. In questo momento, gli ospedali sono tutti pieni e manca alle volte anche l’ossigeno e alcuni farmaci indispensabili per la respirazione meccanica.  Un vero caos!  Speriamo che la vaccinazione possa aiutare a spegnere il fuoco di questo virus.

 Per quanto riguarda la Casa della Carità siamo stati tutti vaccinati, grazie a Dio, la vigilanza sanitaria ha tenuto conto della vulnerabilità dei nostri ospiti. In questi giorni siamo in festa, 25° di apertura della Casa; celebriamo un anno giubilare con diversi appuntamenti. Il vescovo Dom Estevam ha celebrato la messa la domenica della Divina Misericordia, trasmessa nel canale della diocesi, l’11 di aprile. Il vescovo ci ha tenuto a presentare ciascun ospite, le sorelle e i volontari. Era presente anche il vescovo emerito dom Andrè e il parroco pe. Antonio. Abbiamo preparato la festa, sempre con i mezzi social: il venerdì con una preghiera del Rosario, ìl sabato con alcune testimonianze per ricordare questi 25 anni di presenza, qui in Ruy Barbosa. Quel seme piantato 25 anni fa è diventato una pianta che fa foglie, fiori e frutti; gli agricoltori che siamo noi delle volte ci lamentiamo, ma dalla risonanza della festa abbiamo colto come questo popolo di Dio abbiamo riconosciuto la presenza del Signore, in particolare nei poveri, e ci ha mostrato molta gratitudine.  In questo tempo abbiamo accolto Mateus, un ragazzo autistico di 23 anni, era custodito dal papà, ma ultimamente per il vizio dell’alcool non riusciva a tenerci dietro bene. Il papà adesso è nel progetto “Levanta-te”, una comunità terapeutica qui di Ruy Barbosa. Mateus ci ha sorpreso: dopo i primi giorni di conoscenza, si sta rivelando una bella presenza, si è inserito bene.



Come chiesa di Ruy Barbosa, abbiamo fatto in presenza, la messa Crismale nel monastero cistercense de Jequitibà; nell’occasione dom Estevam completava 7 anni di ordinazione episcopale.

In questi mesi, il vescovo nuovo ha cercato di riorganizzare la situazione economica; lui dice sempre che non ha gli amici che aiutano come dom André, il vescovo del Belgio suo antecessore. Poi, si è occupato del seminario minore che ha riattivato, c’è un progetto lanciato di una nuova vocazione per ogni comunità. Per la pastorale vuole cercare di rinvigorire l’annuncio missionario per le persone che sono lontane; in questo senso suddividere le parrocchie più estese. A me, ha chiesto all’inizio di quest’anno due cose: interessarmi della comunità terapeutica Levantate, e poi di iniziare una nuova parrocchia qui in Ruy Barbosa.

Così, adesso, faccio due giorni della settimana nella comunità Levantate; la mia presenza è di accompagnamento spirituale. Sono un 13-14 uomini in questo momento; il progetto ha come obiettivo portarli alla sobrietà; seguendo il metodo di Alcolisti Anonimi. Pilastri della terapia sono il lavoro, la disciplina comunitaria e la fede alimentata dalla preghiera. Si legge tutte le mattine il vangelo del giorno; poi c’è un altro momento di preghiera alle 14,00 e alla sera prima di cena il rosario. Con la mia presenza, dico una messa una mattina, e faccio anche con loro la Via Crucis e, in qualche occasione, anche un po’ di catechesi, diciamo l’importanza di stare ad ascoltarli. Ieri c’è stato uno di loro che esplicitamente ha chiesto pubblicamente perdono ad un altro perché erano tre giorni che non si parlavano; mi ha veramente edificato. Il percorso è pensato in nove mesi di comunità, si cerca di riscostruire una creatura nuova, per poi ritornare alle loro famiglie.



Per quanto riguarda la nuova quasi parrocchia, ho cominciato a celebrare in queste 6 comunità. È stato buono fare il triduo Pasquale non c’era molta gente perché si può occupare solo il 30% delle chiese; ma c’è stata una partecipazione attiva.

Era una novità il triduo, perché era sempre stato celebrato in cattedrale. Oggi poi si va con Whats App dove si condividono gli appuntamenti e ci si tiene informati. Abbiamo fatto due riunioni in presenza con gli animatori e il vescovo Dom Estevam ci ha tenuto ad essere presente per dare alcune linee di sviluppo. Alcuni animatori hanno partecipato a incontri via Zoom con la Fabbrica dei Sogni, una Onlus che aiuta gruppi di persone a mettersi insieme per un sogno comune; nel nostro caso una nuova parrocchia. È servito per conoscerci meglio e individuare qualche prospettiva nuova, come dare un indirizzo ecologico a tutte le attività, e iniziare la pastorale della donna, un aiuto a difendere la loro dignità, particolare quelle che vivono in condizioni precarie.

“La risurrezione di Cristo produce in ogni luogo germi di un mondo nuovo; e anche se vengono tagliati, ritornano a spuntare, perché la risurrezione del Signore ha già penetrato la trama nascosta di questa storia, perché Gesù non è risuscitato invano (EG.278)”

Chiediamo al Signore di cogliere questi germi e annunziarli alla nostra gente.

Um abraço fraterno Pe. Luis

PS:

chi volesse assistere qui in basso metto link delle testimonianze del sabato 10 e della messa del 11 di aprile:

 live ' Casa da Caridade, 25 anos de lembranças e gratidão'.

https://youtu.be/3TTbnNjELbo

Messa dei 25° Casa di Carità di Ruy Barbosa

https://youtu.be/ElFiJ8x8OeA