Don Gabriele Burani
Carissimi,
alcune notizie dal Brasile, dalla nostra missione reggiana.
Innanzitutto un
motivo di gioia per noi, la riapertura della Chiesa parrocchiale di Ipirá, dopo
un anno di lavori; la prima domenica di luglio abbiamo riaperto la chiesa con
una celebrazione molto commossa, presieduta dal nostro vescovo André. ( foto su
Face-book). Una vera ‘eucaristia’
ringraziando Dio per la possibilità di rientrare nell’edificio, e anche per lo
scampato pericolo: la chiesa stava crollando e non ne avevamo coscienza! Poteva
capitare una vera tragedia.
Il costo dei lavori é elevato, al di lá di quello che si pensava inizialmente, ma molte persone hanno collaborato per aiutare. Un grande aiuto economico dalla Diocesi di Reggio ( diverse parrocchie e singoli ci stanno aiutando) e dal Centro Missionario e di questo ringraziamo molto. Manca ancora qualche lavoro per concludere, ma ci siamo quasi. La mancanza di uno spazio grande di incontro nel centro della città ha causato una diminuzione della partecipazione dei fedeli nelle celebrazioni e disagi per molte attività, con continue invasioni nella nostra casa, a tutti gli orari.... Ora spero che la possibilità di celebrare in Chiesa rafforzi la comunità un poco dispersa.
Abbiamo avuto la
gradita sorpresa della visita del nuovo direttore del centro Missionario, don
Pietro Adani, accompagnato da Caterina (economato diocesano); sono rimasti
qualche giorno in Ipirá, poi Pintadas e gli altri centri della diocesi dove
operano i missionari reggiani. Abbiamo avuto la possibilità di parlare con libertà
e amicizia, del passato, del presente e delle prospettive future delle nostre
missioni. Credo siano stati giorni molto fruttuosi, per don Pietro con la conoscenza della nostra realtà brasiliana,
diversa dalla reggiana ( ma é sempre la stessa Chiesa di Gesù), e per noi sentire la vicinanza della Diocesi che condivide
la nostra opera pastorale, la nostra presenza in mezzo al popolo del sertão
brasileiro.
Sono appena
rientrato dalla missione diocesana. Ero in una parrocchia distante da Ipirá, più
di tre ore di auto per arrivare. Ogni
anno si sceglie una parrocchie e preti, religiosi, laici da tutta la diocesi
sono disponibili per una settimana di missione. Un centinaio di missionari:
veniamo divisi in piccoli gruppi e ogni gruppo in una comunità, per visitare
tutte le famiglie, guidare le celebrazioni, conversare con i responsabili della
comunità, fare proposte per animare, per confermare o migliorare la attività
pastorale. Io ero con altri 5 in un paese
di collina lontano dal centro ( circa 200 famiglie), e anche in un assentamento
( si occupa una grande zona che era di una sola fazenda e un solo proprietario,
per dividerla dando terra a tante
famiglie) abitato da 70 famiglie. Visitando le famiglie, mi colpiva il fato
che molti bambini e ragazzi di famiglie che si dicono cattoliche, non sono
battezzati. Un gruppo ha iniziato la catechesi per la prima comunione, ma la
catechista ha interrotto. Quasi nessuno è
cresimato (ultima cresima risale a 40 anni fa); pochissimi sposati con
sacramento del matrimonio ( qualche signora vorrebbe sposarsi, ma i mariti non
hanno intenzione). É un paese abbastanza isolato, con una realtà sociale
diversa dalla città: non ci sono furti, non hanno la realtà di violenza, anche
la droga non è diffusa tra i giovani come da noi... ma anche
non ci sono grandi prospettive per il futuro. Ci sono molti ragazzi,
pochi hanno una prospettiva sul futuro. In una settimana si crea un clima
amichevole, di stima e collaborazione che
aiuta la comunità a riunirsi anche in futuro. Le famiglie sono state molto
accoglienti con noi missionari; la speranza è che la comunità abbia un po’ di
forza per animarsi, soprattutto nella
parte di formazione catechetica.
Questa della missione diocesana annuale é una esperienza molto valida, fa sentire a unità della diocesi e certamente aiuta la parrocchia coinvolta a re-impostarsi con maggiore coscienza.
Ipirá – Bahia,
16-07-2017
Un saluto a
tutti voi, don Gabriele Burani
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