Ci siamo incontrati il lunedí 7
di luglio alla Casa della Caritá di Ruy Barbosa approfittando della presenza di
Don Romani Zanni, in visita alle sorelle e ai Fratelli, che si preparano al
Capitolo Generale nel prossimo settembre, e anche perché lui é il Vicário
Episcopale per le Missioni nella Diocesi di Reggio Emilia-Guastalla. Eravamo
presenti: Gianluca Guidetti, coordinatore dei missionari brasiliani, pe.Marco
Ferrari, pe.Riccardo Mioni, Enzo Bertagni, ir.Nicoletta, ir.Giovanna,
pe.Gabriele Burani, pe.Luigi Gibellini e ir.Lorenza. Mancava pe.Fernando
Imovilli perché scendendo di Bonito era uscito di strada, mas senza nessuna
conseguenza grave, solo il carro ha avuto danni.
Dopo
um piccolo momento di preghiera dove abbiamo letto il vangelo del giorno e dato
spazio ai vari commenti, poi abbiamo cominciato a discutere i punti dell’OdG
che Gianluca ci aveva mandato cominciando dalla “riflessione sulla presenza dei missionari reggiani nella Diocesi di
Ruy Barbosa e prospettive future” in questi 50 anni di cammino.
Con certezza
si puó dire che c’é stato un cammino caratterizzato dalle varie situazioni che
si sono incontrate e dalla circostanze che si sono vissute; ma in questi ultimi
anni gli aspetto che piú hanno marcato la diocesi di Ruy Barbosa é stato
l’impegno a livello vocazionale e aspetto econômico, che vuol dire cominciare a
vedere come la diocesi puó autosostenersi. Sulle vocazioni, oltre che aver
costruito un seminário próprio ( fino al 2008 i seminaristi della diocesi erano
insieme ai seminaristi della diocesi di Paulo Alfonso) si sta lavorando e si
stanno vedendo i primi piccoli risultati, cioé 6 nuovi sacerdoti di Ruy
Barbosa, e 4 seminaristi che si stanno formando. In questo si é ricordato come
la Diocesi di Reggio Emilia aveva progettato un cammino di accompagnamento
inviando alcuni anni fá, don Mario Gazzotti, ch avrebbe dovuto inserirsi nel
cammino di formazioni dei seminaristi. Per questo, quello che puó essere un
nosso impegno qui in Ruy Barbosa nei prossimi anni, potrebbe essere legato al
discorso “formazione” individuando in questo un aspetto piú specifico della
nostra presenza.
Per quanto
riguarda il futuro, si é affermato che, se si aspetta che la Diocesi di Ruy
Barbosa sia autosufficente, ricordando quello che dom Adriano Caprioli aveva
detto nel suo ultimo viaggio in accasione dei 50 anni della diocesi, cioé
“rimaniamo fino a quando ce ne sará il bisogno”, non si cambia mai; per questo
si é detto che é bene dare dei tempi alla diocesi di Ruy Barbosa, facendo un
progetto proiettato nel futuro. Su questo si é aperta poi una discussione
partendo dal fatto che siamo una chiesa inviata in missione, e non solo singole
persone o solo preti; le domande che sono uscite sono state queste:
- Quando
si parla di chiudere cose si intende?
- Quando
si dice di spostarsi cosa implica per l’equipe missionária?
- Dove
andare? Cosa ci chiede la Chiesa Brasiliana?
- Quanto
vuole investirci la Chiesa Reggiano-Guastallese nella missione in Brasile?
- Che
spazio trovano i laici in questa missione?
Di fronte a queste domande
abbiamo cercato di dare alcune risposte che ci possano aiutare a capire sempre
meglio quelle che saranno le prospettive future della nostra missione qui in
Brasile.
Dom André de Witte, bispo de Ruy Barbosa |
Alla prima
domanda si é detto che la missione non chiude, cioé é importante riconoscere
quanto sono importanti le missioni per la vita della Diocesi di Reggio-Emilia,
ricordando che le missioni sono il polmone della diocesi; si é detto che puó essere giunto il
momento di pensare ad uno spostamento, vedendo, che dopo 50 anni, ci sono
luoghi che hanno piú bisogno della presenza di missionari, che Ruy Barbosa. É
uscito anche che il discorso di “chiudere” é impróprio, perché la presenza dei
missionari Reggiani non é solo di preti e suore, mas anche di laici e
volontari, quindi é chiaro che una presenza reggiana continua in forma
differente, mas sempre salvaguardando la dimensione de equipe, cioé di una
chiesa che ínvia il próprio essere chiesa. In seguito si é detto che il fatto
dello spostarsi é legato anche alla presenza di preti baiani che stanno
assumindosi la responsabilitá della loro diocesi, e questo é molto positivo.
Alla seconda domanda
si é confermato il discorso che se si apre una nuova missione in Brasile, si
apre con lo stesso método dell’equipe missionária, cioé un gruppo di persone
che vanno a nome della diocesi di Reggio Emilia-Guastalla, cioé preti, suore,
laici e volontari. Non si puó essere solo la presenza di preti che fá la
missione, mas la presenza di una chiesa che si assume la responsabilitá di
mandare le varie vocazioni e i vari carismi.
Dove
andare? Questa non é una decisione nostra perché siamo inseriti dentro una
chiesa che já sta dando delle indicazioni sopra la necessitá de missionari; in
questo caso la Chiesa Brasiliana stá chiedendo missionari per la missione
continentale, e in modo speciale per la regione amazônica, quindi potrebbe
essere in quella direzione che anche la chiesa di Reggio si muove. Il documento
di Aparecida e i vescovi brasiliani stanno invitando a inviare missionari in
quella regione perché é, al momento attuale, il luogo dove c’é piú necessitá.
e a Palavra se fez carne..... |
Per
fare questo peró é necessário che la chiesa Reggiana possa investire ancora di
piú sulla missione; in questo incontro ci siamo fermati anche al fatto che in
questi ultimi anni la nostra presenza in terra brasiliana é diminuita
notevolmente, sia alivello di
sacerdoti che di laici. Se la prospettiva é di rilanciare la missione e aprire
altri spazi bisogna che la chiesa che ci ínvia riconosca quanto é necessário la
presenza missinaria per la chiesa reggiana, e non essere rinchiusa in sé
stessa; avere il coraggio di fare delle scelte che si aprano alle “periferie
del mondo” e non rimanere chiusi nella varie sacrestie delle nostre chiese. Se
é vero che é dando che si riceve, dobbiamo sempre piú alimentare questa
dinâmica evangélica. Quindi aprire e andare, vuole dire investire e credere che
non ci perdiamo o impoveriamo, mas che sempre piú ci arricchiremo....
Sulla
presenza dei laici si é confermato il fatto che sono una presenza importante e
che possono trovare spazio nel cammino di questa missione; si é ribadito la
necessitá di non inventare progetti o altre cose per la loro venuta, mas che
possano esserci cammini dentro le realtá dove sono presenti i reggiani. Si é
sottolineato l’importanza di una presenza familiare, in primo luogo, cioé
familie che scelgono di essere família qui, dando una testimonianza viva in una
situazione dove le familie sono distrutturate e inesistenti; inserirsi in
parrocchie dove possono svolgere un servizio a livello di pastorali o di
progetti já esistenti. Si riconosce quando é importante che siano accompagnati
e che possano confrontarsi con chi já da tempo sta vivendo in queste realtá
missionarie.
Si
é concluso l’incontro con il pranzo e marcando il prossimo, aprofittando della
presenza di Gabriele Carlotti che sará con noi a partire dal 15 di Luglio. Il
prossimo incontro é stato fissato per il 18 de agosto.
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