Lajedinho, 11 de dezembro 2013
Ciao
a tutti,
Vi scrivo per mandarvi alcune
notizie sulla situazione della parrocchia de Nossa Senhora do Carmo in
Lajedinho, una delle 4 parrocchie che sono affidate a me e a Don Riccardo;
quello che é successo credo che loa vete giá saputo attraverso i gionali e la
televisione, perché ho scritto un articolo per il Resto del Carlino; ma quello
che voglio trasmettervi e che non ho scritto per gli altri, sono le sensazioni
che sto provando in questi momenti di tragédia e de difficoltá.
nell’incrocio quando si arriva in paese... |
La prima
sensazione é quella dell’impotenza di fronte ad una catástrofe di questa
entitá; la mattina di domenica quando sono arrivato in Lajedinho mi sono
trovato di fronte a una cittá distrutta, sia materialmente che spiritualmente,
le persone erano perse, sconvolte, quasi incapaci de rendersi conto di quello
che successo e nello stesso tempo il tentativo di provare a fare qualcosa,
tirare il fango dalla casa o recuperare il salvabile....gesti di vita e nello
stesso tempo di disperazione. Il colpo é stato forte, ma di fronte a questa
tragédia che ha provocato 17 morti, bisogna ringraziare il buon Dio vedendo
quello che é accaduto potevano esserci bem piú morti e dispersi.
La seconda
sensazione é quella della fede, semplice, piccola, ma vera; incontrando le
persone nelle case, la prima cosa che usciva nella conversazione era che tutto
é poco di fronte al valore della vita che Dio ci ha lasciato; tutto é
distrutto, mas abbiamo ancora la vita e per questo motivo dobbiamo lottare per
riprenderci e ricostruire. In seguito la costatazione che quello che l’uomo non
riesce a custodire si rivolta contro di lui; cioé la gente ha chiaro che quello
che é stato distrutto come natura, abbattendo gli alberi per fare pascolo per
il bestiame, si rivolta con violenza contro l’uomo stesso, e questo é vero,
perché il desmatamento ha provocato questa onda violenta che non é stata
trattenuta in parte dalle piante che sono state abbattute.
guardate il segno dell’acqua.... |
La terza
sensazione é stata la grande solidarietá della gente di fuori, dei comuni
vicini e lontani e di quanti si stanno addoperando per aiutare e sostenere
questa gente; persone che stanno donando di tutto, dagli alimenti basici alla
roba per vestirsi; e questo aiuta a riconoscere che dove c’é bisogno, anche chi
ha poco riesce a contribuire. Un episodio che é successo ieri mentre mettavamo
in ordine gli alimenti che erano arrivati; Railda, una signora che era li com
me mi ha fatto vedere un sacchetto di fagioli che non era pieno, era aperto e
chiuso con il nastro adesivo. Lei ha commentato:“questa persona ha condiviso
quello che poteva...” Con certezza altri avrebbero detto:“guarda che tirchio,
neanche un sacchetto intero...”, modi diversi di leggere una situazione. Mi ha
edificato.
la strada principale, diventata fiume.... |
L’ultima
sensazione é legata all’unitá nella diversitá di chiese; in questi ,momenti ci
si avvicina anche come professioni differenti, soprattutto per quel che
riguarda il rapporto con le chiese evangeliche. I primi morti sono passati
nella chiesa cattolica, con la presenza del Vescovo André e poi al cimeitero;
gli altri, per motivi di igiene e per lo stato avanzato de decomposizione, sono
andati direttamente al cimitero, e lá stavano presenti anche alcuni pastori di
chiese evangeliche, perché i morti erano legati a quelle chiese. Mi ha fatto
molto piacere vedere che di fronte alla morte ci si avvicina e si prega lo
stesso Dio; in modo perticolare voglio ricordare il Pastore Candido, della
chiesa Battista, che sempre é stato al mio fianco.
Adesso, credo
che il nostro compito principale é essere presenti, continuare a creare fidúcia
nelle persone, visitando e rispettando il dolore di ognuno, mas nello stesso
tempo lanciare motivi de speranza e di vita. Di nuovo voglio concludere con um
detto, giá conusciuto e che io amo molto, perché é segno di questa terra.
“Lutar sempre, vencer talvez, desistir jamais”
Auguro a tutti
um buon Natale e un prospero Anno Nuovo. Pe.Luis
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