S.Águeda, virgem e mártir.
Ruy Barbosa, 05-02-2013
Ciao
a tutti,
Il mese de gennaio é il mese
delle ferie, dopo le feste di Natale si chiedono i bettenti, le suore vanno
presso le proprie congregazioni, i preti presso le famiglie e amici, e noi
stranieri rimaniamo nelle nostre comunitá, ritagliandoci peró momenti di riposo
e di svago. Próprio di svago voglio parlarvi adesso; Nei primi giorni di
gennaio sono stato con 4 giovani di Redenção a fare una camminata nella Chapada
Diamantina, le nostre montagne, per cosi dire, una meraviglia per la natura
incontaminata e per la bellezza delle montagne e della Valle do Patí, Valle che
si puó raggiungere soltanto camminando, non ci sono strade percorribili se non
con muli e asini. Abbiamo fatto l’attraversata della Valle, simo partiti da una
cittadina che si chiama Guiné e siamo arrivati, dopo 3 giorni di cammino, in
Andaraí, cittá ben conosciuta nel Parco Nazionale della Chapada Diamantina. Tre
tappe che ci hanno impegnato per la lunghezza, ma che ci hanno riempito il
cuore di soddisfazione quando siamo arrivati. Una cosa bella che anche l’anno
scorso ci aveva colpito, é stata l’accoglienza del signor João, quando siamo
arrivati presso la sua casa, dove c’é anche la cappella dove abbiamo celebrato
la messa; come sempre ci ha donato una casetta con i materassi e offerto la
cena e il caffé il giorno dopo, prima di riprendere il cammino. Alla será
abbiamo celebrato la messa a lume di candela e sono arrivati anche diverse
delle persone che durante il giorno erano arrivate per fare il cammino nella
Valle; próprio un bel momento, semplice ma partecipato. Mi sono venuti in mente
i pellegrinaggi a S.Pellegrino e le varie escursioni nei campeggi estivi...come
vedete alcune cose non cambiano anche se a longitudini differenti.
Poi
é stato il tempo nel quale abbiamo avuto la presenza di ir.Cristiana, e
l’arrivo di Sara, che si fermerá fino a marzo e Don Gabriele che ha visitato in
particolare le famiglie e gli ha dato tempo per cogliere il cammino fatto fino
ad ora. Con noi si é fermato nei giorni in Salvador, dove abbiamo fatto un poco
il punto della situazione della missione e tentato di vedere quali
prospettive; presenze che marcano
il cammino della missione e della
casa e che con certezza aiutano a mettersi in dialogo e confrontarsi,
cercando cammini che possano alimentare e fortificare la presenza della casa in
terra brasiliana. Poi il rientro di ir.Nicoletta e di Gleide, insieme a don
Matteo che alla fine del mese ha predicato alcuni giorni di ritiro ai
missionari italiani. Il rientro di ir.Nicoletta ha ridato un poco di stabilitá
alla comunitá, che dopo la partenza di ir.Philipine aveva un continuo
cambiamento di persone che si sono susseguite per periodi di 3 mesi; adesso si
puó pensare ad un cammino piú stabile e sereno. Gleide é rientrata per un
moemnto di verifica e di chiarimento della sua vocazione; che il Signore possa
accompagnarla per le scelte che fará per la sua vita, e ringraziamo il Signore
per il tempo che ha trascorso nella nostra famiglia.
Gennaio
é anche il tempo della festa de S.Sebastiano, nella parrocchia de N.Redenção, e
come tutti gli anni si prepara la festa con un novenario che quest’anno aveva
come titolo:“Fé e Vida aexemplo de S.Sebastião” legato all’anno della fede e
alla testimognanza della vita de questo santo martire. Vari sono stati i preti
che hanno celebrato durante il novenario, e per ultimo, il vescovo che ha
presieduto il giorno della festa.
la settimana
dopo, cioé dal 21 al 25 di gennaio, siamo stati a Salvador per partecipare
all’incontro di missionari italiani in Brasile; eravamo circa 120, venuti da
tante parti del Brasile, ma il numero piú numeroso erano quelli del Nordeste,
cioé quelli della Bahia e stati dintorno. Il tema dell’incontro era:“La
missione in um contesto di mudanza de epoca” e si é cercato di affrontare il
tema con il método, giá consolidato qui in Brasile, del vedere-giudicare-agire, diviso nei vari giorni; hanno aiutato in questo
cammino alcuni assessori italiani e una pastora di una chiesa evangélica. Mi é
sembrato molto positivo l’incontro con le persone, con le differenti
esperienze, date anche dai diversi tempi di presenza in missione, ma quello che
mi é dispiaciuto é che si rischia di pensare ad una esperienza di chiesa
passata che adesso non c’é piú, ad un cammino fatto di bei ricordi ma che si
distacca dalla realtá e dalla situazione ecclesiale, política e sociale ben
differente di alcuni decenni fá. Mi sembra che la riflessione fatta sia stata
una retomada de saudade, ricordando i tempi passati e facendo fática a entrare
in una realtá che a volte ci sorpassa. Si é parlato molto di cambiamenti di
epoca e poi si rischia di non cambiare mai le persone, in una scambio tra
chiese che sembra un poco statico. Credo che il vero cambiamento da fare é
quello che lasciare che la chiesa brasiliana possa camminare con i suoi piedi,
con i loro padre, con i loro vescovi, ma questo é molto complicato perché una
certa colonizzazione continua anche se noi non lo vogliamo ammettere; questi si
vede ancora nelle scelte dei vescovi e nella gestione del denaro...questo non
vuole essere una polemica, mas bisogna stare attenti a non fare dei grandi
discorsi e poi continuare a esercitare una certa influenza sulle decisioni.
Prosit...Una nota decisamente positiva é stata la partita a cálcio sulla
spiaggia tra i reggiani e il resto del mondo, vinta da noi per 11 a 8; grande
prestazione e dimostrazione di forza....kkkkkk
Per ultimo, ma
non perché meno importante, i tre giorni di ritiro a Jequitibá con Don Matteo.
Voglio dire anche che la presenza di d.Matteo é stata discreta ma significativa, abbiamo fatto alcuni
giorni con lui alla casa e poi ci ha seguiti nei nostri vari spostamenti,
visitando le comunitá e partecipando delle cose delle parrocchie. Nei giorni a
Ruy Barbosa ci ha dato alcune piste sulle queli riflettere e poi abbiamo scelto
alcune cose comuni per collocarci in un cammino di insieme che possa sempre di
piú fortificare la nostra comunitá. Nel ritiro ci ha presentato delle figure
legate al discorso della fede, cominciando da persone non credenti, come la
Cananea, il centurione che chiede la guarigione del servo, poi passando a
persone che hanno camminato nella fede, Maria, Pietro, la samaritana, fino ad
arrivare a Gesú Cristo, chiamato a date testimonianza della própria fede, anche
nel buio della passione. In tutti questi personaggi si evidenzia l’umanitá
della persona, con i suoi dubbi, le sue fatiche ma anche con un desiderio di
ricerca vero. Sono stati próprio bei giorni.
Mi sembra di
avere scritto abbastanza. Um abarço a todos e todas, viu, pe.Luis
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