lunedì 24 luglio 2017

LA DIOCESI DI RUY BARBOSA IN MISSIONE




Pe Luigi Ferrari

Vi scrivo da Utinga dopo una settimana di missioni popolari in Itaetè, una parrocchia della nostra diocesi di Ruy Barbosa.
 Abbiamo visitato le varie comunità; eravamo un centinaio missionari: una quindicina di sacerdoti, una ventina di suore e una settantina di laici, tra loro molti giovani, hanno partecipato con molto entusiasmo a questa missione. La missione consisteva nel visitare le famiglie e poi incontri e celebrazioni. Partendo dall’ascolto dalla realtà in cui vive la gente, il semplice annuncio del Vangelo: un saluto di pace, che ricorda un po’ la visita di Maria ad Elisabetta, così abbiamo sperimentato anche la bella e calorosa accoglienza nelle famiglie. Risvegliare e rimotivare la fede in questi piccoli paesi è sempre bello, ci fa incontrare la loro fede semplice ma anche paziente e tenace a fronte delle difficoltà della vita. Anche persone di altre chiese evangeliche abbiamo incontrato con un bello scambio di dialogo e comprensione. Il tema generale della missione era “Fate tutto quello che vi dirà”, le parole di Maria a Cana. Io sono stato in un piccolo paese Santa Lucia, vicino al Rio Paraguaçu, per andarci bisogna attraversare il fiume con un piccolo traghetto. Abbiamo visitato una quarantina dei famiglie, 5 giovani hanno fatto la prima Comunione; siamo passati anche dalla scuola: un momento di annuncio abbiamo letto il Vangelo del Figliol Prodigo e ci siamo accorti che pochi lo conoscevano. La missione si è conclusa domenica scorsa: con una grande camminata per le vie della città, la posa di una croce in ricordo della missione, e una messa finale in una grande palestra preparata per l’occasione. Domenica anche noi abbiamo festeggiato la Madonna del Carmine; nelle comunità di Lagedinho e Wagner, anche questa festa preceduta dalla novena; a presiedere c’era il vescovo Dom Andrè. Le comunità hanno risposto con liturgie ben preparate e una buona animazione. I temi scelti durante la novena sono stati sono stati quelli legati alla Campagna della fraternità, sulla salvaguardia del creato e il cammino di catechesi catecumenale: proposta dalla chiesa brasiliana per riuscire a formare discepoli-missionari in questa chiesa. Un altro evento importante nella diocesi è stato la Romaria della terra e dell’acqua che quest’anno ha fatto memoria di 25 anni dalla pasqua del vescovo dom Mathias; il giorno 21 di maggio in Ruy Barbosa.
 Una lunga camminata che è terminata con la messa nella piazza davanti alla Cattedrale; grande partecipazione del popolo di Dio da tutte le parrocchie della diocesi. Nel cammino un rievocazione della lotta per la terra del suo impegno per la crescita delle comunità di base, della compassione che ha vissuto per il suo popolo. Nel testamento di ricorda sempre un suo slogan: “Ser Semente” , “la nostra fede ci deve portare ad essere come il seme, a dare la nostra vita, liberamente, per gli altri. Forse non vedremo mai risultati, fiori o frutti, ma abbiamo la certezza che verrano, perché la Parola di Dio non sbaglia” Per ricordare questo grande vescovo era venuto dall’Italia don Eugenio, che si è fermato anche a salutare le comunità che ha conosciuto durante gli anni di missione qui in Brasile. Mi ha colpito la sua gratitudine per il ministero vissuto qui e anche la riconoscenza di tanta gente che lo ha conosciuto. Poi siamo stati visitati da Don Pietro nuovo direttore del Centro Missionario e Caterina; ci hanno accompagnati con semplicità cercando di conoscere la realtà, la gente e la chiesa in cui viviamo. Siamo riusciti anche a fare un incontro noi reggiani tutti assieme a Ruy Barbosa per fare punto della missione anche con la presenza del vescovo don André. La Casa della Carità di Ruy Barbosa ha vissuto come tutti qui l’inverno brasiliano, che corrisponde con le feste legate alla devozione di San Giovanni Battista; festa della famiglia che si riunisce davanti ad una “fogueira” una catasta di legna in fiamme, scambiandosi i cibi caldi e bevande tipiche della regione. Quest’anno però l’attenzione particolare è stata il dovere curare un bimbo molto speciale”Francisco”. Ha dodici anni, é arrivato da un piccolo paese vicino a Lençois, due anni fa.Si alimenta con una “peg”, e si esprime semplicemente ridendo o piangendo. Manifesta quindi una grande debolezza: gli piace star in braccio alle persone che lo accolgono, come un bambino piccolo. In questo tempo è stato ammalato,  é stato ricoverato per circa un mese in Salvador e poi quando è tornato anche 3 settimane all’Ospedale di Ruy Barbosa. Le Sorelle e le volontarie si sono date il cambio per assisterlo giorno e notte; alle volte sembrava proprio vicino alla morte; ma sempre lui lotta per la vita, ha un grande cuore! All’ospedale, quelle persone che passavano vicino al suo letto, dicevano: “Sò Deus” “Solo Dio”; e il vangelo in questi giorni riportava una preghiera di Gesù: “Io ti Ringrazio O Padre, Signore del Cieli e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli” Così avvicinarsi a Francisco ci rivela qualcosa di sconosciuto, quel mistero dell’Amore di Dio che sempre supera la nostra comprensione naturale delle cose. Per finire chi parte e chi arriva: -abbiamo salutato Sr. Marianna che  è venuta a visitare la nostra comunità; -sono arrivati i giovani accompagnati da don Marco e don Fortunato a cui auguriamo di fare una buona esperienza a contatto con le nostre comunità e i nostri giovani.

Un abbraccio Pe. Luigi 

lunedì 17 luglio 2017

RIAPRE LA CHIESA DI IPIRA’




Don Gabriele Burani

Carissimi, alcune notizie dal Brasile, dalla nostra missione reggiana.
Innanzitutto un motivo di gioia per noi, la riapertura della Chiesa parrocchiale di Ipirá, dopo un anno di lavori; la prima domenica di luglio abbiamo riaperto la chiesa con una celebrazione molto commossa, presieduta dal nostro vescovo André. ( foto su Face-book).  Una vera ‘eucaristia’ ringraziando Dio per la possibilità di rientrare nell’edificio, e anche per lo scampato pericolo: la chiesa stava crollando e non ne avevamo coscienza! Poteva capitare una vera tragedia.

Il costo dei lavori é elevato, al di lá di quello che si pensava inizialmente, ma molte persone hanno collaborato per aiutare. Un grande aiuto economico dalla Diocesi di Reggio ( diverse parrocchie e singoli ci stanno aiutando) e dal Centro Missionario e di questo ringraziamo molto.  Manca ancora qualche lavoro per concludere, ma ci siamo quasi.   La mancanza di uno spazio grande di incontro nel centro della città  ha causato una diminuzione della partecipazione dei fedeli nelle celebrazioni e disagi per molte attività,  con continue invasioni nella nostra casa, a tutti gli orari.... Ora spero che la possibilità di celebrare in Chiesa rafforzi la comunità un poco dispersa.
Abbiamo avuto la gradita sorpresa della visita del nuovo direttore del centro Missionario, don Pietro Adani, accompagnato da Caterina (economato diocesano); sono rimasti qualche giorno in Ipirá, poi Pintadas e gli altri centri della diocesi dove operano i missionari reggiani. Abbiamo avuto la possibilità di parlare con libertà e amicizia, del passato, del presente e delle prospettive future delle nostre missioni. Credo siano stati giorni molto fruttuosi, per don Pietro con la  conoscenza della nostra realtà brasiliana, diversa dalla reggiana ( ma é sempre la stessa Chiesa di Gesù), e per noi  sentire la vicinanza della Diocesi che condivide la nostra opera pastorale, la nostra presenza in mezzo al popolo del sertão brasileiro.
Sono appena rientrato dalla missione diocesana. Ero in una parrocchia distante da Ipirá, più di tre ore di auto per arrivare.  Ogni anno si sceglie una parrocchie e preti, religiosi, laici da tutta la diocesi sono disponibili per una settimana di missione. Un centinaio di missionari: veniamo divisi in piccoli gruppi e ogni gruppo in una comunità, per visitare tutte le famiglie, guidare le celebrazioni, conversare con i responsabili della comunità, fare proposte per animare, per confermare o migliorare la attività pastorale.   Io ero con altri 5 in un paese di collina lontano dal centro ( circa 200 famiglie), e anche in un assentamento ( si occupa una grande zona che era di una sola fazenda e un solo proprietario, per dividerla  dando terra a tante famiglie)  abitato da 70 famiglie.     Visitando le famiglie, mi colpiva il fato che molti bambini e ragazzi di famiglie che si dicono cattoliche, non sono battezzati. Un gruppo ha iniziato la catechesi per la prima comunione, ma la catechista ha interrotto.  Quasi nessuno è cresimato (ultima cresima risale a 40 anni fa); pochissimi sposati con sacramento del matrimonio ( qualche signora vorrebbe sposarsi, ma i mariti non hanno intenzione). É un paese abbastanza isolato, con una realtà sociale diversa dalla città: non ci sono furti, non hanno la realtà di violenza, anche la droga non è diffusa tra i giovani come da noi...  ma anche  non ci sono grandi prospettive per il futuro. Ci sono molti ragazzi, pochi hanno una prospettiva sul futuro. In una settimana si crea un clima amichevole, di stima e collaborazione che  aiuta la comunità a riunirsi anche in futuro. Le famiglie sono state molto accoglienti con noi missionari; la speranza è che la comunità abbia un po’ di forza  per animarsi, soprattutto nella parte di formazione catechetica.

          Questa della missione diocesana annuale é una esperienza molto valida, fa sentire a unità della diocesi e certamente aiuta la parrocchia coinvolta a re-impostarsi con maggiore coscienza.
Ipirá – Bahia, 16-07-2017   
Un saluto a tutti voi, don Gabriele Burani