sabato 28 maggio 2016
lunedì 16 maggio 2016
Lettera da Don Luigi Gibellini
11 maggio 2016
Doveroso aggiornamento: la situazione
politica brasiliana è precipitata in questi giorni e la Presidenta è stata
destituita
Carissimi tutti,
È davvero da molto tempo che non
scrivo, ho guardato la data dell’ultima lettera e mi son accorto che è del 15
settembre 2015, una vergogna.... e di questi tempi sono successe veramente
tante cose, alcune publicizzate già da altre persone e media, come la visita
del vescovo Massimo nel mese di gennaio, o i 20 anni della Casa di Carità in
aprile, altre passate di sfuggita, come i fatti quotidiani che viviamo, ma è
proprio di questi fatti che voglio parlarvi in questa lettera....
La prima cosa che desidero
raccontarvi è la Messa che abbiamo celebrato nella casa di Auxilia, una signora
di circa 65 anni che vive da 35 anni in un letto perchè una malattia, che non
si capisce bene cosa sia, l’ha paralizzata; anche il vescovo Massimo, quando è
passato da Wagner, l’ha visitata. Abbiamo cominciato, con questa Messa, il
triduo alla festa de S.Jorge, proprio per sottolineare, in questo anno della
misericordia, una delle opere di misericordia, visitare i malati. Una delle
cose che stupisce di più é la serenità di questa donna, che non si lamenta, non
reclama, ma benedice Dio per il dono della vita. Anche sua sorella, che
l’accudisce da 35 anni, é un esempio di tenacia. Quando si entra in quella casa
si percepisce che si entra in un luogo sacro, per la tranquillità e lo star
bene della gente che vive là. Si esce sempre più sollevati e ammirati. Sono i “semi
del Verbo” seminati nelle nostre comunità che danno frutto e aiutano a vivere
meglio la nostra fede e fortificare il nostro cammino.
Quest’anno la diocesi di Ruy Barbosa,
ha scelto come priorità il tema dell’Ecologia, a causa dell’Enciclica del
Papa:“Laudato sia” e anche alla Campagna della Fraternità Ecumenica, che come
tema ha scelto:“Casa Comune, nostra responsabilità”. Per questo, dopo il lavoro
fatto nelle comunità nel tempo di Quaresima, a livello zonale, si è deciso di
fare un Seminario, invitando non solo le comunità cristiane ed evangeliche ma
anche le associazioni, i sindacati, i movimenti, le prefetture e i consiglieri
comunali, per cercare di allargare il cerchio perché tutti si sentano
responsabili della casa comune che è il nostro pianeta. Lo stato del Brasile ha
fatto una legge, nel 2007, che chiede a tutti i Comuni di fare un progetto sul
“saneamento basico” cioè sul modo di gestire le discariche, le fogne, l’acqua
potabile e l’acqua piovana, ed ha dato tempo ai Comuni fino al 2015 per
presentare i progetti ed avere i finanziamenti per costruirli e realizzarli; ad
ora la metà dei Comuni del Brasile non ha ancora fatto assolutamente nulla....
La scelta del seminario va in questa
direzione, il vedere e verificare quello che sta succedendo nei nostri comuni.
Per questo è stato fatto un questionario con varie domande, che dovrebbe darci
l’idea di come sono le realtà dei nostri municipi. Sono stato nella Camara dos
Vereadores (Consiglio Comunale) per spiegare il questionario e per consegnarne
una copia ai vereadores pregandoli di riconsegnarla compilata; alcuni già
l’hanno fatto, e si vede come, a secondo dello schieramento politico, hanno
risposto appoggiando il prefetto o no. Ma questo manifesta come le cose stanno
andando in Brasile, non è la verità che appare, ma quello che vogliamo che
appaia. Un disastro!!!!!!
A proposito di quello che sta succedendo in
Brasile, alcune cose con certezza le sapete attraverso i media, è veramente una
tristezza. La battaglia che si sta facendo per destituire Dilma (la Presidenta)
dal governo del paese, è veramente subdola perché si vuole depistare il vero
problema, la corruzione che è arrivata a dei livelli esagerati; il presidente
della Camera dei Deputati, Eduardo Cunha, che ha dato inizio al processo de
impeachment, è stato sollevato dal suo incarico perchè corrotto, ladro e
disonesto (è un pastore della chiesa Assemblea de Deus), così come il 60% dei
senatori, che adesso devono decidere se andare avanti per destituire Dilma,
sono corrotti, non per sentito dire ma per prove e fatti ben concreti....e in
questo clima di sfiducia e di confusione, chi paga sono i poveri, quelli che
dipendono dalle prefetture che non hanno i soldi per pagare i dipendenti, e
così via....
Ma quello che disanima di più è che
quello che sta succedendo nei Piani Alti, cioè nel governo, è quello che
succede nella base, dove chi vuole lavorare deve dare il voto al prefetto, se
vuole qualcosa deve chiedere al Vereador, se ha bisogno di una visita deve
chiedere alla tale che gestisce la salute...ect.
In un paese dove non manca nulla, sia a
livello di risorse che a livello di potenzialità economiche, quello che sta
succedendo è davvero grave, perché è a causa dell’avidità umana e della poca
responsabilità riguardo ai più deboli; credo che si sia creato, in questi anni,
(e non è colpa del PT, di Lula o di Dilma), una eccessiva corsa al proprio
interesse, sfruttando il fatto politico...non se ne salva uno!!!!! Bisogna
pregare perché questa situazione possa cambiare, ma per farlo credo sia
necessario un vero cambiamento nella base, nel popolo, ma temo che questo
adesso sia proprio impossibile.
Tà bom, speriamo che il Buon Dio possa
illuminare la mente ed il cuore delle persone che dovranno decidere il futuro
di questo paese, e che si possa raggiungere una vera giustizia ed una vera
onestà, che tutto sia fatto per il bene delle persone e dei più fragili ed
impoveriti...
Un abbraccio a tutti
pe.Luis irmão da caridade.
lunedì 9 maggio 2016
LETTERA DI DON LUCA - MAGGIO 2016
Chiesa di Pintadas |
Un carissimo saluto da Pintadas.
Volevo innanzitutto ringraziarvi per la
vicinanza. Grazie ai vostri aiuti sei giovani di Pintadas potranno partecipare alla Giornata Mondiale della
Gioventù a Cracovia: saranno ospitati per quindici giorni nella diocesi di
Reggio Emilia e parteciperanno per quindici giorni all’incontro mondiale dei
giovani. I loro nomi sono: Lediane, Mônica, Sinara,
Raffaela, Jecilândia
e Rodrigo.
La Pasqua e l’anno della misericordia, indetto
dal Papa, sono stati
un’occasione per conoscere meglio i sei villaggi (povoados) della parrocchia, visitando ammalati, anziani, famiglie e rimanendo
disponibile per dialoghi e confessioni. Le dimensioni qui sono enormi, ma gli
incontri personali rimangono sempre un fatto essenziale nel processo di animazione
pastorale e evangelizzazione. Non per niente il Vangelo è disseminato di
incontri che Gesù fa nel suo cammino verso Gerusalemme. Vorrei condividere con
voi tre piccoli episodi, tra i tanti accaduti.
Ci sono zone della parrocchia che
si trovano molto distanti dalla città, al confine con altre parrocchie e che
risultano molto spesso terra di nessuno. In queste zone le case sono molto
distanti le une dalle altre e sono raggiungibili dall’auto solo dopo aver
percorso 30 o 40 km, per la maggior parte per strada sterrata. Durante un
viaggio, per raggiungere un villaggio, mi sono fermato in una casa molto
povera, per chiedere informazioni sulla strada. Sono stato accolto da una
signora, in lacrime, con il marito. Era una signora anziana, che non faceva la comunione
da anni, ed aveva un grande desiderio di ricevere il corpo di Cristo. Non
potendosi spostare era disposta a spendere 300 reais (circa 75 euro,
corrispondenti, come potere di acquisto, a un terzo di un nostro stipendio
italiano medio: qui nel Sertão è una somma molto alta), per affittare un mezzo di
trasporto e fare venire dalla città un ministro dell’eucaristia per potere
comunicare al corpo di Cristo. Potete immaginare la gioia che questa donna ha
vissuto quando ha saputo che ero il prete e che avevo con me il corpo di Cristo
- quando mi sposto, infatti, generalmente porto sempre con me olio degli
infermi e corpo di Cristo. Tutto questo è motivo di profonda riflessione. Con
quanta facilità possiamo partecipare ad una messa in Italia: stiamo portando
frutto? Questa grande facilità di poter participare della messa comunitaria è
un dono immenso sul quale spesso non riflettiamo e del quale ci verrà chiesto
conto.
Sempre nella zona di campagna, in una zona molto povera, ho
portato l’olio degli infermi a un
quarantenne agonizzante, un vero e proprio Cristo crocifisso. Era pelle e ossa
con la faccia letteralmente mangiata da un tumore. Abbiamo pregato insieme ed è
stato un momento molto intenso. Mi stringeva la mano, con quella poca forza che
aveva, e dagli occhi gli scendevano lacrime. Era ormai del tutto
impossibilitato a parlare. Abbiamo fatto l’estrema unzione, gli ho detto che
era un figlio amato da Dio e che, dopo tutta questa sofferenza, era vicino il
momento della sua nascita a vita nuova, nella quale avrebbe potuto vedere
faccia a faccia Dio, accolto dalla mamma che già era morta anni fa. Questa
unzione giungeva al termine di un cammino durante il quale, accompagnato da
alcune persone della comunità, si era riconciliato con il padre ed era riuscito
a metabolizzare la rabbia che l’abitava per la condizione in cui si trovava e
per l’inganno di molte Chiese neo pentecostali, di cui era stato vittima. Il
Brasile è pieno di Chiese neo pentecostali, che ti promettono un benessere
facile e una guarigione miracolosa, se hai fede in Dio e se versi ogni mese il
dizimo (la decima parte delle tue entrate) al pastore della Chiesa. Questa
persona era passata per queste Chiese, abbandonando la chemioterapia, perché
solo Dio guarisce (così proclamano molti pastori neo pentecostali), e pagando
ogni mese il dizimo, nella speranza di una guarigione da parte di Dio, per
ritrovarsi alla fine letteralmente mangiato dal tumore. Gli ho chiesto perdono,
perché era stato ingannato da pastori che usano per propri scopi il nome di
Dio, e l’ho benedetto per la riconciliazione con suo padre. Le parole da parte
mia sono state molto poche, la maggior parte del tempo l’ho trascorso seduto al
suo capezzale, stringendo la sua mano e accarezzandolo nella fronte. Intorno a
lui, il padre, alcuni fratelli e molte persone della comunità che sono state
vicine alla famiglia per molti giorni. E’ morto poco dopo l’unzione. I
familiari sono venuti a ringraziarmi e mi hanno fatto un regalo: le persone
semplici ti spiazzano sempre e da loro ricevi il centuplo, rispetto al poco che
fai.
Concludo con un episodio
simpatico, accaduto la notte della domenica di Risurrezione. Mi trovavo nel “povoado” di Raspador per presiedere
l’eucaristia, mentre la comunità principale della città celebrava la festa della
Risurrezione con una celebrazione della parola. Era appena terminata la messa,
quando alcune persone della comunità di Raspador mi si sono avvicinate,
chiedendo di visitare la casa di una signora della comunità, disperata per il
marito continuamente ubriaco. Sono andato nella casa, dove mi hanno accolto
mamma e moglie, la quale mi ha espresso tutta la sua desolazione e la sua
intenzione di lasciare il marito, continuamente ubriaco e che era giunto
perfino a mordere il figlio. Il problema dell’alcool qui nela Sertão è una piaga molto seria che coinvolge uomini e donne di ogni età. Che
fare? Dissi alla donna che la sua intenzione di lasciare il marito era buona.
Le chiesi solo di aspettare un ultimo tentativo. Usci di casa, accompagnato da
diverse donne della comunità e mi misi a cercare il marito per i bar del
“povoado”. Una volta trovatolo, chiaramente mezzo ubriaco, mi sono messo al
tavolino del bar con lui e con altre cinque o sei persone ubriache. Ho offerto
una birra per tutti. Sapendo che ero il parroco, tutti mi guardavano con molta
curiosità e meraviglia. Nella mentalità comune, bere anche solo un bicchiere di
birra è considerato un peccato e un prete non può assolutamente bere o
frequentare bar. Dopo di questo ho benedetto il marito, l’ho abbracciato, l’ho
preso per mano e l’ho ricondotto a casa. Era tutto felice. Una volta a casa
abbiamo parlato con lui, insieme alla moglie, alla mamma e ad alcune signore
della comunità. Gli ho detto che faceva bene a bere e a ubriacarsi se
desiderava farlo, ma che per questo stava perdendo il dono più prezioso della
sua vita: la moglie e i figli. Abbiamo pregato insieme e la moglie lo ha
benedetto insieme a me e alla mamma. Fino ad ora non ha più toccato un
bicchiere di alcool ed ha accettato di seguire una terapia medica per liberarsi
dal vizio dell’alcool.
Buona Pentecoste a tutti!
Grazie alle vostre offerte e allo
sforzo della parrocchia di Pintadas, abbiamo comprato anche un’attrezzatura di
suono per iniziare a fare, con giovani e famiglie, missione nelle piazze della
città e nei “povoados”. Scusatemi del lungo silenzio. Prometto di farmi vivo
più spesso. Vorrei condividere con voi alcuni punti della vita della nostre
comunità: la pastorale giovanile, la pastorale familiare, quella missionaria
ed, infine, lo studio biblico.
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