lunedì 16 maggio 2016

CAMMINATA BIBLICA NELLA PARROCCHIA DI PINTADAS

Arraiá das Comunidades 2011-Pintadas-BA

Lettera da Don Luigi Gibellini




11 maggio 2016

Doveroso aggiornamento: la situazione politica brasiliana è precipitata in questi giorni e la Presidenta è stata destituita
Carissimi tutti,
È davvero da molto tempo che non scrivo, ho guardato la data dell’ultima lettera e mi son accorto che è del 15 settembre 2015, una vergogna.... e di questi tempi sono successe veramente tante cose, alcune publicizzate già da altre persone e media, come la visita del vescovo Massimo nel mese di gennaio, o i 20 anni della Casa di Carità in aprile, altre passate di sfuggita, come i fatti quotidiani che viviamo, ma è proprio di questi fatti che voglio parlarvi in questa lettera....
La prima cosa che desidero raccontarvi è la Messa che abbiamo celebrato nella casa di Auxilia, una signora di circa 65 anni che vive da 35 anni in un letto perchè una malattia, che non si capisce bene cosa sia, l’ha paralizzata; anche il vescovo Massimo, quando è passato da Wagner, l’ha visitata. Abbiamo cominciato, con questa Messa, il triduo alla festa de S.Jorge, proprio per sottolineare, in questo anno della misericordia, una delle opere di misericordia, visitare i malati. Una delle cose che stupisce di più é la serenità di questa donna, che non si lamenta, non reclama, ma benedice Dio per il dono della vita. Anche sua sorella, che l’accudisce da 35 anni, é un esempio di tenacia. Quando si entra in quella casa si percepisce che si entra in un luogo sacro, per la tranquillità e lo star bene della gente che vive là. Si esce sempre più sollevati e ammirati. Sono i “semi del Verbo” seminati nelle nostre comunità che danno frutto e aiutano a vivere meglio la nostra fede e fortificare il nostro cammino.

Quest’anno la diocesi di Ruy Barbosa, ha scelto come priorità il tema dell’Ecologia, a causa dell’Enciclica del Papa:“Laudato sia” e anche alla Campagna della Fraternità Ecumenica, che come tema ha scelto:“Casa Comune, nostra responsabilità”. Per questo, dopo il lavoro fatto nelle comunità nel tempo di Quaresima, a livello zonale, si è deciso di fare un Seminario, invitando non solo le comunità cristiane ed evangeliche ma anche le associazioni, i sindacati, i movimenti, le prefetture e i consiglieri comunali, per cercare di allargare il cerchio perché tutti si sentano responsabili della casa comune che è il nostro pianeta. Lo stato del Brasile ha fatto una legge, nel 2007, che chiede a tutti i Comuni di fare un progetto sul “saneamento basico” cioè sul modo di gestire le discariche, le fogne, l’acqua potabile e l’acqua piovana, ed ha dato tempo ai Comuni fino al 2015 per presentare i progetti ed avere i finanziamenti per costruirli e realizzarli; ad ora la metà dei Comuni del Brasile non ha ancora fatto assolutamente nulla....
La scelta del seminario va in questa direzione, il vedere e verificare quello che sta succedendo nei nostri comuni. Per questo è stato fatto un questionario con varie domande, che dovrebbe darci l’idea di come sono le realtà dei nostri municipi. Sono stato nella Camara dos Vereadores (Consiglio Comunale) per spiegare il questionario e per consegnarne una copia ai vereadores pregandoli di riconsegnarla compilata; alcuni già l’hanno fatto, e si vede come, a secondo dello schieramento politico, hanno risposto appoggiando il prefetto o no. Ma questo manifesta come le cose stanno andando in Brasile, non è la verità che appare, ma quello che vogliamo che appaia. Un disastro!!!!!!
 A proposito di quello che sta succedendo in Brasile, alcune cose con certezza le sapete attraverso i media, è veramente una tristezza. La battaglia che si sta facendo per destituire Dilma (la Presidenta) dal governo del paese, è veramente subdola perché si vuole depistare il vero problema, la corruzione che è arrivata a dei livelli esagerati; il presidente della Camera dei Deputati, Eduardo Cunha, che ha dato inizio al processo de impeachment, è stato sollevato dal suo incarico perchè corrotto, ladro e disonesto (è un pastore della chiesa Assemblea de Deus), così come il 60% dei senatori, che adesso devono decidere se andare avanti per destituire Dilma, sono corrotti, non per sentito dire ma per prove e fatti ben concreti....e in questo clima di sfiducia e di confusione, chi paga sono i poveri, quelli che dipendono dalle prefetture che non hanno i soldi per pagare i dipendenti, e così via....
Ma quello che disanima di più è che quello che sta succedendo nei Piani Alti, cioè nel governo, è quello che succede nella base, dove chi vuole lavorare deve dare il voto al prefetto, se vuole qualcosa deve chiedere al Vereador, se ha bisogno di una visita deve chiedere alla tale che gestisce la salute...ect. 

 In un paese dove non manca nulla, sia a livello di risorse che a livello di potenzialità economiche, quello che sta succedendo è davvero grave, perché è a causa dell’avidità umana e della poca responsabilità riguardo ai più deboli; credo che si sia creato, in questi anni, (e non è colpa del PT, di Lula o di Dilma), una eccessiva corsa al proprio interesse, sfruttando il fatto politico...non se ne salva uno!!!!! Bisogna pregare perché questa situazione possa cambiare, ma per farlo credo sia necessario un vero cambiamento nella base, nel popolo, ma temo che questo adesso sia proprio impossibile.

 Tà bom, speriamo che il Buon Dio possa illuminare la mente ed il cuore delle persone che dovranno decidere il futuro di questo paese, e che si possa raggiungere una vera giustizia ed una vera onestà, che tutto sia fatto per il bene delle persone e dei più fragili ed impoveriti...

Un abbraccio a tutti 

pe.Luis irmão da caridade. 

lunedì 9 maggio 2016

LETTERA DI DON LUCA - MAGGIO 2016

Chiesa di Pintadas


Un carissimo saluto da Pintadas.

Volevo innanzitutto ringraziarvi per la vicinanza. Grazie ai vostri aiuti sei giovani di Pintadas potranno partecipare alla Giornata Mondiale della Gioventù a Cracovia: saranno ospitati per quindici giorni nella diocesi di Reggio Emilia e parteciperanno per quindici giorni all’incontro mondiale dei giovani. I loro nomi sono: Lediane, Mônica, Sinara, Raffaela, Jecilândia e Rodrigo.

La Pasqua  e l’anno della misericordia, indetto dal Papa, sono stati unoccasione per conoscere meglio i sei villaggi (povoados) della parrocchia, visitando ammalati, anziani, famiglie e rimanendo disponibile per dialoghi e confessioni. Le dimensioni qui sono enormi, ma gli incontri personali rimangono sempre un fatto essenziale nel processo di animazione pastorale e evangelizzazione. Non per niente il Vangelo è disseminato di incontri che Gesù fa nel suo cammino verso Gerusalemme. Vorrei condividere con voi tre piccoli episodi, tra i tanti accaduti.

Ci sono zone della parrocchia che si trovano molto distanti dalla città, al confine con altre parrocchie e che risultano molto spesso terra di nessuno. In queste zone le case sono molto distanti le une dalle altre e sono raggiungibili dall’auto solo dopo aver percorso 30 o 40 km, per la maggior parte per strada sterrata. Durante un viaggio, per raggiungere un villaggio, mi sono fermato in una casa molto povera, per chiedere informazioni sulla strada. Sono stato accolto da una signora, in lacrime, con il marito. Era una signora anziana, che non faceva la comunione da anni, ed aveva un grande desiderio di ricevere il corpo di Cristo. Non potendosi spostare era disposta a spendere 300 reais (circa 75 euro, corrispondenti, come potere di acquisto, a un terzo di un nostro stipendio italiano medio: qui nel Sertão è una somma molto alta), per affittare un mezzo di trasporto e fare venire dalla città un ministro dell’eucaristia per potere comunicare al corpo di Cristo. Potete immaginare la gioia che questa donna ha vissuto quando ha saputo che ero il prete e che avevo con me il corpo di Cristo - quando mi sposto, infatti, generalmente porto sempre con me olio degli infermi e corpo di Cristo. Tutto questo è motivo di profonda riflessione. Con quanta facilità possiamo partecipare ad una messa in Italia: stiamo portando frutto? Questa grande facilità di poter participare della messa comunitaria è un dono immenso sul quale spesso non riflettiamo e del quale ci verrà chiesto conto.
Sempre nella zona di  campagna, in una zona molto povera, ho portato l’olio degli infermi a un quarantenne agonizzante, un vero e proprio Cristo crocifisso. Era pelle e ossa con la faccia letteralmente mangiata da un tumore. Abbiamo pregato insieme ed è stato un momento molto intenso. Mi stringeva la mano, con quella poca forza che aveva, e dagli occhi gli scendevano lacrime. Era ormai del tutto impossibilitato a parlare. Abbiamo fatto l’estrema unzione, gli ho detto che era un figlio amato da Dio e che, dopo tutta questa sofferenza, era vicino il momento della sua nascita a vita nuova, nella quale avrebbe potuto vedere faccia a faccia Dio, accolto dalla mamma che già era morta anni fa. Questa unzione giungeva al termine di un cammino durante il quale, accompagnato da alcune persone della comunità, si era riconciliato con il padre ed era riuscito a metabolizzare la rabbia che l’abitava per la condizione in cui si trovava e per l’inganno di molte Chiese neo pentecostali, di cui era stato vittima. Il Brasile è pieno di Chiese neo pentecostali, che ti promettono un benessere facile e una guarigione miracolosa, se hai fede in Dio e se versi ogni mese il dizimo (la decima parte delle tue entrate) al pastore della Chiesa. Questa persona era passata per queste Chiese, abbandonando la chemioterapia, perché solo Dio guarisce (così proclamano molti pastori neo pentecostali), e pagando ogni mese il dizimo, nella speranza di una guarigione da parte di Dio, per ritrovarsi alla fine letteralmente mangiato dal tumore. Gli ho chiesto perdono, perché era stato ingannato da pastori che usano per propri scopi il nome di Dio, e l’ho benedetto per la riconciliazione con suo padre. Le parole da parte mia sono state molto poche, la maggior parte del tempo l’ho trascorso seduto al suo capezzale, stringendo la sua mano e accarezzandolo nella fronte. Intorno a lui, il padre, alcuni fratelli e molte persone della comunità che sono state vicine alla famiglia per molti giorni. E’ morto poco dopo l’unzione. I familiari sono venuti a ringraziarmi e mi hanno fatto un regalo: le persone semplici ti spiazzano sempre e da loro ricevi il centuplo, rispetto al poco che fai.

Concludo con un episodio simpatico, accaduto la notte della domenica di Risurrezione. Mi trovavo  nel “povoado” di Raspador per presiedere l’eucaristia, mentre la comunità principale della città celebrava la festa della Risurrezione con una celebrazione della parola. Era appena terminata la messa, quando alcune persone della comunità di Raspador mi si sono avvicinate, chiedendo di visitare la casa di una signora della comunità, disperata per il marito continuamente ubriaco. Sono andato nella casa, dove mi hanno accolto mamma e moglie, la quale mi ha espresso tutta la sua desolazione e la sua intenzione di lasciare il marito, continuamente ubriaco e che era giunto perfino a mordere il figlio. Il problema dell’alcool qui nela Sertão è una piaga molto seria che coinvolge uomini e donne di ogni età. Che fare? Dissi alla donna che la sua intenzione di lasciare il marito era buona. Le chiesi solo di aspettare un ultimo tentativo. Usci di casa, accompagnato da diverse donne della comunità e mi misi a cercare il marito per i bar del “povoado”. Una volta trovatolo, chiaramente mezzo ubriaco, mi sono messo al tavolino del bar con lui e con altre cinque o sei persone ubriache. Ho offerto una birra per tutti. Sapendo che ero il parroco, tutti mi guardavano con molta curiosità e meraviglia. Nella mentalità comune, bere anche solo un bicchiere di birra è considerato un peccato e un prete non può assolutamente bere o frequentare bar. Dopo di questo ho benedetto il marito, l’ho abbracciato, l’ho preso per mano e l’ho ricondotto a casa. Era tutto felice. Una volta a casa abbiamo parlato con lui, insieme alla moglie, alla mamma e ad alcune signore della comunità. Gli ho detto che faceva bene a bere e a ubriacarsi se desiderava farlo, ma che per questo stava perdendo il dono più prezioso della sua vita: la moglie e i figli. Abbiamo pregato insieme e la moglie lo ha benedetto insieme a me e alla mamma. Fino ad ora non ha più toccato un bicchiere di alcool ed ha accettato di seguire una terapia medica per liberarsi dal vizio dell’alcool.
Buona Pentecoste a tutti!

Grazie alle vostre offerte e allo sforzo della parrocchia di Pintadas, abbiamo comprato anche un’attrezzatura di suono per iniziare a fare, con giovani e famiglie, missione nelle piazze della città e nei “povoados”. Scusatemi del lungo silenzio. Prometto di farmi vivo più spesso. Vorrei condividere con voi alcuni punti della vita della nostre comunità: la pastorale giovanile, la pastorale familiare, quella missionaria ed, infine, lo studio biblico.