Alcune riflessioni....
Voglio
partire in questa mia riflessione con um fatto che mi é capitato ieri, domenica
7 de luglio, in una comunitá della campanha della parrocchia di Lajedinho, una
delle 4 parrocchie che sono state affidate a noi Fratelli della Caritá;
entrando nella scuola, dove la comunitá si riunisce alla domenica per celebrare
il Culto domenicale e celebrare la messa quando arriva il padre, una bimba
stava seduta vicino alla mensa preparata per la celebrazione e spontaneamente
mi rivolge la parola facendomi una domanda semplice, mas nello stesso tempo
provocatória:“ Os padres são ricos?” (i padri sono ricchi?). Ho aspettato un
momento per rispondere perché la domanda mi ha colto di sorpresa, anche se
spesso si sente dire questo dalla gente; allora io, prima di rispondere ho
chiesto a Raiane (é il nome della bimba di 10 anni) se per lei essere ricchi
era avere molti soldi o avere delle qualitá; lei ha risposto diretto che per
lei la ricchezza é avere molti soldi per potere comprare tutto quello che uno
desidera. Nel dialogo io ho detto che in veritá noi padri abbiamo di piú che
molte persone che lei conosce e abbiamo anche piú cose rispetto ad altri, come
la macchina, il computador, la possibilitá di viaggiare, ecc. ma che la vera
ricchezza que abbiamo é la nostra fede in Gesú Cristo. Lei mi ha guardato un
poco e ha sorriso, quasi volesse dirmi:“ Si puoi contarmela, ma tu hai molto di
piú che me e della mia famiglia”, e il discorso é terminato qui.
Il
papa stá parlando molto sulla povertá della Chiesa, come segno e testimognanza
della fede e del seguimento di Gesú, e tutto questo mi stá interrogando molto,
in modo speciale sulle scelte che si stanno facendo a livello della nostra
chiesa locale di Reggio Emilia-Guastalla, e sulla condivisione con le altre
chiese. In Brasile, il mese di luglio é dedicato al Dízimo, cioé la devoluzione
della décima parte di quello che una persona riceve per sostenere la comunitá e
la chiesa; pratica che si incontra nella Bibbia e che é segno, in primo luogo,
di fede e di condivisione. Qui, nella nostra Diocesi di Ruy Barbosa si stá
facendo uno sforzo grande per coscientizzare le comunitá ma, il cammino é
ancora lungo e difficile, peró ci sono dei segni concreti di miglioramento e di
impegno.
Movimento sem Terra....partilha da terra. |
A livello di
padri diocesani si é pensato di constituire il Dízimo Sacerdotale, cioé ogni
padre versa nella cassa del Dizimo Sacerdotale la sua partecipazione per potere
sostenere spese che sempre ci sono, per corsi formativi, per incontri a livello
di presbiteri, per aiutare padri che necessitano di cure ecc. Da qui, la mia
riflessione si sposta a livello di forze umane, e in special modo in forze
sacerdotali; voglio dire questo: se é importante che le comunitá e le diocesi
devono sempre mais assumersi la responsabilitá de vivere sulla participazione
dei cristiani, ancora di piú dobbiamo avere la coscienza che come diocesi
dobbiamo condividere le nostre risorse umane perché tutti possano vivere. Credo
che la pratica del Dízimo ci insegna a devolvere quello che abbiamo ricevuto
com molta abbondanza senza pensare che ci rimettiamo o ci sentiamo piú deboli o
che abbiamo bisogno di tutto quello che abbiamo ricevuto. Credo che dovremmo
avere il coraggio di vivere il Dízimo anche a livello di persone e di
sacerdoti. Concretamente dovremmo dare la décima dei sacerdoti per le chiese
che piú hanno bisogno. Pensando in Reggio Emilia-Guastalla, abbiamo piú di 200
sacerdoti in attivitá, che sono responsabili di parrocchie, quindi il Dízimo
dei sacerdoti sarebbe 20 sacerdoti per la missione; é utopia? é fantascienza? O
é speranza che possano accadere cose che spesso non si realizzano perché siamo
richiusi in noi e pensiamo egoisticamente al nostro orto!!! Dízimo é
condivisione, é partilha é riconoscere, come dice S.Paolo, che che “Dio ama chi
dona com gioia” e questo arricchisce molto di piú di tante ricchezze che
pensiamo siano indispensabili per noi. É una sfida tutto questo, perché non c’é
povero che non possa dare qualcosa, e non c’é ricco che si senta defraudato del
tanto che ha ricevuto.
Sempre se
sente parlare che nelle diocesi italiane si invecchia e si diminuisce di
numero, e questo é vero, mas puó darsi che questo possa stimolare altre forme
di essere chiesa e di essere comunitá Cristiane; a paritá di numeri siamo
sempre perdenti qui, perché con le stesse persone (la diocesi di Ruy Barbosa ha
una popolazione di 450.000 abitanti, come Reggio Emilia, mas con solo 23 padri)
ci ritroviamo la décima parte dei preti.
I rapporti sono ben differenti, in Itália é un prete ogni 2550 persone,
mentre qui é ogni 20.000...una piccola sproporzione mi sembra.
Ma questo non
vuole essere una polemica, mas una proposta de essere una chiesa differente,
voltata é interrogarsi e a vivere la própria fede guardando ampio e
suddividendo le forze e le potenzialitá. Dobbiamo sempre piú entrare in una
lógica di chiesa “comunitá de Comunitá” e non isole dentro un grande mare
agitato e ostile; dobbiamo sempre di piú credere nelle potenzialitá dei laici e
affidare a loro i tanti ministeri che possono esercitare nelle nostre comunitá,
senza avere paura di essere defraudati del nostro ministero sacerdotale; nel
ricordo dei 50 anni del Concilio, non possiamo chiudere le tante porte que il
Concilio ha aperto, ma con coraggio dobbiamo assumersi la responsabilitá de
realizzare ció che fu seminato in quel tempo.
pastoral afro... |
Voglio
concludere queste mia riflessione con un piccolo testo che riassume um punto
centrale del Documento de Aparecida, che dice:“ Num núcleo decisivo do documento, se
apresenta a missão dos discípulos missionários a serviço da vida plena,
considerando a vida nova que Cristo nos comunica no discipulado e nos chama a
comunicar na missão, porque o discipulado e a missão são como as duas faces de
uma mesma moeda. Aqui se desenvolve uma grande opção da Conferência:
converter a Igreja em uma comunidade mais missionária. Com este fim, se
fomenta a conversão pastoral e a renovação missionária das Igrejas
Particulares, das comunidades eclesiais e dos organismos pastorais”. Nel nucleo
decisivo del Documento, si presenta la missione dei discepoli missionari a
servizio della vita piena, considerando la vita nuova che Cristo ci comunica
nel discepolato e ci chiama a comunicare nella missione, perché il discepolato
e la missione sono come le due facce della stessa moneta. Qui si sviluppa la grande opzione della Conferenza: convertire la
Chiesa in una comunità piú missionaria. Con questo fine, si spinge alla
conversione pastorale e alla rinnovazione missionaria delle Chiese particolari,
delle comunità ecclesiali e degli organismi pastorali”.
Siamo in
cammino, e un giorno arriveremo ad essere quello che siamo…. Comunitá di
comunità…
Um abraço
a todos e até mais, pe.Luis
Nessun commento:
Posta un commento