Ipirá, 28-04-2018
Cari amici, buon tempo Pasquale!
Continuo a condividere con voi qualche esperienza della
nostra missione reggiana in Brasile. Nei
giorni scorsi a Reggio si sono diffuse notizie preoccupanti di minacce a noi missionari
in Brasile; ho notato una certa
confusione, nel senso che sono stati uniti avvenimenti non connessi tra loro, e
interpretati in modo arbitrario.
Comunque il problema della diffusione delle droghe, della criminalità, della violenza é sempre molto grande, e il pericolo per noi non é differente da quello dei nostri parrocchiani: possiamo essere vittime di rapine o essere coinvolti in qualche situazione problematica.
Comunque il problema della diffusione delle droghe, della criminalità, della violenza é sempre molto grande, e il pericolo per noi non é differente da quello dei nostri parrocchiani: possiamo essere vittime di rapine o essere coinvolti in qualche situazione problematica.
Ma ciò che mi preoccupa maggiormente, nei nostri paesi, è la cultura di violenza, è la diffusione della corruzione che é una violenza contro i cittadini, è il rischio di una indifferenza morale, è la morte della speranza per molti giovani che non vedono prospettive di lavoro onesto. Che fare? Siamo coscienti dei nostri limiti, e non possiamo risolvere tutto, ma possiamo agire con alcune scelte significative. Tutta la attività parrocchiale è costruire una cultura di pace. In particolare vorrei scrivere qualcosa sul tema della famiglia.
Abbiamo tante famiglie fragili, senza struttura: manca uno dei genitori o entrambi, molti bambini crescono con i nonni, zii, o altri... In alcuni quartieri la conflittualità dentro la famiglia è forte, in altri abbiamo situazioni di povertà ( ad esempio madri sole con molti figli e senza lavoro). La impulsività e emotività dei brasiliani influisce nella facilità nel creare relazioni affettive ma anche nel distruggere le relazioni iniziate con grande coinvolgimento.
La tendenza oggi è quella di pochi matrimoni, i giovani
in genere vanno a convivere e la maggioranza dei matrimoni che celebriamo sono
di coppie che convivono da anni e ad un certo punto decidono di sposarsi. Credo sia centrale, qui in Brasile, come in
Italia, una pastorale rivolta alle famiglie.
Pensiamo che sia molto importante annunciare il vangelo
alle famiglie, e lavorare per favorire la formazione di famiglie cristiane.
Solo in questo modo si purifica e rinnova la società e si dà consistenza e
continuità alla comunità cristiana.
Nella nostra parrocchia di Ipirà abbiamo la bellissima esperienza chiamata ECC ( Incontro delle coppie con Cristo) simile a Incontro Matrimoniale. Si inizia con una proposta di tre giorni di incontro, nei quali si fa una forte esperienza di fraternità e studio sui temi della famiglia. Poi si formano gruppi di coppie di sposi ( in media di 8 coppie) che si incontrano meditando i temi fondamentali della vita cristiana. Una esperienza molto bella, che sta donando ottimi frutti alla nostra parrocchia. In settembre avremo un nuovo gruppo che farà la esperienza dei tre giorni, per poi ( speriamo) continuare nella formazione. Ma.... ci sono dei limiti. ECC è per le coppie cattoliche, regolarmente sposate con rito cattolico, e perseveranti: non sono ammessi separati, seconde unioni ecc... ovvero: una minoranza dei nostri parrocchiani.
La maggioranza delle famiglie sono formate da coppie non sposate, o separati e divorziati con nuove unioni, o famiglie con un genitore solo e figli. Tutte persone che non possono far parte dell’Incontro di Coppie com Cristo. Abbiamo allora pensato di iniziare una Pastorale Familiare, che possa accogliere e accompagnare le varie situazioni di famiglia.
Le linee-guida per
dare vita alla PASTORALE
FAMILIARE le troviamo nella FAMILIARIS CONSORTIO di papa Giovanni Paolo II. E la Chiesa del
Brasile si muove in questa direzione, con 3 settori: Preparazione al
matrimonio, settore che segue le famiglie sposate, e Casi Speciali (divorziati
risposati, vedovanza, coppie conviventi e non sposate, famiglie con un solo
genitore....).
Abbiamo fatto le prime riunioni generali nel 2014 (
appena arrivato in Brasile) con la proposta della Pastorale Familiare con la
sua struttura. Una partecipazione limitata come numero di persone, ma abbiamo
continuato nel lavoro. La mia idea era non di proporre qualche evento grande e
spettacolare ( questa é la tendenza, in genere) che poi si conclude nell’
evento stesso, ma di creare strutture che possano essere stabili nel
tempo. E quindi anche dare tempo per
individuare persone affidabili e motivate per questo servizio.
Grazie a Dio ho incontrato alcune coppie con una forte motivazione a dare vita alla Pastorale Familiare, e negli anni seguenti abbiamo iniziato, ( con calma.... siamo in Bahia!) a dare forma alla nostra Pastorale Familiare. Due coppie come responsabili generali e una coppia responsabile per ogni settore. E così sta continuando il nostro lavoro.
Grazie a Dio ho incontrato alcune coppie con una forte motivazione a dare vita alla Pastorale Familiare, e negli anni seguenti abbiamo iniziato, ( con calma.... siamo in Bahia!) a dare forma alla nostra Pastorale Familiare. Due coppie come responsabili generali e una coppia responsabile per ogni settore. E così sta continuando il nostro lavoro.
Una preoccupazione per me urgente era strutturare una preparazione dei fidanzati al matrimonio ( una coppia di sposi giá lavorava per questo, incontrando i futuri sposi nella settimana prima del matrimonio, ma avevamo bisogno di qualcosa di piú); dal 2017 abbiamo iniziato con una equipe di sposi che fa alcuni incontri per i fidanzati preparando il matrimonio e che é presente alla celebrazione del matrimonio per animare la liturgia e come segno della Chiesa che accoglie la nuova famiglia. Sono molto contento di questi passi che abbiamo fatto, e della disponibilitá di queste coppie ( una decina).
Ho lavorato, in questi ultimi mesi con loro, sulla celebrazione del matrimonio. La tendenza qui é di fare un matrimonio-show: una schiera di testimoni con vestiti super-eleganti noleggiati, varie entrate solenni in chiesa con infinite foto di familiari, testimoni ..... lo stile é quello di una celebrazione-film, anche nei canti e musiche. Ho cominciato a porre alcune regole, limiti e indicazioni sui valori, per uno stile che sia cristiano cattolico ( oggettivamente), piú sobrio, e naturalmente incontro resistenze, opposizioni e malumori perché – per alcuni- sto contrastando la cultura del luogo; su questo mi interrogo onestamente, e so che non devo imporre la mia cultura e accettare quella che incontro, ma nello stesso tempo sento il dovere di purificare certe cose e aiutare le persone a conoscere e vivere nello spirito della liturgia cattolica. Anche con gli altri settori ( accompagnamento degli sposi e casi speciali) abbiamo iniziato a lavorare, e sono contento perché ho trovato alcune coppie ( non moltissime, ma alcune ci sono) motivate e con entusiasmo, e così la nostra Pastorale Familiare sta continuando. La mia speranza é di diffondere la attività con fidanzati e sposi non solo nel centro cittá, ma anche nelle varie comunitá sparse sul grande territorio della parrocchia; una proposta é formare gruppi di sposi, nelle comunitá piú grandi, che si incontrino regolarmente alla luce della Parola di Dio e possano confrontarsi sul loro vissuto matrimoniale, sulla appartenenza ecclesiale, e su altri temi per loro importanti.
- Il lavoro piú difficile é con quelli chiamati “casi speciali” ( la espressione non mi piace molto, ma serve per capirci); un gruppetto di sposi sta visitando famiglie di una comunità tra le più povere e problematiche, con molte famiglie disintegrate, povere, disorientate.... un piccolo segno. Siamo in un ambito molto difficile da affrontare, per ora non abbiamo molte forze e capacità per accompagnare queste famiglie, ma é importante perseverare con piccoli segni.
-
Ministri. Una novità di
questo anno é che abbiamo ottenuto dagli uffici responsabili di Roma, la
autorizzazione per tre persone di poter presiedere la celebrazione del
Matrimonio, come assistenti autorizzati, quando manca il prete. Due donne e un uomo, sposati. In verità non sono accolti da tutti, nel
senso che diversi fidanzati chiedono espressamente il prete e non vorrebbero
laici a presiedere la liturgia del matrimonio; per altri non ci sono problemi.
Mi sembra anche questo passo significativo, certamente non per contrapporre
preti e ministri laici, ma per crescere sempre più nella collaborazione e nella
fiducia reciproca. Un caro saluto a
tutti voi.
DON Gabriele Burani