sabato 10 maggio 2025

BUONE NUOVE DALLA BAHIA

 





Ruy Barbosa, 6 de maio 2025, don Luigi Gibellini

 

            Ciao a tutti,

dopo um buon tempo di silenzio mi rifaccio vivo per raccontarvi un poco della vita trascorsa in questi mesi, in preparazione alla Pasqua, la Pasqua e il pezzo di dopo Pasqua.

            Cominciamo con la Quaresima, sempre caratterizzata dalla Campagna della Fraternità che quest’anno aveva come tema “Fraternità e Ecologia Integrale” e sub tema il testo de Genesi “E vide che tutto era buono”.   Le motivazioni per questa scelta sono state queste:

·         10 anni della Laudato Sì

·         800 anni del Cantico delle Creature di San Francesco

·         L’aggravamento della Crisi Climatica e le ultime catastrofi

·         La COP 30 in Brasile

·         Il Giubileo della Speranza, che invita alla riconciliazione integrale.

L’Obbiettivo Generale era: “Promuovere, in spirito quaresimale e in tempi di urgente crisi socio-ambientale, un processo di conversione integrale, ascoltando il grido dei poveri e della Terra” tentando di promuovere concretamente delle scelte nel nostro piccolo, cominciando dall’ambiente familiare e poi allargandosi anche in scelte più comunitarie. Una di queste è stata la scelta, in una comunità della campagna, di eliminare i bicchieri di plastica vicino ai bebedouros e comprare delle “caneque” (tazze) che rimanessero li e lavarle di volta in volta quando si utilizzavano. Piccoli segni, ma significativi. Una cosa negativa invece, è stata la poca divulgazione di questa Campanha, e poca formazione nelle varie comunità, sembra quasi che non ci sia più un grande interesse da parte dei preti e di chi dovrebbe suscitare interesse per queste tematiche che coinvolgono sempre più il pianeta e soprattutto l’essere umano.

            La Settimana Santa l’ho trascorsa nella parrocchia di Macajuba, ed è cominciata con la Domenica delle Palme, con le varie rappresentazioni dell’ingresso di Gesù e della Passione del Signore, questo avvenuto in un Povoado, dove i giovani hanno drammatizzato la Via Sacra lungo le strade del paese; poi il Martedì Santo, Messa Crismale in Alagoas dove si trova il Santuario Diocesano a ricordo di Maria Milza, in cammino di santità; alla fine della celebrazione Eucaristica il Vescovo Estevam ha fatto leggere prima in Latino e poi in Portoghese la lettera che è arrivata da Roma dove veniva annunciato che il percorso verso la canonizzazione di Maria Milza è in andamento e che già si può chiamare di Serva di Dio. Poi la visita ai malati e la celebrazione il mercoledì mattina con le persone anziane e il rito dell’Unzione degli Infermi. Poi il triduo Pasquale in varie comunità; mi piace molto celebrare nella campagna, con delle comunità piccole e a volte poverette, ma che ci mettono della voglia nel fare le cose bene, con tutti i limiti e gli errori liturgici, ma con tanta voglia di celebrare. In questi giorni ho sperimentato, attraverso il sacramento della riconciliazione, quanto è grande la misericordia di Dio e quanto è necessario accogliere tutti perché si possano sentire amati e trattati come figli. Durante la Quaresima nelle varie parrocchie si sono fatti dei momenti di Confessioni, chiamati “Mutirão de Confissões” dove tanta gente se è avvicinata la sacramento della misericordia, e dove noi padri ci siamo resi disponibili a viaggiare da una parrocchia all’altra in segno di comunione sacerdotale; tenete conto che non è come andare da Fontanaluccia a Febbio, ma fare anche 130 kilometri per raggiungere una parrocchia.

            Poi il Triduo Pasquale, nella parrocchia di Macajuba, visitando e celebrando in varie comunità rurali, nella ricchezza della diversità ma anche nella bellezza di vedere come le comunità celebrano e si animano nei momenti importanti dell’anno liturgico. Nel Giovedì Santo ho celebrato nella chiesa di Macajuba e i 12 rappresentanti per la Lavanda dei Piedi erano tutti uomini; allora ho detto che il prossimo anno sarebbe bello vedere che ci fossero anche delle donne, dei ragazzi e ragazze, perché sia rappresentata la comunità nelle varie età e vocazioni; poi non ho lavato i piedi e tutti, ma solo al primo e poi ognuno lavava il piede del vicino, fino ad arrivare a lavare il piede anche a me, come ha detto Gesù in quel momento, “come ho fatto io, così fate anche voi…” Qualcuno dopo la Messa ha fatto questione di ricordarmi che gli apostoli erano tutti uomini e che non si poteva pensare di inserire donne e ragazze…i commenti fateli voi!!!

            Il Venerdì Santo l’ho celebrato in un povoado, prima abbiamo fatto il rito della Croce e la lettura della Passione, e poi i giovani hanno messo in scena la Via Sacra per le vie del paese; ho apprezzato molto questo momento e anche l’impegni dei giovani e delle ragazze che si sono resi disponibili. Il Sabato Santo ho visitato i due ospedali che si trovano in Macajuba e Ruy Barbosa per dare una benedizione e fare gli auguri di Pasqua ai ricoverati; felicemente ne ho incontrati pochi, perché in queste feste i dottori cercano di liberare il più possibile chi si trova ospedalizzato. Poi sono passato anche nelle Delegazie per vedere i carcerati, e anche li non vi erano prigionieri; sarà che questo sia un segno dell’Anno Santo, dove una delle cose che papa Francesco aveva chiesto era di liberare i prigionieri?

            Poi alla notte ho fatto proprio una bella Veglia Pasquale: ho cominciato a celebrare alle 18 in una comunità chiamata Malhada Nova, poi ho continuato celebrando in un’altra comunità che si chiama Nova Cruz e ho concluso nella chiesa principale di Macajuba, terminando alle 23,30. Anche qui nella diversità delle celebrazioni e nella ricchezza della gente che ha preparato e vissuto con intensità la notte di Pasqua.



            Papa Francesco ci lascia il lunedì dell’Ottava di Pasqua, in silenzio, senza grandi boati, dopo avere dato la benedizione a tutti in giorno di Pasqua; povero tra i poveri, se nè andato dopo avere cominciato um processo di cambiamento nella chiesa e nel mondo.

 

            Finita la Settimana Santa, abbiamo celebrato i 29 anni della Casa della Carità nella domenica in Albis, con la presenza di padre Erivaldo e un buon numero di persone; tutto preparato con due giorni di adorazione, dove vari gruppi, movimenti e cristiani si sono alternati dando un tempo per fermarsi davanti al Signore nell’eucaristia. La settimana successiva ho partecipato a due giorni con i preti del Prado in Mundo Novo; siamo un gruppino di 10 sacerdoti che ogni due mesi circa, si incontrano per riflettere sulla spiritualità pradiana e per confrontarsi sul cammino di cada uno. E’ sempre un buon momento, dove si possono condividere idee, pensieri, difficoltà, con libertà, senza essere giudicati ma ascoltati. Mi sembra di potere dire che questo gruppo potrebbe diventare un luogo pensante, dove generare idee da presentare anche al presbiterio, senza correre però il rischio di pensare di essere sempre nella verità.

            Come ultima notizia, vorrei condividere con voi la bella presenza in casa di due seminaristi della Diocesi di Bomfim, Leandro e João Antonio, inviati dal vescovo dom Hernaldo, in preparazione alla loro ordinazione diaconale. Una presenza discreta ma significativa, perché si sono lasciati immergere nella vita della casa e nel servizio agli ospiti. Una settimana non è tanto, ma hanno manifestato quanto il mettere le mani in pasta, ha segnato un poco la loro vita, questo quello che hanno detto. Come regalo di despedida gli abbiamo dato la maglietta della festa della Casa, e il testo di Tonino Bello sulla stola e il grembiule.

            La Diocesi si sta preparando anche all’ordinazione diaconale di Junior e quella presbiterale di Augusto Mercio che avverranno sabato 24 maggio in Cattedrale; preghiamo per loro perché possano essere nella chiesa pastori e servitori di Gesù nelle periferie di questo mondo e di questa chiesa diocesana.



            Su papa Leone non dico niente, dicono già tanto i media e molte persone, dentro e fuori dalla chiesa; mi sembra di potere dire che lo Spirito Santo anche questa volta ci ha sorpresi e probabilmente ha agito come sempre per il bene della Chiesa; lasciamolo lavorare e mettiamoci all’ascolto.

            No Domingo do Bom Pastor deixo pra vocês uma frase de Tonino Bello:  "Uma Igreja que não sonha não é Igreja, é apenas um aparato. Quem não vem do futuro não pode trazer boas notícias. Só quem sonha pode evangelizar."  (do livro "Nos Caminhos de Isaías").  Bom tempo pascal e até a próxima, pe. Luigi irmão da Caridade e vosso irmão. 

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